Quante sono le cose da vedere e fare in Giappone che in Italia non esistono? Di preciso non lo so, ma posso affermare con certezza che quello in Giappone è stato per me il viaggio delle prime volte.
Dai tombini trasformati in opere di street art ai konbini salvavita aperti 24 ore su 24, passando per i beauty set gratuiti alla reception degli hotel e le poltrone dei treni che si girano da sole.
Che io mi trovassi a vagare tra le vie affollate di Tokyo o ad esplorare i silenziosi giardin zen di Kyoto, in Giappone avevo preso l’abitudine di girare con un taccuino in tasca, così da non tralasciare nulla.
Non mi limitavo ad annotare ciò che vedevo o facevo per la prima volta, ma mi sforzavo di trascrivere anche gli odori, i profumi, i suoni, persino le sensazioni.
Il viaggio delle prime volte: cose insolite da fare e vedere in Giappone
Quando le emozioni prendevano il sopravvento e mi impedivano di riportare su carta frasi di senso compiuto, non demordevo ma, smartphone alla mano, registravo delle lunghe e spontanee note vocali.
Non vi nego che, riascoltarle adesso un po’ mi fa sorridere, ma restano senza dubbio il miglior souvenir che io abbia riportato a casa.
Proprio l’altro giorno, mentre le sistemavo all’interno di alcune cartelle create all’occorrenza sul pc, mi sono accorta che l’elenco delle mie prime volte in Giappone è davvero lungo e comprende esperienze che tutti coloro che scelgono di visitare il Paese del Monte Fuji, meriterebbero di fare, almeno una volta nella vita.
Così, ho pensato di inserirle in un elenco, raggruppandole in base allo specifico ambito di riferimento.
So già che manca più di qualcosa e non vedo l’ora di prenotare il prossimo volo diretto con destinazione Tokyo per completare la lista.
Nel frattempo, lasciate le scarpe fuori dalla porta (secondo l’usanza giapponese) e mettetevi comodi: il nostro viaggio alla scoperta delle cose da vedere e fare in Giappone che in Italia non esistono, sta per cominciare.
Cose da vedere e fare in Giappone che a noi italiani sembrano strane: collezionare i timbri
Probabilmente molti di voi sapranno che i giapponesi hanno una passione viscerale per la cartoleria, nota in tutto il mondo per l’accurato design e l’alta qualità degli articoli da cancelleria.
Non solo stilografiche, taccuini e blocchi per gli appunti ma anche washi tape, copertine per i libri e veri e propri must per gli amanti del journaling, come l’iconico Traveler’s Notebook.
Entrare in una cartoleria giapponese è come varcare la soglia di un museo.
Se non mi credete, provate a passare anche solo mezz’ora nella storica cartoleria multipiano Ginza Itoya di Tokyo, fondata più di un secolo fa.
Basta guardarsi attorno qualche minuto per accorgersi che gli oggetti in vendita, sapientemente collocati sugli scaffali, in realtà sono dei veri e propri pezzi d’arte.
Ed è proprio mentre sceglievo cosa acquistare (i prezzi oscillano da pochi centesimi a diverse migliaia di Euro), che mi sono accorta della presenza dei timbri.

Si possono apporre su volantini promozionali presenti nel punto vendita oppure direttamente sul proprio quaderno di viaggio e si trovano ad ogni livello dell’edificio.
Nei giorni seguenti, ho scoperto che questa pratica non è affatto una prerogativa delle cartolerie.
Anche le stazioni ferroviarie, i musei e i templi dispongono di installazioni gratuite fornite di timbri, a cui i visitatori possono accedere liberamente tutte le volte che vogliono.
Spesso quelle impresse con l’inchiostro colorato sono immagini a scopo turistico, ma potrete imbattervi anche in raffigurazioni di animali, piante o personaggi di pura invenzione (rigorosamente Made in Japan).
Divertitevi a collezionarli tutti!
Minimarket sempre aperti: perché i konbini salvano la vita in Giappone
Se non lo avete ancora fatto, aprite la mappa delle città dove intendete soggiornare in Giappone e individuate subito tutti i konbini (in inglese convenience store, paragonabili ai nostri minimarket), perché nei momenti di difficoltà potrebbero salvarvi la vita.
Riconoscerli è semplicissimo: fatta eccezione per l’insegna, che varia a seconda del marchio (i più diffusi sono: 7-Eleven, Family Mart e Lawson), visti dall’esterno appaiono sostanzialmente tutti uguali.
Si tratta di piccole attività commerciali aperte tutti i giorni 24 ore su 24, che consentono di acquistare snack, bevande, cibi freschi o pietanze pronte, ma anche piccoli souvenir e articoli per la casa e la persona.
Nella maggior parte dei casi dispongono di spazi appositi dove si può riscaldare il pasto dopo l’acquisto e non sono pochi i punti vendita in cui è consentito consumare le pietanze all’interno, grazie alla presenza di sedie e tavolini.
Poiché in Giappone mangiare per strada, pur non essendo vietato, è considerato un atto di grave maleducazione, finire il panino o il pacco di patatine prima di uscire dal konbini vi impedirebbe di offendere il popolo che vi ospita.
In questo modo inoltre, non sprecherete tempo ed energia alla ricerca di cestini e cassonetti per i rifiuti, quasi tutti smantellati dal suolo pubblico, in seguito all’attentato del 1995 alla metropolitana di Tokyo.
I konbini infine, dispongono di pulitissime toilette e di sportelli ATM, dove prelevare contanti (indispensabili per molti ristoranti tipici e praticamente tutti i santuari) con commissioni favorevoli o nulle.
Mi credete adesso quando dico che questi minimarket giapponesi sono dei veri e propri supereroi?
Giappone: macchinette che distribuiscono bibite fresche per strada e casse automatiche nei ristoranti
Acquistare bevande (e talvolta anche cibi) dai distributori automatici è una consuetudine decisamente diffusa in Giappone.
D’altronde, queste macchine sono talmente tante lungo le strade di città, villaggi e località turistiche, che è quasi impossibile resistervi.
Oltre a bibite ed alimenti da consumare sul momento, ve ne sono diverse specializzate in prodotti per la cura della persona o di uso quotidiano, come: spazzolini da denti, ombrelli, caricabatterie del cellulare, cuffie.
Sono sempre molto fornite, ben tenute (non sono oggetto di vandalismo) e consentono pagamenti sia in contanti che con le carte.
Anche i ristoranti tipici, soprattutto quelli specializzati in ramen, hanno sostituito le casse tradizionali con macchine automatiche.
Sono veloci, funzionali e decisamente efficienti, ma hanno una particolarità: accettano solo banconote.
Utilizzarle sarà semplicissimo, anche perché il menu presenta una selezione piuttosto contenuta di piatti ed il più delle volte è disponibile in inglese.
Una curiosità: tra le mie prime volte in terra nipponica, non posso non citare il divertente incontro con il nastro trasportatore automatico, nel ristorante di sushi Uobei Shibuya Dogenzaka Store di Tokyo.
Il piatto che ho selezionato sul menu, dopo essere stato preparato e messo sul nastro in movimento, si è fermato esattamente davanti a me.
Incredibile ma vero!
Dal wc riscaldato al beauty set gratuito: le cose da vedere negli hotel in Giappone che in Italia non esistono
I viaggiatori che non vedono l’ora di fare il check in quando arrivano a destinazione, soprattutto dopo un viaggio intercontinentale, non ardono dal desiderio di disfare i bagagli, piuttosto necessitano urgentemente di andare in bagno (non provate a negarlo).
In Giappone, come in nessun altro Paese del mondo, utilizzare il wc può diventare una sfida.
Prima di scendere nei dettagli, voglio subito tranquillizzarvi: quello che si dice è vero, è sempre riscaldato (ma non scotta).
Dunque, perché adoperarlo è un’impresa?
La tavoletta è dotata di una curiosa pulsantiera collegata ad una serie di funzioni extra, che vi consentirà ad esempio, di scegliere la tipologia e la potenza del getto d’acqua.
Se è vero che in Giappone il bidet non esiste, è innegabile che i bagni nipponici siano davvero ben accessoriati.
Nel ryokan in cui ho soggiornato ad Hakone, sul wc era stato installato un apposito lavandino per le mani, mentre le toilette di molti dei templi che ho visitato a Kyoto erano accessibili solo indossando le ciabatte per gli ospiti, disponibili all’ingresso.
Ma le sorprese non si esauriscono qui.
Avete dimenticato a casa il beauty case con il balsamo o la crema per il viso? Niente paura: le reception di molti degli alberghi in Giappone dispongono di aree dedicate esclusivamente al mondo del beauty, ricche di prodotti monouso per l’igiene personale, ma anche di accappatoi o pigiami di riserva.
Vengono rifornite quotidianamente e potete servirvene tutte le volte che ne sentite il bisogno.
Cortesie per gli ospiti degli hotel in Giappone: dagli ombrelli in caso di pioggia alla spedizione dei bagagli
Quando piove, chi lavora alla reception allestisce un distributore gratuito di ombrelli trasparenti, accessibile a tutti i clienti.
Durante gli spostamenti, potrete metterli letteralmente sotto chiave, cioè all’interno di particolati porta ombrelli forniti di apposita chiusura (si trovano soprattutto all’ingresso dei musei).
Mi raccomando: non lasciate l’hotel senza aver usufruito del praticissimo servizio di spedizione bagagli.
È una svolta per i viaggi on the road in Giappone, soprattutto per chi si sposta in treno o in autobus!
I costi variano a seconda delle misure e della destinazione (da Tokyo a Kyoto, ho speso 12 Euro circa per una valigia grande), ma i tempi della consegna sono rapidissimi e compilare la richiesta è molto semplice.
Prendere il treno in Giappone è un’esperienza: dalla leggenda della puntualità ai sedili che si girano da soli
I treni in Giappone sono davvero puntuali come dicono o è solo l’ennesima leggenda metropolitana inventata ad hoc da chi non fa altro che lamentarsi dei disservizi della rete ferroviaria italiana?
Autobus, metropolitana, treni regionali, shinkansen: i mezzi di trasporto giapponesi sono efficientissimi.
Limitarsi ad ammettere che non arrivano né partono mai in ritardo (tranne alcuni rarissimi casi, con le dovute scuse del personale incaricato), sarebbe come fare un torto ad una delle macchine meglio organizzate del Paese del Sol Levante.
Le carrozze infatti, vengono opportunamente sanificate in pochi minuti, prima che i passeggeri in attesa (rigorosamente in fila indiana), prendano posto.
I vagoni non sono solo puliti ma anche silenziosissimi. I giapponesi non hanno l’abitudine di parlare ad alta voce a bordo dei treni, tantomeno al telefono, che viene tenuto sempre con la suoneria molto bassa.
Su alcuni mezzi, per favorire la comodità durante la permanenza a bordo, è possibile ruotare le poltrone.
Ecco perché vi potrà capitare di vedere i sedili muoversi da soli.
Stanno semplicemente riprendendo il proprio posto, dopo che i passeggeri hanno lasciato la vettura.
Cose strane da vedere per le strade in Giappone: dai tombini decorati all’incrocio più affollato del mondo
Tra le cose più strane che ho visto per le strade del Giappone, non posso non citare i tombini decorati (manhoru, dall’inglese manhole).

Documentandomi, ho scoperto che sono più di 1.500 e si trovano in molte città del Paese. Tutto cominciò nel 1975 quando, in occasione dell’Expo di Okinawa fu necessario eseguire alcuni lavori di riqualificazione della rete fognaria.
Per rendere gli interventi più piacevoli per i residenti, si pensò di decorare i tombini trasformandoli in vere e proprie opere di street art.
I manhoru non sono l’unica cosa insolita in cui potrete imbattervi per le strade giapponesi.
A Tokyo per esempio, negli ultimi anni un incrocio è diventato l’attrazione più fotografata dai turisti.
Si trova nel dinamico quartiere di Shibuya, non lontano dalla statua che omaggia il cane Hachikō. Le persone che lo attraversano quotidianamente sono migliaia, tant’è che si è guadagnato la fama di essere l’incrocio più affollato del pianeta.
Oggi però, sembra che la situazione sia un po’ sfuggita di mano.
Pur di ottenere lo scatto perfetto al centro della strada sgombra di automobili quando il semaforo è rosso, i turisti presidiano gelosamente l’incrocio.

Per evitare di finire travolti dalla folla e godersi la scena dall’alto, si può raggiungere l’ultimo piano del centro commerciale Magnet by Shibuya 109.
Sul tetto è stato ricavato un bar con una terrazza panoramica a pagamento ma, chi non vuole spendere soldi, avrà comunque modo di fermarsi davanti alle ampie finestre del palazzo. Da quassù l’incrocio si vede benissimo.
Cose insolite da vedere tra le vie di Tokyo: il gatto gigante tridimensionale e la testa di Godzilla
Shibuya Scramble Crossing non è l’unica particolarità che si cela tra le trafficate vie della capitale.
Dai grattacieli del quartiere Shinjuku vedrete spuntare un’enorme testa di Godzilla ed un gigantesco gatto tridimensionale.
A differenza del docile felino, che appare sullo schermo a LED tra una interruzione pubblicitaria e l’altra e sembra davvero interagire con i passanti presso l’uscita est della stazione ferroviaria, i denti aguzzi del distruttore dell’umanità possono davvero far paura.
Dal 2015 sbucano dalla terrazza all’ottavo piano del Toho Building, il palazzo che ospitava la sede della casa di produzione della saga a lui dedicata.
Eppure, l’aspetto più sorprendente legato a questa installazione è un altro. Proprio in occasione dell’inaugurazione dell’opera, Godzilla è stato nominato ambasciatore del turismo per il quartiere Shinjuku di Tokyo.

Non si tratta di una trovata cinematografica, ma di una serissima iniziativa finalizzata alla valorizzazione della cultura giapponese a livello internazionale.
Cose da fare in Giappone che in Italia non esistono: entrare in un Maid Cafè e partecipare ad una cerimonia del tè
Se qualcuno mi chiedesse di indicare qual è, tra tutte le esperienze vissute a Tokyo, quella che non vorrei mai più ripetere, non avrei alcun dubbio.
Non entrerei mai più in uno dei tanti Maid Cafè del quartiere Akihabara (e ancora mi chiedo perché ho scelto di andarci).
Non fraintendetemi, non ho nulla contro le giovanissime cameriere con gli abiti pieni di merletti, che ricordano le divise delle governanti d’età vittoriana.
I locali in stile Hello Kitty sono divertenti, come i giochi sul palco o le decorazioni buffe sulle bevande, parte integrante di questo micromondo legato indissolubilmente ad anime e manga.
Ci sono inoltre regole ben precise che tutelano le maid (è vietato fotografarle o toccarle) e non è permesso rimanere all’interno della caffetteria oltre il tempo previsto dalla tariffa scelta.
Tuttavia, se potessi tornare indietro occuperei quel lasso di tempo per fare o vedere altro.

Al contrario, un momento che potrei ripetere all’infinito senza mai stancarmi, è la cerimonia del tè.
Non si è trattata di una semplice degustazione, ma di un vero e proprio viaggio indietro nel tempo attraverso una delle arti più antiche e nobili del Giappone.
Per rendere ancora più immersiva l’esperienza, che si svolge all’interno di tradizionali case nipponiche, si può anche scegliere di indossare il kimono.
Solitamente si viene accolti da una guida che parla inglese, a cui spetta il compito di illustrare le regole della cerimonia e fare da tramite tra i partecipanti e la maestra del tè.
I gesti lenti che si ripetono, i silenzi interminabili, la polvere di matcha che si scioglie nell’acqua bollente quando viene sfiorata dalle setole del chasen, la rotazione della tazza prima di bere in tre sorsi: era tutto talmente perfetto da sembrare magico.
Togliersi le scarpe in Giappone: quando, dove e perché
Dal mio viaggio sono tornata con una certezza: molti turisti non hanno ancora capito come, quando e perché devono togliersi le scarpe in Giappone.
Secondo me, non si è compreso a fondo il motivo per il quale alcune aree sono accessibili solo da scalzi e si finisce così per osservare questa regola mal volentieri, solo perché si è obbligati a farlo.
Il popolo giapponese ha l’abitudine di sfilarsi le scarpe prima di entrare in casa o di accedere ai templi, ad alcuni ristoranti e ai camerini dei negozi, sia per una questione di rispetto che per motivi igienici.
Se per le abitazioni tradizionali la procedura appare semplice, poiché basta lasciare le calzature all’esterno, le cose si complicano quando si vuole visitare un tempio e non si sa bene dove lasciare le scarpe o quali zone si possono attraversare scalzi.
I giapponesi hanno pensato anche a questo, collocando all’ingresso dei luoghi sacri degli appositi scaffali per le scarpe o dei sacchetti di plastica da portare con sé durante la permanenza nel tempio.
È ovvio che, una volta scalzi, non potrete più attraversare l’area che avete percorso con le scarpe perché i vostri piedi si contaminerebbero.
Attraversare una foresta di kimono
Avete mai attraversato una foresta di kimono? A Kyoto è possibile vivere questa insolita esperienza, a pochi metri dalla più celebre foresta di bambù di Arashiyama.

Questa installazione, visitabile gratuitamente, si trova presso la stazione del tram di Arashiyama, ed è costituita da 600 pilastri trasparenti alti 2 metri, collocati sui due lati della banchina e rivestiti di preziosi tessuti per kimono.
L’opera, illuminata da luci a LED dopo il tramonto (e fino alle 21:00), è stata realizzata da Yasumichi Morita, con l’obiettivo di riqualificare una zona considerata a lungo come un mero luogo di transito e al contempo rendere omaggio all’artigianato tessile giapponese.
Penso che la sua missione sia riuscita, voi che dite?
Dormire sul pavimento e fare un bagno nell’onsen: cose che si possono fare solamente in Giappone
Quando sono arrivata ad Hakone da Tokyo, la proprietaria del ryokan in cui avrei soggiornato mi ha chiesto di indicarle l’orario esatto in cui avrebbe potuto preparare il futon per la notte.
In Giappone, il futon non è per nulla simile ad una poltrona o a un divano letto, come viene solitamente inteso nel mondo occidentale.
Consiste in un materasso piuttosto sottile, solitamente riposto all’interno degli armadi e collocato all’occorrenza direttamente sul tatami, con un cuscino ed un caldo piumone.
Non esistono futon matrimoniali e dunque, se viaggiate in coppia, passerete la notte su due materassi separati, disposti l’uno accanto all’altro.

Io ho dormito meravigliosamente e non ho avvertito alcun particolare fastidio o scomodità.
Un consiglio: se avete scelto di fermarvi ad Hakone, non perdete l’opportunità di immergervi negli onsen, sorgenti di calde acque termali dalle proprietà benefiche.
Il regolamento per gli ospiti (uomini e donne sono separati) è piuttosto rigido, ma ne vale la pena.
Bisogna spogliarsi completamente prima di accedere alle vasche, lavarsi accuratamente prima di entrare in acqua, evitare di parlare ad alta voce e coprirsi con l’asciugamano quando si è pronti per uscire.
Ora che siamo arrivati alla fine di questo lungo elenco delle cose da fare e vedere in Giappone che non esistono in Italia, non posso non chiedervelo: quali sono, secondo voi, quelle più insolite?
Una risposta
Ho promesso a mia figlia di portarla in Giappone appena possibile, lei è una fan degli anime e dei manga e vuoe a tutti i costi andare. Io temo la lunga traversata in aereo ma mi farò coraggio. non esiterò a scriverti per avere ulteriori consigli, intanto seguo e salvo i tuoi articoli a riguardo