Escursioni nel Pollino: il Giardino degli Dei

pini loricati all'interno del Parco del Pollino

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Recentemente ho preso parte ad una delle tante escursioni di trekking organizzate da River Tribe nel Parco Nazionale del Pollino.

Devo ammettere che, nonostante a me piaccia molto camminare, non mi era mai capitato di cimentarmi in un percorso così lungo, panoramico e ben strutturato come quello organizzato da Mario, la guida.

Tirando fuori un pò di coraggio e quella giusta dose di incoscienza (che non fa mai male), mi sono lanciata volentieri in questa avventura, desiderosa di mettermi in gioco e uscire dalla comfort zone.

Escursioni di trekking: il Parco del Pollino

Con una superficie che supera i 192.000 ettari, quella del Pollino è l’area protetta più grande d’Italia, nonché un vero e proprio confine naturale tra Basilicata e Calabria, nominato nel 2015: UNESCO Geopark.

L’intero territorio, che occupa ben tre provincie e più di cinquanta comuni, oltre a dare rifugio a centinaia di specie animali e vegetali, è molto frequentato da sportivi e amanti delle attività outdoor.

E non sto parlando solo dei locals, poiché sono tantissimi coloro che arrivano da fuori regione, desiderosi di prendere parte a una delle tante escursioni di trekking organizzate nel cuore del parco.

Volete sapere cosa rende unico questo incontaminato paradiso naturale?

Vi racconto la mia esperienza!

Escursioni di trekking nel Pollino: in cammino verso il Giardino degli Dei

Lasciato il campo base di River Tribe di buon mattino, abbiamo salutato momentaneamente la Calabria, per spostarci sul versante lucano del Pollino.

Abbiamo percorso diversi chilometri in salita, superando curve e tornanti, che ci portavano sempre più in alto.

Giunti in prossimità del territorio di Rotonda (in provincia di Potenza), abbiamo parcheggiato l’auto così da dare inizio al trekking.

Eravamo a più di 1573 metri d’altezza, sul Colle dell’Impiso e da lì, ci siamo inoltrati nel fitto Sentiero dei Carbonai, il punto dove partono gran parte delle escursioni.

Dopo diversi metri percorsi all’ombra di una faggeta, siamo arrivati finalmente sui Piani del Pollino.

Pensate: da qui è possibile vedere nitidamente quattro delle cinque cime del massiccio.

  • Serra Dolcedorme, 2267 metri;
  • Monte Pollino, 2248 metri;
  • Serra del Prete, 2180 metri;
  • Serra delle Ciavole, 2130 metri.

A queste, si aggiunge la quinta e ultima vetta:

  • Serra di Crispo, 2083 metri.

La giornata era splendida ed il cielo terso. Le mucche al pascolo ci guardavano curiose, lasciando risuonare i loro enormi campanacci, dando vita ad un vero e proprio concerto all’aperto.

mucche al pascolo nel Parco del Pollino

E che dire dei cavalli selvatici, liberi ed eleganti nei loro rapidi movimenti?

Mario ci ha spiegato che vivono quassù in pianta stabile e che si spostano a valle solo quando le cime si ricoprono di neve.

Con quei passi eleganti, i corpi snelli e le criniere spinte su e giù dal vento, mi hanno trascinato con la mente fino alle grandi praterie americane.

È stato un momento di grande emozione, nel quale siamo rimasti in silenzio a lungo, evitando di dire o fare qualsiasi cosa che potesse porre fine a quella scena.

Il pino loricato: simbolo del Parco del Pollino

Assoluto protagonista delle escursioni di trekking nel Pollino, è il Pino Loricato (Pinus leucodermis).

Dovete sapere che in Italia, questa conifera vive soltanto nel territorio calabrese e in quello lucano. Nel resto d’Europa invece, è ampiamente diffusa nell’area balcanica.

La sua particolarità è una corteccia spessa e di colore grigio, che ricorda la lorica indossata dall’esercito romano (da cui deriva appunto, il termine loricato).

Proprio come le maglie di metallo con cui questa armatura era realizzata, anche il tronco del pino loricato sembra essere ricoperto di squame.

Si racconta che il primo esemplare di questa specie, venne individuato per la prima volta nel 1905 dal naturalista Biagio Longo, nativo di Laino Borgo.

pino loricato ammirato durante una delle escursioni di trekking nel Pollino

Una curiosità: il più vecchio pino loricato d’Europa si erge sul massiccio della Serra delle Ciavole. Ha più di 1200 anni ed è stato chiamato Italus in onore dell’antico sovrano degli Enotri, popolazione che abitò i territori calabresi e lucani nell’età del bronzo.

Zu Peppu

Il simbolo del Parco del Pollino è Zu Peppu, la cui data di nascita viene collocata attorno all’anno 1026.

I pini loricati sono alberi molto resistenti agli agenti atmosferici, tant’è che mantengono sostanzialmente la medesima posizione durante la loro intera esistenza.

Tuttavia, la sorte che è toccata a Zu Peppu non è delle più felici. Nella notte tra il 19 ed il 20 Ottobre 1993, qualcuno gli ha dato fuoco e oggi, questo albero millenario, giace come un fossile, all’interno del Parco.

Ma forse non tutto è perduto perché Mario ci ha fatto notare come, in un punto del tronco, stia crescendo un germoglio.

Che stia per iniziare nuova vita per Zu Peppu?

Zu Peppu il simbolo del Pollino
Il Giardino degli Dei

Il Giardino degli Dei è il paradiso dei pini loricati e si trova a circa 2000 metri d’altezza, non lontano dalla Serretta della Porticella, una cima del massiccio Serra di Crispo.

È incredibile come questi alberi, alti, possenti e millenari riescano a sopravvivere ad una tale altitudine!

Pensate che l’espressione Giardino degli Dei non esiste sulle mappe o sulle guide di viaggio.

Eppure, se chiedete ad un appassionato di trekking o a chi è avvezzo ad escursioni lungo questo versante del Pollino, non avrà dubbi ad indicarvi dove si trova e come raggiungerlo.

Da quassù la vista è impagabile: si riesce a scorgere in lontananza persino una macchia di azzurro, il Mar Tirreno.

Avete presente la sensazione che pervade corpo e mente, quando si varca la soglia di una cattedrale gotica?

C’è un senso di sacralità talmente forte che ogni parola sembra superflua, ogni gesto inadeguato.

Ci sentivamo talmente in pace con noi stessi che, nonostante fossimo in cammino già da diverse ore, abbiamo seguito il consiglio di Mario e abbracciato per svariati minuti i tronchi di quei grandi alberi, simbolo del Parco.

Una volta terminata questa sosta rigeneratrice, abbiamo conquistato la vetta, concedendoci qualche foto ricordo, così da avere una testimonianza dell’impresa appena portata a termine.

Solo a questo punto, ci siamo rimessi in cammino per intraprendere la via del ritorno, non prima di aver reso omaggio ai due pini loricati guardiani, vere e proprie sentinelle del Giardino degli Dei.

Come vestirsi per un’escursione di trekking nel Pollino

La scelta dell’abbigliamento e la preparazione dello zaino sono tra i momenti più importanti e allo stesso tempo più complessi da gestire, quando si è in procinto di intraprendere un’escursione di trekking nel Pollino.

Dovendo percorrere un itinerario di più di dieci chilometri fino ad un’altezza di circa 2000 metri infatti, da un lato diventa necessario avere a portata di mano tutto l’occorrente per affrontare ogni imprevisto, ma dall’altro bisogna evitare di trascinarsi dietro una zavorra.

Per questo motivo, è fondamentale individuare accuratamente cosa indossare e selezionare lo stretto indispensabile per affrontare al meglio l’escursione.

Cosa indossare

Una scelta sicuramente vincente è quella di vestirsi a strati (o a cipolla, che dir si voglia), poiché nella aree montuose le improvvise variazioni climatiche sono abbastanza frequenti e, se non si è attrezzati a fronteggiarle, possono rovinare in un attimo l’intera esperienza di trekking.

abbracciare gli alberi del Giardino degli Dei nel Pollino

Nel mio caso ad esempio, trattandosi di una giornata abbastanza calda, ho scelto di indossare un abbigliamento leggero e traspirante, senza dimenticare però di inserire nello zainetto: una felpa di caldo cotone con il cappuccio, un k way ed un cappellino.

Anche gli occhiali da sole e la crema solare sono fondamentali poiché in montagna, se non si è opportunamente protetti, il rischio di scottarsi o prendere un’insolazione, è molto alto (proprio come al mare).

Da non sottovalutare infine, è la scelta delle scarpe, che devono essere dotate di suola antiscivolo e allo stesso tempo risultare comode e capaci di agevolare i movimenti.

Mario ad esempio, ci ha consigliato di non mettere scarpe nuove e mai provate, per evitare la comparsa di fastidiose vesciche, capaci di compromettere la prosecuzione del percorso.

Ci ha inoltre suggerito di preferire calzature che arrivano a coprire anche la caviglia poiché conferiscono maggiore stabilità al piede, soprattutto se l’itinerario che si intende percorrere è impegnativo o sconnesso, oppure se si deve camminare a lungo.

Come scegliere lo zaino adatto

Prima di soffermarci sul contenuto, bisogna spendere qualche parola sulla scelta dello zaino, prestando l’attenzione ad alcuni dettagli che, se trascurati, possono trasformare l’escursione in una spiacevole disavventura.

La cosiddetta cintura lombare ad esempio, è un valido alleato contro il mal di schiena, poiché serve a mantenere lo zaino stabilmente aderente al corpo, evitandone le oscillazioni.

Gli spallacci poi, vanno attentamente regolati prima di partire (magari facendosi aiutare dalla guida o da uno dei compagni d’avventura), facendo in modo che lo zaino non arrivi a toccare i glutei.

Anche la collocazione degli oggetti è fondamentale: non solo bisogna porre i più pesanti sul fondo ma è necessario distribuire il peso equamente su entrambi i lati (tasche incluse).

Cosa mettere nello zaino

Oltre agli indumenti di emergenza, nello zaino non possono mancare:

  • Una borraccia con la giusta scorta d’acqua e cibo, senza dimenticare qualche barretta energetica, un pò di cioccolata o frutta secca.
  • Un coltellino multiuso ed una torcia, evitando di usare quella presente sullo smartphone che, a lungo andare, potrebbe finire per scaricare la batteria e provocare lo spegnimento del telefono cellulare.
  • Racchette da trekking, che consentono di scaricare parte del peso sulle braccia, così da affaticarsi di meno e mantenere una postura eretta, riducendo al minimo la possibilità di perdere l’equilibrio (poiché, a tutti gli effetti, è come essere dei quadrupedi).
  • Kit di pronto soccorso e medicinali (se si assumono farmaci, è meglio parlarne direttamente con il proprio medico di fiducia).

Quali sono i benefici del trekking

I benefici del trekking sono molteplici. Innanzitutto, si tratta di un’attività che consente di tonificare la muscolatura, quindi migliora la respirazione e favorisce la circolazione sanguigna.

Non bisogna inoltre dimenticare che, concedersi una giornata in mezzo alla natura, raggiungendo luoghi lontani dai rumori del traffico e dalle fastidiosissime suonerie dei cellulari, costituisce una splendida opportunità per ritrovare se stessi, ascoltare i propri desideri e dare vita a nuove idee.

Perché fare un’escursione di trekking con River Tribe

Grazie all’energia positiva che Mario è riuscito a sprigionare, posso affermare di aver vissuto un’esperienza così entusiasmante, che la rifarei.

Ne sono uscita rigenerata nell’anima, prima ancora che nel corpo.

Mario ama profondamente il Parco del Pollino, con un sentimento molto simile a quello che si prova per un parente o una persona di famiglia.

Oltre ad essere una guida escursionistica infatti, è nato qui e nutre un profondo rispetto per tutti gli esseri viventi, piante ed animali, che popolano queste terre.

Si è dimostrato, nei confronti di tutti i partecipanti all’escursione, fin da subito molto disponibile, aperto al confronto ed al dialogo, dispensando sorrisi e rassicurazioni, dinanzi a dubbi o a piccoli cedimenti.

Un altro elemento che secondo me si è rivelato assolutamente vincente è stata la pianificazione di brevi soste, solitamente in luoghi altamente panoramici, accompagnate da interessanti digressioni sulla storia del Parco e da aneddoti legati alle tante escursioni nel Pollino, condotte da Mario.

Ci ha persino confidato di essersi trovato faccia a faccia con un lupo per ben sette volte!

Grazie al confronto, all’ascolto ed al supporto reciproco, raggiungere la meta, ovvero lo splendido Giardino degli Dei, è diventato ben presto un obiettivo di gruppo.

Non solo ciascuno doveva fare la propria parte, ma era necessario aspettare chi andava piano, aiutare chi era in difficoltà ed ascoltare i consigli della guida.

Solo così, sarebbe stato possibile arrivare, tutti insieme, alla destinazione finale.

Si è creata in questo modo una sintonia talmente forte tra noi escursionisti, che al rientro presso il campo base di River Tribe, abbiamo persino organizzato una grigliata sotto le stelle, così da chiudere al meglio quella splendida giornata.

il gruppo di escursionisti in compagnia di Mario la nostra guida
Come prenotare un’escursione di trekking con River Tribe

Le escursioni di trekking nel Pollino non sono le uniche attività outdoor organizzate da River Tribe. Se volete sperimentare qualcosa di davvero adrenalinico, consultate il mio articolo dedicato a:

Prima di prenotare la vostra esperienza wild, vi consiglio di contattare River Tribe per qualsiasi dubbio o domanda, così da lanciarvi all’avventura in maniera pienamente consapevole.

Siete pronti a mettervi in gioco e cimentarvi con una delle escursioni di trekking nello splendido Parco del Pollino?

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Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

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30 risposte

  1. Commovente il tuo incontro con gli alberi! I pini loricati sono una sorpresa per me e li trovo bellissimi anche per la loro unicità. Spero che il germoglio del vecchio albero vandalizzato sia la testimonianza che la natura è più forte di ogni cattiveria umana.

  2. Che bell’articolo! L’ho letto con interesse ma anche con un pò di tristezza, perchè ahimè il trekking non fa più per me a causa dei miei problemi di salute (soprattutto se siamo al di sopra dei mille metri)!

  3. Noi adoriamo fare trekking, come hai detto è un modo per staccare la spina, cercando di godere dei benefici che la natura circostante riesce ad offrirci. Non conosciamo per nulla la zona del Pollino e con questo post ci hai incuriosito tantissimo.

  4. che meraviglia, ci sono stata una volta sul pollino, è stato bellissimo però per me anche faticoso, perchè non sono abituata a fare questo genere di escursioni. Ma è un esperienza che consiglio di fare a tutti

  5. Avevo sentito parlar bene del Pollino e il tuo articolo è un’ulteriore conferma, amo anche io fare trekking e sicuramente sarebbe un’escursione che mi piacerebbe molto, sono solo molto lontana, se però tornassi in Calabri vorrei proprio visitarlo

    1. Ciao Arianna, anche io da Bologna sono lontanuccia. Ho preso l’aereo diretto fino a Lamezia e poi l’auto fino al campo base di river tribe . Qui trovi il link per contattare direttamente loro e chiedere consiglio su come arrivare al campo . Vedrai che una soluzione la trovi 😉

  6. Questo trekking mi ha ricordato il mio fatto in Umbria verso la Gola del Bottaccione: emozionante e davvero ricco di bellezza! Mi spiace per Zu Peppu, spero proprio che quel germoglio possa portare una nuova vita!

  7. Mamma mia cosa mi hai fatto venire alla mente! Il Parco del Pollino è stata la meta del viaggio in quarta elementare, mi hai fatto commuovere! Bellissimo articolo

    1. Non so dove abiti ma considera che io vivo a Bologna e sono arrivata a Lamezia Terme con un breve volo diretto e poi ci ho messo un paio d’ore in auto . Ho trascorso qui uno splendido week end .

  8. A me che piace tantissimo il trekking sembra un posto ideale! Poi, quando si è accompagnati da guide esperte e che ti trasmettono l’amore per il territorio è ancora più emozionante!

  9. A parte la bellezza di questo luogo, credo che vedere dei cavalli selvaggi allo stato brado, sia un’emozione unica e incredibile. Ho sempre voluto andare in un posto dove fosse possibile fotografarli, grazie di averne parlato, questo luogo lo metto sulla lista!

    1. È stata un’emozione unica. Pensa che nessuno tra i partecipanti all’escursione, li ha fotografati. Siamo rimasti immobili ad ammirarli, non volevamo proprio disturbarli.

  10. Neanche io sono mai partita per fare esclusivamente un trekking, piuttosto escursioni che prevedevano brevi trekking. È molto stancante però davvero appagante. Magari mi prenoto per la prossima partenza!

  11. Spesso è proprio quando ci si fa forza e si esce dalla propria comfort zone che si vivono le avventure più memorabili. Almeno a me succede così, soprattutto con il trekking! Da quanto scrivi, la tua esperienza nel Parco del Pollino aveva un ingrediente in più: le storie e la presenza di Mario!

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