La prima volta che ho visto Santa Sofia a Istanbul ho pianto. A dirotto e per tutto il tempo della visita.
Eppure quando ho deciso di tornare in Turchia nel 2024, qualche mese dopo la riapertura al pubblico, non ci ho pensato due volte a reinserirla nel mio programma di viaggio.
Ricordo che alla notizia della chiusura, giusta nel bel mezzo di una pandemia mondiale, avevo sofferto molto all’idea che l’accesso ad un tale capolavoro dell’architettura, venisse drasticamente e irrimediabilmente negato a turisti e viaggiatori.
È molto probabile dunque che, oltre alla curiosità di esplorare il nuovo percorso museale, sentissi quasi il bisogno di celebrare l’evento, varcando nuovamente la soglia di quel luogo antichissimo e ricco di storia.
Santa Sofia: breve storia del monumento più iconico di Istanbul
Basilica, moschea, museo: non sono solo le principali funzioni che Santa Sofia (Aya Sofya in lingua turca) assolse nella sua storia millenaria ma rappresentano piuttosto delle vere e proprie tappe, che si susseguono all’interno di un complesso percorso evolutivo.
Pensate: è la terza chiesa dedicata alla Divina Sapienza ad essere stata innalzata dagli imperatori bizantini nel cuore della città.
Sia il primo edificio di culto (eretto da Costantino nel 360 d.C.) che il secondo (fondato da Teodosio II nel 415 d.C.) infatti, crollarono a seguito di violenti roghi.
Fu Giustiniano a stabilire che, sulle ceneri dell’ultima costruzione interamente rasa al suolo nel 532 d.C., sarebbe dovuta sorgere una nuova basilica.
Affidò il progetto ad Artemio di Tralle e Isidoro di Mileto affinché realizzassero qualcosa di unico.
Ci vollero sei anni per compiere l’impresa anche se la grande cupola centrale, novità assoluta per una costruzione cristiana dell’epoca, venne ricostruita più di una volta.
Oltre ai numerosi terremoti che ne minarono costantemente la stabilità, Santa Sofia dovette fronteggiare anche la distruzione delle immagini sacre imposta dagli editti iconoclasti e i saccheggi compiuti dai soldati durante le Crociate.
Il 29 Maggio 1453 Maometto II conquistò Costantinopoli e convertì la basilica in moschea, aprendo dunque la strada ad un lungo periodo di rimaneggiamenti, modifiche strutturali e decorative.
Nel 1934 il primo presidente della Repubblica Turca, Mustafa Kemal Atatürk, stabilì che Santa Sofia diventasse un museo.
Il 10 Luglio 2020 però, il Consiglio di Stato affermò che la decisione di aprire le porte della moschea a visitatori provenienti da ogni parte del mondo, in realtà non fosse legittima.
Il presidente turco in carica Recep Tayyip Erdogan dunque, firmò subito un nuovo decreto.
Ordinò che Santa Sofia, nel frattempo proclamata patrimonio UNESCO (1985), venisse riconvertita immediatamente in moschea.
Dal 15 Gennaio 2024 tuttavia, ai turisti è consentito nuovamente l’accesso, anche se solo parzialmente e secondo un nuovo percorso di visita a pagamento.
Santa Sofia a Istanbul riapre al pubblico: il nuovo percorso di visita
Durante il mio primo viaggio a Istanbul avevo timidamente percorso a piedi scalzi gli interni di Santa Sofia, senza riuscire a staccare neanche per un attimo gli occhi dalle sue stupefacenti decorazioni.
La guida ci mostrava con orgoglio quello che l’intonaco aveva a lungo tenuto nascosto ed io, quasi ipnotizzata dalle sue parole, scrutavo con estrema attenzione ogni cosa, in preda alla commozione.
È stato come rivivere a velocità aumentata tutte le vicende storiche che avevano avuto luogo tra quelle mura e di cui conoscevo gli sviluppi solo grazie ai libri.
Voglio essere sincera fin da subito: il nuovo percorso di visita è completamente diverso dal precedente. Ma questo non basta per ritenerlo non meritevole di attenzione.
I turisti possono accedere esclusivamente al livello superiore dove, grazie a pannelli informativi (in turco e in inglese) forniti di appositi QR code, hanno l’opportunità di riscoprire i dettagli architettonici e decorativi del periodo bizantino e di quello ottomano.
Santa Sofia: aggiunte e modifiche in età ottomana
Dopo aver inquadrato i codici con lo smartphone, indossate gli auricolari e lasciatevi guidare in un vero e proprio viaggio nel tempo (selezionate l’italiano tra le 23 lingue disponibili).
Una delle prime cose che attirerà la vostra attenzione sarà sicuramente la cupola centrale (alta 55 metri e con un diametro di 31 metri) con le sue 40 finestre ad arco.
Al suo interno, durante il regno di Abdulmecid, venne incisa la prima parte del 35° versetto della Surah Nur.
Ma questa non è l’unica aggiunta del periodo ottomano.
Sporgendovi con cautela e attenzione, riconoscerete:
- Mihrab, il pulpito (minbar) e l’altare dell’imam, eretti nella seconda metà del Cinquecento da Murad III.
- Biblioteca, costruita nel Settecento;
- Luogo di riunione del sultano, risalente all’epoca dei restauri da Abdulmecid.
I lavori di rimaneggiamento commissionati a metà dell’Ottocento, furono affidati agli architetti Gaspare e Giuseppe Fossati.
Pensate: per riqualificare strutturalmente l’edificio, i due fratelli svizzeri dovettero prima recuperare e poi ricoprire nuovamente gli elementi decorativi d’età bizantina.
Santa Sofia a Istanbul: i mosaici bizantini
I mosaici sopravvissuti al periodo iconoclasta (726-843) si trovano essenzialmente nella galleria meridionale, che occupa l’ultima parte del percorso di visita.
Il pannello musivo sulla parete est raffigura Gesù in trono tra l’imperatore Costantino IX Monomaco e l’imperatrice Zoe (riconoscibili dalle iscrizioni in latino che sovrastano le loro teste).
Nelle sue immediate vicinanze spicca il mosaico (realizzato tra il 1122 ed il 1134) con l’imperatore Giovanni II Comneno accanto alla Vergine Maria, a sua volta affiancata dall’imperatrice Irene e dal principe Alessio.
Vero e proprio capolavoro dell’arte bizantina è il cosiddetto mosaico di Deesis.
Rappresenta la Vergine Maria e San Giovanni Battista in atteggiamento di supplica verso Gesù, chiamato ad intercedere per la salvezza dell’umanità.
Sui volti della Madonna e del Battista si scorge un’espressione turbata e dolorosa, che sembra quasi un presagio della morte di Cristo.
In prossimità dell’uscita, l’immagine della Vergine Maria con Gesù in grembo, occupa la semicupola dell’abside.
Ai lati, gli imperatori Costantino e Giustiniano presentano rispettivamente la città e la basilica.
Una curiosità: rispetto a quella posta a sud, la galleria settentrionale custodisce un solo mosaico, dedicato all’imperatore Alessandro (912-913), riemerso durante i lavori condotti dai fratelli Fossati e restaurato nel 1958.
Gli angeli di Santa Sofia a Istanbul
Oltre ai magnifici pannelli musivi, che vi faranno sicuramente viaggiare con la mente fino a Ravenna, avrete modo di ammirare anche altri elementi architettonici d’età bizantina, all’interno di Santa Sofia:
- Loggia dell’Imperatrice, ovvero il punto dal quale si pensa che le sovrane assistessero alle cerimonie religiose.
- Porta in marmo, impreziosita da motivi decorativi del VI secolo. Separava l’area riservata all’imperatore da quella accessibile al popolo ed era collegata direttamente al palazzo imperiale attraverso un passaggio.
- Incisione in alfabeto runico lasciata da un visitatore vichingo nel X secolo e ancora ben visibile (anche se coperta da una lastra di plastica trasparente) nella galleria meridionale.
- Pietra tombale del doge di Venezia, Enrico Dandolo, arrivato in città durante la Quarta Crociata (1204), morto e sepolto all’interno della basilica.
A questo elenco vanno ad aggiungersi i volti dei serafini, collocati sui pennacchi alla base della cupola centrale.
I fratelli Fossati li avevano ricoperti con enormi medaglioni in bronzo.
Nel 2010 però, dopo più di 150 anni, il viso di uno di questi angeli a sei ali ha finalmente rivisto la luce.
Il medaglione che lo ricopriva, rimosso in una decina di giorni, si trova al Museo di Storia ed Esperienza di Santa Sofia in Piazza Sultanahmet.
Santa Sofia a Istanbul: biglietti, orari, abbigliamento e altre informazioni utili
Se desiderate visitare Santa Sofia a Istanbul, assicuratevi di acquistare anticipatamente on line il biglietto con accesso prioritario (l’ingresso non è compreso nel MuseumPass o in altra soluzione cumulativa).
I bambini fino a otto anni entrano gratuitamente (devono mostrare un documento d’identità). I passeggini vanno richiusi e portati a mano, per non danneggiare i pavimenti.
Il biglietto include un’esperienza con la tecnologia AR (realtà aumentata). Consente inoltre di aggiungere a pagamento, la visita al Museo Storia ed Esperienza di Santa Sofia, situato a 400 metri di distanza.
Le file dinanzi all’entrata, ricavata esattamente di fronte alla fontana del sultano Ahmed III, sono lunghissime, ma destinate soltanto a chi deve ancora finalizzare l’acquisto.
Dover superare così tante coppie, famiglie e turisti di ogni età in attesa sotto il sole cocente, forse potrà sembrarvi scortese.
Tuttavia, a me appare sconcertante che un tale numero di persone (e vi garantisco che erano davvero tante) non abbia pensato di acquistare il biglietto on line, neppure dopo aver visto me e pochi altri viaggiatori muniti di accesso prioritario, sorpassarli senza alcuna pietà.
In una città come Istanbul, dove le cose da fare e da vedere sono moltissime, trascorrere una o due ore in fila davanti ad un museo, può trasformarsi in un inutile spreco di tempo.
Superati i controlli di sicurezza (operazione che richiede pochi minuti), vi basterà attraversare il passaggio coperto che vi condurrà fino alla galleria superiore della moschea.
Per tutta la durata della visita (un’ora o due al massimo), gli uomini devono indossare pantaloni che non scoprano le ginocchia.
Le donne invece, devono coprire interamente le gambe e il capo con un foulard.
Santa Sofia è accessibile al pubblico tutti i giorni dalle ore 09:00 alle ore 19:30 (ultima entrata alle 19:00). È prevista una sola chiusura in occasione della preghiera del venerdì dalle ore 12:30 alle ore 14:30.
Cosa vedere nei dintorni: l’affascinante Cisterna Basilica
Esattamente come Santa Sofia, anche la visita della vicina Cisterna Basilica (in turco Yerebatan Sarnici, ovvero Palazzo Sommerso) è esclusa dal MuseumPass.
Tuttavia, chi acquista il biglietto on line ha il diritto di saltare la chilometrica fila all’ingresso.
Ciò che rende incredibile la cisterna sotterranea, fatta costruire da Giustiniano nel VI secolo, sono le sue 336 colonne di marmo che fuoriescono dall’acqua.
Questa enorme costruzione rettangolare, lunga 140 metri e larga 70 metri, serviva per immagazzinare e rifornire di acqua i principali edifici della città.
Durante il periodo ottomano conobbe un lungo abbandono finché nel 1544 il naturalista e topografo francese Petrus Gyllius la riportò alla luce.
Tra il 1985 ed il 1987 inoltre, emersero due enormi teste di Medusa (di cui una capovolta) alla base di altrettante colonne.
Diverse ipotesi circolano sulla loro funzione originaria, ma al momento quei pesanti massi di pietra restano ancora avvolti nel mistero.
La Cisterna Basilica oggi è un museo aperto tutti i giorni dalle ore 09:00 alle ore 23:50.
Ospita mostre d’arte contemporanea, concerti ed altri eventi culturali.
All’interno i turisti possono muoversi liberamente grazie ad apposite passerelle di legno.
I giochi di luci e di colore, che si creano tra le colonne e l’acqua, rendono l’esperienza ancora più memorabile.
E voi, avete già pensato di inserire Santa Sofia e la Cisterna Basilica nel vostro prossimo viaggio a Istanbul?
12 risposte
Alcuni di questi mosaici li ricordo dai libri di storia dell’arte del liceo. Vederli dal vivo deve essere un’esperienza speciale. Mio fratello sarà a Istanbul la prossima settimana: gli consiglierò di prenotare in anticipo, visto che è una cosa alla quale non penso quasi mai. Più che altro perché spesso non ho voglia di essere vincolata a un orario preciso, ma alla fine è sempre meglio che aspettare per ore sotto il sole o sotto la pioggia.
Ciao Silvia, grazie per la tua considerazione che mi permette di precisare che il biglietto acquistato anticipatamente ti vincola solo nella scelta del giorno della visita e non dell’orario.
Non stento a credere che durante la tua prima visita ti sia commossa fino alle lacrime. I mosaici sono di una bellezza sconcertante e davvero alcune delle tue foto ricordano moltissimo Ravenna. Non riesco a capire se il nuovo percorso museale ti piaccia o se invece era meglio il precedente, l’importante è che la visione di tanta meraviglia non sia preclusa ai visitatori
Ti ringrazio per la considerazione e voglio rispondere alla tua curiosità. Sono felicissima che nel 2024 questo luogo così importante nella nostra storia abbia riaperto al pubblico. Il percorso di visita consente di vedere da vicino i mosaici della galleria superiore (e questo non è poco), la cupola, i serafini e molto altro. Tuttavia, è innegabile che calpestare il tappeto al primo piano e ammirare questo maestoso edificio in tutta la sua grandezza è stata un’esperienza indescrivibile, talmente evocativa che mi ha fatto persino commuovere.
Andrò ad Istambul a marzo, e non ti nego che sono emozionata come una bambina. Ho già scaricato l’App per le prenotazioni dei musei e delle attività, in modo tale da poter organizzare tutto in maniera dettagliata. Ovviamente Santa Sofia è in lista e mi fa piacere sentirne parlare così bene. Non vedo l’ora!
Buon viaggio.
Volevo chiederti se per caso avevi usufruito dell’ Istambul E-Pass. Ho scaricato l’App ma sono indecisa ancora se affidarmi ad un agenzia per le prenotazioni o fare tutto da sola. Vorrei optare per la prima …in modo da gestire io il tutto, ma sono ancora titubante.
Dipende molto da quante e quali attrazioni vuoi inserire nel tuo programma di viaggio. Direi che è meglio se ci sentiamo direttamente così riesco a darti una mano in modo concreto.
Grazie per questa utile guida che aiuta a programmare la propria visita in questo incredibile monumento. Noi non abbiamo ancora affrontato Istanbul, ma sono sicura che non la scamperemo ancora per molto, è queste informazioni sono utilissime per organizzare al meglio un itinerario che come dici giustamente tu ha tanto da mostrare.
Grazie a te.
Sarebbe stato un vero peccato negare la possibilità di visitare questo autentico capolavoro ai non musulmani, per fortuna che con questo percorso espositivo è possibile godere di tanta bellezza senza troppe restrizioni e rispettando il luogo sacro.
L’accesso ai turisti è stato negato dal 2020 al 2024, la ricostruzione cronologica degli eventi la trovi nel primo paragrafo.