Moschea Blu e le altre moschee da non perdere a Istanbul

gli interni della Moschea Blu di Istanbul

Indice dei Contenuti

Con le sue cinque cupole ed i sei minareti slanciati verso il cielo, la Moschea Blu tratteggia i contorni del profilo di Istanbul con uno stile inconfondibile e intriso di mistero.

La sua imponenza, unita al fascino irresistibile delle preziose decorazioni interne, la rende una tappa imperdibile per quanti visitano la Turchia.

Moschea Blu a Istanbul: perché si chiama così e merita una visita

Probabilmente vi starete chiedendo come mai Sultanahmet Camii (ovvero, la Moschea del Sultano Ahmet) venga comunemente chiamata Moschea Blu.

Non temete: sarà la prima cosa che capirete quando ne varcherete la soglia, cercando di farvi largo tra la folla.

Le pareti e la cupola centrale della maestosa ed elegante moschea, patrimonio dell’UNESCO dal 1986, sono impreziosite da circa 21.000 maioliche provenienti da Iznik.

Questa cittadina turca nel Cinquecento era nota per la produzione di ceramiche smaltate di colore blu e decorate con motivi floreali e arabeschi, ispirati alla porcellana cinese.

Ahmet I ne commissionò la costruzione esattamente dinanzi a Santa Sofia (la basilica, poi moschea, fondata da Giustiniano nel VI secolo).

L’intento era quello di riaffermare la sua egemonia, messa a duro rischio dalle ultime sfavorevoli vicende belliche, agli occhi del popolo.

moschea blu vista dall'esterno
credits by Falco, Pixaby

I lavori, affidati all’architetto Sedefkar Mehmed Agha, durarono sette anni (1609-1616) e confluirono nella realizzazione di qualcosa che ancora oggi lascia tutti a bocca aperta.

La luce del sole, quando filtra attraverso le 260 finestre che adornano le semicupole e la grande cupola, fa risplendere le ceramiche, creando un’atmosfera sospesa tra il sogno e la realtà.

Visitare la Moschea Blu di Istanbul: orari, costo, come vestirsi

L’ingresso alla Moschea Blu, così come alle altre moschee di Istanbul, è gratuito.

L’unica eccezione è Santa Sofia, aperta al pubblico a pagamento, in quanto museo.

I visitatori hanno l’opportunità di accedervi tutti i giorni dalle ore 09:00 fino al tramonto (il venerdì eccezionalmente l’apertura è alle 14:00) , esclusivamente quando i fedeli non sono raccolti in preghiera.

Una volta oltrepassato il portale d’ingresso, è possibile che dobbiate sostare per diversi minuti nel cortile.

La Moschea Blu del resto, è uno dei luoghi più visitati di Istanbul e non c’è alcun modo per saltare la fila.

Sfruttate l’attesa per controllare di avere a disposizione tutto il necessario per entrare.

Prima di varcare la soglia delle moschee di Istanbul, tutti devono togliersi le scarpe, coprire le spalle e le gambe fino alle ginocchia.

Le donne devono anche coprire il capo (un foulard o una pashmina andranno benissimo).

all'interno della Moschea Blu di Istanbul

Le calzature vanno riposte in un sacchetto e portate con sé durante l’intera permanenza nella moschea, che dovrà svolgersi nel pieno rispetto della sacralità del luogo.

È vietato superare l’area destinata ai turisti (solitamente delimitata da divisori in legno), fotografare o filmare i fedeli in preghiera e parlare a voce alta.

Rispetto a quanto avviene in alcune delle altre moschee di Istanbul, chi desidera visitare Sultanahmet Camii ma non dispone degli indumenti richiesti, all’ingresso può ritirare dei teli.

Dopo averli adoperati per coprirsi, dovrà ricordarsi di restituirli all’uscita.

Un consiglio: a pochi metri dalla Moschea Blu potrete visitare gratuitamente il luogo in cui sono sepolti il Sultano Ahmet, sua moglie e tre dei suoi figli (Sultan Ahmet Türbesi), anch’esso decorato con maioliche di Iznik.

Le altre moschee da non perdere a Istanbul

È probabile che la Moschea Blu riesca ad affascinarvi solo in parte e vi spiego subito il motivo.

A causa dell’elevatissimo numero di turisti, che arrivano a spintonarsi pur di farsi immortalare tra le sue mura alte e imponenti, potreste non avere il modo o il tempo di elaborare a fondo la valenza storica e simbolica di un luogo così emblematico.

Ma non tutto è perduto.

A Istanbul si contano quasi 3.000 moschee e, per uno strano scherzo del destino, sembra che la maggior parte dei visitatori non se ne sia ancora accorta.

Non lasciatevi scappare l’opportunità di inserirne, anche solo alcune, nel vostro programma di viaggio, soprattutto se si ergono in prossimità delle attrazioni più celebri o dei luoghi che già intendete visitare.

Sokollu Mehmet Pasa Camii

Distante poco più di 500 metri dalla Moschea Blu, la Sokollu Mehmet Pasa Camii risale al 1571, quando Sokollu Mehmet la commissionò al famosissimo architetto Sinan.

Gli interni spiccano per la decorazione in maioliche di Iznik, che ricopre per intero la parete orientale.

Piccola Moschea di Santa Sofia

Prima di essere convertita in moschea nel XVII secolo, la Piccola Santa Sofia (Küçük Ayasofya Camiiera) era una chiesa.

Fu fondata da Giustiniano nel VI secolo e dedicata a San Sergio e San Bacco, due soldati romani, martirizzati per il loro credo religioso.

La presenza di un’ampia cupola ed il periodo storico a cui risale la sua realizzazione, le valsero l’appellativo di Piccola Santa Sofia, in riferimento alla più celebre e imponente basilica intitolata alla Divina Sapienza.

Moschea di Solimano

La Moschea di Solimano (Süleymaniye Camiisi) si trova all’interno di un esteso complesso architettonico, che vanta la presenza di: un giardino, una biblioteca, scuole coraniche, una mensa, un caravanserraglio e i servizi igienici (a pagamento, accettano solo lire turche).

Per la sua costruzione (XVI secolo) il sultano Solimano I si affidò al celebre architetto Sinan.

L’edificio, che si erge sulla sommità di uno dei colli cittadini affacciati sul Corno d’Oro, si caratterizza per la presenza di quattro minareti ed una grande cupola, alta 53 metri.

all'interno della Moschea di Solimano a Istanbul

All’interno, non mancano eleganti piastrelle giunte da Iznik.

Laleli Camii

Laleli Camii (Moschea dei Tulipani) è un piccolo gioiello dell’architettura barocca.

Il sultano Mustafa III la fece erigere nella seconda metà del Settecento nei pressi di una delle zone attualmente più affollate di Istanbul, la centralissima Ordu Caddesi.

Moschea Nuova

Situata in prossimità del Ponte di Galata, sulla sponda meridionale del Corno d’Oro, la Yeni Camii (Moschea Nuova) è uno dei palazzi più suggestivi di Istanbul (soprattutto durante e dopo il tramonto).

È stata innalzata nel 1663 per volontà di una donna, la sultana Safiye.

I lavori si protrassero a lungo, sia a causa di problemi tecnici che per la mancanza di risorse.

la Moschea Nuova vista dal ponte di Galata

Moschea di Fatih

La Moschea del Conquistatore (Fatih Camii) è stata eretta negli anni compresi tra il 1463 ed il 1470 dal sultano Maometto II, sui resti della chiesa bizantina dei Santi Apostoli.

Crollò in seguito al terremoto del 1766 e venne interamente riqualificata.

Yavuz Selim Camii

Con il nome di Yavuz Selim Camii (Moschea di Selim il Crudele) si indica l’edificio di culto che si innalza su uno dei sette colli di Istanbul, nelle vicinanze delle sponde settentrionali del Corno d’Oro.

È altamente probabile che la sua progettazione, risalente al XVI secolo, cominciò con il sultano Selim I e terminò con Solimano (detto il Magnifico).

Moschea di Ortaköy

Il monumento più iconico del quartiere di Ortaköy è la Büyük Mecidiye Camii (Grande Moschea del Sultano Albumecid).

È così vicina al Ponte dei Martiri del 15 Luglio, che sembra sia stata realizzata direttamente sull’acqua.

L’edificio originale settecentesco, dopo essere andato distrutto, nell’Ottocento fu completamente ricostruito.

Moschea di Ortakoy a Istanbul vista dal Bosforo

Il modo migliore per ammirarla in tutta la sua magnificenza, è concedersi una romantica crociera sul Bosforo.

Sarà l’occasione per scoprire il fascino di Istanbul da una prospettiva del tutto inedita.

E voi, avete già visitato la Moschea Blu e le altre moschee di Istanbul?

Articoli consigliati

Esiste forse una sola città in Italia che sa essere allo stesso tempo esageratamente bella e decadente, ed il suo nome è Palermo: scopriamo insieme

Ho avuto l’opportunità di riscoprire l’Appennino piacentino nell’ambito di un press tour, che ha toccato alcune località delle sue quattro valli maggiori: Val Tidone, Val

Fin dal mio arrivo a Fuerteventura, fui subito colpita da quell’isola appuntita e scura, che occupa parte dell’orizzonte visibile dal Parco delle Dune di Corralejo,

Una splendida mostra fotografica, dedicata agli interventi di copertura eseguiti sui canali di Bologna nel corso del Novecento, è stata allestita presso l’Opificio delle Acque.

Di recente ho avuto l’opportunità di visitare Game of Thrones Studio Tour a Banbridge, in Irlanda del Nord. Questo enorme percorso espositivo, inaugurato il 5

Se siete ancora indecisi su dove trascorrere le vostre prossime vacanze estive, un tour delle isole Egadi in una settimana può essere la soluzione a

Indice dei Contenuti

Mi presento

Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

Scopri come possiamo dare voce alla tua realtà e rendere la cultura più accessibile e coinvolgente

Condividi l'articolo
Facebook
X Twitter
LinkedIn
WhatsApp

Una risposta

  1. Sarebbe davvero meraviglioso poterle visitare, creando così una sorta di connessione tra la nostra religione e la loro. Ne sarei così affascinata che potrei facilmente perdermi in queste bellezze per più di un’ora. Per quanto riguarda l’abbigliamento, ovviamente, niente fantasie particolari, giusto?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *