I luoghi della battaglia di Solferino: la mia visita

uno dei luoghi più suggestivi di Solferino è il monumento alla croce rossa

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Indicati come gli scenari della più lunga e sanguinosa guerra mai combattuta per l’unità d’Italia, i luoghi della battaglia di Solferino sono ben oltre che semplici nozioni da sottolineare sui libri di storia e per questo meritano di essere contestualizzati e approfonditi di persona.

La mia visita, in compagnia di una guida locale, si inserisce nell’ambito del blogtour organizzato dalla community Travel Blogger Italiane nei pressi dei Comuni di Castiglione delle Stiviere e Solferino, in provincia di Mantova.

Non a caso, proprio qui ha sede l’iconico JHD Dunant Hotel, ispirato al fondatore della Croce Rossa, Henry Dunant il quale, dopo aver visto le disperate condizioni dei feriti sul campo di battaglia e rimasto profondamente colpito dalla partecipazione popolare alle sofferenze di vincitori e vinti, decise di dare avvio a quella che sarebbe diventata una delle più grandi organizzazione umanitarie del mondo.

Se volete approfondire la storia di Henry Dunant e non vedete l’ora di scoprire come l’hotel che dal noto filantropo prende il nome, ha reinterpretato le sue vicende biografiche nella struttura dei piani e delle camere (tutte diverse l’una dall’altra e ispirate ad aneddoti più o meno noti della vita del primo Premio Nobel per la Pace), potete consultare il mio articolo dedicato.

La battaglia di Solferino
I momenti salienti

La battaglia di Solferino si colloca nell’ambito della Seconda guerra d’indipendenza italiana e vede contrapposti l’esercito austriaco e quello franco – piemontese.

Gli austriaci, sconfitti a Magenta, all’alba del 24 Giugno 1859 decisero di sferrare un attacco a sorpresa ai danni delle truppe nemiche. Dal canto suo Napoleone III, a capo dell’armata francese, ordinò al suo esercito di avanzare.

In maniera del tutto inaspettata, si diede così l’avvio a due combattimenti distinti: a San Martino, le truppe piemontesi attaccarono parte dei soldati austriaci che si erano diretti ad est in ritirata, mentre a Solferino i francesi sorpresero la restante parte delle truppe nemiche, decise a non abbandonare il campo di battaglia.

Gli storici parlano di una giornata di interminabili e durissimi scontri, interrotti soltanto a causa di un violentissimo temporale, che impedì alle truppe di proseguire.

Talmente copioso fu il sangue versato e mescolato alla pioggia battente, che finì per penetrare in profondità nel terreno e raggiungere le falde acquifere, rendendole infette.

Pensate che l’esercito francese, ormai allo stremo delle forze, lasciò fuggire gli austriaci verso il Mincio senza neanche tentare di inseguirli.

Il bilancio finale fu di 40.000 tra morti e feriti (anche se in realtà pare che solo il primo giorno si contassero 10.000 morti e ben 112.000 feriti), una vera e propria carneficina. I medici, uno ogni mille uomini, i soccorritori e i medicinali a disposizione, erano davvero troppo pochi per fornire a tutti le cure necessarie.

Sarà davanti a questa visione apocalittica che Dunant coniò il suo celebre motto: Tutti fratelli!, con cui incitava le donne di Castiglione ad alleviare le pene non solo delle truppe alleate, ma anche di quelle nemiche.

Queste ultime, non avendo molto a disposizione, si sforzarono almeno di ripulire le ferite riportate dai combattenti con acqua fresca e bende asciutte.

Una curiosità: uno degli aspetti più cruenti della battaglia, come ha spiegato approfonditamente la nostra guida, riguarda la modalità con la quale gli eserciti si scontrarono.

Per evitare di perdere troppo tempo a ricaricare i fucili e finire così irrimediabilmente uccisi, i soldati sfregavano le punte delle baionette sul terreno, per poi infilzarle con forza nel corpo dei nemici, in modo da indurre questi ultimi ad una morte rapida e quasi certa (se non si moriva per il colpo inferto, sarebbe stata l’infezione provocata dalla ferita aperta a fare il resto).

uno dei luoghi più emozionanti di Solferino è il monumento alla Croce Rossa

I luoghi della battaglia di Solferino

L’Ossario

Tra i luoghi più suggestivi della cruenta battaglia di Solferino, non posso che annoverare l’Ossario, fatto erigere ben ventuno anni dopo la fine della battaglia, all’interno della Chiesa di San Pietro in Vincoli.

Superata la facciata esterna, sulla quale spiccano due splendidi mosaici raffiguranti rispettivamente San Pietro e il Redentore, quella che si è aperta davanti ai miei occhi è stata una visione decisamente inaspettata.

All’interno dell’edifico infatti, sono custoditi più di 1.400 teschi e le ossa di circa 7.000 uomini appartenenti a entrambi gli schieramenti coinvolti nella battaglia che proprio qui vicino, aveva avuto luogo.

Il problema principale, all’indomani degli scontri, era quello di scongiurare infezioni ed epidemie.

Per questo motivo i francesi si affrettarono a scavare delle fosse comuni dove riporre i cadaveri.

Ma dovettero subito fare i conti con la conformazione, del tutto particolare, del terreno di Solferino.

Ci troviamo infatti sulle colline moreniche, prettamente costituite da sassi.

Essendo praticamente impossibile scavare in profondità, i francesi furono costretti a mescolare i corpi dei caduti con sassi e terra.

Dopo circa dieci anni dalla fine del combattimento quindi, si dovette necessariamente procedere alla riesumazione dei cadaveri e alla sterilizzazione del terreno, per ovviare al sorgere di epidemie pandemiche.

Al fine di svolgere al meglio questa operazione inoltre, si utilizzò la calce viva, che rese le ossa dei soldati morti a Solferino così bianche da farle assomigliare a fossili.

Non è stato purtroppo possibile ricostruire interamente ciascuno degli scheletri (ad eccezione di un paio di esemplari custoditi in una piccola cappella sul lato sinistro, all’interno della Chiesa), tuttavia le ossa sono state disposte in maniera ordinata e suddivise per ciascuna parte del corpo.

Per raggiungere l’Ossario, il cui ingresso è gratuito, vi basterà lasciare l’auto presso il parcheggio di via Garibaldi. Da qui, attraverso l’unico sentiero che procede in salita all’interno di un parco dalla fitta vegetazione, dopo alcuni minuti di cammino vi sarà possibile raggiungere l’ingresso della Chiesa che lo ospita.

Un consiglio: Se siete facilmente suggestionabili, provate comunque a varcare la soglia di questo luogo tanto evocativo: la porta dell’Ossario rimarrà aperta anche durante la vostra visita e, se non riuscirete a reggere la vista di teschi, ossa e scheletri, potrete velocemente uscire e rilassarvi con una passeggiata nel parco circostante.

Vale la pena provare ad entrare, fidatevi!

L'Ossario è senza dubbio il luogo più caratteristico di Solferino, dove sono custoditi i resti dei soldati di entrambi gli schieramenti

Il Museo Risorgimentale di Solferino

A soli pochi minuti di cammino dall’Ossario, si trova il Museo Risorgimentale di Solferino, inaugurato nel 1931 e costituito da innumerevoli oggetti appartenuti a entrambe le truppe impegnate in battaglia, frutto soprattutto di donazioni.

Tra gli elementi che mi hanno colpito maggiormente vi è il cannone a canna rigata adoperato dai francesi.

Quest’arma garantì loro un notevole vantaggio in battaglia perchè il cannone, più leggero di quello a canna liscia e quindi più facile da caricare, era dotato di una gittata nettamente superiore rispetto a quello adoperato dagli austriaci.

Toccante è invece l’angolo del Museo dedicato agli oggetti personali rinvenuti presso i corpi stremati dei soldati.

Tra gli altri, ricordo ancora con emozione i pupazzetti fatti a mano da un soldato e custoditi per ben cento anni dai discendenti del fattore che aveva prestato aiuto al malcapitato. Quasi sicuramente si doveva trattare di piccoli doni preparati per i figli del combattente, da consegnare al momento del rientro a casa che però, come sappiamo, non avvenne mai.

In conclusione, non posso non citare la sala dedicata alla visione di un filmato di rievocazione storica che ripercorre le date principali delle Guerre d’Indipendenza e contestualizza gli eventi di Solferino, fondamentali per il raggiungimento dell’Unità d’Italia.

Il Museo Risorgimentale di Solferino custodisce alcuni tra i cimeli più importanti dell'omonima battaglia

Il Memoriale della Croce Rossa a Solferino

Dopo aver concluso la prima parte della visita ai luoghi della battaglia di Solferino, vi consiglio di dirigervi verso il Memoriale della Croce Rossa, che si trova sul colle che ospita anche la celebre Rocca, nota come la spia d’Italia.

Non ho potuto non notare, assieme ad i miei compagni di viaggio, come il nostro arrivo presso uno dei luoghi più rappresentativi dello stretto legame che intercorre tra i sanguinosi fatti di Solferino e la nascita della Croce Rossa, sia stato accompagnato da una breve ma intensa perturbazione di carattere temporalesco.

La nostra mente quindi, non è che potuta andare a quanto accadde il 24 Giugno 1859, quando fu propria una pioggia torrenziale a fermare la battaglia e a mescolare il sangue dei soldati con la terra sotto ai loro piedi.

Decisamente suggestionati dal racconto della nostra guida, ci siamo avviati verso la struttura centrale di questo Memoriale, edificato nel 1959 (esattamente a cento anni dalla fine della battaglia di Solferino) e collocato oltre un ampio viale di cipressi.

Qui, una dopo l’altra, sono ricordate tutte le 148 Nazioni che hanno aderito alla Croce Rossa Internazionale, attraverso delle iscrizioni di colore rosso realizzate su mattonelle quadrate, collocate ordinatamente a formare una lunga parete colorata.

Poco distante da qui, sorge il monumento che ricorda la creazione dell’organizzazione umanitaria fondata da Henry Dunant, riconoscibile dall’enorme croce rossa collocata nel mezzo.

Un consiglio: il sentiero che conduce al Memoriale della Croce Rossa dista circa 1,7 chilometri dal Museo Risorgimentale di Solferino ed è raggiungibile a piedi o in automobile.

Considerate che il percorso si articola in salita e che in alcuni punti diventa molto ripido. Se decidete comunque di intraprendere questa piccola impresa, il tempo di percorrenza sarà di circa 15 minuti che si riducono notevolmente servendosi dell’automobile.

In questo secondo caso, vi consiglio di parcheggiare in piazza Castello, davanti alla Chiesa di San Nicola, e da qui proseguire a piedi per l’ultimo breve tratto in salita.

Concedetevi una sosta prima di continuare, piazza Castello è una vera e propria terrazza panoramica da cui scattare splendide fotografie e ammirare le colline che circondano la valle.

Il memoriale della Croce Rossa ricorda i 148 Paesi che hanno aderito all'organismo internazionale creato da Dunant

La Rocca di Solferino

Sulla sommità del colle più alto dell’intera provincia di Mantova sorge quella che è stata soprannominata, per la sua posizione strategica, la spia d’Italia.

Dall’esterno questa torre alta 23 metri ed edificata nel 1022 appare austera e rigida, ma all’interno saprà decisamente sorprendervi.

Interamene ristrutturata dalla Società di Solferino e San Martino, che ne è l’attuale proprietaria, la Rocca accompagna il visitatore in un percorso espositivo davvero notevole.

Si ha quasi l’impressione, mentre si procede lungo il percorso ricavato all’interno dell’edificio, di essere catapultati in un’epoca lontana, anche grazie alla presenza di numerosi documenti e altri cimeli che rievocano gli eventi che qui ebbero luogo.

Prima di raggiungere la vetta inoltre, è possibile soffermarsi per qualche minuto all’interno della cosiddetta sala dei sovrani, dove campeggiano i ritratti di Vittorio Emanuele II e Vittorio Emanuele III.

A questo punto, con grande emozione, si sopraggiunge sulla sommità della Rocca, dove sarà la bandiera del tricolore italiano a darvi il benvenuto.

Pensate che da quassù si scorge nitidamente la già citata piazza Castello con la Chiesa di San Nicola, l’Ossario avvolto dalle fronde del parco che lo circonda e l’intero centro abitato di Solferino.

Ma non solo. Ad un occhio più attento non sfuggirà, a distanza di circa 10 chilometri, la torre di San Martino, oltre all’ampia distesa pianeggiante che circonda il piccolo centro del mantovano e si protende fino ai primi rilievi appenninici.

Il tricolore svetta sulla cima della Rocca di Solferino

Rievocazioni storiche della battaglia di Solferino

La Società Solferino e San Martino in collaborazione con i Comuni di Solferino e Desenzano del Garda, ricorda, ogni anno, la storica battaglia che qui ebbe luogo, con una serie di eventi e celebrazioni aperte a tutti.

Se volete rileggere una delle pagine più importanti della storia del Risorgimento italiano e allo stesso tempo, approfondirne la connessione con l’organizzazione umanitaria della Croce Rossa, non vi resta che visitare i luoghi della battaglia di Solferino.

E quale momento migliore se non in occasione del suo anniversario?

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12 risposte

  1. Caspita! L’ossario sembra davvero suggestivo ma non so se riuscirei ad entrarci, i teschi mi inquietano! Detto ciò questa è una zona che non conosco e che devo assolutamente visitare!

    1. Ti consiglio di farci un salto questo week end se non hai altri programmi , così potrai assistere alle rievocazioni storiche di questo evento .

  2. Non sapevo che a Solferino ci fossero così tanti monumenti e memoriali e l’ossario è davvero impressionante. Apprezzo molto che questa città mantenga viva questa memoria e che le travel blogger italiane aiutino le altre a conoscerla.

  3. Adoro la storia e tutte queste città, fortemente collegate a avvenimenti storici, mi affascinano tantissimo! Non pensavo ci fosse così tanto da vedere a Solferino!

  4. È molto importante mantenere vivo il ricordo di episodi storici così importanti per il nostro Paese. L’unità d’Italia è stata ottenuta con grandi sacrifici, sangue e dolore. Non dobbiamo permettere che le nuove generazioni dimentichino il valore di questi luoghi.

  5. Sono stata a Solferino, ma anche a San Martino, in una gita scolastica molto tempo fa. Quello che ricordo è la rocca e non mi sembra di aver visto molto altro. Mi sa che ci dovrò tornare per ammirare meglio i monumenti che hai consigliato. 😀

    1. Te lo consiglio. Si tratta di luoghi davvero suggestivi e fondamentali per la storia del nostro Paese e della croce Rossa non solo italiana, ma internazionale.

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