Bali: otto templi imperdibili da visitare

il tempio di Ulun Danu Bratan a Bali

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A Bali ci sono circa ventimila templi e vi assicuro che non è affatto facile scegliere quali vedere, perché ciascuno presenta delle peculiarità che lo rendono unico e ricco di fascino.

L’intero territorio balinese del resto, è noto come Isola degli Dei, un’enorme area sacra dove ogni abitazione, albergo, ristorante o attività commerciale possiede il suo personalissimo tempio.

Bali: i templi e le offerte alle divinità

È incredibile pensare che una destinazione tanto popolare e ormai in preda ad un incontrollabile boom turistico, riesca ancora a mantenere intatti i suoi usi e costumi.

La modernità e la tradizione qui non solo convivono pacificamente, ma dialogano con rispetto.

Ho trascorso ben tre giorni in compagnia di una guida balinese con cui, durante i trasferimenti in automobile tra un’escursione e l’altra, c’è stato modo di confrontarsi su molti aspetti delle reciproche culture di appartenenza.

Mentre lui mi chiedeva se il 25 Dicembre noi italiani andassimo tutti al Vaticano o se fosse più bella Roma o Firenze, io facevo domande sulla teoria della reincarnazione, sul karma e sull’abitudine balinese di lasciare offerte alle divinità.

Dovete sapere infatti che le vostre giornate sull’isola, cominceranno tutte con un piacevole profumo d’incenso appena bruciato.

È fondamentale per i balinesi rendere grazie agli dei tutti i giorni, preparando piccoli cestini intrecciati, colmi di fiori, frutta e bastoncini d’incenso, da collocare davanti alle porte delle abitazioni, presso i tempietti o nei vicoli.

Visitare i templi di Bali durante le festività di Galungan e Kuningan

Non lasciatevi scappare l’opportunità di visitate i templi durante la festività più importante di Bali.

Si chiama Galungan e Kuningan, si svolge due volte all’anno (ogni 210 giorni) e celebra la vittoria del bene sul male.

Secondo la tradizione, i defunti tornano a far visita ai loro parenti, che devono dunque mostrarsi ospitali e generosi.

Le famiglie balinesi preparano cesti colmi di fiori e cibo, indossano gli abiti tradizionali e raggiungono il tempio, per raccogliersi in preghiera.

famiglia balinese nella festività di Galungan e Kuningan

Lungo tutte le strade cittadine vengono installati i penjor, lunghissimi pali di bambù altamente scenografici, su cui vengono poste offerte per le divinità.

È impossibile non lasciarsi contagiare dal clima di festa che si protrae per dieci giornate e rende inevitabilmente più suggestiva la visita ai templi, addobbati per l’occasione.

Cosa sapere prima di accedere ai templi di Bali

Prima di accedere alle aree sacre, tenete bene a mente qualche piccola indicazione.

  • I templi di Bali sono visitabili a pagamento e prevedono tariffe diversificate per turisti e local (oltre che per adulti e bambini).
  • Per accedere ai templi balinesi è necessario indossare un sarong fornito direttamente in loco. Questa regola vale anche se avete le gambe coperte con gonne o pantaloni lunghi. Vi cingeranno (gratuitamente) attorno alla vita un drappo di tessuto leggero e colorato, da restituire prima di uscire.
  • Le donne durante il ciclo mestruale non possono accedere ai templi.
  • È vietato entrare nell’area sacra del tempio durante le celebrazioni religiose.

Gunung Kawi: il tempio degli antichi re di Bali

Il sito archeologico di Gunung Kawi si trova presso il villaggio di Tampaksiring, più o meno al centro dell’isola.

Custodisce i dieci santuari degli antichi sovrani balinesi, imponenti pietre funerarie di circa 8 metri, la cui realizzazione viene collocata attorno all’XI secolo.

I resti di questo complesso monumentale risultano suddivisi fondamentalmente in tre gruppi.

I primi due sono distribuiti rispettivamente a est e a ovest del fiume Pekerisan mentre il terzo, poco distante, presenta alcune cavità, destinate alla meditazione e visitabili soltanto a piedi nudi.

Dopo aver varcato l’ingresso, vi ritroverete su una splendida terrazza panoramica, affacciata sulle risaie e su una rigogliosa foresta.

Prendetevi un pò di tempo per fare qualche scatto su una delle sedute intrecciate o sull’altalena, quindi curiosate tra le bancarelle dei negozi di souvenir.

Sono quasi trecento gli scalini che vi separano dai monumenti degli antichi re (al ritorno saranno da ripercorrere in salita, quindi è meglio indossare scarpe comode).

Ma fidatevi: una volta giunti al loro cospetto, non potrete che restarne completamente affascinati.

Gunung Kawi Sebatu: il tempio acquatico

Il tempio Gunung Kawi Sebatu prende il nome dall’omonimo villaggio, situato a soli 4 chilometri da Tampaksiring.

È uno dei luoghi sacri più suggestivi tra tutti quelli che ho visitato a Bali perché si presenta fortemente connesso ad un elemento in particolare: l’acqua.

Sono rimasta incantata dinanzi al laghetto con la statua di Sarasvati, dea della conoscenza, popolato da grandi carpe e situato a poca distanza dal portale d’ingresso.

Aguzzando l’orecchio, da qui si riesce a percepire un rumore lontano, simile ad un gorgoglio.

Il tempio custodisce infatti due vasche, alimentate entrambe da una sorgente sacra, che sgorga attraverso piccole fontane.

vasche per il rito della purificazione presso il tempio Gunung Kawi Sebatu a Bali

Se siete fortunati, potreste avere l’opportunità di assistere ad un rituale di purificazione.

Secondo la tradizione locale, bagnarsi all’interno di queste piscine, seguendo una gestualità precisa e definita, consente di eliminare la negatività dal corpo e dunque, di allontanare il male dalla propria esistenza.

Besakih: il tempio madre di Bali

Dal momento che raggruppa una ventina di edifici diversi e costituisce il luogo di culto più importante per i balinesi, definire Besakih un semplice tempio, risulterebbe riduttivo.

È stato edificato nell’VIII secolo alle pendici del vulcano Agung e si sviluppa in senso verticale.

Per raggiungere l’area sacra, bisogna infatti procedere lungo un ripido percorso in salita.

Nonostante i fedeli preferiscano percorrerlo rigorosamente e pazientemente a piedi, per i turisti è stato predisposto un servizio navetta, incluso nel biglietto e valido soltanto per il tratto di andata.

Uno degli angoli più fotografati in assoluto è la splendida scalinata di accesso, sormontata dalla tipica porta a due battenti, che conduce al cuore del tempio, caratterizzato da alte torri dai molteplici tetti scurissimi.

Bali e il clamoroso inganno della foto con lo specchio

È qui che ho fatto una scoperta sconvolgente.

Avete presente i templi sul lago che avete visto nelle foto condivise sui social dai vostri amici, durante il loro viaggio sull’Isola degli Dei?

Sto parlando degli scatti in cui il soggetto, in posa plastica dinanzi alle porte balinesi, si vede riflesso in uno specchio d’acqua.

davanti al tempio Besakih a Bali

Ecco, sappiate che si tratta di un falso colossale: nella realtà non esiste nulla di tutto ciò!

All’interno del tempio di Besakih (così come in molti altri), si aggirano infatti persone che in cambio di qualche moneta, chiederanno il permesso di immortalarvi in modo originale, ma decisamente poco veritiero.

Vi faranno posizionare in un punto ben preciso e poi, avvicinando una superficie specchiata alla fotocamera dello smartphone, scatteranno una foto.

Personalmente non ho nulla contro questa prassi e io stessa, per poter documentare la clamorosa bufala, mi sono fatta fotografare secondo questa modalità.

Tuttavia, ritengo che, quantomeno per una questione di trasparenza, l’inganno debba essere chiarito nella didascalia che accompagna la foto, una volta che questa viene condivisa su blog e social.

Ulun Danu Bratan: il tempio di Bali sul lago

Collocato sulle sponde di un lago, a più di 1.000 metri sul livello del mare, il tempio Ulun Danu Bratan è forse uno dei luoghi più scenografici della tradizione religiosa balinese.

Non resisterete alla tentazione di scattare un selfie dinanzi alla torre galleggiante, che si articola in ben undici livelli ed è affacciata su un coloratissimo prato fiorito.

A differenza degli altri templi, qui non ho dovuto indossare il tipico sarong ma ho potuto passeggiare liberamente, ammirando lo splendido panorama.

I più romantici, avranno inoltre la possibilità di concedersi una gita sul lago, su piccole imbarcazioni a noleggio.

Cosa vedere vicino al tempio di Ulun Danu Bratan: i laghi gemelli di Bali

I laghi gemelli, Buyan e Tamblingan, si collocano a circa 15 minuti di automobile dal tempio Ulun Danu Bratan, nel territorio di Munduk.

Sono due bacini d’acqua separati da appena un chilometro di terraferma, interamente ricoperto da un’intricata vegetazione.

Si sono formati nell’Ottocento in seguito ad una frana ma originariamente costituivano un unico lago, sorto sulla caldera di un vulcano.

Per consentire ai turisti di osservarli entrambi dall’alto, lungo la strada è stato ricavato un affaccio, noto come Twin Lake View.

Concedetevi una sosta prima di proseguire: il colpo d’occhio è davvero notevole!

Dalem Agung Padangtegal: il tempio della foresta delle scimmie di Ubud

Non tutti sanno che la celebre foresta delle scimmie di Ubud, si trova all’interno di un luogo sacro.

Oltre a duecento specie vegetali diverse, ospita un migliaio di macachi, che svolgono la funzione di guardiani e proteggono l’area dagli spiriti maligni.

È uno dei angoli più visitati di Bali e, soprattutto nelle ore centrali della giornata, è affollatissimo di turisti, che cercano di interagire con le scimmie ed i loro piccoli.

con le scimmie della Monkey Forest di Ubud a Bali

So bene che i macachi dalla coda lunga di Ubud possono sembrare simpatici e docili animaletti, ma fidatevi: sono intelligenti e davvero molto furbi.

Evitate di fissarli negli occhi perché potreste irritarli, rendendoli aggressivi e non date loro da mangiare (c’è uno staff che bada alle loro necessità).

Svuotate le tasche e chiudete bene gli oggetti di valore all’interno di borse e zainetti. Non solo gli occhiali da sole, ma anche il portafogli, il passaporto e le chiavi devono essere messi assolutamente al sicuro.

Il mio compagno di viaggio aveva lasciato un pacchetto di caramelle nella tasca esterna dello zaino ed una scimmia gli si è immediatamente aggrappata alla schiena (senza fargli male), finché non è riuscita ad impossessarsene (per poi rovesciarne il contenuto sul pavimento).

Se volete farvi immortalare in loro compagnia, siate gentili e mai troppo sfacciati.

Quando non hanno voglia di essere inquadrate, le scimmie si allontanano velocemente o si voltano dall’altra parte, mostrando il posteriore all’obiettivo (vi giuro che a me è successo!).

Procedete con tranquillità tra gli alberi ombrosi e le statue dalle sembianze zoomorfe fino a raggiungere il tempio Dalem Agung Padangtegal.

Costruito nel 1300, è accessibile solo per le preghiere (in tal caso, avrete bisogno del sarong e dovrete richiederlo in biglietteria).

Si trova esattamente nel cuore della foresta sacra e merita una sosta fotografica, anche solo dall’esterno.

Tanah Loth e Uluwatu: i templi sulla roccia di Bali

Bali custodisce ben due templi, Tanah Loth e Uluwatu che, seppur diversi tra loro, sono stati costruiti entrambi sulla roccia.

Durante l’alta marea, lo scoglio su cui svetta il tempio Tanah Loth viene interamente sommerso dalle onde dell’oceano, dando al visitatore l’idea di trovarsi di fronte ad un isolotto.

Quello di Uluwatu invece, è arroccato su una scogliera alta 70 metri e, per la sua posizione altamente panoramica, è sempre affollatissimo al tramonto.

Un consiglio: anche quest’area è popolata di macachi piuttosto dispettosi, dunque è necessario riporre tutti gli oggetti di valore all’interno dello zaino.

Pare che queste scimmie siano abilissime borseggiatrici!

Lempuyang e la famosa porta del paradiso di Bali

Ritenuto uno dei più antichi templi di Bali, Lempuyang risale al X secolo e si estende sul versante del monte omonimo, considerato sacro.

Per raggiungerne la sommità, bisogna procedere in salita superando ben 1.700 gradini.

Ciononostante, tutti coloro che giungono a Bali sono disposti ad affrontare la fatica e le file lunghissime, pur di farsi fotografare al suo cospetto.

Questo tempio infatti è divenuto celebre nell’era dei social per un motivo ben preciso.

I battenti del suo portale incorniciano la sagoma del vulcano Agung, che da quassù è ben visibile in lontananza, in tutta la sua maestosità.

Se da un lato questa peculiarità è valsa al tempio l’appellativo di porta del paradiso, dall’altro lo ha reso indubbiamente popolarissimo.

Tirta Gangga: il palazzo sull’acqua da vedere vicino alla porta del paradiso

Viaggiate a Bali con i vostri figli o avete semplicemente voglia di tornare bambini per qualche ora?

Dopo aver raggiunto la porta del paradiso, concedetevi una tappa presso gli splendidi giardini acquatici di Tirta Gangga.

Sorgono nel punto esatto in cui nel 1946 il sovrano Karangasem fece costruire un sontuoso palazzo reale, quasi completamente distrutto dall’eruzione del vulcano Agung del 1963.

Qui potrete attraversare ponti decorati con grandi sculture di pietra e soffermarvi dinanzi ad enormi piscine, popolate da gigantesche carpe rossastre (perennemente affamate).

L’attrazione più ricercata tuttavia, è la vasca con le formelle di pietra.

Disposte come le caselle del gioco dell’oca, sono sospese sull’acqua a pochi centimetri l’una dall’altra.

Si presentano spesso molto affollate: potreste seriamente rischiare di rimanere a lungo bloccati al centro del percorso, in attesa che chi vi è davanti, si decida ad avanzare.

il laghetto del Tirta Gangga sull'isola di Bali

Assistere ad uno spettacolo di danza tradizionale balinese

Durante il mio soggiorno a Ubud, ho assistito ad uno spettacolo di danza tradizionale balinese, nei pressi del Batubulan Temple.

Prima di prendere posto in platea, ciascun visitatore ha ricevuto un foglio (tradotto nella propria lingua), contenente la sintesi di tutti e sette gli atti della rappresentazione.

Quello che di lì a poco avremmo ammirato, è la celeberrima danza del Barong (della durata di circa un’ora), che contrappone questa maschera, ritenuta l’emblema delle forze del bene alla cattiva Rangda, comandante delle truppe del male.

Nei minuti che precedono il prologo, un’orchestra (detta gamelan) ha intonato con xilofoni, gong e flauti alcune melodie tradizionali, creando così un’atmosfera di grande attesa.

Il primo a mostrarsi al pubblico è stato proprio il Barong che, con la sua ampia e bianca chioma, sembrava un essere a metà tra un cane ed un leone.

Quindi sono apparse le ballerine, magnifiche negli abiti coloratissimi e i visi perfettamente truccati, così da rendere ancora più penetrante la loro espressività.

Si muovevano velocemente ma con estrema cura e precisione.

Facevano ondeggiare le mani da una parte all’altra e alternavano piccole smorfie con le labbra e gli occhi, senza mai distogliere lo sguardo dal pubblico.

danzatrici balinesi

Nella loro interpretazione ho rivisto l’anima più pura e autentica di Bali, la stessa che ancora oggi sopravvive nella sacralità dei suoi templi e nei sorrisi sinceri del suo popolo.

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28 risposte

  1. Hai ragione, a Bali si trovano templi ad ogni angolo di strada, senza contare quelli che si trovano all’interno delle dimore private; noi alloggiavamo in una guest house dove c’era un piccolo tempio oltre a varie statue di Buddha, e l’odore di incenso era così intenso da stordire!

    1. Grazie per il tuo commento, Teresa, che mi consente di fare una precisazione per chi legge. La religione balinese è induista, nonostante tu abbia alloggiato in un hotel con statue di Buddha.

    1. È stato uno scambio reciproco piacevolissimo, quello tra me e la guida. Io lo riempivo di domande sulla cultura balinese e lui ricambiava con curiosità su quella italiana.

  2. Spesso si pensa erroneamente che a Bali ci siano solo spiagge e mare e nulla di più, invece Bali conserva un animo molto credente e questo ha fatto sì che i templi costruiti fossero numerosi e sontuosi. Da vedere senz’altro!

  3. Ciao Libera: Che bello rivivere con te l’isola di Bali ed i suoi meravigliosi templi. Ve ne sono davvero tantissimi, ma quello a cui sono più “legata”, è sicuramente il tempio di Ulun Danu Bratan. Affascinante anche quando piove e sembra avvolto fra le nebbie!

  4. Le foto sono davvero stupende, l’Indonesia si presta con i suoi colori e i panorami mozzafiato. Ho visitato Dalem Agung Padangtegal e quelle scimmie sono davvero tremende. Quella volta si poteva dare loro da mangiare, ovviamente una sacchettina di noccioline è durata un secondo, me l’hanno strappata dalle mani eheheheh

  5. Non sono mai stata a Bali ma, essendo affascinata dai luoghi di culto in generale, penso che adorerei visitare i templi balinesi. Spero che non siano talmente affollati di turisti da perdere la loro dimensione religiosa e spirituale.

    1. La cosa che mi è piaciuta più di Bali, come scrivo nell’articolo, è la capacità del suo popolo di tener vive le tradizioni religiose, nonostante l’isola sia ormai in over Tourism.

  6. Sarà che vivo con photoshop e varie AI sempre aperte sul pc, ma diffido molto delle foto sui social, soprattutto perchè sono la prima che posta immagini finte come monete da tre euro!
    Forse per questo avevo sempre bollato le foto con lo specchio di Besakih come una bufala ma ora che me lo hai confermato mi sento meglio!

  7. Splendidi templi, Bali è una delle mete che vorrei visitare prima o poi. Sarebbe perfetto durante la festa tradizionale che sicuramente porterà fermento in città vista la sua durata,.

      1. Stiamo pensando a una vacanza tra Sanur e ubud e vorrei proprio includere la visita ad almeno un paio di templi. Avendo due bambini piccoli però non so quanto tutto questo sia fattibile!

  8. Del trucco dello specchio lo sapevo, sono comunque contenta che mantenga malgrado il turismo identità e tradizioni locali. Stiamo seriamente valutando proprio l’Indonesia per la prossima estate

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