In occasione del centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti riapre alle visite, con un allestimento completamente rinnovato, la Casa Museo di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo.
Le mura di questo edificio, riconosciuto Monumento nazionale di importante interesse culturale, oltre ad aver accompagnato la vita del deputato fin dalla sua infanzia, lo hanno abbracciato per l’ultimo commosso saluto.
Giacomo Matteotti: riapertura della Casa Museo di Fratta Polesine
Libero pensatore e convinto pacifista, politico coraggioso, uomo colto e coerente: Giacomo Matteotti è stato uno dei protagonisti indiscussi della storia d’Italia del Novecento e la sua figura, al giorno d’oggi, risulta ancora molto attuale.
Non riesco a pensare ad una sola città nel nostro Paese che non gli abbia intitolato una strada, una via o una piazza.
E non credo che questo sia un caso.
Casa Museo Giacomo Matteotti a Fratta Polesine: il percorso di visita
Il nuovissimo percorso di visita inaugurato all’interno della Casa Museo di Fratta Polesine consente di ripercorrere le tappe salienti della vicenda personale e politica di Giacomo Matteotti, l’uomo che sfidò Benito Mussolini.
Attraverso postazioni informative e contributi audio e video, non solo si possono approfondire le date, i fatti e i personaggi che hanno segnato la sua esistenza, ma si riesce a far luce sull’assoluta modernità del suo pensiero.
Il nucleo centrale dell’abitazione in cui si trasferì la famiglia Matteotti (originaria del Trentino e traferitasi alla metà dell’Ottocento da Rovigo a Fratta per esercitare il commercio), quando Giacomo aveva circa dieci anni, è il salone al piano terra.
È qui che venne predisposta la camera ardente prima dei funerali, che si svolsero il 21 Agosto 1924 alla presenza di migliaia di persone.
Gli anni della formazione universitaria e l’avvicinamento alla politica
La prima parte dell’allestimento si concentra sugli anni giovanili del parlamentare.
All’interno del suo vecchio studio è esposto il volume dal titolo La recidiva. Saggio di revisione critica con dati statistici, pubblicato nel 1910.
Contiene la sua tesi di laurea, discussa il 7 Novembre 1907 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna e incentrata sull’analisi approfondita delle cause e dei fattori che influiscono sulla ricaduta nel reato (la recidiva, per l’appunto).
Non manca un excursus sull’avvicinamento alla politica, materia alla quale Giacomo si appassionò grazie all’intercessione di suo fratello Matteo (i figli nati dal matrimonio tra Girolamo Matteotti e Lucia Elisabetta Garzarolo erano sette, ma solo tre sopravvissero).
Nel 1904 si iscrisse al PSI (Partito Socialista Italiano) e nel 1908 ricoprì il suo primo incarico istituzionale, come consigliere comunale.
Pur appartenendo ad una famiglia benestante, che gestiva un esercizio commerciale, Giacomo era pienamente consapevole delle condizioni di povertà, arretratezza ed analfabetismo in cui versava gran parte della popolazione del Polesine.
Non è un caso dunque se, tra le sue più rigorose convinzioni, vi fosse l’affermazione del diritto all’istruzione, intesa come strumento di riscatto sociale.
Il pacifismo e la condanna del fascismo
Per essersi opposto con tutte le forze all’intervento dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, Giacomo dopo un discorso tenuto nel consiglio provinciale di Rovigo il 5 giugno 1916, fu accusato di disfattismo e processato.
Benché assolto, fu richiamato alle armi e prima processato e poi mandato a Messina, dove rimase dal 1916 al 1919.
Al suo rientro venne eletto deputato e tenne il primo di una lunga serie di discorsi in Parlamento.
I suoi interventi alla Camera erano delle vere e proprie arringhe documentate, con cui denunciava apertamente le violenze, i soprusi e le repressioni della politica fascista, a partire dal gennaio 1921.
Nello stesso anno il 12 marzo a Castelguglielmo, durante una riunione alla sede della Lega (sindacato) locale, fu caricato in un camion, picchiato, forse seviziato e scaricato nella notte a Lendinara.
Nel 1922, dopo essere stato minacciato più volte dai suoi oppositori e allontanato dal PSI, assunse l’incarico di Segretario del Partito Socialista Unitario (PSU), che mantenne fino alla morte, dopo l’espulsione dell’ala riformista socialista nel congresso nazionale socialista dell’ottobre 1922.
L’amore per Velia Titta
Esplorare il piano nobile della villa, incentrato sulla vita privata di Giacomo, è come sfogliare con delicatezza e attenzione, le pagine di un diario segreto.
Sulle pareti delle camere scorrono vecchie foto in bianco e nero, mentre una voce registrata recita qualche riga, estrapolata dalla corrispondenza che Matteotti intrattenne con Velia Titta.
I due si conobbero nel 1912, durante una vacanza presso la località dell’Abetone, sull’Appennino tosco-emiliano.
Velia era originaria di Pisa.
Abbandonata dal padre e rimasta orfana della madre, crebbe con suo fratello Titta Ruffo, celebre baritono.
Pur preferendo una cerimonia religiosa, lo sposò con rito civile l’8 Gennaio 1916 a Roma in Campidoglio.
Si dice che, a causa di questa divergenza di vedute ruppero persino il fidanzamento, ripensandoci solo il giorno prima del sì.
Rimase lontana dalla politica, ma non lasciò mai solo il marito, a cui rimase accanto per tutta la vita.
Dalla loro unione nacquero tre figli, Giancarlo, Matteo e Isabella, scomparsi tra il 1994 ed i primi anni 2000.
Alla morte dei figli, la dimora di famiglia divenne proprietà dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, come da precise volontà testamentarie.
Dopo i necessari lavori di restauro, aprì alle visite nel 2012, conservando la struttura e l’arredamento originale.
Dall’ultimo discorso all’assassinio
Il secondo e ultimo piano dell’abitazione narra i momenti salienti che hanno preceduto l’assassinio di Giacomo Matteotti.
Il visitatore si ritrova al cospetto di una vera e propria linea del tempo.
Il racconto, realizzato con l’ausilio di luminosi schermi a led, comincia il 30 Maggio 1924.
È il giorno in cui il deputato di Fratta Polesine pronunciò il suo ultimo e più celebre discorso, scagliandosi contro il clima repressivo ed i brogli messi in atto dal partito fascista per vincere le elezioni.
Quando al termine dell’intervento i colleghi di partito si complimentarono con lui, suggerì loro di cominciare a preparare l’orazione per il suo funerale.
Era certo che una reazione violenta non si sarebbe fatta attendere troppo.
Il 10 Giugno 1924, dopo essere uscito dalla sua casa romana, Matteotti venne assalito alle spalle e caricato su un’automobile.
Uno dei sequestratori lo trafisse poco dopo con una lama, uccidendolo.
Il corpo fu sepolto in una piccola buca poco profonda nelle vicinanze di Riano, a poco meno di trenta chilometri da Roma.
Venne rinvenuto il 16 Agosto 1924 e condotto a Fratta Polesine di notte, per questioni di sicurezza.
Durante il suo discorso alla Camera del 3 Gennaio 1925, Benito Mussolini dichiarò di assumersi la responsabilità di quanto accaduto in Italia negli ultimi anni.
Rivendicò così in qualche modo il ruolo di mandante, nella vicenda dell’omicidio Matteotti.
Il processo fu trasferito per incompatibilità ambientale a Chieti nel 1926, ma si rivelò fin dall’inizio una farsa.
La famiglia, che si era costituita parte civile, si ritirò quasi subito dal procedimento giudiziario.
Dove è sepolto il corpo di Giacomo Matteotti
La tomba di Giacomo Matteotti non è inclusa nel percorso di visita, poiché si trova nel cimitero comunale di Fratta Polesine, all’interno della cappella di famiglia.
Il coperchio del sarcofago, realizzato in marmo nero giunto dal Belgio, fu cementato per evitare che il corpo venisse trafugato.
Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale venne vietata qualsiasi forma di commemorazione del defunto e i familiari subirono uno stretto controllo.
Ciò tuttavia non bastò a fermare le idee di Matteotti, che ancora oggi ispirano intere generazioni in Europa e nel mondo.
Casa Museo Giacomo Matteotti: dove si trova, orari e biglietti
La Casa Museo Giacomo Matteotti è stata riaperta al pubblico l’8 Giugno 2024.
Si trova in Via Ruga, 3 a Fratta Polesine, centro abitato a quindici minuti da Rovigo e a mezz’ora da Ferrara.
Se non siete mai stati in questa zona, vi consiglio di raggiungere il Giardino Botanico di Porto Caleri, a circa un’ora da qui. Sono sicura che questa oasi verde piacerà a tutta la famiglia!
I tour, di circa un’ora, si svolgono in compagnia di una guida il sabato, la domenica e nei giorni festivi, secondo i seguenti orari:
- dal 1 Novembre al 28 Febbraio, dalle ore 09:30 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 18:30;
- dal 1 Marzo al 31 Ottobre, dalle ore 10:00 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 19:00.
Il biglietto intero prevede un costo di 3 Euro (ridotto 1,50 Euro) e può essere acquistato sul sito internet della Casa Museo o in loco. Per ulteriori informazioni, scrivete a: info@casamuseogiacomomatteotti.it.
Vi piacerebbe effettuare la visita?
10 risposte
Ignoravo che esistesse questo museo a Fratta Polesine. E’ verissimo che il nome di Matteotti compeggia in qualsiasi città italiana, ma temo che ancora tanti (specie i più giovani) non abbiano idea di chi fosse e quale sia stata la sua storia col suo tragico epilogo. Quindi un grande plauso a chi ha allestito il museo, che spero di poter visitare un giorno. E’ fondamentale che non si perda il ricordo e l’insegnamento di personaggi illustri come Giacomo Matteotti, specie in tempi grigi come quelli attuali.
Concordo, anche io sono molto affascinata dalla modernità del suo pensiero.
Abbiamo visitato Fratta Polisene qualche anno fa perciò non abbiamo avuto la possibilità di visitare questa casa-museo che sembra essere molto interessante. Grazie Libera per tutte le informazioni che ci saranno sicuramente utili per una futura visita.
Mi fa piacere potervi essere utile, sono sicura che la casa museo vi piacerà, il percorso di visita è davvero ben organizzato.
Apprezziamo molto questo genere di visite, che fanno riflettere oltre che svagare. In più non sapevamo dell’esistenza di questa casa museo, quindi innanzitutto ti ringraziamo per avercela fatta conoscere. In più la presenza di una sala multimediale ci incuriosisce ancora di più, amiamo molto la presenza di questo genere di istallazioni, che riempiono spazi spesso vuoti e coinvolgono lo spettatore.
Grazie a voi, sono sicura che questa visita non vi lascerà indifferenti.
Credo che tutti dovremmo visitare questi luoghi per ricordare sempre il nostro passato. Non conoscevo l’esistenza di questa casa museo grazie Libera per avermela fatta conoscere
Grazie a te.
Un luogo della memoria la cui visita è doverosa: i fascisti hanno ucciso l’uomo ma non l’idea e i suoi insegnamenti ancora oggi devono essere d’ispirazione per non abbassarsi mai di fronte alle ingiustizie!
Ben detto.