Street art a Milano: quartiere Ortica e non solo

quartiere dell'Ortica a Milano

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Il quartiere Ortica è diventato, negli ultimi tempi, uno dei luoghi più fotografati di Milano.

Questa zona periferica della città infatti, è stata oggetto di un importante processo di riqualificazione.

Grazie a dei veri e propri capolavori di street art, strade, ponti e palazzine hanno ritrovato nuova vita.

Mentre cercavo di delineare un itinerario alla scoperta dell’inedito volto multicolore del capoluogo lombardo, ho però scoperto che questo non si limita al solo quartiere Ortica.

Così, ho indossato scarpe comode e, procedendo con lentezza e con il naso all’insù, mi sono lanciata in una nuova ed insolita esplorazione urbana.

Pronti ad incamminarvi con me?

Ortica: il nuovo quartiere museo di Milano

Il curioso nome di questo quartiere milanese deriva dall’antica diffusione di campi e orti che, fin dall’età medievale, ne definivano i contorni.

Rispetto agli edifici imponenti e al traffico del centro città, qui le case sono basse e la vita scorre senza fretta.

È evidente che ormai chi vive all’ombra della linea ferroviaria che taglia in due l’Ortica, è abituato alle incursioni dei turisti.

Residenti, bottegai o semplici passanti si fermano volentieri per fornire indicazioni, consigli o raccontare vecchie storie sulla vita nel quartiere.

Ma come è nata l’idea di colorare questa parte della città?

Cosa vedere nel quartiere Ortica di Milano: i dieci murales più rappresentativi

Il progetto di riqualificazione del quartiere Ortica di Milano è relativamente giovane.

Correva l’anno 2015 quando, grazie all’impegno delle associazioni locali, si è deciso di realizzare il primo murale, in occasione del 70° anniversario della Liberazione del 25 Aprile.

Con l’obiettivo di far rivivere la storia recente, attraverso la memoria di fatti e personaggi che hanno caratterizzato il secolo breve, è nato dunque: Or.Me – Ortica Memoria.

La firma di ciascuna delle opere che hanno trasformato le strade del quartiere nelle sale espositive di un museo, è del duo collettivo Orticanoodles.

Scopriamo di più!

Il Muro della Cooperazione

Il mio itinerario alla scoperta della street art nel quartiere Ortica non poteva che cominciare da qui, ovvero da Via San Faustino, 5.

È questo infatti il primo murale realizzato da Orticanoodles sulla parete della storica sede della cooperativa Ortica, qui istituita nel 1953.

Si tratta della riproposizione di una foto del 1914, che ritrae i soci della Sezione di Cinisello della Società di Miglioramento e Resistenza tra i Lavoranti Muratori di Milano.

È dichiaratamente ispirato al pensiero del socialista Robert Owen, come recita la didascalia sul muro:

La cooperazione di tutti per il bene di ognuno

Il suo intento vuol essere quindi quello di ricordare all’intera collettività, la natura sociale della cooperazione.

Alla musica popolare

Proseguendo lungo Via San Faustino, un’altra tappa obbligata è la parete collocata nei pressi del sottopassaggio, su cui campeggia una scritta di benvenuto al quartier de l’Ortiga.

La parete di destra è occupata da un omaggio ad alcuni tra gli artisti più rappresentativi della cultura popolare locale.

Da sinistra a destra sono immediatamente riconoscibili: Ornella Vanoni, Enzo Jannacci, Dario Fo, Ivan Della Mea, Giorgio Strehler, Giorgio Gaber e Nanni Svampa.

I loro visi sono caratterizzati da tre colori dominanti: il rosso, il giallo ed il grigio e accompagnati da alcuni dei versi con i quali hanno omaggiato l’Ortica.

Il muro della legalità

Sulla parete opposta, in Via Rosso San Secondo, contraddistinto da due colori dominanti, il verde ed il marrone, spicca il muro della legalità.

È un chiaro omaggio a tutti coloro che, sull’intero territorio nazionale italiano, si sono adoperati per la giustizia e hanno consacrato la loro esistenza alla lotta contro la criminalità organizzata.

Da sinistra verso destra, si possono riconoscere i volti di: Giorgio Ambrosoli, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Emilio Alessandrini, Mauro Brutto, Walter Tobagi, Tina Anselmi e Lea Garofalo.

dettaglio del murale della legalità a Milano

Murale sull’immigrazione

Il sottopassaggio di Via San Faustino è stato decorato, su ambo i lati, da murales che raffigurano i grandi flussi migratori che hanno accomunato diverse popolazioni, tra cui anche quella italiana, nel corso di tutto il Novecento.

Caratterizzata dai colori rosso, nero e blu, l’opera mette in evidenza l’universalità del fenomeno, come evidenziato dalla scritta:

Siamo tutti umani

collocata sotto lo sguardo impaurito di un giovane rifugiato.

Ortica viene da orto

La parete più colorata del quartiere è sicuramente quella di Via Ortica, 12 che, non a caso, è anche la più fotografata.

Quest’opera, è un chiaro omaggio al passato agricolo di quest’area. Raffigura fiori e foglie di campo connotati da colori forti, vividi e accesi.

murale coloratissimo ispirato alle origini del quartiere Ortica di Milano

Si tratta di un esplicito riferimento all’antica essenza di questi luoghi, anticamente occupati da orti fertili e rigogliose colture.

Muro dei lavoratori

Sempre in Via Ortica, superato il murale bucolico dedicato alle origini del quartiere, spiccano diversi murales, tutti riconducibili al tema del lavoro e dei diritti dei lavoratori.

Ampio spazio viene inoltre dedicato a temi vicini alla condizione lavorativa femminile, spesso contraddistinta da salari inadeguati e da una quasi totale indifferenza verso chi era allo stesso tempo: lavoratrice, moglie e madre.

Non a caso, tra i volti raffigurati sui muri spicca quello di Teresa Noce, partigiana, sindacalista e parlamentare nella prima legislatura del secondo dopoguerra.

murale all'Ortica in onore dei lavoratori di Milano

Pensate che nel 1948, fu proprio lei ad avanzare, per la prima volta nella storia d’Italia, la proposta di una legge che garantisse la tutela fisica ed economica delle donne lavoratrici.

Murale sulle guerre del Novecento

Una volta giunti al ponte ferroviario dell’Ortica, ho imboccato il sottopassaggio che da qui, porta a Via Camillo e Otto Cima.

Entrambe le pareti sono occupate interamente da murales dedicati al tema delle guerre del cosiddetto Secolo breve, il Novecento.

Sono stati realizzati nel 2019 in occasione del centenario dalla nascita degli Alpini e, come recita una delle didascalie che accompagnano le immagini:

Non per celebrare la Guerra e nemmeno per chi l’ha voluta, ma per ricordare e tener viva la memoria di chi la guerra l’ha dovuta fare.

Murale che cita Guccini

Pur non rientrando nel progetto Or.Me – Ortica Memoria, questo murale, che occupa parte del muro di Via Cima, è molto significativo.

Quella che ripropone, è l’ormai celebre affermazione di Francesco Guccini:

murale dedicato a Guccini al quartiere Ortica di Milano

Dopo la guerra c’era una voglia di ballare che faceva luce.

È stato realizzato a ridosso della pandemia causata dal Covid19 che, tra le altre cose, ci ha privato della possibilità di condividere momenti di gioia e spensieratezza.

Secondo alcuni, quest’opera potrebbe essere anche un omaggio alla celebre Balera dell’Ortica, uno dei luoghi di maggior aggregazione per gli abitanti del quartiere.

Il Duomo dell’Ortica

Lasciandomi Via Cima alle spalle, ho imboccato Via Riccardo Pitteri, dove spiccano due enormi murales dedicati al simbolo per eccellenza di Milano: il Duomo.

Si trovano rispettivamente sulle pareti delle palazzine di Via Pitteri, 15 e 17 ma sono certa che non potrete assolutamente non notarli.

Contraddistinti da colori caldi, che vanno dal giallo all’ocra, fino all’arancio e al marrone, i due murales, posti l’uno di fronte all’altro, sono perfettamente inseriti nel contesto abitativo.

Su una parete sono rappresentati gli interni del Duomo.

La navata centrale, che occupa tutti e cinque i piani della palazzina, è stata resa in maniera tale da sembrare quasi tridimensionale.

Dall’altro lato, spicca la figura della Madunina.

Quasi a riproporre l’originale collocazione della statua sulla guglia maggiore del Duomo, ad un’altezza che supera i 100 metri, l’intera raffigurazione sembra essere protesa verso l’alto.

Non solo il suo volto ma anche la mano destra, danno l’impressione di voler uscire dalla cornice urbana per sollevarsi verso il cielo milanese.

il Duomo dell'Ortica a Milano

Il colpo d’occhio è davvero notevole!

Il leone di Piazza Duomo

A pochi metri da qui, nei pressi di Via Pitteri, 31 vi è un altro omaggio a uno dei monumenti più celebri del centro di Milano.

Se alzate lo sguardo verso l’alto infatti, vedrete i feroci artigli di un leone.

L’animale appare in agguato tra le tinte color ocra della palazzina e sembra pronto a saltare addosso ai malcapitati passanti.

L’opera, che occupa due facciate di un’abitazione a due piani posta nei pressi di un incrocio, è davvero emblematica.

In questo caso, il leone accucciato rappresenterebbe uno dei due imperiosi leoni scolpiti sul basamento della statua di Vittorio Emanuele II, inaugurata nel 1896 in Piazza Duomo, a Milano.

Come arrivare al quartiere Ortica dal centro di Milano

Per raggiungere il quartiere Ortica dalla stazione centrale di Milano, potete prendere la metropolitana della linea 2 e scendere alla fermata Lambrate FS.

Se invece vi trovate nei pressi del Duomo di Milano, potete arrivarci con la metropolitana della linea 1 e scendere alla fermata Loreto.

Da qui, potete quindi decidere di proseguire a piedi, con una passeggiata di circa 20 – 25 minuti.

In alternativa, prendete gli autobus delle linee: 54 (dovete scendere alla fermata Via Bistolfi Via San Faustino) oppure 39 (e scendere alla fermata Via S. Faustino Via Casasco).

Street art a Milano: Sant’Ambrogio apicoltore e il Giardino delle Culture

Non solo il periferico quartiere Ortica, ma anche altre zone della città di Milano stanno diventando, sempre più, enormi tele occupate da capolavori di street art.

Sul finire del 2020 ad esempio, sulla facciata dell’edificio che si trova all’incrocio tra Corso Ventidue Marzo, Piazza Santa Maria del Suffragio e Via Emilio Morosini, è spuntato un murale che raffigura il patrono di Milano: Sant’Ambrogio.

Sant’Ambrogio protettore delle api

L’autore, Igor Scalisi Palminteri ha affermato di essersi ispirato, per la definizione dei tratti del volto, a Michele Bonfoco, titolare dell’azienda Apiamo.

Rispetto all’iconografia tradizionale, Sant’Ambrogio viene raffigurato come un uomo dei nostri tempi.

Ha il volto interamente coperto da un casco da apicoltore e le mani totalmente avvolte in uno sciame d’api.

Sant'Ambrogio nella street art di Milano

Come riportato anche da una scritta, realizzata nella parte bassa del murale, la presenza delle api sta a simboleggiare la proverbiale operosità dei milanesi (non a caso gli sciami ne ricoprono gli arti superiori).

Le braccia aperte e protese in avanti inoltre, rappresentano la volontà, da parte dell’essere umano, di salvaguardare le api (di cui tra l’altro Sant’Ambrogio è il patrono) e più in generale, il mondo in cui viviamo.

Il Giardino delle Culture e l’amore ritrovato

Superato il murale di Corso Ventidue Marzo, ho imboccato Via Morosini e mi sono fermata presso il cosiddetto Giardino delle Culture.

Anche quest’area, come il quartiere Ortica, è stata oggetto di un processo di rimaneggiamento ed oggi appare come un luogo di incontro e aggregazione per gli abitanti della zona.

È in questo contesto che spicca l’opera Lost and Found, realizzata da Millo, alias Francesco Camillo Giorgino, sulle due imponenti palazzine affacciate sul cortile di Via Morosini, 8.

Opera di Millo al Giardino delle Culture a Milano

Da un lato vi è un ragazzo, che si muove tra i palazzi ed il traffico di una città in bianco e nero, alla ricerca dell’amore perduto.

Dall’altro spicca una figura femminile, che stringe verso di sé l’unico elemento a colori dell’intera opera, un cuore rosso, simbolo dell’amore ritrovato.

Da Praga a Milano passando per la street art

Il 15 Luglio 2021 è stato inaugurato in Via Morosini, 4, nei pressi del Giardino delle Culture, un nuovo murale, commissionato dall’Ente del Turismo della Repubblica Ceca agli street artist Solo (alias Flavio Carbonaro) e Diamond (alias Stefano Biagiotti).

Sullo sfondo si intravede il Museo Nazionale di Praga mentre in primo piano spicca una famiglia felice e sorridente, intenta a scattare un selfie.

murale di Solo e Diamond in Via Morosini a Milano

L’opera è stata anche al centro di un’interessante campagna promozionale. I due autori, alla loro prima esposizione milanese, non hanno infatti dato un nome al murale, così che fosse il pubblico a decidere, partecipando ad un concorso a premi.

La posta in palio? Un week end a Praga per due persone. Niente male, vero?

Come raggiungere i murales di Sant’Ambrogio apicoltore e il Giardino delle Culture.

Provenendo dal quartiere Ortica, ho preso l’autobus 54 e sono scesa alla fermata Corso Indipendenza Via Bronzetti, che dista pochi metri dal murale del patrono di Milano, Sant’Ambrogio.

Se arrivate qui dalla stazione centrale di Milano o da Piazza Duomo, potete prendere l’autobus 60 e scendere alla fermata Via Cadore Corso Ventidue Marzo.

Da qui, il Giardino delle Culture è raggiungibile a piedi, poiché dista soltanto pochi metri dal murale di Sant’Ambrogio.

Porta Romana e la street art di Cheone a Milano

La quarta tappa del mio itinerario alla scoperta della street art di Milano, cominciato nel coloratissimo quartiere Ortica, è Corso di Porta Romana.

Qui a farla da protagonisti sono ben due enormi murales di Cheone, alias Cosimo Caiffa.

Milano come Barcellona

Il primo, chiamato: The Vision, collocato in Corso di Porta Romana, 113, ricorda in maniera alquanto esplicita Casa Batlló di Gaudí.

I balconi e le finestre, che appaiono come riflessi distorti dietro uno specchio d’acqua, rendono nel complesso l’opera sbalorditiva e assolutamente sorprendente.

Una curiosità: il palazzo che ospita l’opera di Cheone è Casa Maiocchi, costruita nel 1920 e, di per sé, già alquanto atipica.

Se osservate la parte centrale della facciata, non potrete non vedere un’inusuale finestra a forma di trifoglio, collocata al di sopra di una trifora, realizzata in corrispondenza del terzo piano.

Non poteva essere scelta tela migliore per un’opera tanto originale, non credete?

Farfalle che spiccano il volo

Un’esplosione di colore è invece la seconda opera di Cheone in Corso di Porta Romana, intitolata: Time to Fly.

Raffigura due mani aperte e intente ad aiutare uno sciame di farfalle multicolori a prendere il volo.

Per conferire maggior verosimiglianza, alcune installazioni a forma di farfalla sono state collocate sui balconi della palazzina confinante con la parete su cui l’artista ha eseguito il suo lavoro di street art.

murale con le farfalle di Cheone a Milano

Anche in questo caso, proprio come la Madunina raffigurata sul muro di Via Pitteri, 15 nel quartiere Ortica di Milano, l’impressione generale è che il soggetto della rappresentazione voglia librarsi verso l’alto, staccandosi dalla parete.

Come raggiungere Corso di Porta Romana

Personalmente, da Via Morosini sono arrivata a piedi fino a Corso di Porta Romana, impiegando circa 15 minuti.

In alternativa, è possibile ridurre i tempi di percorrenza con l’autobus delle linea 65 (da Viale Regina Margherita Via Besana a Corso di Porta Romana Via Orti) oppure con il tram 16 (da Via Bergamo a Via Lamarmora Via Commenda).

Se arrivate qui dalla stazione centrale di Milano o da Piazza Duomo, prendete la metropolitana della linea 3 e scendete alla fermata Crocetta.

Il muro degli angeli: Alda Merini e la street art di Milano

Non potevo che concludere il mio tour alla scoperta della street art milanese in uno dei luoghi più vivaci della città, i Navigli, o per meglio dire Via Magolfa.

Forse a molti di voi questo indirizzo sembrerà familiare ed il motivo è che qui si trova il celebre Spazio Alda Merini.

A dare il benvenuto a curiosi e appassionati della produzione poetica dell’artista milanese, spiccano sui muri di Via Magolfa diverse frasi estrapolate dai suoi componimenti più amati.

Si tratta di un lavoro corale, realizzato nel 2016 dalla mano di: Mork, Giorgio Bartocci, Davide Ratzo e Flood.

Spazio Alda Merini

Spazio Alda Merini è una Casa Museo accessibile gratuitamente, realizzata nella vecchia tabaccheria, dove la donna era solita acquistare le sigarette.

Durante la mia visita, ho potuto vedere la ricostruzione della sua stanza da letto solo attraverso una porta a vetri, tenuta opportunamente chiusa (l’ho fotografata dopo aver chiesto il permesso alla persona che mi ha accompagnato nel tour).

ricostruzione della camera di Alda Merini

Qui spicca un attaccapanni con le pellicce, una miriade di cicche di sigaretta sul pavimento, accendini, il pianoforte ed il rossetto sul comodino.

Tra le sue consuetudini, vi era quella di imprimere sulla parete (detta il muro degli angeli) appunti, numeri di telefono e disegni con il rossetto rosso.

Nella stanza accanto, al secondo piano della Casa Museo, è possibile vedere da vicino la porta della vecchia camera di Alda, anch’essa ricoperta di scritte ed una selezione dei suoi più celebri aforismi, stampati su semplici fogli bianchi e affissi sulle pareti o appesi ai lampadari.

Il piano terra è occupato infine dal Bar Charlie, un luogo di incontro per quanti hanno voglia di ascoltare aneddoti legati alla vita di Alda e sorseggiare una bibita fresca all’ombra del giardino.

Spesso ospita manifestazioni ed eventi culturali, di cui potete visionare il clandario completo sul sito internet.

Come arrivare in Via Magolfa e accedere a Spazio Alda Merini

Da Corso di Porta Romana sono riuscita a raggiungere i Navigli con la metropolitana della linea 3 (fino alla fermata Duomo) e poi con il tram (fino alla fermata del Naviglio Grande).

Quindi ho proseguito a piedi per alcuni minuti imboccando prima Via Fumagalli, poi Via Argelati ed infine Via Magolfa.

Chi proviene dalla stazione centrale di Milano invece, può prendere la metropolitana della linea 2 e scendere a Porta Genova, quindi raggiungere il Naviglio Grande e seguire le indicazioni di cui sopra, fino ad arrivare a Via Magolfa.

murale dedicato ad Alda Merini in Via Magolfa a Milano

Siamo giunti al termine del mio itinerario nell’arte urbana di Milano che dal periferico ma coloratissimo quartiere Ortica, mi ha condotto prima in Corso Ventidue Marzo e al Giardino delle Culture, quindi in Corso di Porta Romana e infine lungo la poetica Via Magolfa.

Sperando di avervi dato spunti utili, non posso che chiedervi: quale tappa vi ha entusiasmato di più?

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45 risposte

  1. Non capisco perchè la street art di Milano è così sottovalutata, è un arte bellissima in una città molto visitata da turisti di tutto il mondo.
    Bisognerebbe incrementare i tour nella città che portano a vedere questa arte, il tuo articolo è molto specifico e mi è piaciuto.
    Ho notato qualche disegno nel mio ultimo giro a Milano, ma non sapevo che fosse così imponente il numero di murales!

  2. Una passeggiata molto colorata, di cui conoscevo alcune tappe per aver visto le fotografie online. La maggior parte però non la conoscevo, e il murale delle api mi piace in maniera particolare. Conosco pochissimo Milano e mi hai dato uno spunto per una gita alternativa rispetto ai percorsi più tradizionali.

  3. Non conoscevo assolutamente questo lato di Milano, e son rimasta molto molto sorpresa! Capito molto spesso da quelle parti e sicuramente la prossima volta farò una bella visita a quel quartiere

    1. Se hai almeno un giorno di tempo dal quartiere Ortica spostati anche verso il centro perché , come avrai letto, di murales ce ne sono davvero tanti .

  4. Nonostante sia una milanese doc prima del mio espatrio, questo quartiere è stato rivalutato solo dopo la mia partenza e quindi non ho ancora mai avuto l’occasione di visitarlo, ma mi salvo il tuo itinerario per la prossima visita. Bellissimo il murales con le farfalle!

    1. Il murale con le farfalle però si trova in Corso di Porta Romana e non al quartiere Ortica, come specificato nell’articolo.

  5. La street art è uno strumento potente di valorizzazione di quartieri degradati, che attrae ulteriori investimenti e turisti. NOn conosco bene Milano, e tantomeno questo percorso che devia dalle solite rotte. Ottimo spunto, grazie!

  6. Sono di Milano e quindi conosco molto bene le zone di cui parli e i bellissimi murales che le decorano. La street art ha contribuito a valorizzare zone dimenticate, come il Quartiere Ortica, o ad abbellire zone storiche. È molto bello che finalmente ci si accorga e si dia attenzione a questo tipo di arte e ai suoi artisti.

  7. Questo articolo casca a fagiuolo!
    Lunedì sarò a Milano e, siccome la conosco già bene, stavo proprio cercando luoghi particolari e iconici da visitare!
    Mi hai dato un ottimo spunto!
    Quanto ci si mette secondo te a vedere tutto?

    1. Se riesci anche una giornata intera, considerando un bel pranzetto annesso. In alternativa, mezza giornata usufruendo anche dei bus/tram/metro per gli spostamenti da un posto all’altro.

    1. Se hai tempo, ti consiglio di non limitarti al solo quartiere Ortica ma proseguire il mio itinerario anche con le altre tappe. Milano è davvero ricca di opere di street art.

  8. Milano la sto rivalutando negli ultimi anni, da città in cui non sarei mai andata, adesso l’idea mi intriga, ancora di più sapendo che posso fare un giro a piedi e imbattermi in questi meravigliosi murales così carichi di significato

  9. Articolo salvato per agosto, quando torno a Milano! Alcuni di questi graffiti li ho già visti ma la maggior parte non li conoscevo e ho proprio voglia di vederli tutti 🙂

  10. Non conoscevo il quartiere Ortica con questa bellissima realtà di street-art. Nel mio breve soggiorno milanese di qualche mese fa invece ho scoperto la street-art lungo il Naviglio Grande e lungo via San Cristoforo col progetto “Un muro che unisce”.

    1. Ma sai che quel muro l’ho visto per caso? Non sono riuscita ad avvicinarmi perché dovevo recarmi ad una mostra ma la prossima volta non me lo lascerò scappare.

  11. Ammetto che Milano è una città che non mi ha mai particolarmente entusiasmato, ed è un motivo per il quale non sono più tornata. Però potrei ricredermi con questi colori e questa street art davvero bella.

  12. Ma sai che alcuni anni fa qui a Cattolica si era pensato con i vari quartieri, di colorare le case di intere strade. Io avevo dato la mia disponibilità per dipingere la facciata di casa mia, che è molto grande, e fatto la proposta di rimanere su un tema unico, tipo nella zona porto di fare tutto a tema marino e così via. Adoro i colori, in giro per il mondo ho visto quartieri rinascere grazie a questa arte.

  13. Amo da sempre la street art, e sono felice che oggi sia riconosciuta come una vera forma d’arte, un modo per dare nuova vita a vecchi quartieri in tutto il mondo.

  14. Milano è una città che ha sempre qualcosa da dire, mutevole come un camaleonte e operosa come un alveare! E’ molto bello ciò che con questa operazione di riqualificazione è stato fatto nel quartiere Ortica e dintorni!

    1. Lasciarsi guidare dalla street art è un modo originale e divertente per visitare una città, notando magari anche edifici che altrimenti non attirerebbero mai l’attenzione.

  15. Se il caldo non sarà troppo soffocante dovrei poterlo visitare sabato, durante una delle mie incursioni, ormai molto comuni, in quel di Milano! Speriamo di riuscire a farcela!

  16. Ciao Libera, questo articolo è magnifico, da amante della street art l’ho apprezzato tantissimo, per di più mi sarà utilissimo per il soggiorno che sto organizzando a Milano. Grazie!

  17. E’ davvero impressionante tutto questo! I murales, quando sono fatti con questo grado di perfezione, sono un vero capolavoro. Mi piace tantissimo scoprire le città attraverso la loro street art (ricordo un itinerario simile nel Bronx a NY), e sicuramente quando tornerò a Milano non mancherò di seguire il tuo itinerario!

  18. Finalmente lo scorso inverno sono stata al Quartiere dell’Ortica e ho potuto ammirare gli splendidi capolavori del collettivo, uno più bello dell’altro ma soprattutto ognuno di loro aveva un messaggio chiaro: questa voglia di libertà e di diritti è ben esplicitata a Milano.

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