Carpi vicino Modena: cosa vedere in un giorno

la facciata tipicamente barocca della Cattedrale di Carpi

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Se state cercando una meta ricca di storia, arte e cultura, sapere cosa vedere a Carpi in un giorno vi convincerà a partire immediatamente per questa cittadina vicino Modena, ancora poco nota al turismo di massa.

Cosa vedere a Carpi in provincia di Modena: origini del nome e qualche cenno storico

Carpi è il centro più popoloso della provincia emiliana (da non confondere con Capri, l’isola del Golfo di Napoli) e ha origini antichissime, che collocano la sua fondazione nella preistorica civiltà villanoviana.

Secondo la tradizione, il nome Carpi andrebbe però ricondotto alla figura di Astolfo, il sovrano dei Longobardi a cui è intitolato un piazzale nel tessuto urbano medievale.

Durante una battuta di caccia, il re perse improvvisamente il suo falcone e quando lo ritrovò, appollaiato sul ramo di un carpine (o carpino), stabilì che quella diventasse la sede della città.

La vicenda, a cui la tradizione ha riconosciuto una certa solennità, rivive ancora oggi nello stemma comunale.

Ma allora, perché si tende a definire Carpi come la perla del Rinascimento?

Vi basterà raggiungere Piazza Martiri per scoprirlo.

Con i suoi sedicimila metri quadrati, è la terza piazza più grande d’Italia ed è chiusa, sul lato occidentale, da un porticato di 53 colonne, detto Portico Lungo.

È qui che si affaccia l’edificio simbolo del potere dei Pio, la famiglia che governò Carpi per circa due secoli, trasformandola nella capitale di una prestigiosa Signoria.

Vi ho già incuriosito e non vedete l’ora di saperne di più?

Mettiamoci in cammino e lasciamo che sia la città, attraverso i suoi principali monumenti, a parlare.

Pieve di Santa Maria in Castello: riscoprire Carpi in un giorno

Si racconta che la Pieve di Santa Maria in Castello, anche nota come la Sagra, sia il primo edificio che re Astolfo fece innalzare, in quello che di lì a poco sarebbe divenuto il nucleo della Carpi medievale.

La struttura originaria, consacrata da Papa Lucio III nel 1184, era lunga circa 30 metri e dominava lo slargo antistante (l’attuale Piazzale Re Astolfo).

Osservando attentamente le mura laterali però, pare che la chiesa abbia subito una sorta di taglio netto, che di fatto ne ha ridotto enormemente l’estensione.

Nel 1513 infatti, per spostare il centro della città nella vicina Piazza Martiri, Alberto III Pio stabilì che la Sagra venisse notevolmente ridimensionata.

Commissionò la realizzazione di una nuova facciata all’architetto Baldassarre Peruzzi.

facciata della Sagra medievale di Carpi

Ma questa non fu la sola occasione in cui l’edificio sacro venne riadattato.

Nell’Ottocento l’ingegnere Achille Sammarini effettuò diversi interventi per restituire alla Sagra il suo reale aspetto, modificando sia elementi strutturali che decorativi.

Degli affreschi realizzati sulle pareti interne si conservano alcuni frammenti, tra cui la scena dell’Adorazione dei Magi, che richiama da vicino alcuni motivi tipici dell’arte dei mosaici bizantini.

Oltre al monumento funebre di Manfredo Pio, il primo signore di Carpi ed un pulpito con i simboli dei quattro evangelisti, qui sono custodite due magnifiche cappelle, che meritano sicuramente una sosta di qualche minuto.

  • Cappella di San Martino, arricchita dai dipinti di Antonio Alberti da Ferrara, in stile gotico internazionale. Raffigura le scene bibliche dell’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi, quindi la schiera dei Santi, dei dottori della Chiesa e degli evangelisti.
  • Cappella di Santa Caterina d’Alessandria, introdotta da un androne decorato con intrecci floreali e con lo stemma dell’arciprete Galeotto Pio. Il ciclo di affreschi ripropone alcuni episodi legati alla vita della Santa e ne ricorda il martirio.

Cattedrale di Santa Maria Assunta: una Basilica di San Pietro in miniatura

I lavori di realizzazione della Cattedrale di Santa Maria Assunta, che definisce il lato settentrionale di Piazza Martiri, cominciarono nella metà del Cinquecento ma terminarono solo due secoli dopo.

Secondo il progetto iniziale, affidato da Alberto III Pio a Baldassarre Peruzzi, la nuova costruzione si sarebbe dovuta ispirare, nella struttura come nelle forme, alla Basilica di San Pietro in Vaticano.

Mentre la facciata si presenta spiccatamente barocca, l’imponente cupola progettata a metà del Settecento da Carlo Lugli, avrebbe dovuto ricordare il disegno del Bramante.

cupola della Cattedrale di Carpi ispirata al Cupolone di San Pietro

Purtroppo però, fu rapidamente demolita e ricostruita, per paura di un imminente crollo.

Gli interni della chiesa, impreziositi dagli affreschi di fine Ottocento realizzati da Lelio Lugli, sono davvero sbalorditivi.

Un’iscrizione sul pavimento ricorda che le pietre sottratte alla Sagra medievale furono adoperate per la costruzione in età rinascimentale, del nuovo luogo di culto di Carpi.

Cinquecenteschi sono sicuramente il monumento in terracotta del Redentore di Antonio Begarelli, a cui si affiancano le statue marmoree (rispettivamente, Fede e Carità) di Prospero Spani e l’effigie lignea dell’Assunta, realizzata dal carpigiano Gaspare Cibelli e condotta qui dalla Francia.

La Madonna è raffigurata nel momento esatto che precede l’Ascensione al cielo ed è circondata da una schiera di angeli.

Una copia dell’opera, portata in processione per le vie della città il 15 Agosto di ogni anno, è tuttora visibile all’interno della Sagra.

La strana storia del corpo che riposa nella Cattedrale di Carpi

Durante alcuni lavori di restauro, nel campanile che si erge sul lato sinistro della Cattedrale di Carpi, che anticamente fungeva da prigione, sono stati rinvenuti i resti del prelato Nicola Grillenzoni, vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento.

Costui, non solo aveva sostenuto economicamente la realizzazione della struttura, ma nel testamento aveva esplicitamente chiesto di esservi sepolto.

Per questo motivo, le sue spoglie non sono mai state spostate e ancora oggi, dopo duecento anni, riposano esattamente nel medesimo punto.

Palazzo dei Pio: da fortezza medievale a residenza signorile

Posizionatevi al cospetto dell’imponente Palazzo dei Pio in Piazza Martiri e osservate con attenzione quel complesso monumentale, anche detto Castello.

Non notate anche voi qualcosa di strano?

Ciò che state osservando è in realtà il risultato di aggiunte, modifiche e accorpamenti che, nel corso del tempo, hanno dato origine a una costruzione fortemente disomogenea.

Il nucleo più antico è la Torre del Passerino, una torretta di avvistamento eretta nel 1320 con finalità difensive.

Il Torrione degli Spagnoli, collocato ad ovest e la Rocca Vecchia posta a sud est, risalgono invece rispettivamente alla metà e alla fine del Quattrocento.

L’Uccelliera, costruita nel 1480, fu trasformata da Alberto III Pio in un viridarium. Il suo nome deriverebbe dalla presenza di affreschi raffiguranti dei volatili nella parte superiore della torre.

Nel 1577 cominciarono i lavori per la realizzazione della Torre dell’Orologio, che oggi domina la facciata del palazzo.

Dopo alcuni cedimenti, fu ricostruita nel corso del Seicento (il suo ampio portale di bugnato ricorda molto da vicino il Castello Estense di Ferrara).

Da qui si accede al Cortile d’Onore, divenuto il centro del palazzo già nel Cinquecento, per volontà di Alberto III Pio.

È chiuso da un loggiato di splendide colonne di marmo e mette in collegamento Piazza Martiri con il vicino Piazzale Re Astolfo, oltre che con alcuni degli ambienti visitabili dell’edificio.

L’antica Porta Mantova e le mura di Carpi

Nei pressi del cortile sono esposte le quattro lesene di Porta Mantova, uno delle antiche vie d’accesso di Carpi.

Costruita nel Cinquecento, fu abbattuta nel 1928, alcuni anni dopo la demolizione della cinta muraria cittadina.

Se una formella, in Corso Manfredo Fanti, ricorda la collocazione originaria del portale, l’unico tratto murario giunto fino a noi è invece visibile al Parco della Resistenza.

Raggiungete Via Carlo Catellani e, lasciandovi alle spalle della Chiesa di San Francesco, potrete scorgerlo, ormai seminascosto dalla vegetazione.

Palazzo dei Pio e il Museo Monumento al Deportato

Uno dei più importanti allestimenti collocati nel complesso di Palazzo dei Pio, è indubbiamente il Museo Monumento al Deportato.

Il percorso di visita, inaugurato il 14 Giugno del 1973, venne curato dallo studio di architettura milanese Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers.

Sono tredici le sale che sviluppano e approfondiscono la tematica della prigionia e della deportazione.

Il biglietto intero prevede un costo di 3 Euro ed il museo è aperto dal venerdì alla domenica e nei festivi (dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 19:00).

Le visite possono svolgersi in autonomia o con l’ausilio di una guida a pagamento (in quest’ultimo caso è richiesta la prenotazione con almeno una settimana di anticipo).

Nel cortile antistante l’ingresso del museo, all’interno di aiuole dove fioriscono solo rose rosse, sono state installate sedici colonne di cemento.

Museo Monumento al Deportato di Carpi

Sono alte sei metri e recano i nomi di tutti i campi di concentramento d’Europa.

Gli altri musei di Palazzo dei Pio da vedere a Carpi

Al piano nobile del Castello è stato realizzato il Museo del Palazzo, che si articola in tre ambienti espositivi: gli appartamenti nobiliari, la xilografia e la pinacoteca.

Espone affreschi, ceramiche e documenti risalenti al periodo compreso tra il Quattrocento ed il Cinquecento.

Il Museo della città invece, ripercorre la storia di Carpi attraverso oggetti, attrezzi, cimeli che approfondiscono tutte le fasi evolutive. Dall’età antica al Medioevo, dalla Signoria fino al Novecento.

Maggiori informazioni utili alla visita, sono disponibili sul sito internet dei Musei di Palazzo dei Pio.

Carpi e l’Acetaia comunale: l’aceto balsamico tradizionale di Modena

All’interno del sottotetto di Palazzo Scacchetti il 4 Giugno 2005 è stata inaugurata l’Acetaia comunale di Carpi.

Con l’obiettivo di promuovere il prodotto tipico per eccellenza del territorio, qui vengono illustrati a curiosi e turisti, i processi di produzione ed invecchiamento dell’aceto balsamico tradizionale di Modena.

L’acetaia è costituita da due botti madre e tre batterie di botticelle, realizzate con legni e capacità differenti.

Queste ultime sono intitolate a tre personalità femminili di spicco nella storia di Carpi.

  • Maria Beatrice d’Este. L’espansione del commercio del truciolo carpigiano viene collegata al suo matrimonio con il sovrano inglese Giacomo II.
  • Caterina (sorella di Pico della Mirandola). Donna colta e madre di Alberto III Pio, scelse il celebre umanista ed editore Aldo Manuzio come precettore dei suoi figli.
  • Adelaide Menotti. Suo è il merito di aver riportato nell’Ottocento il commercio del truciolo ad un nuovo e ritrovato splendore.

L’Acetaia Comunale di Carpi è aperta tutti i sabati (solo al mattino) ed è visitabile gratuitamente, con prenotazione anticipata.

Cosa vedere nel centro di Carpi in un giorno: ex Sinagoga e Portico del Grano

Il Portico del Grano, che si snoda lungo Corso Alberto Pio, visto in lontananza appare come una sorta di prolungamento del Portico Lungo.

Nonostante il suo nome venga fatto risalire all’antico utilizzo di mercato delle granaglie, nel Palazzo che sovrasta il porticato dalle nove arcate, sono inglobate ben due sinagoghe.

L’adiacente Via Giulio Rovighi del resto, sanciva l’ingresso del ghetto ebraico di Carpi, istituito nel 1719.

La prima sinagoga fu costruita nel 1722, ma attualmente non è visitabile perché in restauro.

La seconda, realizzata da Achille Sammarini, fu aperta al culto dal 1861 al 1907.

Quindi, nel 2006 divenne la sede della Fondazione Fossoli, che grazie ad un centro studi con un cospicuo archivio documentaristico, si propone di divulgare e mantenere viva la memoria storica.

Campo di Fossoli: cosa vedere a poca distanza da Carpi

A poco più di 5 chilometri da Carpi, presso la frazione di Fossoli, nel 1942 fu costruito un campo di prigionia militare, trasformato l’anno successivo in campo di concentramento e poi di transito.

Si trattava sostanzialmente di un luogo che introduceva i prigionieri, prima militari e poi civili, ai campi di sterminio creati dai nazisti in varie località d’Europa.

Dopo la guerra divenne un centro di raccolta per i profughi (i cosiddetti indesiderabili).

In seguito, fu dapprima la sede della comunità di orfani di guerra Nomadelfia e poi del Villaggio San Marco, che accoglieva gli italiani in fuga dall’Istria.

Il Comune ne divenne proprietario nel 1984 e successivamente ne affidò la gestione alla Fondazione Fossoli.

Oggi è aperto alle visite, che sono gratuite.

Resta comunque obbligatorio avvisare la fondazione del proprio arrivo entro il giorno feriale che precede la data scelta, tramite email.

Può rivelarsi molto utile l’App Campo Fossoli, realizzata per fornire un valido supporto a quanti decidono di visitare il campo in autonomia.

Funziona come una sorta di audioguida, che fa luce su personaggi, fatti e vicende che qui hanno avuto luogo.

In alternativa, si può richiedere una visita guidata con uno degli operatori della fondazione.

Come arrivare a Carpi

Se vi spostate in macchina, potete raggiungere Carpi percorrendo l’autostrada A22 Modena-Brennero.

Io ho parcheggiato in Via Vivaldi, situta a pochi metri da Piazzale Re Astolfo, in una posizione alquanto strategica per accedere al centro storico.

Una valida alternativa è il treno, perché la stazione ferroviaria è situata a soli 230 metri da qui ed è ben servita dai collegamenti regionali in arrivo dalle principali città vicine (come Bologna, Modena e Mantova).

Il servizio autobus urbano ed extraurbano infine, è gestito da SETA.

io e Luca Verrini nel nostro tour a Carpi

Ringrazio Luca Verrini per avermi fatto conoscere le bellezze di Carpi in una piacevole passeggiata di un giorno per le vie del centro storico.

Amante della storia dell’arte e delle risate, Luca ha una laurea in Conservazione dei beni culturali. È docente di lettere e storia nonché guida turistica abilitata dal 2016.

Se desiderate lasciarvi condurre alla scoperta di questa sorprendente cittadina, potete contattarlo tramite la sua pagina Instagram: lucaverrini oppure su Whatsapp: +39 3356957111.

Avevate mai pensato, prima d’ora, che ci fossero così tante cose interessanti da vedere a Carpi?

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Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

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16 risposte

  1. Se non avessi letto il tuo articolo non avrei mai preso in considerazione Carpi come meta di viaggio e no…non credevo davvero che ci fossero così tante cose da fare da vedere. Spero di fare questa esperienza di perosna molto presto! Grazie delle dritte.

  2. Nel corso degli anni ho avuto tanti clienti di Carpi, ma non mi sono mai soffermata a chiedere come poteva essere la loro città. Eppure è meravigliosa, un luogo da scoprire… non credevo. Grazie dell’articolo, oggi ho imparato qualcosa in più!

  3. Non sono mai stata nel Modenese né tantomeno a Carpi anche se l’ho sentita nominare spesso: è un borgo davvero carino e interessante, mi piacerebbe visitarlo!

  4. Dopo aver letto il tuo articolo, mi chiedo com’è possibile che io non abbia mai visitato Carpi. Eppure ci sono passata vicino… Ma non avevo idea ci fosse così tanto da vedere! Forse, volendo visitare tutto a fondo, una giornata potrebbe non bastare?

  5. Mi sono chiesta tante volte cosa ci fosse da visitare a Carpi, meta che potrei raggiungere in pochi minuti d’auto. Ci sono molti luoghi interessanti di cui ignoravo l’esistenza!!!

  6. Non sono mai stata a Carpi, ma mi hai incuriosita. Mi piacerebbe visitare il Museo del Deportato e il Campo di Fossoli perché amo la storia. Grazie dei suggerimenti!

  7. Ho letto con interesse questo post perché sono stata varie volte a Carpi dato che il mio ex viveva lì vicino ma sempre di sera, quindi non ho mai avuto modo di visitare tutte queste belle attrazioni. Peccato!

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