Bologna: visita al museo speleologico nel cassero di Porta Lame

caschi per speleologi

Indice dei Contenuti

Ogni giorno a Bologna migliaia di persone si bloccano davanti a Porta Lame, come ipnotizzate dalla luce del semaforo.

Che siano automobilisti, pedoni o ciclisti, mentre attendono che il verde li liberi dal traffico, raramente si soffermano a pensare a cosa si trovi a pochi metri da loro.

Eppure, all’interno del massiccio cassero che sovrasta uno degli snodi viari più importanti della città, si cela un luogo silenzioso quanto inatteso: il Museo di Speleologia Luigi Fantini.

È un ambiente raccolto, dove le attrezzature da esplorazione, i minerali e i materiali di studio raccontano quanto il lavoro del Gruppo Speleologico Bolognese (GSB) abbia contribuito a svelare il mondo sotterraneo.

Durante la mia visita ho compreso come il sottosuolo sia una risorsa essenziale per leggere e interpretare ciò che accade in superficie.

Mentre i volti delle città cambiano pelle sempre più velocemente infatti, le profondità della Terra conservano tracce, resti e storie indispensabili per capire meglio il nostro presente.

Siete pronti ad oltrepassare con me questo antico varco ed esplorare gli spazi in cui il fascino del sottosuolo riemerge, grazie al lavoro del gruppo speleologico di Bologna?

Porta Lame a Bologna: l’antico varco che apre uno sguardo sul sottosuolo

Prima di entrare, volgiamo per un momento lo sguardo all’antico baluardo, su cui sono ancora visibili i segni dell’evento storico che porta il suo nome.

Una scheggia conficcata nella pesante porta di legno e due iniziali (B e D) incise su una parete interna, ricordano la celebre Battaglia di Porta Lame (7 Novembre 1944).

L’episodio, tra i più significativi della Resistenza bolognese, rivive nella memoria della città anche grazie al Monumento alla Partigiana e al Partigiano di Luciano Minguzzi, che si erge in prossimità del portale.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare però, il termine lame non ha alcun legame con il linguaggio militaresco.

Deriva dal latino lama (palude) e rimanda direttamente al vicino porto cittadino e alle aree paludose che un tempo connotavano la pianura, che si estende oltre la città.

La prima costruzione, eretta nel XIII secolo, venne interamente smantellata.

Nel 1677, sulla base del progetto barocco di Agostino Barelli, fu innalzata la porta monumentale che svetta ancora oggi, restaurata di recente.

Porta Lame e il Museo di Speleologia Luigi Fantini: dal centro di Bologna al cuore del sottosuolo

Il Museo di Speleologia Luigi Fantini nasce ufficialmente nel 1995 all’interno del cassero di Porta Lame, ma la sua storia inizia molti decenni prima della sua apertura.

Era il 1932 quando Luigi Fantini fondò il Gruppo Speleologico Bolognese, ancora oggi considerato uno dei più antichi in Italia.

All’appassionato ricercatore, figura di spicco della speleologia locale, è dedicato non solo lo spazio ospitato nel cassero di Porta Lame, ma anche il curioso Museo dei Botroidi, situato nel cuore della Val di Zena.

Visitare il Museo di Speleologia Luigi Fantini significa attraversare un luogo che condensa oltre ottant’anni di attività del GSB e che oggi costituisce un vero punto di riferimento a livello nazionale.

minerali esposti al museo speleologico di Bologna

Il percorso di visita, articolato su due ambienti separati e a loro volta distribuiti su due livelli, ripercorre le principali tappe evolutive dell’attività speleologica.

Gli attrezzi utilizzati nelle prime spedizioni: caschi, corde, scalette in ferro con pioli prima di legno e poi in alluminio, mostrano quanto fosse impegnativa l’esplorazione all’interno delle grotte prima dell’introduzione delle tecniche moderne.

Un’interessantissima sezione è dedicata all’evoluzione dell’illuminazione: dalle candele usate durante la guerra alle lampade a carburo, personalizzate e modificate da ogni speleologo fino ai primi anni Duemila, segnati dall’avvento e dalla rapida diffusione del LED.

Non solo le tute, ma anche le borse, le imbracature e tutti gli altri materiali tecnici esposti, sono stati curati direttamente dagli speleologi che ne hanno fatto uso nel corso degli anni.

Accanto a queste antiche testimonianze inoltre, si trovano diversi strumenti adoperati per il rilievo topografico, le attrezzature fotografiche e i materiali impiegati per documentare grotte e cavità.

Minerali, cristalli, concrezioni e reperti raccolti in decenni di esplorazioni, sono riuniti all’interno di ampie e illuminate vetrine, che permettono di osservare da vicino forme e colori del paesaggio ipogeo.

I laboratori per i bambini si svolgono all’esterno del museo.

Grazie ad un percorso tattile, i giovanissimi esploratori in erba possono toccare le rocce, osservare da vicino i processi carsici e comprendere in modo semplice come lavora uno speleologo.

uno degli scaffali del museo speleologico Fantini di Bologna

Non poteva di certo mancare una sezione dedicata a Luigi Fantini, che raccoglie alcuni oggetti personali come taccuini, fotografie e documenti legati alla sua attività.

Una curiosità: parte delle attrezzature storiche del Museo di Speleologia di Bologna è stata utilizzata nel film Il Buco (2021, di Michelangelo Frammartino), presentato alla 78° mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

La pellicola narra dell’esplorazione nell’abisso del Bifurto (1961) in Calabria, a cui parteciparono anche due speleologi bolognesi, Pasini e Lustre.

Museo di Speleologia Luigi Fantini di Bologna: informazioni utili per la visita

Il Museo di Speleologia Luigi Fantini si trova all’interno del cassero di Porta Lame, in una posizione facilmente raggiungibile a piedi, in bicicletta o in autobus (linee: 33 e 39) sia dal centro che dalla Stazione Centrale di Bologna.

Chi si sposta in automobile, potrà lasciare il proprio mezzo nelle aree limitrofe oppure parcheggiare nella vicina area a pagamento Riva Reno.

Il museo è visitabile in compagnia dei volontari del Gruppo Speleologico Bolognese solo su prenotazione.

Sul sito internet di GSB-USB potrete approfondire l’attività del gruppo e scoprire come partecipare alle tante iniziative divulgative organizzate periodicamente.

Varcare Porta Lame e addentrarsi nel Museo di Speleologia Luigi Fantini significa oltrepassare, anche se solo per un breve lasso di tempo, la soglia che separa due dimensioni: la città e il sottosuolo.

Il percorso espositivo si presenta come uno spazio che conserva ciò che il mondo in superficie tende sempre più velocemente a dimenticare.

In tal senso, il lavoro degli speleologi trasforma la memoria custodita nelle cavità in un racconto accessibile a tutti.

Questo museo, da un lato ci rende consapevoli dell’esistenza di un mondo nascosto che non smette di parlarci e dall’altro, ci dimostra che iniziare ad ascoltarlo è il primo passo per capire meglio ciò che viviamo in superficie.

E voi, sapevate dell’esistenza di un museo dedicato alla speleologia all’interno del cassero di Porta Lame a Bologna?

Articoli consigliati

Vi state ancora chiedendo se valga davvero la pena visitare Glasgow? Per sciogliere ogni dubbio, potrà tornarvi utile il mio itinerario, che suggerisce cosa vedere

A Bologna tutto parla di Lucio Dalla, artista talentuoso, poliedrico ed innovativo, nato e vissuto sotto i portici del capoluogo emiliano-romagnolo. Il legame tra Lucio

Il sito archeologico di Efeso è l’attrazione turistica più visitata della Turchia. Stando a quanto dichiarato dal Ministero della Cultura e del Turismo, sono ben

Sono poco più di dieci i borghi che meritano di essere visitati in provincia di Bologna e scommetto che non vedete l’ora di scoprire i

Da alcuni mesi l’eclettico spazio espositivo di Florence Art Lab, ospita il primo incredibile museo del selfie di Firenze. Si tratta di una mostra temporanea

Uno dei luoghi più suggestivi dell’entroterra bolognese è indubbiamente l’antico borgo di Monteveglio. Le sue alte e fortificate mura svettano sulla sommità del promontorio collinare

Indice dei Contenuti

Mi presento

Sono Libera Salcuni, consulente e formatrice in comunicazione, progettazione turistica e culturale e strategia digitale. Insieme possiamo valorizzare destinazioni, imprese, musei e itinerari con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità agli occhi del tuo pubblico.

Scopri come farti notare attraverso una comunicazione che va dritta al punto, senza troppi giri di parole.

Condividi l'articolo
Facebook
X Twitter
LinkedIn
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ULTIMA CHIAMATA 💌

Niente spam, ma solo bellezza, cultura, arte da ogni angolo del mondo.

La newsletter per trovare nuovi spunti per le tue vacanze o anche solo per viaggiare con la mente.

Premendo “Iscriviti ora” accetti il trattamento dei dati personali per finalità di ricontatto e marketing