Cappadocia: cosa vedere e fare, come arrivare e quanto fermarsi

camini delle fate in Cappadocia presso Pasabagi

Indice dei Contenuti

Avete appena prenotato un volo aereo alla volta della Turchia e non vedete l’ora di sapere cosa c’è da vedere e fare in Cappadocia, la regione dei voli in mongolfiera all’alba sui camini delle fate?

Cappadocia: cosa vedere e fare nella regione più iconica della Turchia

Nonostante i suoi iconici paesaggi scolpiti dalla natura e dal tempo campeggino ormai sui tutti i depliant e le riviste turistiche, la terra dei bei cavalli (questo il significato del suo nome in lingua ittita) saprà rivelarsi ai vostri occhi come una meta ancora autentica e tutta da esplorare.

Attraverserete valli che sembrano incantate e canyon immersi nella natura, ammirerete chiese scavate nella roccia e misteriose città sotterranee.

Non vedete già l’ora di cominciare, vero? Non indugiamo oltre e scopriamo insieme cosa vedere e fare durante un viaggio in Cappadocia.

Cosa sono i camini delle fate: origine delle formazioni rocciose da vedere in Cappadocia

Le formazioni rocciose più rappresentative della Cappadocia, note come camini delle fate, hanno avuto origine in seguito a violente eruzioni avvenute circa trenta milioni di anni fa.

Dalla cenere vulcanica si è formato il tufo, una delle principali materie prime di questo territorio.

Al lungo processo di erosione che ha agito costantemente sulla roccia morbida invece, si devono queste curiose strutture coniche, celebrate nell’immaginario collettivo come le dimore di piccoli esseri magici e fatati.

Museo all’aperto di Göreme: cosa vedere in Cappadocia

Il Göreme Open Air Museum è situato all’interno dell’omonimo parco naturale che, come i siti rupestri della Cappadocia, a partire dal 1985 è divenuto patrimonio dell’umanità UNESCO.

Si tratta di un vasto insediamento monastico che conta alcune decine di chiese, ricavate tra il IX e l’XI secolo, direttamente nel tufo.

Dovete sapere infatti che la Cappadocia, ed in particolare l’area di Göreme, già dal II secolo accoglieva i monaci asceti, che avevano scelto di condurre un’esistenza da eremiti.

La progressiva diffusione di questo stile di vita portò al proliferare di chiese, cappelle e refettori, realizzati modellando la tenera roccia tufacea.

Ciò che rende davvero sbalorditiva la visita del sito, aperto al pubblico nel 1967, è l’evidente richiamo all’architettura e all’arte bizantina.

Gli edifici sacri si presentano nella maggior parte dei casi, con la pianta a croce ed una cupola centrale, solitamente decorata con l’immagine del Cristo Pantocratore.

Ammirare le chiese scavate nella roccia della Cappadocia

Se siete pronti a lasciarvi affascinare, varcate la soglia della Chiesa di Tokali (o della fibbia).

È situata esattamente a metà strada tra il parcheggio e l’ingresso del museo ed è accessibile con un biglietto separato (l’ingresso è incluso nel MuseumPass Cappadocia).

È stata scolpita nel X secolo su una chiesa precedente ad una sola navata ed ospita un ciclo di affreschi con scene della vita di Cristo e di San Giovanni Battista, in parte basate sui Vangeli Apocrifi.

Altrettanto interessante è la Chiesa di Yilanli (o del serpente), risalente all’XI secolo.

Conserva la raffigurazione dell’eremita Sant’Onofrio, seminudo e con i capelli lunghi, San Giorgio con il drago, l’imperatore romano Costantino il Grande e sua madre Elena.

Nelle vicinanze vi è l’accesso ad un refettorio che poteva ospitare fino a 50 persone, a sua volta collegato ad una dispensa e alla cantina, scavata nel pavimento.

Raggiungibile da una lunga gradinata, la Chiesa Karanlik (scura), datata alla fine dell’XI secolo, deve il suo nome alla scarsissima luminosità degli interni.

È per questo motivo che gli affreschi del Cristo Pantocratore e dei quattro arcangeli presentano colori ancora decisamente vividi.

Sbalorditiva è la Chiesa Çarikli (metà XI secolo), ovvero dei sandali, dalla presenza di due profonde impronte sul terreno sotto la raffigurazione dell’Ascensione di Cristo.

Occupa il piano superiore di una struttura a due livelli (quello inferiore è occupato dal refettorio e presenta un lungo tavolo scavato nella roccia) ed è decorata con dodici scene della vita di Gesù.

Situata lungo il percorso che conduce verso l’uscita, la Cappella di San Basilio (XI secolo) merita una sosta quantomeno per la curiosa presenza di nicchie che verosimilmente, ospitavano le spoglie di quanti hanno contribuito allo scavo dell’edificio sacro.

le antiche chiese rupestri di Goreme scavate nel tufo
Cosa sapere prima di visitare l’Open Air Museum di Göreme

Il Museo all’aperto dista solo alcuni chilometri dal villaggio di Göreme ed è facilmente raggiungibile in automobile.

A pochi metri dall’ingresso è stato ricavato un parcheggio scoperto a pagamento (40 LT, non accettano pagamenti in Euro ma dispongono di dispositivo POS per carta o bancomat).

Nei pressi della biglietteria (ingresso compreso nel MuseumPass) è presente un piccolo bar, dove potersi rinfrescare al termine del tour, che si svolge in autonomia (pannelli informativi in turco e in inglese sono collocati dinanzi ad ogni luogo d’interesse).

È severamente vietato scattare foto all’interno delle chiese per evitare che gli affreschi possano deteriorarsi.

Museo all’aperto di Zelve: cosa vedere nel villaggio abbandonato della Cappadocia

Le rovine di Zelve, oggi confluite all’interno di un Open Air Museum aperto alle visite, si estendono lungo tre vallate, disseminate di camini delle fate, alcuni dei quali anche molto aguzzi.

La prima valle ospita un mulino, adoperato per la produzione di bulgur (o grano spezzato) ed un’area dedicata alla produzione e alla conservazione del vino, che era messo a disposizione della comunità monastica, mentre la seconda cela la Chiesa della Santa Croce.

La moschea e le piccionaie del villaggio abbandonato di Zelve

Un complesso monastico (oggi chiuso perché pericolante) ed una moschea sono infine gli elementi architettonici che caratterizzano la terza e ultima vallata.

La moschea si affaccia su quella che fino al 1952 era la principale piazza del villaggio, abbandonato in seguito ai frequenti crolli.

A differenza del monastero, è stata scavata nella roccia solo in parte e presenta un minareto a baldacchino con quattro colonne ed una cima appuntita.

Volgete lo sguardo verso l’alto e ammirate le numerose piccionaie, realizzate sfruttando le cavità naturali del tufo o chiudendo le finestre preesistenti.

le piccionaie di Zelve in Cappadocia

Il guano prodotto dai piccioni era un elemento fondamentale per la coltivazione della vite, dunque bisognava assicurarsi che fosse sempre disponibile.

Le superfici esterne venivano decorate dagli artisti locali con motivi e simboli legati alle tradizioni dell’epoca, come l’albero della vita o il melograno, segno di abbondanza e fertilità.

Consigli pratici per visitare il Museo all’aperto di Zelve

Il Museo all’aperto di Zelve dista una decina di chilometri da Göreme e dispone di una piccola area parcheggio gratuita e abbastanza vicina alla biglietteria (ingresso incluso nel MuseumPass Cappadocia).

Potrete esplorarlo autonomamente, grazie all’ausilio di cartelli informativi (in turco ed in inglese) ma evitate di addentrarvi oltre i percorsi chiusi al pubblico, a causa del rischio di crolli improvvisi.

L’assenza di chioschi di bibite fresche e altri punti di ristoro rende assolutamente necessario dotarsi di una scorta di acqua.

Museo di Pasabagi: la valle con i camini delle fate più suggestivi della Cappadocia

Tra il Museo all’aperto di Göreme e quello di Zelve si trova uno dei siti più affascinanti della Cappadocia, Pasabagi.

È conosciuta anche come la Valle dei Monaci poiché rappresentava uno dei luoghi preferiti dagli eremiti.

Il museo a cielo aperto, dotato di parcheggio custodito e di un’area ristoro ricavata nei pressi della biglietteria, custodisce alcuni dei camini delle fate più suggestivi dell’intera regione.

Tra questi, spicca una formazione conica a tre teste, che cela una cappella intitolata a San Simeone Stilita, un eremita del V secolo che visse a lungo in cima ad una colonna.

Il modo migliore per esplorare la valle di Pasabagi è vagare senza una meta precisa, lasciandosi ispirare dalle forme curiose ed insolite delle pietre di tufo.

i camini delle fate di Pasabagi

Con molta cautela, avrete modo di raggiungere alcuni dei punti di osservazione disseminati lungo la valle.

Da queste terrazze naturali la vista è davvero impagabile. Mi raccomando, non dimenticate a casa la macchina fotografica!

Dalle Tre Bellezze al Castello nella roccia di Ortahisar: cosa vedere in Cappadocia

La strada che da Zelve conduce alla volta di Ortahisar è forse una delle più panoramiche della Cappadocia.

Non abbiate fretta e concedetevi una prima sosta presso la Valle dell’Immaginazione (o Devrent Valley), celebre per le sue formazioni rocciose dai contorni stravaganti ed il paesaggio lunare.

Quindi, fermatevi al cospetto delle Tre Bellezze e cercate di farvi largo tra la folla di turisti intenta a scattare un selfie con questi imponenti camini delle fate.

Una volta giunti a destinazione, non potrete non notare il Castello di Ortahisar, una fortezza di pietra alta ben 86 metri, aperta alle visite (esclusa dal MuseumPass Capapdocia, costa 50 LT) a partire dal 2013.

Ortahisar ed il suo castello nel tufo

Se originariamente svolgeva una funzione prettamente difensiva, oggi le sue ripide gradinate vengono percorse dai visitatori, desiderosi di raggiungere la vetta.

Cosa vedere in Cappadocia: la Valle dei Piccioni e il Castello di Uçhisar

La Valle dei Piccioni non è solo il punto migliore per fotografare il villaggio di Uçhisar, ma costituisce al contempo uno dei paesaggi più stupefacenti della Cappadocia.

Lasciate l’auto nell’area adibita a parcheggio ed osservate le decine e decine di piccionaie ricavate nel tufo.

Se lo desiderate, potrete percorrere il sentiero che si snoda lungo la vallata per qualche chilometro, per poi ripartire.

Anche il Castello di Uçhisar, come quello di Ortahisar, fungeva da rifugio per la popolazione della zona.

Uchisar con il suo castello nella roccia

È alto 60 metri e rappresenta una delle attrazioni più ricercate dai turisti (escluso dal MuseumPass Cappadocia, ha un costo di 150 LT), che si divertono ad oltrepassare i suoi cunicoli fino a conquistarne la sommità.

Cosa fare in Cappadocia: volo in mongolfiera sulle valli più suggestive

Io non vi conosco ma sono sicura che se c’è una cosa che volete assolutamente fare durante il vostro viaggio in Cappadocia, è il volo in mongolfiera.

D’altronde, come darvi torto? Per me rappresentava un vero e proprio sogno, rimasto chiuso a lungo in un cassetto che solo qualche mese fa mi sono decisa ad aprire.

Oltre ad essere una delle esperienze da concedersi almeno una volta nella vita, costituisce anche l’imperdibile opportunità di veder sorgere il sole sulle valli più suggestive della Cappadocia, da un’altezza di 800 metri.

Accanto alla già citata Valle dei Piccioni, sorvolerete la Rose Valley, la vicina Red Valley, la Sword Valley e la Valle dell’Amore.

sorvolare in mongolfiera le valli della Cappadocia

Prima di finalizzare l’acquisto del tour, consultate il mio approfondimento dedicato a tutto quello che c’è da sapere sul volo in mongolfiera in Cappadocia, così da evitare spiacevoli sorprese.

Cosa vedere in Cappadocia: esplorare le città sotterranee

Le città sotterranee sono tra i luoghi più affascinanti da visitare in Cappadocia.

Pensate: nel complesso se ne contano quasi duecento, alcune delle quali capaci di accogliere anche diverse migliaia di persone.

Questi antichi insediamenti venivano realizzati nel sottosuolo per dare rifugio alla popolazione in caso di incursioni e altre minacce esterne.

Gli ingressi erano collocati strategicamente in punti difficilmente accessibili ed erano spesso protetti da trappole.

Oltre alle stalle, destinate al ricovero per gli animali, la presenza di forni e recipienti in terracotta per la conservazione degli alimenti, rivela l’esatta collocazione delle cucine comuni e delle cantine.

I residenti riuscivano a spostarsi rapidamente da un livello all’altro per mezzo di aperture nelle pareti e sui pavimenti.

Kaymakli e Derinkuyu: visitare due città sotterranee della Cappadocia

Tra le città sotterranee della Cappadocia aperte al pubblico, le più note sono senza dubbio Kaymakli e Derinkuyu, situate a soli 10 chilometri di distanza l’una dall’altra.

Attualmente sono quattro i livelli sotterranei di Kaymakli ad essere stati resi visitabili.

Il primo ambiente a cui si accede, una volta superata la biglietteria, è la stalla, seguita da una chiesa ad una sola navata e due absidi, una pietra battesimale e panche per i fedeli.

Le cantine e la cucina si trovano invece al terzo piano mentre il quarto livello è occupato da magazzini.

Della vicina Derinkuyu, aperta nel 1965 e decisamente più estesa, è accessibile solo il 10% della superficie complessiva.

I livelli, che possono essere esplorati attualmente, sono otto.

I due piani superiori erano destinati alle stalle, seguiti dalle cucine, le chiese, gli alloggi ed infine da una sala riunioni, una prigione ed una tomba.

Città sotterranee della Cappadocia: informazioni utili per la visita

La visita alle città sotterranee di Kaymakli e Derinkuyu è inclusa nel MuseumPass Cappadocia e si svolge autonomamente.

La presenza di frecce di colori diversi vi indicherà il percorso da seguire (blu) e l’uscita (rosso).

Una buona ventilazione unita ad una più che sufficiente illuminazione, renderanno l’esperienza piacevole per tutta la famiglia.

le città sotterranee della Cappadocia

Se, come me, siete alti più di 170 centimetri, potreste avere qualche fastidio alla schiena durante l’esplorazione, soprattutto a Derinkuyu, dove alcuni cunicoli sono abbastanza bassi.

Evitate di portare con voi borse troppo ingombranti e, se soffrite di particolari patologie, consultate il medico prima di addentrarvi nel sottosuolo.

Ihlara Valley: cosa vedere nel canyon della Cappadocia

Con il nome di Ihlara Valley si indica un ombreggiato e silenzioso canyon che nell’arco di quindici chilometri, dal piccolo villaggio di Ihlara, attraversa la vicina località di Besilirma e giunge a Selime.

L’aspetto più sorprendente di questo percorso di trekking, che si snoda sulle sponde di un placido corso d’acqua, è che il sentiero pullula di piccole chiese bizantine scavate nella roccia ed impreziosite da coloratissimi affreschi (IX-XI secolo).

Lasciatevi alle spalle l’ingresso situato presso il Centro Visitatori di Ihlara e raggiungete la seconda entrata, nelle vicinanze della strada che porta a Belisirma.

Dopo aver pagato il parcheggio (40 LT), proseguite a piedi fino a raggiungere il piccolo bar e la biglietteria (la visita è compresa nel MuseumPass Cappadocia).

Imboccate la lunga scalinata che vi condurrà fino a 150 metri di profondità e date inizio alla vostra passeggiata.

 Kokar Kilise presso Ilhara Valley

È qui che si trova la maggior parte degli edifici rupestri, i cui interni raffigurano principalmente scene della vita di Cristo (sono vietate le fotografie con il flash).

  • Egritas Kilisesi, letteralmente chiesa della roccia pendente. Parte delle pareti è crollata, consentendo di avere una visione più ampia degli interni.
  • Kokar Kilise, a navata unica con volta a botte (è quella nella foto).
  • Agaçalti Kilise, ovvero la chiesa sotto l’albero.
  • Chiesa dei giacinti (Sümbüllü Kilise), la cui facciata è ornata da decorazioni a ferro di cavallo.
  • Chiesa dei serpenti, che contiene alcune rappresentazioni di peccatori e di serpenti, simbolo degli inferi.
  • Dark Castle Church (Karanlik Kale Kilisesi), un vasto monastero costruito attorno all’anno Mille, quasi completamente buio al suo interno.

Consigli utili per visitare Ihlara Valley in Cappadocia

La presenza così numerosa di famiglie turche lungo il percorso, mi ha indotto a pensare che questo canyon, pressoché pianeggiante e quasi completamente all’ombra, deve affascinare anche i local e non solo i tanti turisti che raggiungono la Cappadocia.

Non fatevi intimorire dai chilometri da percorrere, potete anche concentrarvi solo sul tratto Ihlara-Belisirma e divertirvi a scovare le chiese, seminascoste dalle rocce e dalla vegetazione.

Seguite la segnaletica e, se lo ritenete necessario, riposatevi di tanto in tanto per refrigerarvi (non dimenticate di portare con voi una borraccia d’acqua fresca) sulle panchine o nei pressi del fiumiciattolo.

Gli edifici sacri visitabili (alcuni potrebbero essere chiusi perché inagibili) sono raggiungibili attraverso scalinate o passerelle ed introdotti da pannelli informativi in turco e in inglese.

Un consiglio: prima di fare ritorno in hotel, raggiungete Selime.

Selime con i suoi iconici camini delle fate

Quando mi sono fermata per una rapida sosta fotografica, una guida turistica del posto mi ha confidato che una decina di persone vive ancora all’interno delle case scavate nel tufo e che il villaggio è apparso nel primo episodio di Star Wars (non sono certa che quest’ultima sia un’informazione attendibile).

Non solo cosa vedere: come arrivare in Cappadocia

Non esistono voli diretti che consentono di arrivare in Cappadocia dall’Italia ma i due aeroporti locali, quello di Kayseri e quello di Nevsehir, effettuano diversi collegamenti quotidiani (della durata di un’ora e quindici minuti circa) con i due aeroporti internazionali di Istanbul.

Una volta atterrati, potete raggiungere la vostra destinazione finale con uno dei bus locali, concordare il servizio transfer con l’hotel oppure, se desiderate visitare la Cappadocia in autonomia, noleggiare un’auto.

Personalmente, ho preferito quest’ultima opzione e mi sento di consigliarla, dal momento che le strade in tutta la regione sono decisamente in buono stato.

Dopo essere arrivata al minuscolo aeroporto di Nevsehir, sono stata accolta da uno dei dipendenti della compagnia di noleggio, che mi ha condotto fino alla sede centrale a bordo di un minibus.

Lo scalo è abbastanza piccolo (ma accogliente), dispone di una sola pista e non può contenere uffici e servizi che non siano quelli necessari per il disbrigo delle pratiche aeroportuali.

Chi desidera invece muoversi via terra, così da assaporare tutta la magia che un viaggio on the road può riservare, deve considerare che dalla città sul Bosforo occorrono circa 7 ore per arrivare in Cappadocia in macchina e più di 10 ore con l’autobus.

Visitare la Cappadocia in autonomia o con un tour organizzato

Se avete prenotato l’hotel, molto probabilmente vi sarà già arrivata un’email con una serie di escursioni extra (volo in mongolfiera, gita a cavallo o in quad).

A queste, di solito si aggiungono tre differenti tour organizzati con le agenzie di viaggio locali.

  • Red Tour: Castello di Uçhisar, Valle di Pasabagi, Museo all’aperto di Zelve, Avanos, Love Valley e Devrent Valley.
  • Green Tour: Kaymakli, Valle dei Piccioni, Valle di Ihlara, Selime
  • Highlights of Cappadocia: Castello di Uçhisar, Kaymakli, Valle dei Piccioni, Avanos, Devrent Valley, Valle di Pasabagi.

Chi ha preso un’auto a noleggio, non avrà alcuna difficoltà a raggiungere tutte queste destinazioni autonomamente.

Per evitare le lunghe code all’ingresso, acquistate on line anticipatamente il MuseumPass Cappadocia. Comprende tutti i punti d’interesse di questo itinerario (ad eccezione dei Castelli di Ortahisar e di Uçhisar) ed ha una validità di 3 giorni dal primo utilizzo.

Riceverete la vostra e-card tramite email e non dovrete fare altro che presentare il QRcode all’entrata, senza mettervi in fila alla biglietteria.

Ciononostante, nulla vi impedisce di effettuare anche solo un’escursione in compagnia di una guida locale, scegliendo tra quelle che preferite.

Una curiosità: alcuni dei tour organizzati in loco prevedono una tappa ad Avanos, cittadina a poca distanza da Göreme, celebre per la produzione di ceramica e di tappeti.

Se vi capita di andarci, non dimenticate di oltrepassare il ponte tibetano costruito sul Kizilirmak (letteralmente, fiume rosso) nel 1973 (misura 180 metri).

Non viene mai inserito negli itinerari turistici ma vi assicuro che è un’attrazione davvero divertente. Gli stessi abitanti di Avanos (donne, bambini, coppie) si dilettano a farlo ondeggiare, durante il passaggio.

Dove alloggiare in Cappadocia: perché scegliere Göreme

State cercando di capire dove alloggiare per riuscire a vedere più cose possibili durante il vostro soggiorno in Cappadocia?

Io mi sento di consigliarvi quasi ad occhi chiusi di fermarvi a dormire a Göreme.

È indubbio che questo villaggio scavato nella roccia sia diventato molto turistico, ma è altrettanto vero che questo non ha minimamente intaccato il suo fascino o messo in dubbio la sua autenticità.

Oltre a disporre di numerosi cave hotel (adatti a tutte le tasche), ristoranti di cucina locale e romantici punti panoramici, a Göreme non mancano i supermercati, le farmacie, le agenzie di viaggio.

Alla luce della mia personale esperienza, vi suggerisco di prenotare presso Göreme Mansion.

La struttura, che si trova a due passi dal celebre Sunrise Point (accessibile al costo di 20 LT e preso d’assalto dai fotografi all’alba, durante il volo delle mongolfiere), è dotata di parcheggio riservato, camere accoglienti e climatizzate, con connessione WI-FI e bagno privato (manca solo il frigobar).

la ricca colazione di Goreme Mansion

Serve una colazione tipicamente turca, dunque molto abbondante ma sostanzialmente salata, a base di: caffè, tè turco, spremuta d’arancia e ayran (a base di yogurt, sale e acqua), uova, patatine fritte, verdure, frutta, formaggi freschi e i gustosi simit, le ciambelline turche al sesamo.

Come altri cave hotel (alberghi realizzati completamente o parzialmente nel tufo) infine, Göreme Mansion vanta una magnifica terrazza panoramica, capace di regalare momenti magici sia all’alba che al tramonto.

Dove mangiare a Göreme: 2 ristoranti panoramici per ammirare il tramonto

Ricordo ancora l’emozione che ho provato dinanzi al mio primo tramonto in Cappadocia, affacciata alla terrazza del Rooftop by Castle Restaurant & Bar, mentre sorseggiavo una birra ghiacciata.

E che dire del romanticissimo Tuma Restaurant, così elegante e raffinato? Dalla sua sala esterna, affacciata sulla via principale di Göreme, si riesce ad abbracciare l’intera città.

È qui che ho assaggiato il piatto simbolo della Cappadocia, il Testi Kebab (o Pottery Kebab).

La carne viene cotta all’interno di un vaso di terracotta sigillato e aperto con un piccolo martello soltanto a tavola, dinanzi allo sguardo stupito del cliente.

La pietanza viene quindi letteralmente versata nel piatto ed è finalmente pronta per essere assaporata.

Quando visitare la Cappadocia e come vestirsi

Le guide di viaggio consigliano di visitare la Cappadocia durante le cosiddette mezze stagioni (ammesso che ancora esistano), evitando cioè la piena estate ed il pieno inverno.

Io ho soggiornato qui durante la settimana di Ferragosto e posso dirvi che, al di là delle ore centrali della giornata, sia al mattino che alla sera le temperature sono fresche.

Dopo il tramonto, soprattutto quando cenavo su terrazze o in ristoranti all’aperto, indossavo sempre una giacca leggera (non a caso i gestori dei rooftop mettono a disposizione dei clienti delle coperte, da usare all’occorrenza).

Se invece vi state chiedendo cosa indossare durante le escursioni, ecco quello che non deve assolutamente mancare nel vostro bagaglio: scarpe comode o da trekking (meglio chiuse perché la Cappadocia è abbastanza polverosa), un cappellino, abiti leggeri e traspiranti.

Tenete presente che i bar e i bagni situati nei pressi dei siti d’interesse storico solitamente non dispongono di dispositivo POS ma, come i parcheggiatori, accettano solo pagamenti in lire turche.

Ad eccezione dei receptionist degli hotel inoltre, in Cappadocia non è frequente trovare qualcuno che parli l’inglese. Non vi preoccupate: non sarete abbandonati al vostro destino.

Pur di essere d’aiuto, il vostro interlocutore chiamerà in soccorso l’unico collega o parente in grado di comunicare in una lingua che non sia il turco e lo metterà in contatto con voi.

A me è successo esattamente così e non mi sono mai sentita sola, tantomeno in pericolo.

Quanti giorni ci vogliono per vedere la Cappadocia

Se desiderate toccare tutte le tappe di questo itinerario, quattro o cinque giorni in Cappadocia saranno assolutamente sufficienti.

Le distanze non sono per nulla proibitive e, a meno che non vi spaventi l’idea di dover guidare a lungo, potreste aggiungere un’ulteriore escursione e dirigervi alla volta del lago salato Tuz Gölü, il secondo bacino d’acqua dolce della Turchia.

sul lago salato di Tuz Golu in Turchia

Dista circa 2 ore da Göreme, dispone di due bar ed un parcheggio ed è molto frequentato anche dai fenicotteri rosa (spero che siate più fortunati di me e riusciate a vederli).

Dovete infine tener presente che il volo mongolfiera può essere soggetto a cancellazioni a causa di particolari condizioni meteorologiche (anche se lo avete prenotato e pagato in anticipo) e dunque fermarsi in Cappadocia per più di 3 giorni, vi darebbe la possibilità di poter concordare una nuova data.

A questo punto non mi resta davvero che augurarvi buon viaggio!

Se avete bisogno di ulteriore supporto o desiderate farmi qualche domanda in merito all’organizzazione del viaggio, lasciate un commento. Risponderò il prima possibile.

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Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

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15 risposte

  1. Articolo utilissimo. Noi stiamo organizzando un viaggio tra Istambul e Cappadocia la seconda settimana di marzo. L’incognita ovviamente è il meteo. Sicuramente troveremo freddo, ma non ci lasceremo certo sconfortare dalle temperature. Giro il tuo articolo alle mie compagne di viaggio così anche loro Si fanno un’idea delle tempistiche.

  2. Questo sì che è un viaggio da sogno. Pensando alla Cappadocia e alle cose da fare, mi sarebbe venuto in mente solo il volo in mongolfiera (che già comunque da solo direi che vale il viaggio), mentre vedo che c’è molto di più. Grazie per tutti questi suggerimenti pratici oltre all’ispirazione, perché sono un itinerario praticamente già fatto per chi volesse visitare la regione.

  3. Un articolo dettagliato e ricco di consigli pratici per esplorare la meravigliosa Cappadocia. Le informazioni sui collegamenti, le opzioni di alloggio e i suggerimenti per vivere al meglio l’esperienza rendono questa guida un must-read per chiunque stia pianificando un viaggio in questa affascinante regione.

  4. Interessante scoprire il significato del nome di questa regione in lingua turca!
    Avevo sentito parlare solo dei camini delle fate, immancabili in un viaggio in Cappadocia ma non avevo mai sentito parlare di Zelve o Ortahisar e tutti i bellissimi posti che hai visitato. Mi rendo conto che c’e molto altro oltre al classico giro in mongolfiera.

  5. Articolo molto interessante!E’ uno dei luoghi che più mi attirano e desidero visitare. Ho scoperto che ci sono molte chiese, musei e parti sotterranee da visitare. Interessante anche la possibilità, giorni a disposizione permettendo, di percorrere la tratta Instanbul Cappadocia in auto, prevedendo tappe intermedie.

  6. Ho appena orgnizzato un viaggio per dei clienti che ha toccato anche la Cappadocia e abbiamo incluso l’escursione in mongolfiera, effettivamente è un must da non perdere e sebbene non sia proprio economica ne vale assolutamente la pena. Bella comunque tutta la zona, sono stata in Turchia veramente tanto tempo fa il ricordo comincia a sfumare

    1. L’inflazione in Turchia attualmente è davvero elevata e questo, inevitabilmente, si ripercuote sulle attività/attrazioni turistiche. Tuttavia, io sono sempre dell’idea che ciascuno è libero di spendere i propri soldi come crede e che il valore di un oggetto o di un’esperienza è qualcosa di soggettivo così come il concetto di costoso o non economico è qualcosa di assolutamente relativo.

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