Museo della Musica a Bologna: dove si trova, orari e biglietti

la prima sala del Museo della Musica di Bologna

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Il Museo della Musica, allestito nell’elegantissimo Palazzo Sanguinetti di Bologna, custodisce uno dei più preziosi tesori bibliografici musicali d’Italia.

Con i suoi antichi manoscritti, le pregiate partiture e i ricercati strumenti, è un vero scrigno di storia, tradizione e cultura che aspetta solo di essere ammirato.

Museo della Musica a Bologna: da padre Martini a Palazzo Sanguinetti

La storia del Museo internazionale e biblioteca della musica s’intreccia profondamente con quella di padre Giovanni Battista Martini (1704-1784).

Noto per essere stato insegnante di J. C. Bach e W. A. Mozart, all’esperto maestro e compositore bolognese si deve una ricchissima collezione di libretti d’opera, manoscritti e stampe musicali databili tra il Cinquecento ed il Settecento.

In ansia per le sorti di questo immenso patrimonio, padre Martini chiese a Benedetto XIV di consentirne il trasferimento presso il convento di San Francesco.

Dopo essere scampata alle confische delle truppe napoleoniche, nel 1816 l’intera raccolta confluì nell’archivio del Liceo Musicale, presso la Chiesa di San Giacomo Maggiore.

Nel 2004, al fine di valorizzare l’ormai cospicuo patrimonio, è stato istituito il Museo internazionale e biblioteca della Musica, all’interno di Palazzo Sanguinetti a Bologna (proclamata Città Creativa della Musica dall’UNESCO).

corrispondenza espistolare conservata presso il Museo della Musica di Bologna

All’imponente catalogo bibliografico, che vanta più di 100.000 tra volumi, stampe e libretti, si affianca una collezione di circa 300 dipinti e diversi strumenti musicali.

Museo internazionale e biblioteca della Musica: dove si trova a Bologna

L’elegante residenza settecentesca situata presso Strada Maggiore 34 a Bologna, nel 1798 passò nelle mani della famiglia Aldini, che effettuò alcuni ampliamenti, mentre nel 1832 fu acquistata da Domenico Donizelli.

Il tenore ospitò Gioachino Rossini quando la casa del compositore, a poca distanza da qui, fu interessata da una ristrutturazione.

I Sanguinetti ne divennero proprietari nel 1870 e conferirono a Giovanni Battista Martinetti la direzione dei lavori di rifacimento, sia dei saloni che del magnifico scalone monumentale.

Eleonora, l’ultima erede, nel 1986 donò il palazzo di famiglia al Comune di Bologna affinché ne facesse la sede del museo e della biblioteca di padre Martini.

Museo della Musica a Bologna: il percorso di visita

Entrando nella prima sala del museo, le cui decorazioni ricordano un verdissimo e boscoso giardino, ci si trova al cospetto di due delle quattro arpe cromatiche esistenti al mondo.

Il secondo salone, noto come Sala di Didone ed Enea, è un vero e proprio omaggio a padre Martini e alla sua attività di fine erudito e collezionista.

La Sala dello Zodiaco, a cui lavorò Pelagio Palagi, esplora i rapporti epistolari che il frate francescano bolognese intrattenne con alcuni dei suoi allievi, ma non solo.

Dalla prova di ammissione di Mozart al manoscritto del Barbiere di Siviglia

Tra i documenti esposti, si annoverano due delle tre prove che Mozart sostenne nel 1770 per essere ammesso all’Accademia Filarmonica di Bologna.

Il primo spartito è il compito svolto dal candidato, mentre il secondo, che presenta numerose correzioni, lascia intravedere la mano del maestro.

Poiché la terza prova (attualmente all’Accademia Filarmonica), ovvero quella consegnata da Mozart alla commissione, è identica alla seconda, si dice che padre Martini, forse colpito dalla bravura del giovane austriaco, lo abbia addirittura aiutato a superare il test di ammissione.

Il quarto ambiente espositivo è stato allestito nella Sala del gabinetto, un antico spazio dedicato ai colloqui privati.

Raccoglie alcuni dei più importanti trattati di musica, pubblicati tra il Quattrocento ed il Seicento.

Nel quinto salone, la Sala delle Feste, si ripercorre l’evoluzione dell’editoria in ambito musicale.

Qui trova posto il preziosissimo Harmonice musices Odecathon A.

Realizzato da Ottaviano Petrucci nel 1501: è la prima pubblicazione musicale della storia.

Accanto ai volumi, non mancano magnifici strumenti musicali, tutti databili tra il XVI ed il XVII secolo, tra cui alcuni liuti, una ghironda ed un violino dalla curiosa forma a delfino.

La sesta e la settimana sala, dallo stile esotico ed orientaleggiante, sono interamente dedicate all’Opera.

Quest’ultima nello specifico, celebra Verdi, Wagner, Donizetti, Bellini e soprattutto Rossini.

il manoscritto con lo spartito del Barbiere di Siviglia di Rossini

È qui infatti, che si trova il manoscritto autografo del 1816, con la partitura del Barbiere di Siviglia.

Se l’ottavo ambiente vi consentirà di fare un viaggio tra gli strumenti musicali più in voga tra XVIII e XIX secolo, la nona e ultima stanza, impreziosita dalle raffigurazioni di esseri mitologici e animali fantastici, commemora due grandi compositori del Novecento bolognese: Giuseppe Martucci e Ottorino Respighi.

Bologna: Luca Carboni in mostra a Palazzo Sanguinetti

Fino al 9 Febbraio 2025 lo spazio espositivo di Palazzo Sanguinetti destinato alle mostre temporanee, accoglie Rio Ari O, un allestimento che celebra i 40 anni di attività di Luca Carboni.

Il cantautore bolognese infatti, esordì sul mercato discografico italiano nel 1984 con l’album …Intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film.

Tutti noi abbiamo canticchiato i suoi brani di successo, come: Silvia lo sai e Mare mare, fino alla più recente San Luca, in collaborazione con Cesare Cremonini.

Ma, oltre ad essere un musicista che sa emozionare arrivando al cuore delle persone, Carboni se la cava egregiamente anche con disegni, bozzetti, schizzi, pennelli e tele.

Ha dichiarato di aver scoperto di possedere questo talento, proprio durante la lavorazione della copertina del suo primo disco.

È allora che si accorse di come, alla pari delle canzoni, anche la cura delle immagini, la scelta dei i colori e le foto sarebbero stati decisivi per comunicare in modo profondo con il pubblico.

Luca Carboni e la copertina del disco Sputnik

Durante la prima parte della mostra, si ha quasi l’impressione di essere accolti all’interno del suo studio di registrazione.

I pannelli informativi, che si rivolgono al visitatore in prima persona, svelano retroscena, appunti presi ai margini di vecchi block-notes e inedite storie disegnate.

Bologna e le donne sono invece le protagoniste dell’ultima parte del percorso di visita, che culmina con coloratissime cattedrali dai lineamenti tipicamente femminili, realizzate con assi di legno.

Informazioni utili: orari, biglietti e come arrivare

Il Museo della Musica è aperto tutti i giorni (tranne il lunedì) ed osserva i seguenti orari:

  • dal martedì al giovedì, dalle 11:00 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 18:30;
  • il venerdì, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 19:00;
  • sabato, domenica e festivi, dalle ore 10:00 alle 19:00.

La biblioteca invece è accessibile:

  • dal martedì al venerdì, dalle 09:30 alle 13:30;
  • mercoledì e giovedì, dalle 09:30 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 16:30.

Il biglietto d’ingresso costa 5 Euro (riduzioni e agevolazioni sono consultabili sul sito internet del Museo della Musica).

Di pari importo è l’accesso alla mostra Rio Ari O.

L’acquisto della soluzione cumulativa di 10 Euro, che include il museo e l’esposizione del cantautore bolognese, non è obbligatoria.

È infatti prevista la possibilità di intraprendere anche solo uno dei due percorsi di visita che, pur individuati all’interno del medesimo edificio, non sono tra loro comunicanti.

Il modo più rapido per arrivare fino a qui non è certamente l’automobile, che vi consiglio di lasciare fuori dai viali di circonvallazione di Bologna.

Potrete raggiungere Strada Maggiore a piedi oppure con gli autobus gestiti da Tper (linee: 11, 25, 27 C).

Le preziose collezioni del Museo della Musica vi attendono a Bologna: non vi resta che inserire questa tappa nel vostro prossimo tour in città.

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4 risposte

  1. Bologna non smette mai di stupire per la sua creatività e la capacità unica di unire il passato al presente. E così al Museo della Musica, dopo l’emozione della prova di ammissione di Mozart, si può passare alla celebrazione dei 40 di un cantautore che più bolognese non si potrebbe. Infine un omaggio artistico alle donne. Per non parlare della splendida occasione per percorrere Strada Maggiore, una delle mie preferite

  2. Non avevo idea che a Bologna ci fosse un museo così importante dedicato alla musica! Hai fatto bene a parlarne sul tuo blog dato che si tratta di un luogo incredibile e molto interessante che non vedo l’ora di visitare!
    Pelagio Palagi avrà fatto un capolavoro con la Sala dello Zodiaco!

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