Piazza Mercato e dintorni a Napoli

l'ampia Piazza Mercato a Napoli

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Piazza Mercato (anche detta Piazza del Mercato) è uno dei luoghi più emblematici di Napoli.

In questo slargo, interessato negli ultimi anni da importanti lavori di riqualificazione, hanno avuto luogo alcuni degli episodi più significativi della storia della città partenopea.

Scopriamo di più!

Piazza Mercato nella storia di Napoli: date e avvenimenti storici principali

Alla fine del 1200 gli Angioini stabilirono come nuova sede del mercato cittadino, un’area situata in prossimità delle mura cittadine (per questo detta campo moricino).

Quello che si apprestava a diventare un grande polo commerciale, sarebbe stato ricordato però per eventi carichi di morte e di dolore.

La prima esecuzione pubblica in Piazza Mercato si svolse nel 1268, con la decapitazione del giovanissimo sovrano Corradino di Svevia.

Per contro, l’ultima risale addirittura al 1800, quando Luisa Sanfelice trovò la morte a seguito delle rivolte del 1799.

È proprio da qui inoltre, che nel 1647 Masaniello, guidò la Rivoluzione Napoletana.

Nel 1781 Piazza Mercato fu teatro di un altro avvenimento assai tragico: tutte le bancarelle di legno allestite all’interno della piazza, presero improvvisamente fuoco durante uno spettacolo pirotecnico.

Fu proprio a seguito di tale evento che Ferdinando IV di Borbone decise di avviare un profondo processo di riqualificazione della piazza e di affidarlo a Francesco Sicuro.

Nel 1943 tuttavia, i violenti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale distrussero nuovamente la zona.

Se pensate che il peggio sia ormai passato, vi sbagliate di grosso perché nel 1958, sul lato meridionale della piazza, spuntò l’imponente Palazzo Ottieri (dal nome dell’imprenditore edile Mario Ottieri).

Si tratta di una vera e propria barriera di cemento che tutt’ora si frappone tra Piazza Mercato e l’adiacente Piazza del Carmine, sede dell’omonima Basilica.

Per anni questa piazza è stata essenzialmente adoperata come un grande parcheggio per le automobili.

Soltanto di recente, si è riusciti a restituirla in tutto il suo eterno splendore, ai cittadini e ai tanti amanti di Napoli.

Cosa vedere nei dintorni di Piazza Mercato

Quando Paola, la mia guida in questa esplorazione urbana, ha condotto me, Laura e le altre compagne di viaggio al centro di Piazza Mercato a Napoli, ho sentito nella sua voce un velo di commozione.

Del resto, quando si vive per tanti anni in una città fino a sentirla come la propria casa, anche al professionista più competente e autorevole, è consentito cedere, di tanto in tanto, all’emozione.

Ed è forse per questo che, mentre ascoltavo il suo racconto in maniera attenta e presente, non riuscivo a smettere di immaginare, nella mia mente, i diversi volti che Piazza Mercato deve aver assunto nel corso della storia di Napoli.

Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato

Più di tutti, c’è stato un edificio che, improvvisamente, ha catturato la mia attenzione: la Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato.

Francesco Sicuro realizzò questa Chiesa (attualmente chiusa per restauri), nell’ambito del progetto di rinnovamento che interessò la piazza.

Tuttavia, sono certa che non riuscirete a resistere alla tentazione di fotografarne la cupola maiolicata, dalle sfumature verdi e gialle, che risplendono sotto i raggi del sole.

La doppia intitolazione dell’edificio è legata all’unione di due cappelle, originariamente separate e fortemente danneggiate dall’incendio del 1781.

Si tratta della Cappella di Santa Croce, eretta nel luogo della decapitazione di Corradino e della Cappella del Purgatorio.

Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato con la cupola di maioliche

Fontane di Piazza Mercato

In origine le fontane che adornavano Piazza Mercato a Napoli erano cinque.

  • Fontane del Seguro, dal nome dell’architetto che le fece costruire, Francesco Sicuro, sono sormontate da obelischi piramidali, che le rendono dei veri e propri monumenti. Ancora oggi le due fontane conservano la loro collocazione originaria, una a est e l’altra a ovest della piazza;
  • una Fontana dei Delfini, che secondo la tradizione fu il luogo dal quale Masaniello soleva rivolgersi alle folle e che oggi si trova nel borgo di Cerreto Sannita (Benevento);
  • la Fontana dei Leoni, anch’essa realizzata da Sicuro e oggi esposta nel parco napoletano dei Giardini del Molosiglio;
  • Fontana Maggiore, oggi non più esistente poiché distrutta attorno al 1930.

Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore

Volgendo lo sguardo verso il lato meridionale della piazza, non potrete assolutamente non notare (nonostante la presenza ingombrante di Palazzo Ottieri) lo splendido campanile della Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore.

La facciata della Basilica, uno dei più importanti edifici sacri di Napoli, risale al 1766 poiché, quella originaria, subì diversi danni sia a seguito di terremoti che a causa degli scontri rivoluzionari che nelle piazze limitrofe, ebbero luogo.

Campanile della Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore

La stessa sorte toccò al campanile, completamente rifatto nel 1600.

È alto ben 75 metri e presenta tre livelli sormontati da una cuspide completamente maiolicata, dove è stata innalzata una croce, che poggia su una sfera di rame.

Dovete sapere che tutti gli anni, circa alle ore 22:00 del 15 Luglio, il campanile della Basilica diventa lo scenario di spettacolari fuochi pirotecnici in occasione delle celebrazioni della Madonna del Carmine.

Il colpo d’occhio è sensazionale: sembra quasi che il campanile prenda fuoco!

Un consiglio: per scattare delle foto davvero sensazionali a questa torre campanaria rivestita di maioliche, vi consiglio di raggiungere Via Lavinaio.

Le due file di palazzi che delimitano questo stretto vicolo, incorniciano letteralmente il campanile della Basilica. È uno scorcio davvero instagrammabile!

campanile della Basilica del Carmine a Napoli

Nell’atrio della Chiesa vi è una lapide marmorea, posta qui nel 2015 in ricordo di coloro che persero la vita nella Rivoluzione Napoletana del 1799.

Gli interni sono un vero trionfo dello stile barocco napoletano.

Sulla porta d’ingresso si staglia un organo costituito da ben 4.800 canne, risalente al 1907.

Il soffitto a cassettoni, decorato con un’immagine della Madonna del Carmine, sostituisce la copertura originale, distrutta durante il secondo conflitto mondiale.

Prodigiosa effigie della Madonna Bruna

L’effigie della Madonna Bruna (così chiamata per i suoi colori scuri), custodita in un’imponente edicola marmorea, è oggetto di una forte venerazione da parte dei napoletani.

Pensate che nel Giubileo del 1500 l’immagine sacra giunse a Roma, così come il Crocifisso, oggi custodito nel transetto laterale.

Durante questo periodo, avvennero diversi miracoli, ricondotti alla presenza dell’effigie mariana.

Per questo motivo, Federico d’Aragona stabilì che il 24 Giugno (che era un mercoledì) gli infermi potessero recarsi presso la Basilica per implorare la Madonna affinché potesse donare loro la tanto sospirata guarigione.

Ancora oggi, il popolo napoletano ha l’abitudine di invocare l’aiuto della Madonna Bruna. Ne è una testimonianza la celeberrima esclamazione: Mamma d’o Carmine!, molto diffusa nel dialetto locale.

Miracolo del Crocifisso

Anche il Crocifisso è legato ad un evento prodigioso.

Si narra infatti che nel 1439 riuscì persino a schivare una palla di cannone, abbassando il capo verso destra.

Il colpo andò a finire sul fondo della Chiesa ed il punto esatto in cui esplose risulta essere delimitato da un cerchio tracciato, sulla pavimentazione.

La palla di cannone fu posta nel chiostro, dove si trova ancora oggi.

Monumento a Corradino

Sul lato sinistro della Chiesa troneggia il Monumento a Corradino, fatto erigere nel 1847 in onore dello sfortunato sovrano decapitato in Piazza Mercato alcuni secoli prima.

Fu Carlo d’Angiò a condannare a morte il giovane re, a seguito della disfatta di Tagliacozzo del 1267.

Dopo l’esecuzione avvenuta in pubblica piazza, il corpo di Corradino, venne sepolto all’interno della Basilica del Carmine.

Nel 1943 uno stuolo di militari tedeschi si presentò nell’edificio per chiedere la restituzione del corpo del defunto re svevo e portarlo in Germania.

I soldati non capirono però che i resti del malcapitato si trovavano nel piedistallo del monumento funebre e così, tornarono a casa a mani vuote.

Masaniello e il suo legame con Piazza Mercato

La figura di Masaniello è strettamente legata alla storia di Napoli e, in particolare a quella di Piazza Mercato. Per lungo tempo si è ritenuto che le sue origini fossero collocate ad Amalfi (il suo vero nome è Tommaso Aniello d’Amalfi), mentre in realtà il celebre rivoltoso nacque proprio a Napoli.

Casa natale di Masaniello

Nel 1997 venne posta, sulla facciata di una palazzina di Vico Rotto al Mercato (alle spalle di Piazza Mercato), una targa.

targa della casa natale di Masaniello in Piazza Mercato a Napoli

Qui infatti si pensa sia nato e abbia trascorso i primi anni di vita di Masaniello.

Anche a costui, come a re Corradino, la sorte riservò una morte dolorosa. Ritenuto pazzo e tradito dai suoi stessi sostenitori, cercò rifugio all’interno della Basilica del Carmine dove però, trovò la morte.

Morte e sepoltura di Masaniello

Il suo corpo fu decapitato e i suoi resti vennero gettati in una buca.

A seguito dell’intervento della diocesi napoletana tuttavia, si decise di rendere omaggio al celebre popolano, portandone le spoglie in processione per poi dar loro una degna sepoltura all’interno della Basilica.

Dopo i fatti del 1799, i resti di Masaniello furono portati fuori dalla Chiesa e dispersi, affinché non fossero oggetto di devozione e fonte di una nuova spinta rivoluzionaria.

Nel 1960 infine, i frati carmelitani eressero una lapide commemorativa, nel punto in cui il suo corpo morto era stato sepolto.

Arco di Sant’Eligio

Sul lato diametralmente opposto di Piazza Mercato, lungo Via Sant’Eligio, svetta un ampio arco, che presenta un’originalissima particolarità.

Nel 1943 l’intera zona portuale della città di Napoli fu interessata da una fortissima esplosione.

La motonave Caterina Costa, carica di armi, munizioni e altro materiale bellico, scoppiò e, una delle sue lamiere infuocate, si conficcò nell’orologio dell’arco di Sant’Eligio, che in quel momento segnava le ore 15:00.

Pensate che solo nel 1993 si decise di riparare l’orologio, rimettendolo in funzione con una lancetta.

arco di Sant'Eligio vicino a Piazza Mercato a Napoli

Attorno alle due teste che decorano l’arco, circola una leggenda d’amore e di morte. Pare che il duca Caracciolo avesse fatto imprigionare il padre di una giovane affinché quest’ultima, inizialmente reticente, accettasse il suo corteggiamento.

Una volta scarcerato però, il padre della ragazza chiese aiuto a Isabella, figlia di Ferdinando d’Aragona, che fece giustiziare il duca.

Le due teste raffigurate subito sotto al quadrante dell’orologio sarebbero quindi rispettivamente quella del duca e della giovane che, dopo le nozze riparatrici lo avrebbe fatto decapitare.

Chiesa di Sant’Eligio Maggiore

La Chiesa di Sant’Eligio Maggiore fu edificata alla fine del 1200 e, poco dopo, affiancata da un ospedale.

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu fortemente danneggiata dai bombardamenti e fu interessata da notevoli rimaneggiamenti e restauri.

Attualmente l’ingresso della Chiesa è a ridosso del già citato arco ed è costituito da un portale in stile gotico francese.

Gli interni, rivestiti di tufo, scoprono in alcuni punti gli affreschi originari, che rivestivano le tre navate e le cappelle.

Borgo Orefici

L’arco di Sant’Eligio segna in qualche modo il passaggio da Piazza Mercato al Borgo degli Orefici, compreso tra la trafficata Via Marina e il centralissimo Corso Umberto I (anche noto come Rettifilo).

Questa zona anticamente pullulava di botteghe e laboratori, dove gli artigiani realizzavano i loro manufatti.

Il mio consiglio è di perdervi tra gli stretti vicoli che si inerpicano a ridosso delle due arterie principali e divertirvi ad individuare, nelle intestazioni delle vie, le antiche professionalità che qui, anticamente, esprimevano la loro arte.

Pensate che nel 2000 è stato fondato, all’interno del Borgo Orefici di Napoli, il Consorzio Antico Borgo Orefici.

Oltre a riqualificare l’area, si pone l’obiettivo di formare nuovi maestri orafi, per poi aiutarli ad inserirsi nel mercato del lavoro.

Chiesa di San Giovanni a Mare

A meno di cento metri dalla Chiesa di Sant’Eligio Maggiore, sorge la Chiesa di San Giovanni a Mare, una delle chiese più antiche di Napoli.

Fu fondata attorno al 1200 nei pressi di un ospedale gestito dall’ordine dei cavalieri di Gerusalemme e, negli anni, subì diversi restauri.

L’ingresso è posto sulla navata laterale e rivela immediatamente i segni dei diversi stile architettonici che hanno contraddistinto i rimaneggiamenti.

Donna Marianna: a’ capa ‘e Napule

Nel cortile antistante il portale d’accesso alla Chiesa si staglia, imponente, a’ capa ‘e Napule, copia di una statua oggi conservata a Palazzo San Giacomo e rinvenuta nel 1954.

copia di Donna Marianna presso la Chiesa di San Giovanni a Mare

Raffigura il volto di una donna e, per questo, è stata associata inizialmente alla figura della sirena Partenope.

In un secondo momento invece, è stata ricondotta al culto della dea Afrodite e all’antica Neapolis.

Alla fine del 1700, dopo le rivolte popolari, la statua divenne per tutti: Donna Marianna.

Si tratta di un chiaro riferimento alla Rivoluzione Francese e agli ideali che ne furono alla base (libertà, uguaglianza, fratellanza), raffigurati per l’appunto da Marianne.

Come raggiungere Piazza Mercato: la nuova stazione progettata da Fuksas

Se arrivate a Napoli in treno, potete raggiungere Piazza Mercato a piedi con una passeggiata di circa quindici minuti.

In alternativa, vi consiglio di prendere la metropolitana della linea 1 da Piazza Garibaldi e scendere alla fermata Duomo, che si trova in Piazza Nicola Amore.

Una volta arrivati, sarete catapultati in un enorme cantiere, avviato dal noto architetto Massimiliano Fuksas, che ha reso la nuova fermata della metropolitana un vero e proprio museo.

Durante gli scavi sono stati rinvenuti dei reperti di notevole interesse storico ed archeologico.

Si tratta dei resti di un tempio romano del I secolo d.C.

La stazione sarà sormontata da un’enorme cupola trasparente, grazie alla quale i reperti saranno visibili anche all’esterno.

Nel 2021, dopo 20 anni dall’inizio dei lavori, la stazione Duomo è stata finalmente messa in funzione, ma per il completamento della cupola si dovrà attendere.

Perché visitare Napoli con Paola di Guide Naples

Paola Artizzu, abruzzese di nascita ma napoletana d’adozione, si è rivelata la guida perfetta per questo tour di Piazza Mercato e dintorni a Napoli.

Le sue competenze professionali, unite al profondo senso di amore e appartenenza che nutre verso la città che, negli anni, ha finito per chiamare casa, rendono i suoi tour guidati delle esperienze cariche di emozioni.

Paola è un’ottima guida di Napoli perché ama Napoli e questo si evince fin da subito.

Mi ha spiegato che il suo legame con i quartieri portuali della città si deve alla particolare atmosfera che si respira nella zona del Mercato.

Si tratta di un’area depositaria di memorie tragiche, teatro di rivoluzioni sanguinose ed esecuzioni capitali.

Offre uno strepitoso concentrato di eccellenze artistiche, storie romantiche e difficoltà del vivere quotidiano.

Promuoverla costituisce per lei, un contributo fondamentale alla conoscenza di un quartiere che merita maggiore attenzione e necessita di ulteriori progetti di riqualificazione.

Paola esercita l’attività di guida turistica a Napoli e nelle zone limitrofe da ben vent’anni e propone i suoi tour su Guide Naples.

È laureata in Conservazione dei Beni Culturali, ha conseguito un Master in Mediazione culturale e educazione museale.

La divulgazione del patrimonio culturale costituisce la sua professione.

Si è specializzata in tour privati: propone esperienze di visita riservate a coppie, famiglie, piccoli gruppi a cui si dedica in esclusiva, garantendo progettualità e personalizzazione.

il gruppo in visita a Piazza Mercato di Napoli con Paola Artizzu

Se volete contattarla per pianificare il vostro prossimo tour alla scoperta dei volti inediti della città di Napoli, ecco i suoi riferimenti:

Con il suo sorriso e la sua professionalità, sono certa che vi farà immediatamente innamorare di Napoli!

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16 risposte

  1. Si dice che si vede Napoli e poi si muore ma non si può morire sapendo che a esiste una città come Napoli che, in ogni angolo, mostra la sua bellezza! Non sono passata da qui nel mio brevissimo viaggio a Napoli di qualche anno fa: motivo in più per tornarci!

    1. Certo che la storia della piazza Mercato è stata molto travagliata!!! Non conosco questa parte di Napoli ma sembra molto interessante. Il campanile della Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore piatrellato di maioliche mi incuriosisce molto. Grazie per tutte queste informazioni!

      1. Sono così tanti gli avvenimenti che si sono verificati in Piazza Mercato che è impossibile non farci un salto. Merita davvero

  2. A Napoli ci sono stata una volta sola per lavoro ma purtroppo non ho avuto nemmeno cinque minuti per riuscire a vedere qualcosa: praticamente mi spostavo solo dall’albergo al centro in cui si svolgevano i convegni, per cui posso dire di non conoscerla affatto. Mi piacerebbe poterci tornare, e quando lo farò mi metterò sicuramente in contatto con Paola perché una guida che ama il suo lavoro e la città che ti sta facendo conoscere può fare davvero la differenza.

  3. Napoli è davvero una continua scoperta e mi sono piaciuti molto i cenni agli avvenimenti storici della città e ai suoi personaggi così passionali. Per fortuna l’aera di Piazza Mercato sarà recuperata e le bellissime chiese rimesse in valore, come mi piacerebbe assistere ai fuochi della Madonna del Carmine!

  4. Sono stata a Napoli a febbraio per il compleanno di mio marito, abbiamo visitato molti dei luoghi di cui parli, ma non conoscevo tutta la storia che c’è dietro. Ovviamente con una guida la visita della città rimane più completa. Complimenti per le foto perchè sono meravigliose!

    1. Ti ringrazio molto. Napoli è una città dove sono così tante le cose da vedere che senza una guida del posto saresti perso. Sono contenta che ti piacciano le foto.

    1. A Napoli la bellezza si cela dietro ogni angolo. Visitarla con qualcuno che la conosce bene di sicuro può essere d’aiuto a scovarla .

  5. Conosco bene Napoli e la adoro, appena posso vado due giorni a respirare un po’ di napoletanità!
    Visitare una città così ricca di storia e affascinante come Napoli con una brava guida è sicuramente un quid in più al viaggio e all’esperienza! Non conoscevo Guide Naples, me lo segno e la prossima volta andrò alla scoperta di Napoli con loro! Grazie mille!

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