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Rocca Sforzesca di Bagnara di Romagna in provincia di Ravenna

camminamenti della Rocca Sforzesca di Bagnara di Romagna

Indice dei Contenuti

La Rocca Sforzesca è indubbiamente il monumento simbolo di Bagnara di Romagna, uno dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Ravenna.

La maestosità di questo baluardo difensivo, giunto fino a noi nella sua quasi totale interezza, restituisce immediatamente al visitatore tutta la fierezza, l’eleganza e l’autorevolezza di Caterina Sforza.

Non a caso del resto, colei che dotò Bagnara di una fortezza quadrangolare solida e imponente, venne ribattezzata dai suoi contemporanei: la Tigre di Romagna.

Bagnara di Romagna tra i borghi più belli d’Italia in provincia di Ravenna: breve storia della Rocca Sforzesca

Sul finire del Duecento Uguccione della Faggiola, desideroso di conquistare Lugo, stabilì un presidio difensivo nel territorio di Bagnara.

Circa cinquanta anni dopo, alla metà del Trecento, Barnabò Visconti costruì la cinta muraria e fece innalzare un maniero, dall’aspetto tipicamente medievale.

Il castello tuttavia, nell’ambito degli scontri tra Filippo Maria Visconti e Angiolo della Pergola (1428), venne completamente raso al suolo.

Rocca Sforzesca di Bagnara di Romagna in provincia di Ravenna: da fortezza rinascimentale a sede del Museo del Castello

Dopo essere stato ricostruito, nel 1482 venne donato da Papa Sisto IV a suo nipote Girolamo Riario.

Costui, che con sua moglie Caterina Sforza governava le terre di Imola e Forlì, morì assassinato in una congiura pochissimi anni dopo (1488).

Una volta rimasta vedova, la donna non si perse affatto d’animo ma al contrario, prese immediatamente in mano le sorti della signoria.

Celebrata dai libri di storia come una donna bellissima (dopo la morte di Riario, sposò prima Giacomo Feo e poi Giovanni de Medici), colta e astuta, Caterina riusciva ad essere allo stesso tempo una madre amorevole con i suoi figli e una stratega temutissima dai nemici.

A Bagnara di Romagna, dove certamente soggiornò almeno una volta per incontrare il duca di Calabria in vista della discesa di Carlo VIII (1494), la contessa costruì il grande maschio rotondo.

la Rocca Sforzesca a Bagnara di Ropmagna

Pur essendo riuscita a sventare l’attacco delle truppe francesi, nel 1499 dovette arrendersi, non senza combattere con orgoglio, dinanzi a Cesare Borgia.

A partire dal Seicento, quando la finalità difensiva era ormai venuta meno, la Rocca Sforzesca subì numerose modifiche.

In questo periodo infatti, i camminamenti di ronda vennero coperti, il ponte levatoio fu eliminato e l’ingresso principale, originariamente a sud, venne spostato sul lato orientale.

Dopo l’Unità d’Italia, il Comune acquistò la Rocca che, fino al 1926 fu la sede delle scuole elementari.

Nella prima metà del Novecento, un violento terremoto richiese il rifacimento di parte del piano nobile.

La fortezza inoltre, finì sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che (fortunatamente, aggiungerei), danneggiarono esclusivamente l’imponente arco d’ingresso.

Rocca Sforzesca di Bagnara di Romagna in provincia di Ravenna: il Museo del Castello

Dal 2008 la Rocca di Bagnara di Romagna è la sede del Museo del Castello.

Il percorso di visita comincia al primo piano, all’interno degli ambienti interamente ricostruiti nel Novecento.

Utilissimi pannelli informativi uniti alla collezione di reperti rinvenuti sul territorio, sapranno condurvi in un percorso a ritroso nella storia più antica di questa località della Bassa Romagna.

reperti archeologici a Bagnara di Romagna

Dai primi nuclei abitativi dell’Età del Bronzo Medio e Recente (XVI-XII secolo a.C.) agli insediamenti di epoca romana, fino alle cosiddette motte.

Queste sporgenze artificiali erano numerosissime in età medievale, in tutta l’area della Pianura Padana.

Accoglievano piccoli villaggi dalle case di legno e terra, protetti da fossati e palizzate.

Dalla motta dei Prati di Sant’Andrea all’ultimo Papa Re

Nel 2005 gli archeologi hanno scoperto l’esistenza di un insediamento presso l’antica motta dei Prati di Sant’Andrea.

Sarebbe questa dunque la prima collocazione di Bagnara, poi strategicamente abbandonata in favore di una posizione più favorevole.

Da qui, passando per il torrino visconteo, che attualmente svolge la funzione di ufficio di rappresentanza del Sindaco, percorrerete i panoramici camminamenti del castello e, attraversato il piccolo ponte levatoio, varcherete la soglia della Sala dei Signori, realizzata nella suggestiva casamatta (torre dalla volta a cupola).

I protagonisti della seconda e ultima parte dell’esposizione sono le due figure che hanno segnato maggiormente la storia e l’evoluzione della Rocca: la già citata Caterina Sforza (1462-1509) e Giovanni Maria Mastai Ferretti (1792-1878), Vescovo Conte di Bagnara di Romagna.

Proclamato pontefice nel 1846 con il nome di Pio IX, Mastai Ferretti è stato l’ultimo Papa Re poiché nel 1870, la Presa di Porta Pia decretò la fine del potere temporale della Chiesa.

Tra le migliorie che apportò alla Rocca Sforzesca, si annoverano la riqualificazione delle mura e alcune modifiche strutturali ai soffitti delle sale.

L’abito di Caterina Sforza e le antiche prigioni della Rocca
abito dell'epoca di Caterina Sforza

Questo ambiente custodisce un manichino che indossa un magnifico abito in lino e velluto di seta, dal corpetto rigido e le maniche aderenti, fedele ricostruzione dell’abbigliamento femminile in voga ai tempi di Caterina, nonché un curioso graffito.

Nell’iscrizione, risalente al 1678, un uomo spiega che, per aver osato tenere i suoi commerci a Bagnara nel giorno di domenica, abbia dovuto scontare ben 60 giorni di prigione.

Doveva sembrare già a quei tempi una punizione spropositata, se il malcapitato ha sentito la necessità di lasciarne traccia ai posteri!

Museo del Castello di Bagnara di Romagna: quando si può visitare

Per accedere al Museo del Castello di Bagnara di Romagna vi basterà raggiungere l’ingresso della Rocca Sforzesca, in Piazza IV Novembre, 3.

Il percorso espositivo è accessibile il sabato e la domenica, dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15.00 alle ore 18:00 (dal 2 Luglio al 28 Agosto, resta chiuso al pomeriggio).

Le visite guidate si svolgono solo su prenotazione.

Per conosce prezzi e orari, chiamate il numero: 0545905540 oppure inviate un’email a: museodelcastello@comune.bagnaradiromagna.ra.it.

Street art in provincia di Ravenna: la Rocca Sforzesca e la Tigre di Romagna sui muri di Bagnara

Non abbiate troppa fretta di oltrepassare l’antica Porta di Bagnara e aguzzate la vista: sulla facciata di Via Garibaldi, 26, la Tigre di Romagna attende i visitatori per dar loro il suo personalissimo benvenuto.

L’opera di street art, inaugurata l’8 Aprile 2018, è stata realizzata dall’argentino Guido Palmadessa.

Se la Rocca Sforzesca si staglia sullo sfondo, la figura di Caterina emerge, in tutta la sua femminilità e fierezza, in primo piano, mentre impugna una spada.

la Tigre di Romagna è il murales di Bagnara

Il suo sguardo, come quello della tigre che le siede accanto, fissa l’osservatore in modo intenso, quasi come se volesse sfidarlo.

Direi che una tappa fotografica qui è d’obbligo, siete d’accordo?

Cosa fare a Bagnara di Romagna dopo la visita alla Rocca Sforzesca: il Museo Pietro Mascagni

Forse vi starete chiedendo cosa ci fa un museo dedicato al compositore livornese Pietro Mascagni nel cuore della Bassa Romagna.

Effettivamente, non credo che frequentò mai questo piccolo centro del ravvenate.

Eppure, è qui che il 10 Settembre 1888 nacque la musa ispiratrice dell’autore della Cavalleria Rusticana, Anna Lolli.

Si conobbero a Roma, dove la giovane donna, che faceva la corista nel Teatro Costanzi, si era trasferita con la sorella.

Riscoprire Pietro Mascagni attraverso le lettere che inviò alla sua musa ispiratrice

Quando si incontrarono, in occasione dell’allestimento dell’opera Iris, Mascagni era già sposato con Lina Carbognani.

Ciononostante, instaurò con Anna un rapporto fatto di complicità, affetto e profonda sincerità, come testimoniano le circa 5.000 lettere che le scrisse, negli anni compresi tra il 1910 ed il 1944.

Alla sua Annuccia (questo vezzeggiativo affettuoso torna in molte delle missive), Mascagni affidò i suoi pensieri più intimi e profondi.

A volte le chiedeva un consiglio, altre cercava conforto, altre ancora si limitava a fornire aggiornamenti circa la sua vita professionale.

Quando Mascagni morì il 2 Agosto 1945, Anna Lolli rimase a Roma per un altro anno e poi si trasferì a Lugo, una località poco distante da Bagnara.

In virtù della totale devozione al maestro, non si sposò mai e condusse una vita pressoché appartata, fino alla sua scomparsa, avvenuta il 26 Maggio 1972.

Quel legame di trentaquattro anni però, è destinato a durare per sempre, abbattendo anche le solide barriere del tempo.

pianoforte di Mascagni che Anna Lolli donò a Bagnara

Anna aveva infatti custodito gelosamente la fitta corrispondenza epistolare, così come i numerosi ritratti, gli spartiti e persino il pianoforte di Mascagni.

Pensò dunque di donare tutti gli oggetti in suo possesso, appartenuti all’amore ormai perduto, alla Parrocchia di Bagnara di Romagna, affinché li rendesse noti al grande pubblico.

Il Museo Pietro Mascagni, che si trova esattamente di fronte all’ingresso della Rocca Sforzesca, in Piazza IV Novembre, 2, fu inaugurato nel 1974.

Quello che vi attende non è solo un viaggio alla scoperta del volto più intimo e privato di Pietro Mascagni, ma sarà come rivivere alcuni dei fatti salienti che hanno caratterizzato il nostro Paese nel periodo compreso tra le due Guerre Mondiali.

Non solo un’esposizione in onore di Pietro Mascagni: il Museo Storico Parrocchiale di Arte Sacra Alberto Mongardi

All’arciprete di Bagnara è intitolato il Museo Storico Parrocchiale di Arte Sacra, allestito nel 1965 nello stesso stabile che ospita il Museo Pietro Mascagni, al piano inferiore.

Espone arredi sacri, tessuti finemente decorati, calici, pissidi, ostensori, medaglie, monete e splendide madonnine votive in ceramica e maiolica del Settecento.

Tra i pezzi più significativi, non posso non menzionare la tavola di Innocenzo da Imola, che raffigura la Madonna con Bambino e i Santi Sebastiano, Cosma, Damiano e Rocco (1515).

Originalissimi infine, sono apparsi ai miei occhi i cartegloria. Grazie a questi supporti in legno intagliato, chi celebrava l’omelia nel XVIII secolo, poteva disporre di un vero e proprio suggeritore o gobbo.

Il Museo Pietro Mascagni ed il Museo Parrocchiale di Arte Sacra sono aperti la domenica, dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00.

L’ingresso è gratuito, a offerta libera ed è possibile prenotare una visita in compagnia di una guida, scrivendo un’email a: museomascagni.bagnara@gmail.com o contattando il numero: 3517898031.

Visitare Bagnara di Romagna durante Popoli Pop Cult Festival

Se c’è un periodo dell’anno in cui vi consiglio di visitare Bagnara di Romagna, si tratta sicuramente del week end che ospita la kermesse più colorata e divertente della provincia di Ravenna: il Popoli Pop Cult Festival.

L’edizione del 2024, che si è svolta nei giorni compresi tra il 27 e il 30 Giugno, è stata dedicata al Sud-Est Asiatico.

Popoli Pop Cult Festival a Bagnara di Romagna nell'edizione 2024

Per quattro giorni questo piccolo borgo a due passi dalla Via Emilia è diventato un vero e proprio ponte tra culture diverse, unendo all’ombra del suo castello, luoghi tra loro lontanissimi, quantomeno dal punto di vista geografico.

Ventitré stand gastronomici hanno preparato gustosissimi piatti tipici di altrettanti Paesi del mondo mentre Piazza Guglielmo Marconi ha ospitato coinvolgenti spettacoli di musica e danza.

Le migliaia di persone accorse per l’evento inoltre, hanno avuto l’opportunità di ammirare alcune mostre tematiche, collocate in sette diversi punti di Bagnara.

Nei sotterranei della Rocca Sforzesca ad esempio, ha trovato posto un allestimento di grande effetto, dal titolo:­ War Word World: In poche parola. La guerra, mentre la Sala Consiliare al piano terra ha accolto: Tropico d’Oriente: arte e cultura dal sud-est asiatico, un’installazione fotografica incentrata sul Vietnam.

In Via Terraglio a Settentrione invece, è stata esposta Fata ròba, una mostra fotografica dedicata all’alluvione che ha colpito la Romagna nel Maggio del 2023, curata da Pier Giorgio Missiroli e Andrea Ghinassi.

Non vedo già l’ora di tornare per la prossima edizione!

Come arrivare a Bagnara di Romagna e dove parcheggiare

Bagnara di Romagna dista circa 35 chilometri da Ravenna, il capoluogo di provincia e poco meno di 50 chilometri da Bologna, il capoluogo di regione.

La stazione ferroviaria più vicina è quella di Imola. Una volta scesi dal treno, bisogna spostarsi all’autostazione e da lì prendere il bus 151 per Bagnara (orari e fermate sul sito internet di Tper).

Chi si muove in automobile invece, può seguire le indicazioni per Imola, che dista solo una quindicina di minuti da qui e, una volta a destinazione, parcheggiare in prossimità della Rocca Sforzesca.

Ora che avete davvero tutte le informazioni utili per pianificare la visita, non vi resta che raggiungere Bagnara di Romagna!

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7 Responses

  1. Un borgo molto caratteristico e interessante, che offre non solo la rocca a quanto vedo. La rocca in se’ mi ricorda un po’ il castello sforzesco di Milano, ma forse non e’ un caso dato la loro storia

  2. I piccoli borghi come questo riservano sempre tante sorprese: io tendo sempre a sottovalutarli un po’, ma poi si scopre che sono stati teatro di capitoli importanti della storia e hanno visto passare personaggi notevoli. Senza dimenticare il risvolto moderno della street art: che sguardo fiero Caterina!

  3. Visitiamo spesso la zona della Romagna, ma pur conoscendola, non ci eravamo mai fermati a visitare Bagnara. Il che è strano visto la nostra propensione per borghi e Rocche, ma bisogna anche dire che anche senza uscire dalla nostra regione la lista è veramente sconfinata. A fine luglio saremo in zona, potrebbe essere un occasione per recuperare questa magnifica fortezza Sforzesca.

  4. Ma che bellezza Bagnara: non la conoscevo affatto e dovrò certo appuntarmi questo borgo per una visita. Grazie per il bel racconto dettagliato: devo dire che il sindaco ha scelto bene il suo ufficio

  5. Non conoscevo questo borgo così ricco di attrazioni, oltre al castello, molto bello il murales e mi piace anche l’idea del festival dedicato a diversi popoli una bella occasione per comprendere culture diverse

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