La Sirenetta è il simbolo indiscusso di Copenaghen nel mondo: ma qual è la sua vera storia e quante sono le statue che omaggiano la protagonista della fiaba di Andersen, nella città del design e delle biciclette?
Prima di tuffarci (è proprio il caso di dirlo) nella storia della figlia del re del mare, occorre fare una precisazione.
Sirenetta di Copenaghen: la vera storia della principessa del mare
So che può essere una verità difficile da accettare e, vi assicuro che, se da questo momento deciderete di interrompere la lettura, lo capirò.
Ma, dovete sapere che il racconto pubblicato nel 1837 con il titolo di Den lille Havfrue, presenta notevoli differenze rispetto all’omonimo film di animazione della Disney del 1989.
La sirenetta uscita dalla penna di Andersen vive con suo padre, sua nonna (personaggio assente nella trasposizione cinematografica) ed è la più piccola di cinque sorelle (e non sei, come nel film).
Non viene mai chiamata per nome e la sua personalità si discosta abbastanza dal carattere ribelle di Ariel.
Sirenetta: differenze principali tra la fiaba di Andersen e il film Disney
Secondo le regole del mare potrà salire in superficie solo al compimento dei quindici anni di età ma, seppur impaziente e piena di curiosità, non ne sembra così turbata.
Ad unire le due principesse marine è sicuramente la modalità in cui avviene l’innamoramento con il bel principe.
È praticamente istantaneo, un vero e proprio colpo di fulmine.
Nella fiaba però, dopo essersi rivolta alla strega del mare la sirenetta subisce una trasformazione molto dolorosa, completamente taciuta nella versione disneyana (evidentemente riadattata per un pubblico giovanissimo).
Le viene tagliata la lingua ed i suoi piedi sanguinano ad ogni passo, come se poggiassero su lame affilate e taglienti.
Secondo il patto sottoscritto nel film inoltre, Ariel deve ottenere il bacio del vero amore per non tornare nel regno del mare e finire i suoi giorni come schiava di Ursula.
L’accordo descritto nel racconto invece, prospetta alla sirenetta delle conseguenze ben più gravi.
Se non dovesse riuscire a sposare il principe, finirebbe dissolta nella schiuma del mare.
Ed il finale? È praticamente l’opposto.
Per salvarsi dalla morte, la sirenetta di Andersen deve pugnalare l’amato nel sonno ma mentre è sul punto di farlo, ci ripensa e getta il coltello in acqua.
A questo punto (colpo di scena!) viene magicamente salvata e accolta tra le creature dell’aria.
Compiendo buone azioni, a distanza di trecento anni potrà finalmente avere un’anima immortale.
Niente a che vedere con il matrimonio tra Ariel ed Eric in pieno stile happy ending Disney, vero?
Sirenetta di Copenaghen: quante statue ci sono e dove si trovano
Mentre cercate di riprendervi dalla sconcertante scoperta che avete appena fatto (lo so, è durissima da accettare), devo confidarvi che le sorprese non sono affatto finite.
La celebre statua in bronzo che campeggia sui depliant e i souvenir della Danimarca, non è l’unica raffigurazione della sirenetta che si può vedere a Copenaghen.
Anche se è sicuramente quella dalla storia più travagliata.
Sirenetta di Eriksen: l’incredibile vicenda della statua simbolo di Copenaghen
Carl Jacobsen commissionò allo scultore Edvard Eriksen, la realizzazione di una statua che omaggiasse la protagonista della fiaba di Hans Christian Andersen.
Pare che il figlio del fondatore della Carlsberg e dell’omonima Gliptoteca, fosse rimasto particolarmente ammaliato dal balletto ispirato al racconto scritto dal suo connazionale.
Chiese persino alla prima ballerina di posare nuda per la scultura, ma ricevette un secco rifiuto.
L’opera di bronzo, alta 125 centimetri e pesante 175 chilogrammi, venne inaugurata nel 1913 e donata alla città.
Si ispira nelle forme alla moglie di Eriksen e solo nel viso, alla danzatrice.
Dallo sguardo triste e rivolto verso il mare, è adagiata su uno scoglio nei pressi del porto di Copenaghen, a poca distanza dai bastioni del Kastellet.
Negli anni, è stata suo malgrado la protagonista di controverse manifestazioni, atti vandalici e mutilazioni, che purtroppo proseguono fino ai giorni nostri.
Venne decapitata diverse volte (nel 1964, nel 1990 e nel 1998) e le fu amputato il braccio destro (1984).
Si ritrovò spesso ricoperta di vernice (l’ultima volta solo nel 2020) e finì persino spodestata dalla sua roccia con la forza (nel 2003, con una carica di esplosivo).
Molti ritengono che quella visibile a Copenaghen sia in realtà una copia e che l’originale sia stata condotta in un luogo sicuro e protetto dalla famiglia Eriksen, stufa di vederla sottoposta ad un tale trattamento.
Effettivamente, nonostante la scultura danese sia oggetto di copyright fino al 2029, le sue gemelle in giro per il mondo (autorizzate e non) sono moltissime.
Dal 2012, presso il porto danese di Helsingør, a 46 chilometri a nord dalla capitale, i turisti possono ammirare Han (in italiano, lui), creazione di Michael Elmgreen e Ingar Dragset.
La statua in acciaio ricorda molto da vicino l’opera di Eriksen e raffigura un giovane uomo seduto su uno scoglio, mentre scruta malinconico l’orizzonte.
Dove si trova la statua della sirenetta di Eriksen, come arrivare e quanto costa il biglietto
Per raggiungere la sirenetta di Copenaghen in modo comodo e veloce, potete prendere la metropolitana fino alla stazione di Østerport oppure l’autobus fino a Indiakaj.
In alternativa, concedetevi una passeggiata a piedi o in bicicletta.
L’opera è sempre visibile gratuitamente.
Potrete scattare una foto ricordo dal marciapiede di Langelinie o avvicinarvi alla roccia, aspettando pazientemente il vostro turno.
Sirenetta geneticamente modificata di Copenaghen
A soli dieci minuti a piedi dalla statua di Eriksen, si trova la solitaria sirenetta geneticamente modificata.

Fa parte del complesso scultoreo più ampio chiamato Paradiso geneticamente modificato, di Bjørn Nørgaard.
Al centro dell’installazione, che vuole essere una critica provocatoria alla società contemporanea, figura un arco del peso di 40 tonnellate e le figure della Madonna, di Adamo ed Eva, di Maria Maddalena e dell’Uomo Incinto.
Rispetto a quella di Eriksen, la sirenetta di Nørgaard sembra passare completamente inosservata.
Nonostante sia possibile guardarla gratis lungo il nuovo molto cittadino, non è ancora riuscita a conquistare il grande pubblico, rapito dalla sua più celebre sorella (non proprio) gemella.
Sirenetta vicino al Diamante Nero
Se nel vostro viaggio a Copenaghen avete pianificato una sosta al Diamante Nero, vi consiglio di aguzzare la vista: potreste avvistare una sirena.
Accanto all’ingresso dell’emblematico palazzo di vetro affumicato e granito nero dello Zimbabwe, noterete la presenza di una curiosa scultura.

La sirenetta in questo caso, appare molto diversa dalle precedenti.
Ha i capelli bagnati appiccicati alla fronte, gli occhi grandi e spalancati, le labbra carnose e, appoggiandosi sulle braccia, è intenta a raccogliere la possente coda davanti a sé.
Si tratta dichiaratamente di una copia dell’opera di Anne Marie Carl-Nielsen, qui dal 2009.
L’originale, risalente al 1921, è esposta nella Galleria Nazionale Danese (Statens Museum for Kunst).
In merito alla sua interpretazione, circolano le teorie più disparate.
Alcuni dubitano che l’opera sia un omaggio alla fiaba di Andersen e ritengono che la sua espressione, a metà tra la meraviglia e lo spavento, simboleggi lo stato d’animo dell’artista, dopo i ripetuti tradimenti del marito.
E voi, che idea vi siete fatti delle sirenette di Copenaghen?
4 risposte
Avrei voluto leggere questo articolo 25 anni fa, quando in un viaggio avventuroso a Copenaghen vidi la sirenetta ma non mi posi troppe domande. Ho un buon motivo per tornarci!
Ricordo di aver letto la vera storia della sirenetta ai tempi dell’università, credo in relazione a un corso sui fratelli Grimm (proprio in relazione al fatto che le fiabe in versione originale sono praticamente dei racconti horror rispetto alla versione Disney). Vedendo la sirenetta dal vivo, ricordo di aver provato una delusione simile a quella provata davanti al Big Fish di Belfast, visto che entrambi mi hanno fatto pensare: “Tutto qui?” Ma magari sono io, non è colpa delle sculture! Molto curiosa la sirenetta geneticamente modificata: questa mi piacerebbe molto!
Siamo cresciuti con i cartoni della Disney che hanno profondamente cambiato le fiabe iniziali che li hanno ispirati. Chiaramente preferisco la versione disney, a quella cruenta di Andersen!
Le favole di Andersen sono sempre crude e ricche di particolari dolorosi. Ricordo he lessi l’originale di Cenerentola e rimasi scioccata dal fatto che un uccello avesse mangiato gli occhi delle due sorellastre. Non sapevo che ci fossero altre Sirenette a Copenaghen, oltre quella più famosa, ma ti dirò che preferisco quella geneticamente modificata.