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Dubai prima e dopo: visita all’Etihad Museum

Ethiad Museum, Dubai prima e dopo lo sviluppo economico

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Se c’è un luogo che più di tutti sa raccontare la storia di Dubai prima e dopo lo sviluppo economico, questo luogo è l’Etihad Museum, che ho visitato nell’ambito del fam trip con la community Travel Blogger Italiane.

L’intento con il quale questo edificio, collocato nel quartiere di Jumeirah, è stato inaugurato nel 2017 è quello di celebrare la storia degli Emirati Arabi Uniti, ricordando eventi e protagonisti che hanno scritto le più importanti pagine della storia locale, fin da quella storica firma il 2 Dicembre 1971.

Dubai prima e dopo

Per comprendere realmente come si è arrivati a creare uno degli Stati più moderni e all’avanguardia del mondo, è fondamentale analizzare cosa accadde prima.

Molti, erroneamente, considerano gli Emirati Arabi Uniti uno Stato privo di storia e di memoria, mentre esistono numerose testimonianze della presenza di civiltà evolute lungo le sponde del Golfo Persico fin da epoche antichissime.

Dalla Preistoria allo sviluppo economico

I primi edifici abitativi sono datati attorno al 10.000 a.C., nell’età della pietra, e testimoniati dal ritrovamento di alcuni utensili di uso domestico (vasi in ceramica, ma anche punte di frecce e lame).

Nel 325 a.C. Alessandro Magno, diretto verso le Indie, navigò lungo il Golfo Persico, costeggiando così queste terre che dal 250 a.C. entrarono a far parte dell’Impero Persiano.

Con l’avvento dell’Islam nel 622 a.C. questi luoghi conobbero un vero e proprio sviluppo economico che, nelle aree costiere si fondava sulla pesca delle perle mentre nell’entroterra sulla coltivazione della palma da dattero (il dattero, oltre a essere molto diffuso negli Emirati Arabi Uniti, è considerato un superfood: pensate che si tratta di un frutto estremamente calorico che contiene gran parte dei principi nutritivi di cui l’uomo ha bisogno e viene consigliato ad esempio, dopo un’attività sportiva molto intensa).

I Paesi Europei che nel frattempo si stavano affermando come potenze economiche, soprattutto a livello commerciale, intrattennero ottimi rapporti con le popolazioni locali, presso le quali cominciava a crescere sempre più, anche grazie a una maggior ricchezza economica, la voglia di autodeterminarsi.

l'antico quartiere di Al Fahidi, il più vecchio insediamento di Dubai


Dagli Stati della Tregua alla nascita degli Emirati Arabi Uniti

Mentre alcune tra le famiglie locali cominciavano a diventare sempre più ricche e potenti, i capi tribù iniziavano ad autoproclamarsi emiri (letteralmente: comandanti).

È in questo contesto che si colloca l’arrivo dell’Impero Britannico lungo le coste del Golfo Persico, all’epoca devastate dalle scorrerie dei pirati, che attaccavano sempre più frequentemente i carichi diretti verso le Indie.

Fu così che nel 1853 nacquero gli Stati della Tregua: gli emirati di Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Sharjah, Umm al-Quwain e Ras al-Khaimah si accordarono con i britannici impegnandosi a non intrattenere rapporti commerciali con le altre potenze europee ottenendo in cambio protezione.

Nel 1968 il Regno Unito dichiarò di voler annullare l’alleanza e porre fine al protettorato e nel 1971 gli Stati della Tregua, ora diventati sette: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujairah, Sharjah, Umm al-Quwain e dopo alcuni mesi anche Ras al-Khaimah, si proclamarono indipendenti.

Dubai e gli Emirati Arabi Uniti dopo l’indipendenza: Etihad Museum

La volontà di realizzare una mostra permanente che raccontasse i momenti salienti che hanno condotto il popolo emiratino ad affermarsi come comunità indipendente a livello internazionale, è ben evidente già solo dall’esterno dell’edificio che ospita l’Etihad Museum.

La sua forma curvilinea infatti, è un chiaro richiamo alla pergamena su cui il trattato che portò alla nascita dello Stato indipendente, fu redatto e firmato.

È stato progettato da Moriyama and Teshima Architects, uno studio di architettura canadese.

L’area museale si estende per 13.800 metri quadri ed include, oltre agli spazi espositivi, una biblioteca con ben 3.000 volumi, un teatro con 120 sedute, una sala multifunzionale, un ristorante ed un caffè.

L’elemento principale del museo è l’ampia superficie espositiva dedicata alla nascita degli Emirati Arabi Uniti.

Qui sono raccolti alcuni degli oggetti appartenenti ai sette artefici della firma dello storico trattato che portò alla nascita della prima Federazione del mondo arabo e vengono illustrati, tramite documenti fotografici e video, i momenti salienti che hanno contraddistinto quegli anni.

Pensate che il luogo dove sorge il museo è esattamente quello presso il quale il trattato fu firmato, noto come Union House.

E tutto, all’interno della moderna struttura commemorativa, è funzionale al ricordo e alla celebrazione di quel momento.

le gigantografie dei 7 padri fondatori degli Emirati Arabi Uniti

La mia visita all’ Etihad Museum

Innanzitutto voglio sottolineare che, pur trattandosi di uno dei monumenti simbolo della storia non solo di Dubai, ma dell’intera Federazione degli Emirati Arabi Uniti, il costo del biglietto d’ingresso è davvero esiguo: 25 AED, ovvero: circa 5 euro.

Se pensate che in una delle patrie del lusso come Dubai, i biglietti di musei e attrazioni siano elevati infatti, resterete piacevolmente delusi.

Accedere ai principali luoghi di interesse è assolutamente meno costoso di quanto siamo abituati a spendere per le più note attrazioni italiane ed europee in generale.

Ad esempio una delle ultime trovate artistiche inaugurate in città, Dubai Frame, ovvero la cornice più alta del mondo, è accessibile con un biglietto il cui costo non differisce molto da quello di Etihad Museum.

Venite a scoprire i dettagli della mia visita, si tratta di uno dei più suggestivi edifici panoramici della città:

In secondo luogo va detto che l’Etihad Museum, per le motivazioni che ne hanno ispirato la creazione e per il ruolo commemorativo che svolge ancora oggi a Dubai, non può e non deve assolutamente essere paragonato alle grandi collezioni museali del mondo occidentale.

Qui a farla da padrone sono gli ambienti molto ampi e le gigantografie dei sette Padri Fondatori della Federazione degli Emirati Arabi Uniti, immortalati in molti dei momenti cruciali che hanno portato alla firma del trattato e quindi al riconoscimento dell’indipendenza.

Da un lato, vi sono gli spazi commemorativi collocati al piano seminterrato e dall’altro, i luminosi ambienti espositivi affacciati sulla città e delimitati da alte vetrate, al piano superiore.

Memoria e luce sono, secondo me, gli elementi di maggiore impatto di questo museo.

Non a caso, per trasportare il visitatore indietro nel tempo e ripercorrere i principali avvenimenti storici che hanno preceduto la firma del trattato, è stata allestita in una sala del museo, la proiezione di una pellicola che raccoglie alcuni filmati originali dell’epoca e ne contestualizza il valore e la portata, alla luce di quanto accadde dopo.

Viene sottolineato come gli Stati della Tregua avessero lavorato, dopo la fine del protettorato britannico, a mettere in atto tutte le azioni utili al raggiungimento dell’autonomia: dalla realizzazione di infrastrutture adeguate fino alla definizione dell’accordo finale.

Dal discorso di Ahmed Khalifa Al Suwaidi (Ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, nonchè il primo a leggere il testo della costituzione della nuova Federazione):

Il Supremo Concilio è felice di dichiarare, all’orgoglioso popolo degli Emirati, alle Nazioni arabe amiche, agli Stati alleati e a tutto il mondo, la creazione degli Emirati Arabi Uniti, uno Stato sovrano e indipendente

È stata persino allestita in un angolo del museo, una piccola teca contenente la copia del trattato firmato dai sette rappresentanti dei nascenti Emirati Arabi Uniti, sulla quale vengono proiettati fasci di luce che riproducono alcune delle parole chiave del nuovo Stato indipendente come: progresso, destino condiviso, opportunità, federazione.

Quello che stupisce è che, la commemorazione di una data così importante, come quella del 2 Dicembre 1971, qui non è considerata come un punto d’arrivo ma piuttosto come il punto di partenza verso il raggiungimento di obiettivi sempre più sfidanti.

Gli Emirati Arabi Uniti da allora, sono stati artefici di un processo di evoluzione rapido, moderno e all’avanguardia che oggi li rende dei veri e propri anticipatori del futuro.

Come raggiungere l’ Etihad Museum e cosa vedere nei dintorni

Per raggiungere l’ Etihad Museum potete utilizzare la metropolitana e scendere alla fermata Etihad Museum 1, a soli 400 metri dall’ingresso del museo.

In alternativa, il taxi costituisce l’alternativa senza dubbio più comoda, poichè è molto economico e di facile reperibilità.

Al termine della vostra visita all’Etihad Museum, avrete almeno tre alternative.

A soli 2 chilometri dal Museo infatti, potrete visitare lo splendido complesso di La Mer che include un’ampia spiaggia dorata, un parco acquatico e un’intera area pedonale ricca di negozi e decorata con splendidi murales.

Se la storia degli Emirati Arabi Uniti vi ha incuriosito e volete assaporare gli antichi fasti della Dubai del passato, quella delle torri del vento e dei profumatissimi Souk, allora dirigetevi verso i quartieri più antichi di Dubai.

Infine, se volete scoprire dove trovare le più belle mostre artistiche di Dubai, potete consultare l’articolo di Claudia, una delle mie compagne di viaggio, dedicato all’arte contemporanea a Dubai.

I miei ultimi itinerari di viaggio:

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16 risposte

  1. É sicuramente un museo particolare e poco conosciuto e indovina un po’…Ora lo voglio visitare anche io! Grazie dell’articolo, non lo conoscevo affatto!

    1. Te lo consiglio se ti piace approfondire la storia dei luoghi che visiti. Ed in questo luogo sì che si che è fatta la storia

  2. In effetti se si parla di Dubai il pensiero generale è che sia una città cresciuta dal nulla del deserto, senza storia né poesia. Ho visitato anche io questo museo: è incredibile ripercorrere la storia degli Emirati, fin da tempi remotissimi. È molto interessante e davvero piacevole (a parte l’aria condizionata a palla!)

    1. Un museo che sorge nel luogo in cui fu firmata la prima costituzione degli Emirati Arabi Uniti merita di essere visitata . Per quanto riguarda l’aria condizionata, a Dubai ovunque al chiuso conviene indossare qualcosa per coprire le spalle a causa dell’aria condizionata

  3. Per me uno dei musei più belli da non perdere a Dubai. Peccato non aver preso la metro però, a saperlo prima che la fermata era così vicina non saremmo diventate matte a cercare un taxi!

    1. Anche secondo me il museo merita . In effetti la metro l’abbiamo proprio ignorata , va messa tra le cose da fare la prossima volta che andremo a Dubai

  4. Solo l’architettura dell’edificio e l’allestimento interno meritano la visita. Il Museo è interessante perché è progettato proprio come grande spazio culturale multifunzionale con ampi spazi interni

    1. Vero! Proprio un altro modo di intendere i musei rispetto a quanto noi del “vecchio mondo” siamo abituati a pensare. Inoltre, è una tappa fondamentale per comprendere la nascita degli Emirati Arabi Uniti.

  5. Mi piacerebbe molto visitare questo museo, perché mi piace scoprire la storia di nazioni e popoli di cui spesso sappiamo veramente poco a riguardo. E poi da ingegnere non posso che essere attirata ed incuriosita da un’architettura così!

  6. Davvero sorprendente la storia di questi territori. Si pensa sempre erroneamente che sia una città nata da poco, creata dal nulla. E invece questo museo ne testimonia le gesta e la meravigliosa storia ultra millenaria. Da vedere sicuramente se ci Si trova a Dubai.

  7. Quando tornerò a Dubai – spero presto – sicuramente non mancherò di visitare l’Etihad Museum e il Dubai Frame. Non credevo che i biglietti d’ingresso costassero così poco… buono a sapersi.

  8. Gran bel Museo mi sa e anche questo non c’era quando sono stata a Dubai! La storia, anche quella moderna, sa sempre insegnarci qualcosa e quindi, lo metto in nota per visitarlo appena ci tornerò!
    Mimì

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