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Perché visitare i Bagni di Mario a Bologna

i Bagni di Mario uno dei monumenti più suggestivi di Bologna

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La Conserva di Valverde, anche detta Bagni di Mario, è un antico sistema di raccolta e approvvigionamento delle acque di Bologna.

Serviva per alimentare le fontane del centro città e rifornire di acqua potabile tutti i bolognesi.

Pur essendo un’opera idraulica, vi assicuro che non ha assolutamente nulla da invidiare agli altri monumenti della città.

Questo perché la sua realizzazione rientrava nell’imponente progetto di rinnovamento, messo in atto da Papa Pio IV alla metà del 1500.

Solo con opere maestose e fiere, sarebbe risultata evidente agli occhi del mondo, l’efficienza del governo pontificio.

Conserva di Valverde o Bagni di Mario
il nome corretto e quello più diffuso a Bologna

La dicitura più adoperata per indicare l’opera realizzata da Tommaso Laureti negli anni compresi tra il 1563 e il 1564, è Bagni di Mario.

Pensate che si attesta la diffusione di questa particolarissima espressione in città già nell’Ottocento.

Si pensava erroneamente che questa costruzione sotterranea fosse un’area termale risalente all’epoca del console Caio Mario (157 a.C.-87 a.C.).

Quando si comprese che in realtà di tale collocazione non vi fosse alcun fondamento storico, Bagni di Mario era un’espressione già molto diffusa tra la popolazione.

Ne è una testimonianza il fatto che la strada di Bologna in cui si trova la grande cisterna rinascimentale sia tutt’ora intitolata: via Bagni di Mario.

Pertanto la dicitura corretta è indubbiamente Conserva di Valverde, in riferimento al luogo in cui Tommaso Laureti scelse di costruirla, ovvero i primi colli bolognesi.

L’altura sotto la quale si celano i cunicoli della cisterna (o conserva) infatti, è costituita prevalentemente da arenaria.

Si tratta di una roccia sedimentaria che tratteneva l’acqua piovana per poi farla ricadere nella cisterna.

Bagni di Mario: a cosa serviva la Conserva di Valverde a Bologna

Il 14 Marzo 1563 Papa Pio IV commissionò a Tommaso Laureti la realizzazione della monumentale Fontana del Nettuno e della cosiddetta Fontana Vecchia.

Affinché entrambe le opere fossero costantemente in funzione, si rese necessaria la costruzione di un complesso sistema di cunicoli, che si sviluppassero in profondità, fin nelle viscere della collina.

il cunicolo che conduce alla stanza ottagonale dei Bagni di Mario

In origine infatti, l’imponente Fontana del Nettuno, doveva essere rifornita d’acqua dalla cosiddetta Fonte della Remonda.

Tuttavia, fu evidente già durante i lavori, la necessità di realizzare una nuova opera idraulica, in grado di tenere sempre viva la Fontana del Nettuno e con essa, la salda guida del Papa a capo della città di Bologna.

Come è strutturata la Conserva di Valverde

Quella dei Bagni di Mario è un’opera completamente interrata, che si articola su due livelli.

Il piano superiore si presenta come un ambiente di forma ottagonale, illuminato esclusivamente da un’apertura, anch’essa di forma ottagonale, posta sulla sommità della cupola.

Il livello superiore

L’acqua che giungeva qui attraverso i quattro cunicoli, veniva convogliata in otto vasche, dopo essere stata purificata da sabbia e detriti in un piccolo pozzo, collocato a ridosso di ciascuna delle gallerie.

Una curiosità: in uno dei cunicoli è ancora visibile un camino di aerazione completamente ricoperto da incrostazioni calcaree.

Dal punto di vista decorativo, questo è l’ambiente senza dubbio più sorprendente.

Sono infatti nettamente visibili le conchiglie che ornano, tutt’intorno, il finestrone della cupola e si intravvedono dei lacerti di pittura rossa, forse ad indicare che fosse questo il colore degli interni.

Su una delle pareti inoltre, vi sono tre nicchie (quella centrale più ampia rispetto alle due laterali) dove, molto presumibilmente, trovavano posto una statua del Nettuno (nel mezzo) e due sirene (ai lati).

Nell’area che sovrasta le nicchie infine, si riescono a scorgere due leoni rampanti (quello di sinistra si vede quasi nitidamente, mentre di quello di destra se ne intuiscono solo i contorni), posti accanto ad un blasone (anch’esso ormai poco riconoscibile).

È altamente probabile che, il Nettuno avesse il compito di rappresentare la fierezza di Pio IV dinanzi al popolo bolognese e che quello raffigurato, fosse proprio lo stemma del Papa oppure del suo Vice Legato, Pier Donato Cesi.

Il livello inferiore

Da qui si raggiunge, seguendo una breve rampa di scale che procede verso il basso, la cosiddetta Cisternetta, anch’essa di forma ottagonale.

la Cisternetta anch'essa ottagonale

L’acqua che vi confluiva era sottoposta a un nuovo processo di purificazione, prima di passare a un livello ancora inferiore, tramite una serie di tubature.

Il piano più basso della Conserva era infatti il luogo in cui confluivano tutte le acque raccolte grazie ai cunicoli del livello superiore.

Dai Bagni di Mario, attraversavano un’altra galleria sotterranea, per essere trasportare fino alla Chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, sita sempre a Bologna.

Qui si univano con le acque della Fonte della Remonda, provenienti dalla vicina collina di San Michele in Bosco e confluivano finalmente verso il centro città attraverso un percorso sotterraneo di circa 2 chilometri.

Dopo aver alimentato la Fontana del Nettuno infine, venivano indirizzate prima verso la residenza del Cardinale Legato (l’attuale Sala Borsa) e poi nella Fontana Vecchia (nell’odierna Via Ugo Bassi).

Il restauro dei Bagni di Mario e la riapertura al pubblico

Quando la Conserva e i suoi cunicoli non vennero più adoperati (attorno al 1881), l’opera imponente di Tommaso Laureti cadde in disuso.

Sappiamo tuttavia che diventò un rifugio per tutti i cittadini durante la Seconda Guerra Mondiale.

Trattandosi di ambienti realizzati interamente sottoterra, erano inevitabilmente percepiti come sicuri da colo che avevano necessità di trovare un riparo.

Di questo utilizzo dei Bagni di Mario sono tuttora evidenti i segni neri delle candele sulle pareti della Conserva e alcuni graffiti realizzati sui muri.

Vi sono inoltre dei piccoli isolatori di ceramica, che servivano a portare l’elettricità all’interno dei cunicoli.

Se volete saperne di più sui rifugi e le gallerie antiaeree di Bologna (attivi soprattutto negli anni compresi tra il 1943-45), consultate il mio articolo:

Dopo lunghi lavori di restauro, terminati nel novembre del 2016, che hanno interessato: la pavimentazione della sala ottagonale, quella del pianerottolo della scala e dei cunicoli, nonché l’illuminazione della Conserva, finalmente i Bagni di Mario nel 2017 sono stati aperti al pubblico.

Se vi è capitato di visitare Bologna in quel periodo, ricorderete che l’imponente statua del Nettuno che troneggia sull’omonima Fontana, era interamente coperta dai ponteggi.

Nonostante ciò, per permettere agli amanti del capolavoro del Giambologna, di ammirarlo ancora più da vicino, venne realizzato un percorso davvero paticolare.

Attraverso delle passerelle, si poteva ammirare il mitico Gigante da una prospettiva assolutamente insolita.

L’attuale gestione dei Bagni di Mario: l’Associazione “Succede solo a Bologna”

È l’associazione Succede solo a Bologna a gestire le visite ai Bagni di Mario.

Attiva sul territorio dal 2011, è una realtà totalmente no profit, che si propone di promuovere le bellezze storiche, artistiche, architettoniche e culturali del capoluogo emiliano-romagnolo.

Oltre ad effettuare visite guidate a donazione libera, l’associazione si occupa in prima persona della gestione di diversi monumenti cittadini.

Organizza anche tour tematici, finalizzati a far conoscere aspetti e risvolti della storia e della tradizione popolare di Bologna, che altrimenti passerebbero inosservati.

Pensate che ha persino dato vita ad un laboratorio dedicato allo studio del dialetto bolognese, scritto e parlato.

Durante l’anno inoltre, cura l’organizzazione di diverse manifestazioni che coinvolgono l’intera cittadinanza, come il San Lòcca Day (se ne occupa dal 2014).

Questa ricorrenza interessa il tratto del celebre portico di San Luca (San Lòcca in dialetto bolognese) che dall’Arco del Meloncello sale fino al Santuario.

Per l’occasione infatti, bancarelle, stand e gazebo occupano pacificamente la strada che scorre parallela al portico, intrattenendo con attività e degustazioni tutti coloro che la percorreranno a piedi, come da tradizione.

Immancabili infine, sono gli splendidi Aperitivi in terrazza, che si svolgono in alcuni tra i punti panoramici più suggestivi della città, come la non ancora così conosciuta Torre Prendiparte.

Come prenotare la visita alla Conserva di Valverde

È possibile prenotare una visita di un’ora ai Bagni di Mario direttamente sul sito dell’associazione Succede solo a Bologna.

Non è consentito accedere alla Conserva da soli, ma soltanto aderendo ad una delle visite organizzate e realizzate alla presenza di una delle guide dello staff dell’associazione.

Non è richiesto alcun pagamento ma solo una donazione libera, al termine del percorso guidato.

Il punto di ritrovo è presso via Bagni di Mario, 10 nella prima zona collinare bolognese, a poca distanza da uno dei più celebri punti panoramici cittadini, ovvero piazzale San Michele in Bosco.

Alcuni consigli utili per la visita ai Bagni di Mario

Poiché il tragitto che, dalla strada asfaltata esterna, arriva all’interno della Conserva è totalmente al buio, è fondamentale che ciascuno di voi disponga di una torcia, come quella presente sugli smartphone ed indossi scarpe chiuse e comode.

L’intera opera idraulica è invece totalmente illuminata, così da consentirvi di ammirarne le decorazioni, scorgendone tutti i dettagli.

uno dei cunicoli dei Bagni di Mario molto illuminato

La torcia tuttavia, vi servirà di nuovo quando vi sarà concesso di esplorare la Cisternetta e i quattro cunicoli che si diramano dalla struttura centrale, regalandovi uno dei momenti più emozionanti dell’intero tour.

Ci tengo a precisare che questi ambienti non sono totalmente al buio ma al contrario, nella maggior parte dei casi sono ampiamente illuminati e agevolmente percorribili.

Tuttavia, se vorrete esplorare l’intera superficie visitabile, sappiate che in profondità la luminosità scarseggia e dovrete accendere la vostra torcia.

Il mio consiglio è di non portare con voi accessori ingombranti, come borse o zaini troppo grandi per evitare di danneggiare, durante il passaggio tra le strette gallerie, gli interni della Conserva.

Come raggiungere i Bagni di Mario a Bologna

Potrei dirvi che il mezzo più comodo per raggiungere i Bagni di Mario a Bologna sia l’automobile ma poi dovrei farvi un grosso in bocca al lupo perché ne avrete molto bisogno, quando vi metterete alla ricerca di un parcheggio.

In alternativa, potrete lasciare l’auto in uno dei parcheggi cittadini.

Ve ne consiglio due in particolare:

  • Il Parcheggio Staveco, che si trova in viale Panzacchi. Da qui potrete procedere a piedi con una passeggiata di circa 12 minuti, percorrendo nell’ordine: viale Panzacchi, via San Mamolo e via Bagni di Mario.
  • Il Parcheggio Tanari, che è più lontano ma meglio collegato con la linea di autobus numero 29, in venti minuti vi porterà a destinazione.

Se invece arriverete a Bologna in treno, troverete nel centro città diverse fermate dell’autobus 29 (dovrete scendere alla fermata Bagni di Mario).

la conserva di Valverde di Bologna

Ringrazio di cuore l’associazione Succede solo a Bologna e nello specifico Francesco, la guida che mi accompagnato nel tour dei Bagni di Mario: mi hanno regalato davvero momenti di grande emozione.

Innanzitutto perché ho ascoltato con molto interesse i cenni storici legati a uno dei momenti di maggior splendore artistico e architettonico di Bologna, ovvero il Rinascimento.

Quindi perché mi è stato possibile indossare i panni di una novella esploratrice ed addentrarmi nel sottosuolo della mia splendida città.

Io non vedo già l’ora di partire per la prossima avventura, e voi?

I miei ultimi itinerari di viaggio:

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18 risposte

    1. Devo ammettere che i sotterranei di Bologna nascondono dei veri tesori ed un plauso va alle associazioni che li gestiscono e li rendono visitabili.

  1. Bologna è una continua sorpresa! Ci ho abitato per un periodo e non sapevo neppure dell’esistenza dei Bagni di Mario. Una bellissima idea per scoprire una parte della città poco conosciuta e anche il fatto che siano stati usati come rifugio durante la guerra aggiunge storia alla storia.

    1. Ti consiglio una visita . Bisogna prenotare con l’associazione che si occupa della gestione ma ne vale davvero la pena , fidati .

  2. Questi posti sotterranei mi piacciono molto, snon osempre molto affascianti! Carino che puoi rigare i cunicoli da sola, dopo la visita guidata! 😀 Ahhhhh, il parcheggio a Bologna… quanta gioia!!!!

  3. Conosco questo luogo ma non l’ho mai visitato. I sotterranei mi intrigano, così come le loro storie nel corso degli anni. Ma ciò che mi affascina di più è l’architettura delle costruzioni, ottenuta con conoscenze minime di idraulica e ingegneria civile, ma che sorprendono per la loro semplicità e funzionalità.

    1. Altro che conoscenze minime di idraulica , qui Laureti ha costruito un vero e proprio monumento sotterraneo, in pieno stile rinascimentale . C’è davvero da rimanere sorpresi, dici bene .

  4. Nonostante sia stata a Bologna diverse volte, non sapevo l’esistenza dei Bagni di Mario. Mi piace un sacco questo genere di opere, scoprire le storie che ci sono dietro e le tecniche di funzionamento di quell’epoca. Ne terrò conto per la prossima volta per un tour diverso dal solito.

  5. Ti devo ringraziare profondamente per la tua passione nel farci scoprire angoli nascosti di Bologna, città che amo alla follia: questo articolo mi dice, ancora una volta, che devo tornare in questa città per vedere anche questa meraviglia!

  6. Ma sai che non avevo mai sentito parlare di questo luogo? Che spettacolo che è, riesco a viaggiare indietro nella storia con la tua descrizione e le tue immagini. Ovviamente, la prossimo giro a Bologna, non mancherà nel mio itinerario..

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