Cosa fare a Copenaghen: il museo dove scoprire come essere felici

il certificato di ambasciatore della felicità al museo di Copenaghen

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C’è una cosa che figura raramente nelle guide di viaggio, ma che in realtà è tra le esperienze più autentiche da fare a Copenaghen: visitare il museo della felicità.

Dal momento che i danesi occupano da anni le primissime posizioni nella classifica dei popoli più felici al mondo (World Happiness Report, ONU), non pensate sia arrivato il momento di sapere come acquisire questo incredibile superpotere?

Cosa fare in un viaggio a Copenaghen: visitare il museo della felicità

Il 14 Luglio 2020 il CEO dell’Happiness Research Institute ha aperto al pubblico le porte del museo della felicità di Copenaghen.

Le otto sale che compongono lo spazio espositivo, si sviluppano nel seminterrato di un elegante edificio al civico 19 di Admiralgade, tra la galleria di Nikolaj Kunsthal ed il palazzo di Christiansborg.

Secondo l’istituto indipendente di cui Meik Wiking è amministratore delegato, capire perché alcuni Paesi sono più felici di altri attraverso strumenti specifici di misurazione, può consentire ai leader politici di prendere decisioni realmente rivolte al benessere della popolazione e migliorare nettamente la qualità della vita dei cittadini.

Ed è per questo che ha deciso di collocare, all’interno di un percorso sospeso tra il gioco e l’apprendimento, una serie di postazioni e installazioni interattive che stimolano il visitatore a mettersi in discussione, cogliendo nuovi spunti e occasioni per riflettere sul tema della felicità.

Copenaghen: scoprire il segreto della felicità in un museo

Per cominciare, all’ingresso riceverete il certificato di happiness ambassador, che contiene un elenco di 10 suggerimenti per essere più felici:

  • Fai qualcosa di attivo con altre persone (ad esempio, un’escursione con i tuoi amici)
  • Invia una lettera di ringraziamento a qualcuno che ha avuto un impatto positivo sulla tua vita
  • Fai una lista di cose che ti piacciono e che sono gratuite
  • Impara qualcosa di nuovo da un amico e insegnagli qualcosa a tua volta
  • Pianta un seme e guardalo fiorire
  • Invita gente a cena
  • Impara il nome di una persona che non conosci
  • Invia un messaggio positivo ad un amico che ha bisogno di incoraggiamento
  • Dona tempo o denaro ad una buona causa

Potrete ammirare le carte geografiche della felicità nel mondo e scoprire quali sono i fattori che rendono le popolazioni più o meno felici.

Capirete in che modo la politica influenza la felicità quotidiana (una ricerca condotta nel Regno Unito ad esempio, ha svelato che il giorno più triste del 2016 per i britannici è stato il 9 Novembre, data dell’elezione di Donald Trump alla presidenza degli USA).

Grazie al confronto con ricerche e pubblicazioni di settore inoltre, vi soffermerete sul perché i popoli scandinavi siano così felici, nonostante trascorrano molte ore all’anno completamente al buio e analizzerete la relazione tra la felicità ed il matrimonio.

Attraverso le parole dei grandi pensatori del passato (dal filosofo greco Aristotele all’inglese John Locke), vi interrogherete sulla felicità come scopo prioritario dell’esistenza e come diritto inalienabile del cittadino.

Infine, avrete l’opportunità di lasciare una traccia concreta del vostro passaggio nel museo.

post-it lasciati al museo della felicità di copenaghen

Scrivete su un post-it colorato cos’è per voi la felicità ed affiggetelo al muro, che ormai è completamente tappezzato dalle testimonianze dei visitatori.

Sarebbe curioso tornare a distanza di anni per verificare se dopo la visita, il vostro rapporto con la felicità sia effettivamente cambiato, non trovate?

Museo della felicità di Copenaghen: cosa sapere prima della visita

Il museo della felicità di Copenaghen è aperto tutti i giorni dell’anno, dalle ore 11:00 alle ore 18:00.

L’ingresso è a pagamento ma non è compreso nella Copenaghen Card.

Il biglietto si può acquistare sul posto (nel 2025 ammonta a circa 14 Euro, ridotto 9 Euro) e la visita si svolge liberamente, con una durata variabile.

Molto dipende dal vostro livello di conoscenza dell’inglese (o del danese), indispensabile per leggere i pannelli informativi.

Sul sito internet dell’Happiness Museum, si raccomanda di portare con sé lo smartphone (per partecipare attivamente ad indagini e ricerche) e di condividere l’esperienza con la persona amata.

Se vi trovate nel centro città, non faticherete ad arrivarci a piedi o, in alternativa, con i mezzi pubblici.

La fermata dell’autobus più vicina è quella di Gammel Strand St., Christiansborg (linee: 2A, 23, 26, 31, 37).

Kongens Nytorv (M1, M2) e Gammel Strand (M3) sono invece le stazioni della metro più comode.

Museo della felicità di Copenaghen: perché i danesi sono il popolo più felice al mondo

Desiderosa di capire come fanno i danesi ad essere uno dei popoli più felici del pianeta, non ho resistito alla tentazione di rientrare in Italia con ben due libri di Meik Wiking.

Sono piccoli manuali incentrati rispettivamente sullo stile di vita danese (The little book of hygge) e sulla ricerca della felicità (The little book of lykke).

i libri di meik wiking comprati a copenaghen

Un rapporto redatto dall’Happiness Research Institute, svela che tra le motivazioni principali per le quali la Danimarca risulta il Paese più felice al mondo in tutte le statistiche internazionali, vi sono: il forte senso di sicurezza e di libertà, l’elevato livello di ricchezza e le buone politiche di welfare.

Certamente, non è un caso se i danesi si dichiarano felici di pagare le tasse: sono ben consapevoli di quello che riceveranno in cambio.

L’assistenza sanitaria è gratuita, così come l’istruzione universitaria, la disoccupazione e la corruzione sono ridotte al minimo e i cittadini si fidano gli uni degli altri.

I danesi si sentono al sicuro perché sanno di essere parte di un sistema che funziona.

In tal senso dunque, alla felicità (lykke, nella lingua locale) può arrivare chi sa:

  • disporre del denaro necessario per soddisfare le proprie necessità (e non per l’accumulo fine a se stesso);
  • apprezzare il presente e concentrarsi su ciò di cui si ha bisogno per essere felici;
  • leggere e prendere nota dei commenti positivi (mentre si tende a ricordare solo le critiche o le annotazioni negative) che si ricevono da amici e colleghi;
  • investire in esperienze piuttosto che in cose, soprattutto se si tratta di attività inerenti alle proprie passioni, che possono far crescere e migliorare;
  • andare in bicicletta (a Copenaghen il numero di veicoli a due ruote supera cinque volte quello delle automobili) e muoversi di più a piedi;
  • trovare il giusto equilibrio tra il tempo libero ed il lavoro;
  • trasformare la competizione in cooperazione;
  • sentirsi bene facendo del bene;
  • sorridere e mostrarsi amichevoli.

Tuttavia molti di questi elementi, chiarisce Wiking, sono comuni anche ad altri Paesi Scandinavi e dunque non spiegano perché la Danimarca eccelle sugli altri, quando si parla di felicità.

Essere felici come i danesi: cosa è lo spirito hygge e come fare per vivere meglio

Ed è qui che entra in gioco l’hygge (si pronuncia: hugga), un termine danese intraducibile, ma profondamente connesso con il concetto di lykke.

È apparso in Danimarca per la prima volta a inizio Ottocento e potrebbe derivare dal cinquecentesco: hugge, abbracciare (nell’inglese odierno, to hug), forse collegato all’antico norreno: hygga, confortare, a sua volta legato al germanico hugjan (nel significato di pensare, ritenere).

Si utilizza per esprimere quella particolare sensazione di star bene, sentirsi a proprio agio e al sicuro, da soli o in compagnia, in casa propria, all’aperto o sul posto di lavoro.

Per abbracciare lo spirito hygge, Meik Wiking consiglia di:

  • accendere qualche candela o una piccola lampada;
  • coltivare relazioni positive;
  • mangiare dolci (i danesi ne vanno matti) e dilettarsi preparando torte;
  • consumare bevande calde;
  • vestirsi in modo casual dando ampio spazio a sciarpe, maglioni, calzettoni di lana, prediligendo il colore nero;
  • destinare un angolo della propria casa (chi ha il caminetto è decisamente avvantaggiato) ad attività tipicamente hyggeling, come la lettura di un buon libro o la visione del film preferito, meglio se avvolti in una coperta e circondati da cuscini.
Vivere lo spirito hygge a Copenaghen: rifugiarsi in uno storico caffè letterario

Con queste premesse, penso di poter affermare con certezza (o quasi) di aver abbracciato lo spirito hygge durante il mio viaggio a Copenaghen.

Avevo trascorso la mattinata a Malmö e poi, una volta tornata sul suolo danese, mi ero lanciata alla ricerca delle tre statue della Sirenetta.

All’improvviso, non so bene se a causa del freddo o della stanchezza accumulata, ho sentito il bisogno di prendermi del tempo per me, lasciando per un attimo il ruolo della viaggiatrice curiosa e ben organizzata.

Così, ho fatto una sosta al Paludan Bog & Café, caffè letterario a metà strada tra la Cattedrale di Nostra Signora e la Torre Rotonda, e mi sono concessa un paio d’ore in perfetto stile hygge.

Il locale, distribuito su due livelli stracolmi di volumi, era affollato da turisti e studenti universitari.

Eppure, mentre stringevo con le dita gelide quella tazza di tè bollente, mi sentivo profondamente in pace con me stessa e con il mondo attorno.

la mia pausa da paludan bog e cafe a copenaghen

E voi, che ne pensate dello stile di vita dei danesi?

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Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

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