Il teatro dei burattini costituisce una delle più antiche tradizioni artistiche di Bologna.
È qui del resto che, per ben undici anni, è stato attivo l’unico teatro stabile italiano interamente dedicato ai pupazzi di stoffa dalla testa e le mani di legno.
Grazie alla gentile disponibilità del maestro burattinaio Riccardo Pazzaglia, fondatore dell’associazione Burattini a Bologna e autore dell’omonimo libro (edito da Minerva, 2018), ho avuto l’enorme privilegio di varcare la soglia di un vero laboratorio di burattini.
Riccardo disegna, intaglia, dipinge e veste le più di cinquecento creature a cui, durante gli spettacoli, presta le movenze e la voce.
Siete pronti a viaggiare insieme a me indietro nel tempo e ripercorrere l’evoluzione di questa antichissima forma d’arte a Bologna?
Alziamo il sipario, lo spettacolo può cominciare!
Teatro dei burattini a Bologna: qualche cenno storico
Si è soliti ricondurre la nascita del teatro dei burattini a Bologna all’arrivo della Commedia dell’Arte in città, sul finire del Cinquecento.
Per la sua posizione altamente strategica infatti, la Turrita è quasi una tappa obbligata per le numerose compagnie che, da nord a sud, attraversano lo stivale.
Con il sopraggiungere delle truppe napoleoniche alla fine del Settecento, il teatro dei burattini si ritrova a dover fare i conti con censure e limitazioni, frutto del rigido controllo esercitato dai francesi.
Le compagnie dunque, da itineranti diventano stanziali e tendono a creare nuovi personaggi, nei quali il pubblico, di estrazione prettamente popolare, si può facilmente immedesimare.
È questo il periodo in cui fa la sua apparizione sulle scene Fagiolino, ardito sovvertitore dell’ordine sociale, che diventa immediatamente il beniamino di tutti i bolognesi.
Uno dei padri del teatro dei burattini nell’Ottocento è Filippo Cuccoli, a cui si affianca ben presto il figlio Angelo.
Costui stabilisce il suo casotto presso il Palazzo del Podestà e, coadiuvato da Augusto Galli, crea delle figure in grado di fare da spalla all’amato Fagiolino.
Tra i diversi angoli della piazza che la famiglia Cuccoli sceglie per mettere in scena gli spettacoli dei burattini, non si può non menzionare il Voltone del Podestà. È annoverato anche tra i 7 segreti di Bologna e la motivazione è alquanto curiosa, venite a scoprire perché!
È a Galli infatti, che bisogna riconoscere il merito di aver dato alla luce Sganapino, compagno dello scaltro bastonatore in innumerevoli scorribande.
Il teatro dei Cuccoli diventa un punto di riferimento imprescindibile per i burattinai del Novecento.
Bologna e i burattini: dal dopoguerra alla nascita dell’unico teatro stabile in Italia
Durante le due guerre mondiali, le serate estive dei bolognesi sono spesso animate dal teatro delle teste di legno, che si muovono all’interno di spazi sempre più estesi.
Mai come in questo periodo c’è bisogno di svagarsi e di sorridere.
Per questo motivo, se precedentemente il teatro dei burattini aveva la sua location prediletta nella centralissima Piazza Maggiore, da adesso in poi riesce a raggiungere quasi ogni angolo della città e cambia inevitabilmente forma.
Si passa infatti dal più semplice e contenuto casotto alla baracca.
È una costruzione in legno con il tetto spiovente dotata di un magazzino, dove riporre le sedie per gli spettatori e gli altri oggetti di scena.
Negli anni Sessanta del Novecento, si afferma la figura del burattinaio Demetrio Presini.
È a lui che si deve la creazione dell’unico teatro stabile di burattini in Italia, il Teatrein di Burattein.
Istituito presso i locali dell’ex Sala Borsa di Palazzo d’Accursio, nel cuore di Bologna, intrattiene intere generazioni di spettatori poiché rimane ininterrottamente operativo dal 1976 al 1990.
Presini, assistito da Sara Sarti, ottima interprete dei ruoli femminili oltre che abile sarta, intaglia personalmente il legno per definire le teste e le mani dei suoi pupazzi (abilità non molto comune tra i burattinai) e dipinge i fondali.
Riccardo Pazzaglia e la rinascita del teatro dei burattini a Bologna
Riccardo non è solamente l’ultimo burattinaio che si è formato alla scuola di Presini ma ne è l’erede diretto.
Oggi del resto, tiene dei corsi destinati a quanti desiderano intraprendere la sua stessa strada, imparando un mestiere tanto inusuale quanto intriso di fascino e di un pò di magia.
Mentre mi racconta di quella che definisce una vocazione, i suoi occhi brillano di una luce vivida e ormai rara, di quelle che contraddistinguono i bambini il giorno di Natale.
Pur avendo superato i trent’anni di attività (esordì appena undicenne), Riccardo ha ancora un grande sogno da realizzare.
Il suo obiettivo è infatti quello di riportare stabilmente i burattini nel posto che meritano e che originariamente occupavano, ovvero il centro di Bologna.
Dal 2017, anche se solo in parte, questo desiderio ha cominciato a concretizzarsi.
Riccardo infatti, durante la stagione estiva intrattiene i bolognesi presso il Cortile d’Onore di Palazzo d’Accursio, con una rassegna interamente dedicata al mondo dei burattini, in convenzione con il Comune di Bologna.
Ha inoltre svelato al grande pubblico la passione poco nota del pittore Wolfango (scomparso nel 2017) verso quest’antico teatro di figura.
Delle centinaia di illustrazioni che l’artista ha dedicato al fantastico mondo dei burattini, un’ampia rassegna è confluita nel volume pubblicato da Riccardo nel 2018.
Si tratta di una raccolta davvero notevole, che omaggia anche personaggi di altre città d’Italia, come Pulcinella, Brighella, Pantalone e Arlecchino.
Se volete conoscere la programmazione degli eventi previsti per i prossimi mesi, vi consiglio di consultare il sito internet Burattini a Bologna.
Il laboratorio di Riccardo Pazzaglia si trova in Via Bagnarola, 43 a Budrio, una località a poco meno di 20 chilometri da Bologna.
Una volta a destinazione, potrete l’asciare l’automobile nell’area di parcheggio gratuita adiacente all’ingresso.
Chi desidera mettersi in contatto con il maestro burattinaio può scrivere a: burattinidiriccardo@gmail.com e seguire le pagine social dell’associazione, attiva su Instagram e su Facebook.
Bologna: le teste di legno più celebri della tradizione locale
Viviamo un momento storico in cui neologismi, inglesismi e latinismi (spesso usati a sproposito) hanno letteralmente invaso il nostro modo di parlare.
In questo senso, al teatro dei burattini va riconosciuto un grande merito.
Con i suoi vivaci e spesso coloriti dialoghi, ha indubbiamente contribuito ad avviare un vero e proprio rinascimento del dialetto bolognese.
Pur non essendo nata in questa città, c’è una cosa che penso di poter affermare con una quasi totale certezza.
Determinate battute, se fossero recitate in italiano, non solo non farebbero sorridere gli spettatori, ma non verrebbero neanche completamente comprese.
Del resto, privare un personaggio dell’idioma che gli è proprio, equivarrebbe a sottrargli parte della sua identità, a rubargli un piccolo pezzo di cuore.
A tal proposito, siete curiosi di conoscere i protagonisti del teatro dei burattini di Bologna?
Ve li presento!
Balanzone è sicuramente la maschera bolognese più rappresentativa e conosciuta nel nostro Paese.
È il simbolo dell’università, vanto della città, e non perde occasione per sfoggiare la sua sterminata conoscenza, mostrandosi spesso saccente, prolisso e presuntuoso.
Di famiglia agiata, può permettersi di gustare i piatti più succulenti della gastronomia locale, abitudine che gli conferisce una corporatura robusta e forme tondeggianti.
Lo scaltro e furbo Fagiolino al contrario, è spesso affamato.
Appare sempre pronto a colpire con il suo bastone i tiranni e gli usurpatori che si presentano sulla sua strada.
Ama Isabella, una delle burattine più celebri della tradizione felsinea, che poi diventa sua moglie.
A lui Angelo Cuccoli affianca Flemma, un giovane decisamente poco sveglio, alquanto sciocco e molto infantile.
Ma per tutti, il vero e unico partner in crime di Fagiolino resta Sganapino.
Insieme formano una coppia inossidabile del teatro dei burattini di Bologna. Essendo sostanzialmente l’uno l’opposto dell’altro, finiscono per compensarsi a vicenda.
Mentre Fagiolino è astuto, ha i capelli neri e si difende con un bastone, Sganapino è ingenuo, rossiccio, indossa sempre una giacca a quadretti e brandisce una scopa di legno.
Ora che abbiamo terminato con le presentazioni, è il vostro turno: a quale dei burattini del teatro di Bologna vi sentite più affini e perché?
7 risposte
E’bello leggere di tradizioni così radicate che Si riescono a tramandare e a rivalutare negli anni. Noi amiamo i burattini e qui a Gaeta in estate arriva un teatrino da Sorrento, per far divertire grandi e bambini. Una passione di famiglia che ancora persiste e che ancora riesce ad attrarre un gran pubblico, di ogni età!
Sono una fan di Balanzone e non vedo come potrebbe essere diversamente! Dopotutto io a Bologna cerco di venirci per mangiare e alla mensa di Fagiolino e Sganapino c’è poco da stare a tavola!
Sono certa che a te gli spettacoli di burattini di Riccardo piacerebbero tantissimo!
Con questo articolo mi hai portato indientro nel tempo quando portavo i miei figli a vedere gli spettacoli dei burattini, ho dei bellissimi ricordi di risate infinite. Fagiolino è il personaggio che più mi piace con il suo bastone sempre pronto a colpire i cattivi che si presentano sul suo cammino. Grazie Libera per avermi sbloccato un ricordo così bello!
Grazie a te per averlo condiviso.
L’arte delle marionette e dei burattini è profondamente radicata all’interno delle tradizioni di ogni regione: un tempo diffuso e presente ovunque oggi quasi scomparso. Dico quasi perché c’è chi ancora porta avanti questa tradizione, come a Bologna e non solo.
Che bello, non conoscevo la storia dei burattini di Bologna, grazie mille per averla condivisa. Mi hai fatto tornare bambina leggendo questo articolo!