Bologna: Museo Memoriale della Libertà

il carro armato del Museo Memoriale della Libertà di Bologna

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Il Museo Memoriale della Libertà di Bologna nasce dalla precisa volontà della famiglia Ansaloni, di mantenere vivo il ricordo di nonno Edo, partigiano, fotoreporter e grande appassionato di motori.

Varcarne la soglia sarà per voi come fare un viaggio indietro nel tempo, di almeno ottant’anni.

All’epoca la città, alle prese con l’ultima fase della Seconda Guerra Mondiale, era dilaniata dai bombardamenti e cercava di resistere come poteva, in attesa degli Alleati.

Il Museo Memoriale della Libertà di Bologna ed Edo Ansaloni

Edo Ansaloni, appena diciottenne, il 21 Aprile 1945 ricevette da un amico la notizia dell’imminente arrivo delle truppe polacche alle porte di Bologna.

Questo significava una sola cosa: la guerra era finita.

Così, senza pensarci due volte, imbracciò la sua cinepresa e, nonostante non avesse alcuna specifica competenza professionale, si precipitò presso le vie del centro cittadino, per documentare l’evento che tutti i libri di storia avrebbero ricordato come la Liberazione di Bologna.

Pensate: fu in assoluto il primo ad immortalare la conclusione del conflitto in città.

I suoi scatti con i volti dei soldati polacchi e la Torre degli Asinelli sullo sfondo hanno fatto il giro del mondo, così come le immagini che ritraggono i cittadini in festa, mentre si dirigono in Piazza Maggiore.

Se da un lato Bologna scriveva, assieme all’Italia, un’importantissima pagina di storia, dall’altro Edo Ansaloni fermava per sempre quel momento, con la sua cinepresa.

Sua nipote Chiara che, assieme alla sorella Rita, accoglie i visitatori presso il Museo Memoriale della Libertà, ci ha detto che l’obiettivo di suo nonno negli anni non è mai cambiato.

un'immagine di Edo Ansaloni

Edo voleva che le giovani generazioni avessero accesso a quei filmati, affinché vedessero con i loro occhi gli orrori della guerra e cercassero così di scongiurarla, in tutti i modi possibili.

Museo Memoriale della Libertà: il percorso di visita

Il Museo Memoriale della Libertà di Bologna è stato inaugurato nel 2000 ed occupa un’area abbastanza estesa, situata all’interno della tenuta della famiglia Ansaloni.

Si articola sostanzialmente in tre sezioni:

  • un percorso espositivo dal tono fortemente evocativo, che ripropone alcuni momenti salienti del conflitto bellico;
  • un’ampia collezione di veicoli storici;
  • una sala conferenze, che mostra alcuni dei filmati girati da Edo durante i bombardamenti e nel giorno della Liberazione di Bologna.

Il visitatore è seguito costantemente da Chiara e Rita Ansaloni.

Pur essendo molto giovani, sono entrambe legatissime a questo luogo, così come al ricordo del nonno, scomparso il 31 Gennaio 2020.

Museo Memoriale

Il Museo Memoriale occupa la prima parte del tour.

Si articola lungo cinque stanze, animate da suoni, voci e rumori, che riproducono alcune scene cruciali degli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale.

Le luci della prima sala, inizialmente fioche, si fanno via via più intense ed illuminano volti, case e oggetti. Siamo dinanzi alla riproposizione del rastrellamento di un piccolo centro dell’Appennino bolognese, ad opera delle truppe tedesche.

Procedendo in avanti, si arriva a quella che secondo me, è la parte più suggestiva di questo viaggio nella storia.

Il secondo ambiente altro non è che un rifugio, realizzato nello scantinato di una palazzina.

Inizialmente si sente una voce metallica che fuoriesce da una vecchia radio e diffonde messaggi in codice. Ad un certo punto si odono i rumori delle bombe in avvicinamento, che poi confluiscono in una fortissima esplosione.

Gli ambienti più suggestivi: dal rifugio sotterraneo alla scalata del Costone Riva

Mi raccomando, non vi spaventate se avvertite dei movimenti nell’allestimento museale: è stato realizzato in modo da rendere la scena ancora più verosimile per il visitatore, che ha così l’impressione di trovarsi davvero sotto attacco.

Non a caso, la quarta stanza è l’androne di una casa in rovina, dove il silenzio delle macerie è rotto solo dal pianto inconsolabile di un bambino.

Il quarto ambiente invece ripropone uno dei momenti più concitati della Battaglia di Porta Lame (7 Novembre 1944). In quell’occasione, i gruppi partigiani, attaccati dai nazifascisti, dopo aver gettato alcuni fumogeni, scesero nel Canale del Cavaticcio, cercando di sfuggire alle pallottole nemiche.

Lo scontro si protrasse per molte ore ed è ricordato ancora oggi con due sculture, collocate esattamente nei pressi di Porta Lame, che riproducono rispettivamente un partigiano ed una partigiana.

L’ultima sala commemora infine, la celebre impresa nota come scalata del Costone Riva, fondamentale per la liberazione del Nord Italia.

Agli albori del 1945, gli Alleati riuscirono ad annientare un importante avamposto tedesco, situato presso il Monte Belvedere, lungo la Linea Gotica.

Una curiosità: gli abiti indossati e le armi (tutte rigorosamente scariche) impugnate dai manichini, sono assolutamente originali.

manichino con indosso abiti originali

Tra questi, vi è il martello donato da un reduce di guerra, che ha combattuto proprio durante lo scontro avvenuto nel territorio di Lizzano in Belvedere.

Parco veicoli

Una vasta esposizione di mezzi, per lo più di ambito bellico, accoglie il visitatore al parco veicoli del Museo Memoriale della Libertà, assieme ad alcune gigantografie degli scatti più celebri di Edo Ansaloni.

Il pezzo forte della collezione è il carro armato Sherman, del 1944. È ancora perfettamente funzionante e talvolta viene acceso davanti agli occhi increduli dei presenti.

È stato inoltre adoperato in alcune celebri pellicole cinematografiche, come Il Paziente Inglese (1996, di Anthony Minghella).

Tra gli altri veicoli, spiccano: una jeep russa, alcuni autocarri americani destinati al trasporto di soldati e munizioni, un’ambulanza.

Una menzione particolare infine, spetta al Macchi 205 Veltro, recuperato a Molinella (in provincia di Bologna) nel 2000.

Si schiantò il 13 Maggio 1944, causando la morte del pilota, il modenese Rolando Garavaldi.

Chiude simbolicamente questa seconda sezione, un carro merci adoperato per il trasporto dei prigionieri nei campi di concentramento, durante la Seconda Guerra Mondiale.

È visitabile internamente ed ospita una piccola mostra, atta a documentare la vita all’interno dei lager.

Sala conferenze

L’ultima parte del tour prevede la visione di un filmato di circa 45 minuti nella sala conferenze del museo.

È la stessa voce di Edo Ansaloni a commentare le immagini, che si susseguono in bianco e nero.

Invece di mettersi in fuga come gli altri componenti della sua famiglia, il giovane corse sui tetti dell’abitazione di Via Marsala, 20 per documentare l’arrivo degli aerei e lo sgancio delle bombe alla periferia di Bologna.

Non mancano le celebri scene della liberazione, con gli sguardi guardinghi dei primi soldati polacchi in arrivo, il sopraggiungere dei partigiani e la gioia della folla festante.

Ciascun frangente viene ricordato da Edo nei minimi particolari. Sono riportati perfettamente i nomi dei personaggi inquadrati, i luoghi, le date e altri dettagli.

In alcuni momenti si ha quasi l’impressione di trovarsi lì, accanto a questo incredibile, quanto coraggioso, reporter.

Al termine della proiezione, soffermatevi qualche minuto nella stanza, dove sono esposte alcune foto di Edo ed una serie di cimeli legati a battaglie e campagne militari.

Dove si trova il museo e come arrivare

Il Museo Memoriale della Libertà si trova in Via Giuseppe Dozza, 24 a Bologna, nei pressi del torrente Savena e del Cimitero Militare Polacco.

Potete arrivarci comodamente in automobile, parcheggiando all’interno della tenuta Ansaloni, nei pressi dell’esposizione.

In alternativa, prendete il bus della linea 19 e scendete alla fermata Parco dei Cedri, che dista pochi metri dal cancello d’ingresso.

Orari e biglietti

Il museo apre regolarmente solo in caso di prenotazione anticipata, che va effettuata inviando una email a: info@museomemoriale.com oppure chiamando il numero di telefono: 051461100, operativo dal lunedì al venerdì, dalle ore 10:00 alle ore 18:00.

Militaria alla Torre

Uno degli eventi più popolari, tra quelli ospitati presso il Museo Memoriale della Libertà, è Militaria alla Torre.

Richiama a Bologna centinaia di appassionati dell’universo militare, molti dei quali provenienti dall’estero.

Chi accede alla mostra, può anche usufruire di una riduzione sul costo del biglietto del museo.

Potete trovare maggiori informazioni e consultare il calendario degli appuntamenti di quest’anno, sul sito internet della manifestazione.

io e Michela in compagnia di Chiara Ansaloni presso il Museo Memoriale della Libertà

Se volete portare a casa un ricordo della visita al Museo Memoriale della Libertà di Bologna, sappiate che al termine del tour potrete acquistare il volume: La Liberazione di Bologna rivissuta attraverso l’obiettivo di Edo Ansaloni, una raccolta di tutte le sue fotografie.

Mi sembra un ottimo modo per onorare la sua memoria e al contempo, preservare la nostra.

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12 risposte

  1. Non conoscevo l’esistenza di questo memoriale. Interessantissimo! Mi sono appassionata ai piccoli musei e centri culturali che, in Toscana, raccontano il fronte lungo la Linea Gotica e credo che questo memoriale si ponga molto bene in continuità con quei Luoghi. Importante preservare la memoria di quel tragico periodo storico.

    1. Anche io come te, ultimamente mi sono appassionata ai racconti dell’Appennino e della Linea Gotica. Sono talmente radicati al territorio che non puoi ignorarli, sono parte integrante della storia di queste località.

  2. Questo sì che è un museo incredibile! Lo conosco anche se non ci sono mai stata! Dovevo visitarlo in occasione proprio della manifestazione Militaria alla Torre qualche anno fa ma poi non sono riuscita, un motivo in più per tornare a Bologna!

  3. Confesso di non aver mai sentito nominare Edo Ansaloni, ma ha fatto davvero uno splendido lavoro, ha scattato delle foto ad uno dei momenti più importanti della storia recente. Mi piacerebbe molto vedere il libro con le sue fotografie!

  4. Che cosa interessante mi hai fatto scoprire! Io amo molto i musei che parlano della Seconda Guerra mondiale, perchè mi aiutano ad aumentare le mie scarse conoscenze sull’argomento. Questo museo mi ha ricordato molto il bellissimo Imperial War museum di Londra.

  5. Non conoscevo l’esistenza di questo importante Museo (con la M maiuscola apposta) e l’ho immediatamente segnato tra i luoghi da visitare al prossimo giro a Bologna. Al di là del valore degli oggetti e dei ricordi esposti mi ha soprattutto colpita il tuo racconto del percorso espositivo che penso rievochi alla perfezione il dramma vissuto dai bolognesi e da migliaia di persone in altre città in quel periodo storico. Mi fa molto pensare anche l’intento di Edo Ansaloni che giustamente aveva pensato che, mostrando gli orrori della guerra con le immagini girante con la sua cinepresa, avrebbe fatto capire ai visitatori del museo che la guerra va sempre scongiurata. Purtroppo però nel 2023 siamo ancora a parlare di guerre ed atrocità in tutto il mondo.

    1. Grazie di aver condiviso il tuo pensiero così profondo sul Museo Memoriale della Libertà. A questo punto direi che non ti resta che visitarlo.

  6. Ma che storia affascinante mi hai fatto scoprire! Una realtà vicina a me dato che anche io sono dell’Emilia Romagna, qui i partigiani ancora vengono ricordati e se ne parla nonostante sia passato così tanto tempo. Anche la mia nonna era una di loro, lo raccontava sempre!

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