Tracce di Libertà: dietro le quinte dell’evento alla Certosa di Bologna

il monumento ossario ai caduti partigiani

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Tracce di Libertà, l’evento che ho ideato e condotto nell’ambito del calendario estivo della Certosa di Bologna, mi ha completamente attraversata.

È stato un viaggio intenso e dalle emozioni forti, cominciato da un’intuizione semplice ma ben chiara nella mia mente, fin dalla primo istante: restituire voce ad una meta solitamente esclusa dai classici itinerari turistici.

Volevo raccontare il cimitero monumentale della mia città come un luogo vivo, un archivio a cielo aperto che custodisce migliaia di storie spesso dimenticate, ma ancora perfettamente in grado di parlare a chiunque voglia mettersi all’ascolto.

L’evento Tracce di Libertà alla Certosa di Bologna: valorizzare cultura, storia e arte ribaltando un pregiudizio

Ricordo che quella sera ero emozionatissima.

Mentre il sole pian piano scompariva dietro i portici silenziosi della Certosa, mi chiedevo se uno sguardo incerto, un sorriso forzato o un’esitazione di troppo nella voce, avrebbe lasciato trasparire l’ansia che provavo in quei pochi minuti, prima di cominciare.

Del resto, quando avevo immaginato quell’esperienza come un percorso interattivo, sapevo che sarebbe stata una sfida, una scommessa con me stessa e con chi crede ancora che i social siano solo vuote perdite di tempo.

Spinta dal desiderio di ribaltare questo pregiudizio diffuso, volevo dimostrare che, contrariamente a quanto si possa pensare, lo smartphone può trasformarsi in uno strumento prezioso per diffondere e valorizzare cultura, storia e arte.

Mi sentivo come il personaggio di un videogame alle prese con un’impresa quasi impossibile, ma determinante per passare al livello successivo.

Dovevo abbattere il confine dello schermo e costruire un ponte capace di mettere in collegamento passato e presente.

Se ci fossi riuscita, avrei garantito a tutti coloro che lo avrebbero attraversato di vivere un’esperienza indimenticabile, come i protagonisti di un viaggio indietro nel tempo.

Ma come è andata davvero?

È quello che scopriremo insieme, accostandoci all’evento Tracce di Libertà da una prospettiva inedita e sorprendente.

Vi porterò con me dietro le quinte per condividere appunti, aneddoti e retroscena. Cominciamo!

Come ho trasformato la Certosa in un’esperienza interattiva: la scelta del tema, il titolo, le tappe del percorso

In merito alla scelta del tema dell’evento, credo di non aver mai avuto grossi dubbi.

Tracce di Libertà è un omaggio ad una ricorrenza fondamentale per la nostra storia: l’80° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Il 21 Aprile 1945 Bologna tornò finalmente libera, seguita quattro giorni dopo da Milano e Torino (motivo per il quale si è scelto di adottare il 25 come data ufficiale della festa nazionale).

Ripercorrere le tracce impresse ottant’anni fa da chi ha combattuto in nome della democrazia e della libertà, avrebbe permesso ai partecipanti di comprendere la reale portata di quel sacrificio, che ha cambiato per sempre il nostro destino.

Ho costruito il percorso partendo da uno dei periodi più bui della Seconda Guerra Mondiale (1943-1945, quando Bologna subì più di 90 bombardamenti), per concludere al cospetto del Monumento Ossario ai caduti partigiani, simbolo di speranza per il futuro.

Ogni tappa è stata scelta con estrema cura, bilanciando aspetti di tipo pratico (come la collocazione all’interno della Certosa o la vicinanza agli altri punti di interesse) a sfumature di tipo prettamente storico (l’importanza del personaggio) ed emotivo (la sua vicenda personale o familiare).

Dinanzi a ciascun monumento funebre, i presenti erano chiamati ad interagire, utilizzando lo smartphone per rispondere ad un quiz in tempo reale, mettendosi alla prova con le proprie reminiscenze scolastiche e alcuni nozioni di cultura generale.

Questo espediente ha destato fin da subito molta curiosità. Di solito, quando ci troviamo all’interno di luoghi storici e musei, siamo abituati a sentirci dire di mettere in tasca i cellulari e non il contrario.

le domande durante l'evento alla certosa di bologna

La grande maggioranza dei presenti ha partecipato attivamente, prendendo questa piccola parentesi social decisamente sul serio.

Alcuni chiedevano consiglio prima di confermare qualsiasi risposta, altri copiavano spudoratamente, altri ancora si affidavano al caso.

Il confronto, la condivisione e la coesione all’interno del gruppo crescevano progressivamente, sosta dopo sosta.

Dietro le quinte dell’evento Tracce di Libertà: il lavoro invisibile per rendere un’esperienza indimenticabile

Ricordo con esattezza il momento in cui ho realizzato che l’evento Tracce di Libertà stava prendendo forma come qualcosa di concreto, che andava ben oltre gli appunti sul quaderno o i post-it sullo schermo del computer.

Mi avevano appena consegnato il programma cartaceo della rassegna estiva e avevo iniziato a sfogliarlo.

Quando ho letto il mio nome, nero su bianco, accanto al titolo dell’evento che io stessa avevo progettato, per un attimo mi sono bloccata.

Dopo tante ore di studio e progettazione davanti allo schermo, quel giorno mi trovavo proprio all’interno della Certosa per un sopralluogo.

Volevo memorizzare l’intero percorso e controllare che la connessione internet fosse stabile.

Vagavo da un cortile ad un chiostro con il taccuino in una mano e lo smartphone nell’altra.

Era una giornata caldissima di inizio estate e la tranquillità del cimitero monumentale sotto il sole di mezzogiorno mi restituiva un profondo senso di pace interiore.

Mi fermavo spesso per annotare i miei stati d’animo, registrare alcuni video o cercare l’angolazione giusta per le foto.

Non posso negarlo: la Certosa è uno dei luoghi di Bologna che in assoluto preferisco!

Tracce di Libertà: dall’evento interattivo alla guida digitale

Sono anni ormai che scrivo percorso culturali e turistici per viaggiatori, turisti, enti e musei, che cercano esperienze cucite sulle loro reali esigenze o su quelle dei propri clienti e visitatori.

Eppure ancora oggi, ogni volta che vedo un mio progetto concretizzarsi in qualcosa di reale, mi emoziono un po’.

Confezionare un itinerario è un compito molto importante, che richiede ascolto, impegno e responsabilità. Spesso chi lo commissiona vuole coronare il sogno di una vita oppure fare un regalo alla persona amata.

È come se mi venisse affidato un desiderio da proteggere: devo fare del mio meglio affinché si avveri.

Quando sento di esserci riuscita e lo lascio andare, mi sembra di donare al mio progetto una vita nuova e sono felice alla sola idea di regalare attimi di gioia e spensieratezza a chi vorrà percorrerlo.

Per prolungare l’esperienza cominciata nella Certosa ad esempio, ho creato una guida digitale.

Alle tappe dell’evento Tracce di Libertà, accompagnate da brevi descrizioni e curiosità storiche, ho aggiunto ben quattro soste extra.

Si tratta di luoghi storici indissolubilmente legati alla Liberazione ma situati al di fuori delle mura della Certosa, in punti diversi della città.

È un modo originale per riscoprire una delle pagine più significative della storia di Bologna in autonomia, grazie ad uno strumento di semplice consultazione e pronto all’uso.

Comunicare l’evento Tracce di Libertà alla Certosa di Bologna sui social: quando Instagram diventa il miglior alleato

Sono certa che se fossimo chiamati ad eleggere la piattaforma più odiata del momento, non ci sarebbe gara: Instagram vincerebbe a mani basse.

Siate sinceri: se lavorate con i social, negli ultimi mesi avrete pensato almeno una volta di disinstallare l’app e chiudere il profilo.

Eppure, come confermano i dati emersi dai feedback ricevuti, il social dei cuoricini è stato in assoluto il mio miglior alleato nella promozione di Tracce di Libertà.

Per testare il grado di interesse del pubblico, un paio di settimane prima dell’evento ho pubblicato un carosello con un gancio accattivante (di quelli magnetici), le principali informazioni e le modalità di adesione.

La risposta non si è fatta attendere: sono arrivate le prime 20 prenotazioni in poche ore.

i partecipanti alla prova con i quiz

Dopo alcuni giorni, ho condiviso un Reel realizzato con alcune riprese effettuate durante i sopralluoghi, a cui è seguito un set di stories (un’altra ventina di persone si è aggiunta alla lista degli iscritti).

Nelle ore successive all’evento invece, prima ho programmato l’uscita di un Reel emozionale e poi un post con i principali feedback ricevuti.

Ho quindi preparato un set di stories in cui lasciavo parlare la pancia, condividendo timori, ansie ma anche gioie e gratificazioni.

Le numerose reazioni spontanee, le condivisioni, i messaggi in DM e le 16 iscrizioni alla newsletter che ne sono seguite, hanno dimostrato una profonda connessione emotiva con la community.

Oltre ai nuovi contatti, ho ricevuto diverse richieste di collaborazioni e domande sui miei progetti futuri.

Sono sempre più convinta che continuare a considerare Instagram solo come una vetrina sia un grande errore.

Con una strategia mirata, una visione chiara, capacità di ascolto, creatività e storytelling, questa piattaforma social può fare davvero la differenza nella promozione di un evento culturale o turistico.

Chiedere i feedback: quali domande fare e come utilizzare le risposte in modo strategico

Sembrerà banale ma credo sia importante ribadirlo: i feedback raccolti direttamente dai partecipanti sono una prova tangibile dell’impatto che un professionista, attraverso un servizio, un prodotto o un’esperienza, riesce a generare.

Io solitamente uso Google Form, perché è alquanto semplice da condividere e consultare (inoltre, è gratuito).

Fate molta attenzione a non sottovalutare le domande.

Non devono essere troppe, vanno formulate in modo chiaro e con l’obiettivo di incoraggiare la voglia di esprimersi liberamente, senza la paura di essere giudicati male.

Ricordate di chiedere il permesso di condividere i feedback sui vostri profili social o sul sito internet. È un grande segno di rispetto verso chi si è fidato abbastanza da raccontarsi senza filtri.

Le parole che le persone utilizzano per spiegare come hanno vissuto un evento sono molti importanti.

Se da un lato vi permetteranno di consolidare il posizionamento all’interno del vostro settore di riferimento, dall’altro saranno fonte di suggerimenti preziosi per migliorarvi e continuare a costruire sempre nuove esperienze memorabili.

Come creare un evento culturale e turistico: le 5 lezioni che ho imparato dall’evento Tracce di Libertà alla Certosa di Bologna

Ci sono almeno 5 lezioni che ho imparato da Tracce di Libertà e che credo possano tornare utili a quanti devono progettare un evento culturale o turistico.

  • Un luogo può diventare esperienza viva. Grazie ad una narrazione coinvolgente ed immersiva, il cimitero monumentale della Certosa di Bologna ha preso vita, riportando alla luce storie, aneddoti e memorie.
  • Un evento ben organizzato comincia prima della data sul calendario. Dietro un’esperienza che funziona, nulla deve andare a caso ma occorre studio, applicazione, sopralluoghi, ascolto, creatività e strategia.
  • Per creare un legame profondo con il pubblico, bisogna coinvolgerlo in modo attivo. Inserire elementi interattivi, come i quiz durante il percorso, ha permesso ai partecipanti di vivere l’evento da protagonisti e non come semplici spettatori.
  • I social sono vostri amici, se li usate in modo strategico. Instagram mi ha permesso di generare iscrizioni, acquisire contatti, raccontare il dietro le quinte e tenere viva l’emozione, prima e dopo.
  • Vietato dimenticare di chiedere i feedback. Le parole che ho ricevuto al termine di Tracce di Libertà sono state per me una conferma importante. Ascoltare chi partecipato ad un evento è un buon punto di partenza per capire come crescere e perfezionarsi.
tracce di libertà alla certosa di bologna

Ogni itinerario che costruisco nasce da una scelta precisa, quella di fermarmi e ascoltare, prima di intrecciare percorsi e storie.

L’evento Tracce di Libertà alla Certosa di Bologna mi ha ricordato che, anche in una città in cui vivo ormai da più di vent’anni, esistono angoli che sono ancora capaci di emozionarmi.

Ho imparato che l’unico modo per rendere un’esperienza davvero memorabile, è trattarla con attenzione e cura, ancor prima di viverla.

È per questo che continuo a fare quello che faccio: dare voce ai luoghi, corpo alle storie, senso ai passi.

Se lavorate nella cultura o nel turismo e state cercando un modo nuovo per raccontarvi, scrivetemi.

Insieme possiamo tracciare un percorso che arrivi dritto al cuore delle persone e che continui a parlare, anche dopo l’ultima tappa.

(L’evento Tracce di Libertà rientra nel Calendario estivo della Certosa di Bologna a cura del Museo del Risorgimento e dell’Associazione Amici della Certosa)

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Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

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