La storia della ghiacciaia di Villa Lambertini-Mattei, situata nello storico quartiere Barca di Bologna, è talmente avvincente che sembra uscita dalla penna di un romanziere.
In un alternarsi vorticoso di cadute e risalite, disperazione e caparbietà, a trionfare alla fine è il senso civico di un folto gruppo di residenti del rione, situato in prossimità del fiume Reno.
È qui che, sotto lo sguardo attento del Santuario di San Luca, trova luogo uno di quei racconti che fanno bene al cuore.
Siete pronti a sfogliarne le pagine insieme a me?
Cominciamo.
La ghiacciaia del quartiere Barca a Bologna: cenni storici
Guardate con attenzione il cancello che si staglia al civico 24 di Via Nino Bertocchi, nel cuore del quartiere Barca di Bologna.
Due pesanti sassi di fiume ne incorniciano l’ampio ingresso da più di trecento anni, ovvero da quando si aprivano per fare spazio alle carrozze, che transitavano nella tenuta.
Ci troviamo dinanzi a quella che nel Settecento era la splendida dimora estiva del Cardinale Prospero Lambertini (1675-1758), nominato Papa nel 1740, con il nome di Benedetto XIV.
Accanto all’abitazione padronale, acquistata da Andrea Mattei (nonno di Cesare, fautore della celebre Rocchetta Mattei) sul finire dell’Ottocento, vi erano la cappella di famiglia, la casa colonica ed un fienile, nonché un’ampia ed utilissima ghiacciaia.
Questa costruzione serviva a conservare i cibi, affinché fossero sempre pronti per essere serviti nei sontuosi banchetti della villa.
Il suo posizionamento all’interno della tenuta era fondamentale.
Bisognava infatti individuare un luogo fresco e ombroso, senza tralasciare la vicinanza ad un bacino d’acqua che, durante l’inverno, avrebbe garantito il giusto rifornimento di ghiaccio.
Si scavava una profonda buca nel terreno, creando appositi canali di scolo, che potessero far defluire l’acqua.
Quindi si procedeva con un rivestimento in pietra, a cui si accedeva tramite una piccola porta.
Veniva ricavata un’apertura ad altezza uomo, per depositare il ghiaccio all’interno della costruzione.
Internamente, una gradinata a ridosso di una delle pareti, serviva a creare gli strati di fogliame, neve e ghiaccio, nonché a disporre i cibi su apposite mensole.
All’esterno infine, la volta era ricoperta di vegetazione e ombreggiata da grandi querce, le cui fronde avrebbero garantito il riparo dal sole.
L’associazione Salviamo la ghiacciaia e la riscoperta del patrimonio storico alla periferia di Bologna
Trattandosi di una costruzione parzialmente interrata, la ghiacciaia della Villa Lambertini-Mattei durante i bombardamenti che colpirono Bologna nella Seconda Guerra Mondiale, fu utilizzata spesso come rifugio.
La ghiacciaia del quartiere Barca non è l’unica conserva sotterranea visitabile nel territorio bolognese. Scoprite come esplorare i suggestivi Bagni di Mario nel racconto della mia esperienza.
Negli anni successivi però, andò incontro ad un progressivo abbandono, diventando un ricovero per i senzatetto prima di essere definitivamente murata.
Nel 2006 un’impresa di costruzioni acquistò la ghiacciaia, affermando di voler abbattere una delle querce secolari poste al suo ingresso.
Gli abitanti del quartiere, saputa la notizia, cominciarono una vera e propria lotta contro quella che definirono, senza mezzi termini, una speculazione edilizia.
Raccolsero centinaia di firme contro l’abbattimento dell’albero e commissionarono persino una perizia tecnica, al fine di smentire la teoria secondo cui la vecchia quercia avrebbe potuto causare danni a cose e persone.
Dopo una serie di peripezie ed un’attenta analisi dei cavilli contrattuali, la società di costruzione propose ai condomini di acquistare la ghiacciaia.
Nel 2010 nacque dunque l’associazione ONLUS Salviamo la ghiacciaia che, grazie al contributo economico di circa quaranta famiglie, diventò la nuova proprietaria della conserva.
Con l’obiettivo di valorizzare quell’importante patrimonio storico e architettonico del quartiere, i volontari diedero quindi inizio alla riqualificazione e alla messa in sicurezza dell’area.
Negli anni sono riusciti a renderla fruibile al pubblico e alle scolaresche, recuperando finalmente un pezzo importante della storia del territorio, che altrimenti sarebbe andato perduto.
Il prossimo passo è chiudere definitivamente uno squarcio sul retro della costruzione, creato da uno dei precedenti proprietari.
È fondamentale ripristinare la struttura nella sua interezza per evitare che terra e detriti possano penetrare all’interno, arrecando danni.
Per questo motivo, è stata avviata una raccolta fondi, alla quale ciascuno può contribuire entro il 15 Maggio 2023.
Come raggiungere la ghiacciaia del quartiere Barca a Bologna
Il modo più comodo per raggiungere la ghiacciaia del quartiere Barca è in automobile (non farete molta fatica a trovare un posto libero per il parcheggio).
Se invece preferite spostarvi con i mezzi pubblici, potete prendere gli autobus urbani delle linee: 14 (in partenza dal centro città) oppure 36 e 21 (dalla Stazione Centrale di Bologna).
Cosa vedere nei dintorni della ghiacciaia della Villa Lambertini-Mattei
Il quartiere Barca di Bologna (confluito nel nuovo quartiere Borgo Panigale-Reno) non è certo noto per essere inserito nelle solite tratte turistiche.
Del resto questo rione periferico, la cui realizzazione cominciò nel 1957 ad opera dell’architetto Giuseppe Vaccaro, è poco frequentato dagli stessi bolognesi, che prediligono altre zone per le loro passeggiate fuori porta.
Nonostante questo, sappiate che i dintorni della ghiacciaia della Villa Lambertini-Mattei, sono una vera e propria oasi verde.
Per cominciare, concedetevi una passeggiata nel parco fluviale del Reno, antica fonte di approvvigionamento di sassi e altro materiale per l’edilizia.
Treno della Barca
Quindi, non lasciatevi scappare l’opportunità di fare una sosta al cospetto del cosiddetto Treno del quartiere Barca, realizzato da Vaccaro nel 1962.
Pensate: dal 2021 è patrimonio UNESCO.
Il suo iconico portico coperto, che sorregge un sinuoso edificio a due piani, è così chiamato perché visto dall’alto, sembra un lungo treno in movimento.
Cooperativa Case Popolari Belcantone
I soci della Cooperativa Case Belcantone acquistarono parte della proprietà Lambertini-Mattei, collocata all’angolo tra le attuali Via della Barca e Via Battindarno.
Il complesso abitativo è immediatamente riconoscibile anche grazie all’iscrizione sulla facciata, che ne ricorda la destinazione originaria.
Dopo aver ottenuto un mutuo, cominciarono a costruire delle palazzine a due piani, affacciate su una corte interna e destinate agli operai.
Una targa commemorativa riporta l’anno in cui venne terminato il primo nucleo abitativo, ovvero il 1912.
Nonostante la recente ristrutturazione, è ancora evidente la struttura originaria di questo piccolo borgo operaio.
Parco Nicholas Green
Uno dei parchi pubblici più estesi dell’intero territorio bolognese si trova a circa quindici minuti di cammino da qui, a ridosso del Cimitero Monumentale della Certosa.
Intitolato a Nicholas Green (ucciso sull’autostrada A3 nel 1994, mentre era in viaggio con i suoi genitori, in vacanza in Italia), occupa ben quattordici ettari.
Oltre a diverse aree gioco, la presenza di un orto botanico tradisce l’antico utilizzo di questo terreno, su cui si ergeva Villa Contri (distrutta nel 1944).
Una curiosità: durante la stagione primaverile, tra l’orto e la pista ciclabile, coloratissimi fiori di glicine incorniciano in lontananza il Santuario di San Luca.
Esiste persino una mappa interattiva, che consente di individuare le fioriture più belle del territorio. Potete trovare maggiori informazioni qui: Dove vedere il glicine a Bologna.
Mi sembra un ottimo motivo per fare un salto alla ghiacciaia del quartiere Barca di Bologna, non trovate?
16 risposte
Sono proprio contenta di vedere che anche tu ti interessi dei luoghi di prossimità! Anche a Bologna c’è tantissimo da vedere e da valorizzare e non sempre conosciamo così a fondo le nostre città, quindi ben venga l’invito e che tu lo abbia accettato.
Il panorama di San Luca deve essere eccezionale con qui glicini, chissà che profumo!
Complimenti a questa associazione e a ciò che ha realizzato. Dal canto mio, sono felicissima di essere stata invitata a vedere la ghiacciaia e conoscere la sua storia da chi in prima persona, ha fatto di tutto per evitare che fosse dimenticata per sempre. Se anche tu, come me, sei appassionata di Bologna, nella sezione Emilia-Romagna di questo blog trovi tantissimi itinerari, spesso dedicati a luoghi poco noti. Dai un’occhiata 😉
Complimenti a quest’Associazione per aver riportato alla luce questa antica ghiacciaia. Ne avevo vista una tempo fa a Torino, un posto molto affascinante. Secondo me sono delle belle scoperte!
Concordo. Delle vere e proprie forme di architettura del silenzio, per citare l’ing. Bottino, che se ne è ampiamente occupato di questa e di altre ghiacciaie a Bologna.
Per fortuna che l’Italia vanta un esercito di volontari sempre pronti a rimettere in sesto qualcosa. Un’iniziatica questa che ha reso giustizia ad un luogo iconico di Bologna. Posti Simili vanno valorizzati e protetti sempre.
Verissimo. Che questa associazione sia di esempio per tutti.
Non hai messo foto dell’interno, così sono andata a googolarla, perchè mi hai incusiosita! 😀 Ma non c’è molto online. Mi Pare che l’entrata di apra con un “balconcino” su una sorta di pozzo, o sbaglio?
Sul mio profilo Instagram trovi un video dell’interno. Dai un’occhiata.
Interessante questo posto, posso dire che è praticamente sconosciuto ma ha una storia che attira e fa venire voglia di partire per visitarlo. Grazie per aver dato spazio ad un luogo così e all’associazione che lo preserva.
Grazie a te. Ti aspetto a Bologna.
Non ne avevo mai sentito parlare, ma sarebbe sicuramente interessante vederla per la sua storia!
Sarà inaugurata ufficialmente a maggio 2023, è stata appena riqualificata. La prossima volta che passi da Bologna facci un salto se ti incuriosisce 🙂
Fantastico questo posto, un’altra chicca di Bologna che non conoscevo! E complimenti alle famiglie che hanno fondato l’ONLUS e si sono date da fare per salvare la ghiacciaia!
Questa associazione è una vera forza della natura.
Probabilmente se non avessi citato il quartiere Barca, non l’avrei mai scoperto. Non credevo che una ghiacciaia potesse essere così importante o diventare un rifugio antiatomico per la seconda guerra mondiale. Così come non avrei mai pensato che oltre la ghiacciaia, il quartiere avesse tanto da offrire come il Treno o il parco con i glicini e la bellissima vista su Bologna.
Il quartiere è davvero un’oasi verde. Merita indubbiamente una visita.