Cosa vedere a Brescello sulle tracce di don Camillo e Peppone

statua in bronzo di don Camillo a Brescello

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Avete scelto Brescello per la prossima gita domenicale e siete ansiosi di scoprire cosa c’è da vedere nel paese di don Camillo e Peppone?

Vi basterà concedervi una passeggiata tra le vie, i portici e le piazze di questo piccolo borgo della Bassa, per ritrovarvi magicamente all’interno delle pellicole in bianco e nero che hanno tenuto incollate davanti al televisore intere generazioni, in Italia come nel mondo.

Cosa vedere per le vie di Brescello: il paese cinematografico di don Camillo e Peppone

Brescello è un vero e proprio set cinematografico a cielo aperto dove tutto, o quasi, sembra essersi fermato al 6 Settembre 1951, giorno dell’inizio delle riprese di quella che sarebbe diventata una delle saghe più amate di tutti i tempi.

E pensare che nei racconti di Giovannino Guareschi, lo scrittore italiano più tradotto del pianeta, questo borgo adagiato sulla riva destra del Po non è mai neanche menzionato.

L’ideatore dei personaggi resi celebri dalle interpretazioni di Gino Cervi e Fernandel era infatti nato a Fontanelle, in provincia di Parma.

Aveva scelto di trasferire nei suoi racconti quel mondo piccolo, traendo ispirazione dai luoghi, i fatti e le persone che avevano caratterizzato la sua infanzia e giovinezza.

Perché la storia di don Camillo e Peppone è ambientata a Brescello

Ma allora perché si decise di ambientare le rocambolesche avventure del sindaco Peppone e del parroco don Camillo proprio a Brescello?

Valeria, la mia guida durante il tour, ha spiegato che la casa di produzione Cineriz effettuò diversi sopralluoghi in molti dei centri della zona, senza mai riuscire a trovare la location adatta.

Quando il regista francese Julien Duvivier arrivò a Brescello, ormai scoraggiato e vinto dalla stanchezza, si fermò al bar affacciato sulla piazza principale e chiese un bicchiere d’acqua.

Si accorse così che ai lati opposti di quell’ampio slargo, tagliato in due parti quasi uguali da una strada, si ergevano due edifici. Posando lo sguardo prima sulla chiesa e poi sul palazzo comunale, esclamò:

Ici, ici voilà le pays!

Ecco qua il paese!

È dunque solo per un caso fortuito che Brescello si ritrovò al centro di un’enorme produzione internazionale.

Pensate: un minuscolo centro agricolo della provincia di Reggio Emilia, impegnato come il resto del Paese nella difficile ricostruzione postbellica, si trasformò in una vera e propria Hollywood italiana.

Chissà cos’hanno provato gli abitanti di Brescello nel vedere il loro paese natio pacificamente invaso dalle ingombranti cineprese di Duvivier!

Se gli ambienti interni furono per lo più ricostruiti a Cinettà, qui infatti ebbero luogo quasi tutte le riprese in esterna dei film, con rarissime eccezioni.

Nel secondo capitolo della saga ad esempio, la troupe si trasferì in un’altra regione italiana.

Il curato, costretto a lasciare Brescello, viene mandato dal vescovo in una sperduta località di montagna, chiamata Montenara.

Nella realtà, il paesaggio montuoso ed impervio che ospitò le riprese non è in Emilia-Romagna ma a Rocca di Cambio, in provincia de L’Aquila.

Cosa vedere a Brescello: quanti e quali sono i film di don Camillo e Peppone

Generalmente, nel novero dei film che hanno per protagonisti i nemici-amici don Camillo e Peppone, vengono menzionate cinque pellicole.

  • Don Camillo (1952) e Il ritorno di don Camillo (1953), girati dal già citato Duvivier;
  • Don Camillo e l’onorevole Peppone (1955) e Don Camillo monsignore ma non troppo (1961), diretti da Carmine Gallone;
  • Il compagno don Camillo (1965) di Luigi Comencini.

In realtà, nell’estate del 1970 erano cominciate le riprese per il sesto film.

L’attore francese tuttavia, ormai molto malato, ben presto fu costretto a ritirarsi.

Lo storico interprete del sindaco comunista dal canto suo, non se la sentì di proseguire con un interprete diverso dal suo partner cinematografico storico e abbandonò il set.

cimeli all'interno del museo dedicato a don Camillo e Peppone a Brescello

Ciononostante, nel 1972 uscì nelle sale Don Camillo e i giovani d’oggi, con la regia di Mario Camerini.

I due personaggi principali questa volta avevano i volti di Gastone Moschin (don Camillo) e Lionel Stander (Peppone) e le scene non furono girate a Brescello.

Quando Guareschi interpretò Peppone

Sembra incredibile eppure inizialmente Gino Cervi rifiutò categoricamente il ruolo di Peppone.

Si racconta che, quando lo convocarono, era convinto di essere stato chiamato per interpretare il curato e non un politico di fede comunista.

Non riuscendo a convincerlo in alcun modo, la produzione accettò la proposta di Giovannino Guareschi che si propose per interpretare il sindaco di Brescello.

Pur essendo un abilissimo scrittore però, il fondatore del Candido si rivelò alquanto negato per la recitazione.

Il primo giorno di riprese dovette ripetere la stessa scena una ventina di volte, portando il regista alla disperazione.

Non avendo chiaro di dover afferrare per finta il collo di Franco Interlenghi, che interpretava Mariolino, malmenò il povero attore romano per davvero.

Ancora oggi non si conoscono i motivi per i quali Gino Cervi accettò di vestire i panni di Peppone.

Quello che è certo però, è che le sue movenze tipicamente emiliane contribuirono a trasformare il rozzo Giuseppe Bottazzi in uno dei personaggi più amati del cinema italiano.

Cosa vedere a Brescello: itinerario a piedi nei luoghi di don Camillo e Peppone

È finalmente arrivato il momento di scoprire cosa c’è da vedere a Brescello, il paese di don Camillo e Peppone!

L’itinerario che ho delineato parte simbolicamente dalla stazione ferroviaria del borgo e termina all’interno di alcuni musei.

Qui, grazie all’esposizione di tantissimi cimeli, raccolti negli anni grazie al lavoro di preziosi volontari, la Fondazione Paese di Don Camillo e Peppone insieme al Comune di Brescello cerca di mantenere sempre vivo il ricordo della popolarissima saga cinematografica.

Siete pronti a cominciare? Partiamo!

La stazione ferroviaria di Brescello-Viadana

L’edificio di colore giallo che si innalza solitario sui due binari della linea Parma-Suzzara, ospita la stazione ferroviaria di Brescello-Viadana, inaugurata nel 1883.

la stazione di Brescello

Appare molto spesso nelle varie pellicole, seppur in bianco e nero.

Una curiosità: quando deve raggiungere la meta del suo esilio forzato, don Camillo sale proprio a bordo di un treno, che fa una sosta poco dopo, a Gualtieri.

In realtà, se la destinazione del viaggio è effettivamente una località montuosa, il treno avrebbe dovuto procedere nella direzione opposta, ovvero verso l’Appennino parmense.

La scuola elementare di Brescello

In Via Roma, 33 si trova l’edificio eretto nel 1912, all’interno del quale Peppone consegue (in maniera assolutamente esilarante) la licenza elementare, nel primo dei due film diretti da Gallone.

Ancora oggi, il palazzo ospita la Scuola Primaria T. Righi, a cui si affianca un ampio giardino alberato.

La campana Sputnik

Per girare uno degli episodi più divertenti del quarto film della saga, una campana di resina realizzata a Cinecittà, fu portata a Brescello.

Contrapposta a Gertrude (la campana di don Camillo), Sputnik dopo le riprese venne abbandonata in un deposito, come molti altri oggetti di scena.

Un gruppo di volontari tuttavia, pensò di restaurarla per restituirla alla popolazione di Brescello e ai tanti appassionati dei film tratti dai racconti di Guareschi.

Attualmente la campana Sputnik è collocata, senza il suo batacchio, sotto l’alto portico di Via Giglioli, in corrispondenza del civico 28.

Sputnik a Brescello

La casa di Peppone

L’abitazione del sindaco di Brescello si trova esattamente alle spalle della chiesa di don Camillo.

È una palazzina in stile Liberty, con le pareti giallognole ed un riconoscibilissimo balcone, affacciato su Via Carducci, 7.

È da quassù che Peppone presenta all’intera città Libero Antonio Lenin, il suo ultimo figlio, appena venuto al mondo.

La guida mi ha confidato che durante le riprese, il neonato che Cervi avrebbe dovuto tenere in braccio si ammalò e il regista dovette chiedere ad una giovane mamma, che passava da quelle parti, di scritturare sua figlia, la piccola Alda.

La chiesa e la campana Gertrude

La prima cosa che la maggior parte degli appassionati della saga vuole vedere a Brescello, è la chiesa di don Camillo, in Piazza Matteotti.

È intitolata a Santa Maria Nascente ed è stata costruita nella prima metà dell’Ottocento (il campanile è un’aggiunta del 1896).

Inizialmente il finto pronao veniva inserito solo durate le riprese e poi opportunamente smantellato. In seguito però, ne venne costruito uno in muratura come parte integrante della facciata.

Per le prime pellicole gli interni della chiesa furono riprodotti a Cinecittà, poiché la Curia negò le riprese.

Soltanto per il quarto ed il quinto film (dove tra l’altro, le scene all’interno della chiesa sono effettivamente molto poche), il regista ottenne finalmente il consenso.

Ancora oggi, la campana Gertrude detta il tempo dei brescellesi con i suoi rintocchi.

Posizionatevi al suo cospetto in attesa che scocchi il mezzogiorno: vi ritroverete in un attimo nel mondo di Peppone e don Camillo!

Il Crocifisso parlante

Uno dei momenti clou della mia passeggiata a Brescello, è stato l’incontro con il famoso Crocifisso parlante, a cui don Camillo era solito rivolgersi per domande o consigli.

Crocifisso parlante di don Camillo e Peppone

Lo realizzò Bruno Avesani, che predispose ben cinque volti tra loro intercambiabili, a seconda delle espressioni facciali da mostrare agli spettatori.

Alla fine delle riprese, su richiesta del vero parroco di allora, venne posto all’interno di una cappella, sul lato sinistro della chiesa, con l’unico volto rimasto a disposizione.

Le statue di don Camillo e Peppone

Il 2 Giugno 2001 due statue di bronzo che raffigurano Peppone e don Camillo, sono state installate rispettivamente dinanzi al Municipio e alla Chiesa di Santa Maria Nascente.

L’artista Andrea Zangani ha voluto rappresentare i due personaggi mentre si guardano e si salutano da lontano.

statua di Peppone a Brescello

Vi assicuro che non c’è adulto o bambino che, passando di qua, non si fermi per farsi immortalare in compagnia del sindaco e del parroco più amati della storia del cinema.

L’ufficio comparse

Nel 1998 il pittore brescellese Marco Cagnolati fece una scoperta assolutamente sensazionale.

Mentre rimuoveva l’intonaco del muro che sovrasta il suo garage di Via Panizzi, 5, vide apparire una dopo l’altra, le parole: Amato-Rizzoli-Produzione Film-Roma.

Questo era l’ufficio davanti al quale si accalcavano coloro che, a fronte di una paga giornaliera di 1.000 Lire (che si riducevano a 500 per i bambini), chiedevano di lavorare come comparse.

Si dice che le file di aspiranti fossero già molto lunghe dalle prime ore del mattino e che una volta raggiunto il numero di figuranti necessario, venisse tracciata una riga bianca sul pavimento stradale.

Quanti si trovavano all’esterno del limite così definito, potevano dunque tornarsene a casa, per ripresentarsi il giorno successivo.

Il murales di don Camillo e Peppone

In occasione del cinquantesimo anniversario dell’inizio delle riprese, sulla facciata di una vecchia scuola d’infanzia in Via Costituente, apparve un magnifico murales, che ritrae don Camillo e Peppone.

il murales che omaggia Peppone e don Camillo a Brescello

L’omaggio, realizzato dallo street artist Andrea Ranieri, in arte Ameid, si estende per ben 50 metri quadrati.

I lavori cominciarono simbolicamente il 6 Settembre 2021 e si conclusero dopo sei giorni con una cerimonia d’inaugurazione.

La Madonnina del Borghetto

L’oggetto della contesa che anima il quarto film è una piccola cappella votiva, eretta lungo Via Strada della Cisa.

In realtà, l’edicola con la Madonnina del Borghetto che occupa il terreno su cui Peppone vuole costruire la Casa del Popolo, è stata collocata qui dalla troupe e mai smantellata.

la cappella della Madonnina del Borgo

Un consiglio: la cappella si trova su una strada extraurbana, perciò sarebbe meglio raggiungerla in auto, prestando molta attenzione agli altri veicoli in transito.

Il museo di Brescello dedicato a Guareschi e al territorio

Nell’edificio che un tempo ospitava la Casa della Musica, presso l’attuale Ufficio del Turismo di Brescello in Via Cavallotti, 24, ha sede il Museo Brescello e Guareschi, il territorio e il cinema.

L’esposizione si sviluppa su tre livelli, destinati ad approfondire tematiche differenti tra loro ma unite indissolubilmente al territorio di Brescello.

Il primo piano è dedicato a Faiól, ovvero il liutaio Raffaele Vaccari, morto suicida quando ultraottantenne, aveva perso quasi del tutto la vista.

Qui è custodita parte della sua straordinaria produzione di violini Stradivari.

Il secondo piano invece è occupato da decine e decine di foto, scattate durante i numerosissimi momenti di pausa dalle riprese dei film di don Camillo e Peppone.

Guareschi e don Camillo raffigurati nel museo di Brescello

Un televisore acceso accanto ad una parete mostra ai visitatori la sinossi e le locandine delle pellicole, oltre ad alcuni ciak in lingua originale (Fernandel recitava in francese e Cervi in italiano).

Il terzo e ultimo piano infine, espone alcuni utensili legati alla tradizione contadina di Brescello e ricorda con alcune foto, l’alluvione che colpì il Polesine nel 1951.

Una curiosità: in quell’occasione l’acqua del fiume non raggiunse mai la piazza, che nel secondo film della saga viene mostrata come se fosse allagata solo grazie ad un escamotage cinematografico.

Il Museo realizzato a Brescello per Peppone e don Camillo

Una serie incomprensibile di caratteri in cirillico compone la scritta sulla facciata dell’edificio che fa da sfondo a Piazza Mingori.

Si tratta della ricostruzione del Municipio della città di Brezwyscewski, che appare nel quinto film, quello diretto da Comencini.

In origine questo complesso monumentale era un monastero di clausura, soppresso nel 1798.

Quando il comune di Brescello lo acquistò, lo adibì agli usi più svariati finché ne fece un centro culturale, sede del Museo Peppone e Don Camillo, del Museo Archeologico, della biblioteca e delle sale civiche.

Vi assicuro che per gli amanti della saga questo è un vero paradiso!

Tra i tanti preziosissimi cimeli, voglio menzionare le biciclette adoperate da Peppone e don Camillo alla fine del terzo film e la moto Guzzi di Guareschi.

Potrete ammirare da vicino persino il proiettore originale del cinema Verdi di Brescello, adoperato per la la prima mondiale di Don Camillo, alla presenza di Guareschi, Duvivier, Fernandel e Cervi.

Anche qui non mancano gli scatti rubati tra una ripresa e l’altra.

Ho scoperto ad esempio che un giovanissimo Giancarlo Giannini, con il ruolo del figlio di Peppone, prese parte al film che si cominciò a girare nel 1970 e che rimase incompiuto.

Una curiosità: procedendo verso l’uscita del museo, vi imbatterete prima nel celebre sidecar del sindaco di Brescello e poi nella copia del famoso carro armato dal quale, in Don Camillo e l’onorevole Peppone, il parroco inavvertitamente fa partire un colpo.

la copia del carro armato usato nei film di don Camillo e Peppone

Non solo don Camillo e Peppone: visita al Museo Archeologico di Brescello

Grazie alla sua posizione altamente strategica, per i Romani Brixellum ricopriva un ruolo di grande importanza nel controllo dei traffici lungo il Po.

Per questo motivo, se c’è una cosa che dovete assolutamente vedere a Brescello, quella è la collezione di reperti esposti nel Museo Archeologico Albino Umiltà.

Si trova all’interno dello stesso ex monastero (ora Centro Culturale San Benedetto) che ospita il Museo Peppone e don Camillo.

Nel primo ambiente sono raccolti alcuni oggetti provenienti da una necropoli riportata alla luce nel 1929.

Oltre a stele funerarie, qui trovano spazio la statua di un togato (con molta probabilità era parte di un monumento funebre), quella del cosiddetto battelliere del Po (sulla testa, andata perduta, vi era il cappuccio a punta tipico del mantello dei mercanti) e la copia del Monumento dei Concordi (l’originale si trova all’interno dei Giardini Pubblici di Reggio Emilia).

La seconda sala invece mostra i magnifici mosaici pavimentali di una domus romana, scoperta tra il 1912 ed il 1913, durante i lavori di costruzione di una scuola elementare.

Il piano superiore approfondisce svariati aspetti della vita quotidiana dell’antica Brescello.

Decisamente interessante è la sezione che svela un utilizzo singolare delle anfore.

anfore esposte nel Museo Archeologico di Brescello

Dopo essere state capovolte, venivano collocate nel terreno per assorbire l’acqua ed impedire che raggiungesse le abitazioni sovrastanti.

Dove mangiare a Brescello

La cucina emiliana non ha bisogno di presentazioni e i ristoranti tipici, dove assaggiare i piatti della tradizione, sono innumerevoli e generalmente di buona qualità.

Io ho scelto di pranzare presso la Trattoria don Camillo e Locanda Peppone, lungo la Strada Argine Molino Caselle, a circa un chilometro da Brescello.

Dopo un gustosissimo antipasto a base di salumi misti accompagnati dalla torta fritta locale, ho ordinato un risotto al Lambrusco ed un piatto di rane fritte, vera specialità della zona.

Se non le avete ancora assaggiate, sappiate che è vero quello che si dice: sanno sostanzialmente di pollo.

Il locale, che dispone di un ampio parcheggio, è letteralmente tappezzato di vecchie foto che ritraggono Gino Cervi e Fernandel durante le riprese.

Se passate da queste parti, fateci un pensierino.

Come arrivare a Brescello

Sicuramente la modalità più comoda e veloce per raggiungere Brescello è in automobile.

Chi percorre l’autostrada A1, deve prendere l’uscita Terre di Canossa e proseguire in direzione di Boretto – Poviglio, mentre chi arriva dalla A22, dopo aver imboccato l’uscita Pegognaga, deve procedere verso Parma, Suzzara e Guastalla.

Avrete modo di parcheggiare presso: Piazza Mingori, Via Cavallotti, Via Aldo Moro, Piazzale della Rocca, Via M. S. Ottone.

Vi trovate a Parma e, dopo aver visitato le bellezze del capoluogo di provincia, volete spostarvi a Brescello?

Valutate l’idea di prendere il treno: il vostro sarà sicuramente un arrivo cinematografico.

con la mia guida Valeria nel museo don Camillo e Peppone a Brescello

Ora che finalmente sapete cosa c’è da vedere a Brescello, non vi è venuta voglia di visitare il paese di don Camillo e Peppone?

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14 risposte

  1. Ho visitato ben tre volte Brescello e i suoi dintorni da grande appassionata della saga i Don Camillo e Peppone e delle loro bizzarre avventure. C’è qualcosa di magico in questo piccolo borgo, sospeso tra il fiume e la nebbia, un’atmosfera autentica e di altri tempi.

  2. Mio padre è un grande appassionato di Don Camillo e Peppone e ogni volta che in TV c’è uno dei loro film, lo riguarda e ride come se fosse la prima volta. Ha anche “costretto” mia madre ad andare a Brescello per il weekend, proprio per vedere i luoghi dei film. E devo dire che anche io sono molto incuriosita (anche per la gastronomia).

  3. Io non ho mai visto nessun film di Camillo e Peppone, per cui non conoscevo nemmeno la location usata per girare le scene! E’ stato però piacevole conoscere questo delizioso borgo visto con il tuo articolo. Se dovessi riuscire a visitarlo saprei farlo al meglio grazie ai tuoi consigli.

    1. Apprezzo molto la tua sincerità, ti fa onore. Prima di andare a Brescello, ti consiglio di vedere i film e leggere i racconti di Guareschi, in modo da godere appieno della visita.

  4. Da piccola non so quanti film di Camillo e Peppone ho visto! Questo è sicuramente un paese da visitare, anche perchè mi piace che abbiano fatto tutto questo, con tanta cura e rispetto di un vero mito italiano.

    1. Ciao Lara, Guareschi ha partecipato in prima persona alla realizzazione del primo film, tant’è che si propose anche per interpretare Peppone. Non posso affermare con certezza che fosse esattamente e pienamente soddisfatto della trasposizione cinematografica ma quello che è indubbio è che i film di don Camillo e Peppone sono un vero patrimonio dell’umanità e ancora oggi sono amatissimi in tutto il mondo.

  5. Vista la mia “veneranda età”, ho visto e rivisto mille volte tutti i film di Don Camillo e Peppone, ma ogni volta ne scopro una sfumatura diversa che me li fa amare ancora oggi,
    Al contrario, non ho mai visitato Brescello, ma il tuo racconto mi ha motivata alquanto! Prometto di andarci al più presto.

  6. Mi piace sempre avere la possibilità di abbinare la visita di un posto alla scoperta di luoghi cinematografici, televisivi o letterari, in questo caso si aggiungerebbe anche la sensazione nostalgica di ripercorrere le vicende di un’amata saga che mi ricorda la mia infanzia, quelle immagini in bianco e nero e quei personaggi di cui, soprattutto da piccolissima, non capivo magari appieno i battibecchi ma il ricordo di mamma e papà che me li spiegavano è quello che me li rende cari: i film di Peppone e Don Camillo sono sinonimo di bei momenti in famiglia.
    Non conoscevo Brescello e soprattutto non avevo idea fosse possibile visitare così tanti luoghi legati alla saga e riscoprirne alcuni oggetti di scena in un paesino dall’aspetto ancora così caratteristico, è bello che abbiano conservato così tanto: sicuramente un’ottima idea per una gita fuori porta giornaliera per la prossima volta che capiterò in terra emiliana (ed è sempre un piacere capitarci!).

    1. Brescello è davvero un set cinematografico a cielo aperto! È stata anche l’occasione per rivedere i film da adulta. Ti aspetto in Emilia.

  7. Ci sono stata molte volte a Brescello, ho degli amici che vivono in zona e ci andavo spesso a mangiare, tutto nel paesino riporta alla storia di Don Camillo e Pepppone e sono molto orgogliosi di questo, bello che il tuo articolo faccia conoscere questa località Emiliana

  8. Brescello è nella mia wishlist da tempo. Da piccola ho guardato tante volte i film di Peppone e Don Camillo!! Non vedo l’ora di visitare questo mitico paesino!

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