Casa Museo di Carducci a Bologna: informazioni utili per la visita

lo studio di Casa Museo Carducci a Bologna

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Se non siete ancora mai stati all’interno dell’abitazione di un Premio Nobel, potreste seriamente considerare l’idea di visitare la Casa Museo di Giosuè Carducci a Bologna.

Il poeta dell’Unità d’Italia visse stabilmente nel capoluogo emiliano-romagnolo, dove occupò per ben 45 anni una cattedra presso l’università cittadina.

Tra queste mura Carducci trascorse gran parte della sua vita, circondato da familiari, colleghi e da una collezione di circa 40.000 volumi.

È proprio qui che nel 1906, apprese di essere il primo italiano ad aver vinto il prestigioso riconoscimento per la letteratura, istituito dallo svedese Alfred Nobel.

La Casa Museo di Giosuè Carducci a Bologna: i luoghi del poeta in città

Il professor Giosuè Carducci, nato a Valdicastello di Pietrasanta il 27 Luglio 1835, arrivò a Bologna un anno dopo le nozze con Elvira Menicucci, da cui ebbe cinque figli: Beatrice, Laura, Francesco, Dante e Libertà.

Il 18 Agosto 1860 il Ministro della Pubblica Istruzione Terenzio Mamiani gli affidò l’importante incarico di docente presso l’università più antica del mondo occidentale, l’Alma Mater Studiorum di Bologna.

La città delle Due Torri fu per lui, quasi da subito, una seconda casa.

Oltre a dedicarsi con dedizione allo studio e alla traduzione delle opere delle letterature straniere, Carducci seguì con viva partecipazione le vicende politiche di quegli anni e con altrettanta passione si dedicò alla sua poetica.

Le librerie del centro (tra la cui la storica Zanichelli di Piazza Galvani), in cui aveva l’abitudine di trascorrere anche diverse ore al giorno, erano per lui stimolanti luoghi di incontro e di confronto.

Ma dove si trovava esattamente l’abitazione della famiglia Carducci?

Dove abitò Giosuè Carducci a Bologna

Purtroppo non vi è più alcuna traccia della prima casa presa in affitto, situata in quella che all’epoca era Via Banzole, corrispondente all’odierna Piazza Roosvelt.

Al contrario, la dimora di Via Broccaindosso, 20, dove il poeta visse negli anni compresi tra il 1861 ed il 1876, è ancora visibile, seppur esternamente (si tratta di una proprietà privata).

È stata ribattezzata la casa del melograno, poiché è qui che Carducci compose una delle sue poesie più celebri, Pianto antico, in seguito alla scomparsa prematura del figlio Dante.

L’elegante palazzo del chirurgo Francesco Rizzoli, che lo accolse per i successivi quattordici anni, occupa invece il civico 37 di Strada Maggiore (a quei tempi nota come Via Mazzini).

La presenza di un’iscrizione sulla facciata, sotto il porticato settecentesco che connota il maestoso ingresso dell’edificio, ricorda l’illustre inquilino, che alloggiava nel grande appartamento dell’ultimo piano.

Carducci lo lasciò nel Maggio del 1890, quando maturò la decisione di stabilirsi definitivamente fuori dalla confusione del centro.

La Casa Museo di Carducci a Bologna: breve storia dell’edificio

Chi si trova al cospetto della costruzione di Piazza Giosuè Carducci, 5, forse farà fatica a credere che quella che oggi è una delle zone più trafficate della città, nella seconda metà dell’Ottocento costituiva un’area pressoché di campagna.

facciata della Casa Museo di Carducci a Bologna

Nel Cinquecento, in seguito al ritrovamento di un’immagine della Pietà, qui si innalzarono una chiesa ed un oratorio, a cui seguirono la sagrestia, la casa del guardiano ed un porticato.

Due secoli dopo, un grave incendio richiese il rifacimento di parte degli edifici sacri, a cui si aggiunse il campanile.

Con le Soppressioni napoleoniche del 1798, i bolognesi Gioacchino e Giuseppe Stoffer Rubini acquistarono l’immobile, apportandovi alcune modifiche strutturali ed ampliando gli spazi al piano superiore.

Nel 1871, dopo che il portico era stato definitivamente chiuso, Marianna Levi Fontana divenne la nuova proprietaria del palazzo e dell’orto circostante.

Fu lei ad affittare lo stabile alla famiglia Carducci.

Il docente universitario e sua moglie si stabilirono al secondo piano mentre le figlie occuparono il primo, a sua volta suddiviso in due appartamenti.

Se Laura abitava, con il marito e i figli, nell’abitazione ricavata a sinistra, Beatrice rimasta vedova, si accomdò in quello di destra.

L’ultima inquilina del palazzo fu Libertà, ultimogenita del poeta.

Alla morte di Carducci (16 Febbraio 1907) la Regina Margherita, che aveva comprato l’immobile nel 1902, decise di donare l’abitazione alla città di Bologna, a condizione che la rendesse accessibile ai visitatori.

Antonio Sorbelli, direttore della Biblioteca dell’Archiginnasio, si occupò personalmente di riordinare la libreria, recuperare gli arredi originali e ricostruire fedelmente gli ambienti interni.

Il 6 Novembre 1921, alla presenza della sovrana, una cerimonia solenne inaugurò finalmente l’apertura di Casa Museo Carducci.

La Casa Museo di Carducci a Bologna: il percorso di visita

Avete presente quando Belle si ritrova catapultata nell’incredibile biblioteca del castello del principe, trasformato in una bestia dalla strega cattiva di uno dei più celebri film d’animazione della Disney?

È esattamente così che credo di essermi sentita dopo aver oltrepassato la porta d’ingresso dell’abitazione di Giosuè Carducci.

Ho persino controllato più di una volta il nome impresso sulla targhetta per essere davvero certa che non fosse un sogno.

Non potevo credere ai miei occhi: enormi scaffali ricolmi di libri occupavano prepotentemente tutte le stanze, incluse le camere da letto.

Sono più di 40.000 i testi di vario genere (libri, opuscoli, riviste), che compongono la vasta raccolta del poeta!

Oltre agli autori della letteratura internazionale, soprattutto tedesca, francese ed inglese, vi è una vasta collezione di volumi dedicati alla letteratura italiana.

Tra i pochissimi quadri appesi, spicca la foto del busto di Giacomo Leopardi, inaugurato a Recanati nel centenario della sua nascita, alla presenza dello stesso Carducci.

Dallo studio del professore al salotto di Elvira: esplorare la casa di Carducci a Bologna

Lo studio del professore è indubbiamente la vera anima della casa.

Accanto ai numerosi volumi consultati per preparare le lezioni universitarie, non mancano fotografie, busti commemorativi e cimeli.

In posizione centrale, esattamente sopra alla libreria, campeggia l’immagine della Regina Margherita.

Sulla parete laterale, si susseguono i ritratti dei protagonisti del Risorgimento italiano, tra cui si riconoscono immediatamente Garibaldi, Verdi e Mazzini.

Aguzzando la vista, non potrete fare a meno di notare due preziosissimi documenti.

Premio Nobel consegnato a Giosuè Carducci

Al Premio Nobel, che fu consegnato a Carducci esattamente in questa stanza, si affianca la teca che conserva il riconoscimento della cittadinanza onoraria, conferitogli dal Comune di Bologna nel 1889.

Le penne d’oca sullo scrittoio invece, risalgono all’ultima parte della sua vita.

Quando era ormai molto malato, il medico gli aveva consigliato di utilizzarle per scrivere, in modo da non affaticarsi.

Se pensate di aver già visto la parte migliore del percorso, aspettate di trovarvi al cospetto dei massicci armadi disposti nel corridoio.

Contengono circa un centinaio di cartoni, al cui interno vi sono missive, bozze di corsi accademici e appunti, tutti rigorosamente autografi.

Nel complesso, si contano più di 35.000 lettere indirizzate a 9.000 corrispondenti diversi!

la camera da letto di Carducci nella sua Casa Museo a Bologna

La camera da letto, le cui mensole accolgono duemila volumi, custodisce una coperta lavorata a mano dalla madre Ildegonda Celli e la maschera funebre modellata da Tullio Golfarelli.

Dalla vicina sala da pranzo, impreziosita dal dipinto realizzato da Vittorio Corcos, si giunge alle camere di Elvira.

È proprio l’elegantissimo salottino della padrona di casa, ricco di elementi decorativi, pregiati marmi di Carrara, ritratti e foto di famiglia, che chiude la straordinaria visita alla Casa Museo di Giosuè Carducci.

La Casa Museo di Carducci a Bologna: il Giardino Memoriale

Gli orti che si estendevano in prossimità dell’immobile che accolse la famiglia dell’autore di Rime Nuove e Odi Barbare, divennero verdissimi giardini all’italiana già attorno alla prima metà dell’Ottocento.

Al loro interno, il 12 Giugno 1928 dinanzi a re Vittorio Emanuele III e alla regina Elena, fu inaugurato il Monumento a Giosuè Carducci.

la scultura che raffigura Carducci nel giardino della sua Casa Museo

L’opera, realizzata da Leonardo Bistolfi in marmo di Carrara, pone al centro la figura del letterato seduto, a gambe incrociate, con la mano sinistra su un libro e la destra intenta a reggere il volto pensoso e riflessivo, con lo sguardo proteso verso l’osservatore.

Ai lati, si distinguono due gruppi di statue, la Natura e il Poeta e la Libertà sul sauro destrier della Canzone, che simboleggiano in chiave allegorica le principali componenti della sua poetica.

Nel primo Carducci, che ha l’aspetto di un giovane con la corona d’alloro, è intento ad abbracciare la Natura, dalle sembianze di una donna.

Il sauro del secondo monumento scultoreo invece simboleggia la creatività, cavalcata da una valorosa amazzone, la Libertà, al galoppo tra il Ritmo e la Rima.

L’altorilievo che si staglia alle spalle del poeta infine, ripercorre la sua intera produzione artistica.

È suddiviso in tre fasce, separate tra loro da due cariatidi, Amore e Forza, elementi fondanti dell’etica di Carducci.

Fu lo stesso Bistolfi a richiedere che il complesso monumentale fosse chiuso da una cancellata, in grado di separare il Giardino Memoriale dalla piazza antistante.

Cosa sapere prima della visita: biglietti e orari

La Casa Museo di Giosuè Carducci a Bologna è aperta alle visite:

  • dal martedì al giovedì, dalle ore 09:00 alle ore 13:00;
  • il venerdì, dalle ore 15:00 alle ore 19:00;
  • il sabato, la domenica e i giorni festivi, dalle ore 10:00 alle ore 18:00.

Il biglietto (intero: 5 Euro, ridotto: 3 Euro) include la visita guidata (della durata di trenta minuti) presso: l’appartamento di Carducci, il Giardino Memoriale ed il Museo del Risorgimento, che occupa il piano terra dello stabile.

La biblioteca e l’archivio sono accessibili solo su appuntamento:

  • il lunedì, dalle ore 10:00 alle ore 14:00;
  • dal martedì al venerdì, dalle ore 09:00 alle ore 13:00;
  • il giovedì, dalle ore 09:00 alle ore 17:00.

Per prendere visione delle procedure di consultazione, delle mostre temporanee o delle aperture straordinarie, vi consiglio di consultare il sito internet di Casa Carducci.

Come arrivare

Se intendete arrivare a Bologna in treno, dalla Stazione Centrale potete prendere l’autobus della linea 32 (dovete scendere alla fermata Carducci e proseguire per 200 metri circa).

Chi proviene dal centro città invece, può muoversi comodamente a piedi, percorrendo Strada Maggiore oppure Via Santo Stefano e impiegando nel complesso, dai 15 ai 20 minuti.

Anche in questo caso, il bus resta l’alternativa migliore. Le linee che prevedono fermate nelle vicinanze di Casa Carducci sono diverse: 11, 19, 25, 27, 14.

Sul sito internet di Tper, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico bolognese, trovate tutte le informazioni utili ad organizzare al meglio gli spostamenti.

Quanti prediligono l’automobile potrebbero avere qualche difficoltà a trovare un parcheggio libero nelle vicinanze.

Lasciare il mezzo in uno dei parcheggi a pagamento situati nei pressi della Stazione Centrale e da lì, proseguire con l’autobus o a piedi, potrebbe evitare un’inutile spreco di tempo.

Cosa vedere e fare nei dintorni di Casa Carducci a Bologna

Avete concluso la visita alla Casa Museo di Giosuè Carducci ma non è ancora giunto il momento di lasciare Bologna?

Ecco tre luoghi che potete raggiungere da qui con una passeggiata di pochi minuti:

  • Museo Morandi, l’abitazione di Giorgio Morandi in Via Fondazza, 36 è aperta al pubblico, che può così vedere da vicino la celeberrima stanza-studio del pittore bolognese simbolo del Novecento Italiano e gli innumerevoli oggetti adoperati per le sue nature morte.
  • Museo dell’Ottocento, inaugurato nel 2023 in Piazza San Michele, 4/C e già diventato un must see. Se amate la pittura del secolo lungo, vi suggerisco di farci un salto.
  • Giardini Margherita, il parco pubblico più amato dai bolognesi! Aree gioco adatte a tutte le età, chioschi di bibite e gelati, prati verdi e un suggestivo laghetto vi attendono in Viale Giovanni Gozzadini, a poca distanza da Porta Santo Stefano.

E voi, sapevate già della possibilità di esplorare la casa di Giosuè Carducci a Bologna con una visita guidata?

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Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

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10 risposte

  1. Una vera immersione nella storia letteraria italiana, immagino la bellezza di ritrovarti in una biblioteca di tale tipo, quanto stupore! Bologna offre davvero tante possibilità ci devo tornare

  2. Quante infinite possibilità di visita che ci sono a Bologna! Non vedo l’ora di poter completare l’esplorazione della città dopo aver letto tutti i tuoi preziosi consigli. Inizierei senza dubbio dal Museo di Carducci!

  3. Da amante delle biblioteche storiche non potevo farmi mancare questa “chicca” bolognese e qualche anno fa, in occasione di una visita guidata ho partecipato al tour. Devo ammettere che è stato emozionante entrare nella libreria dove si respira aria di cultura. E’ stata veramente una bella esperienza.

  4. Le mie reminescenze su Carducci sono tutte scolastiche e perlopiù sulle sue opere che sull’autore. Infatti, non ricordavo avesse vissuto a Bologna e non credo di aver mai saputo del premio Nobel ottenuto.
    Rimarrei incantata a visitare la sua casa piena di libri, spulcianone i titoli, passando le ore davanti le librerie. Sicuramente una visita da non perdere.

  5. Non sapevo che esistesse ancora traccia della dimora di Carducci che oggi è uno splendido museo sulla vita dell’autore! Amo molto i suoi componimenti e l’ho incontrato molto leggendo della Regina Margherita! Un motivo in più per tornare finalmente a Bologna!

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