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Basilica di San Petronio a Bologna: cosa sapere prima della visita

Basilica di San Petronio a Bologna

Indice dei Contenuti

Sapevate che la Basilica di San Petronio, soprannominata la grande incompiuta, in realtà non è la Cattedrale di Bologna?

Fino al mese di Gennaio del 2023 è stato anche possibile accedere al suo sottotetto, ammirando da vicino il foro gnomico della meridiana più grande del mondo.

Entriamo e scopriamone di più!

Basilica di San Petronio: il progetto

La posa della prima pietra è datata 1390, dunque possiamo considerare la Basilica di San Petronio come l’ultimo esempio di tardogotico nel Nord Italia.

Fu il consiglio dei Seicento, in rappresentanza dell’intero popolo bolognese, a stabilire che a Petronio (l’ottavo vescovo della città, tra il 431 e il 450) fosse dedicato un intero edificio, in Piazza Maggiore.

All’epoca, la città aveva già una chiesa di riferimento, ovvero la Cattedrale metropolitana di San Pietro.

Tuttavia, si sentì il bisogno di creare un luogo che rappresentasse, dal punto di vista monumentale e architettonico, la nuova presa di coscienza politica della borghesia locale.

Il progetto, affidato ad Antonio Di Vincenzo, avrebbe dovuto raggiungere i 183 metri di lunghezza, con un transetto largo ben 137 metri, una base a croce latina, ben 3 navate e addirittura 4 campanili.

I lavori però subirono un forte rallentamento, soprattutto a seguito della morte di Di Vincenzo.

A lui succedette Arduino Arriguzzi, nel 1507.

Soltanto un anno dopo, sulla facciata venne collocata una grande statua in bronzo raffigurante Papa Giulio II e realizzata da Michelangelo.

Era un modo inequivocabile, da parte della Chiesa di Roma, di affermare la propria presenza in città.

Dal canto suo Arriguzzi, presentò un progetto che avrebbe portato l’edificio ad assumere dimensioni molto più imponenti di quelle della Basilica di S. Pietro, una lunghezza di 224 metri e una larghezza di 158.

Ma Papa Pio IV nel 1562 sostenne economicamente la costruzione del palazzo dell’Archiginnasio, situato a soli 12 metri da qui, ovvero nel punto in cui si sarebbe dovuto costruire il transetto sinistro.

In questo modo, il Papa riuscì a impedire che la Basilica assumesse la forma a croce latina, prevista dal disegno iniziale.

Anche la costruzione delle volte subì un forte rallentamento.

Cominciò soltanto nel 1646 e finì nel 1663, quando anche l’abside e l’altare maggiore furono conclusi, mentre vennero lasciati incompiuti i lavori previsti per i transetti.

la costruzione dell'Archiginnasio ostacolò il completamento del progetto iniziale della Basilica di San Petronio

Basilica di San Petronio: la facciata e gli interni

Mentre Sara, guida turistica e narratrice appassionata, mi guidava verso la scalinata antistante la Basilica di San Petronio, rivedevo, attraverso le sue parole, gli operai trascinare le travi, il maestro scuotere il capo davanti al progetto originale ed il popolo, ansioso di vedere la fine.

La facciata della Basilica di San Petronio, divisa orizzontalmente in due parti ben distinte, riproduce immediatamente il senso di incompiutezza che caratterizza l’intera opera architettonica.

Nello specifico, è la sola parte inferiore quella originale, voluta da Di Vincenzo e rivestita in pietra d’Istria e marmo rosso di Verona.

Tre sono i portali qui collocati:

  • la porta centrale, costruita da Jacopo della Quercia. Sui pilastri riproduce alcune scene bibliche, così come sugli architravi, mentre la lunetta è decorata con la rappresentazione scultorea della Madonna con Bambino affiancata da San Petronio e Sant’Ambrogio;
  • la porta di sinistra, la cui lunetta raffigura la Resurrezione di Lombardi;
  • la porta di destra, dove campeggia invece la Deposizione di Aspertini.

Sara ha rivelato che ci fu un momento in cui si rischiò che la facciata della Basilica di San Petronio perdesse la sua originale incompiutezza.

Nella seconda metà del 1800 già il Duomo di Firenze era stato interessato da imponenti lavori di rifacimento della facciata, anch’essa protagonista di una storia piuttosto travagliata.

I bolognesi però, si opposero con tutte le loro forze ad un ipotetico rifacimento a posteriori, che avrebbe comunque stonato con l’incompiutezza dell’edificio.

Incompiuta la Basilica, incompiuta la facciata!

Potremmo sintetizzare così quella forte presa di coscienza che portò, fino ai giorni nostri, al mantenimento della facciata originale, seppur mai terminata.

Le cappelle della Basilica di San Petronio

La mia visita agli interni della Basilica di San Petronio è cominciata dalle splendide cappelle, ben ventidue, che si aprono nelle navate laterali.

A differenza della navata centrale, che culmina con l’abside, le navate laterali si interrompono in maniera alquanto brusca con una parete in muratura, segno evidente dell’interruzione dei lavori previsti dal progetto originale.

Le cappelle della navata di sinistra della Basilica di San Petronio
  • Prima Cappella: detta di don Abbondio. Pare sia questa la cappella in cui è stata officiata la prima messa. Spiccano due affreschi di Giovanni da Modena, rispettivamente l’Allegoria della Redenzione e il Trionfo della Chiesa sulla Sinagoga (immagine allegorica molto rara nel Nord Italia, pare ve ne sia un’altra raffigurazione simile solo nel Duomo di Mondovì).
  • Seconda Cappella: detta di San Petronio, poiché destinata ad accogliere le sue reliquie. A differenza della prima, di stile neogotico molto sobrio e lineare, questa contiene dettagli cari allo stile barocco (probabilmente in vista del 4 ottobre 1743, data in cui il capo del Vescovo Petronio, giunse qui).

Si dovette aspettare fino al 3 ottobre del 2000 per completare la traslazione del corpo di San Petronio, fino a quel momento situato nella vicina Basilica di Santo Stefano, separato dalla testa, già spostata nel 1743.

  • Terza Cappella: di Sant’Ivo, protettore degli avvocati.
  • Quarta Cappella: dei Re Magi. Si tratta di uno degli angoli più rinomati dell’intera Basilica poiché, sulla parete sinistra, è raffigurato Il Giudizio Universale, con l’Incoronazione della Vergine all’interno della mandorla, il Paradiso nella parte alta, e in basso la riproduzione degli Inferi (di chiara ispirazione dantesca) che, tra i condannati annovera anche il profeta Maometto.
  • Quinta Cappella: del Vaselli. Molto interessanti sono le decorazioni di questa cappella, ovvero pregiate ceramiche faentine. Se ne contano più di mille.
  • Settima Cappella: di San Giacomo. Qui sono custodite le spoglie di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, e di tre dei suoi quattro figli.
  • Ottava Cappella: di San Rocco. Si conserva qui uno splendido dipinto del Parmigianino, San Rocco e il donatore del 1527, dalle tinte scure e i toni patetici.
Le cappelle della navata di destra della Basilica di San Petronio
  • Dodicesima Cappella: delle Reliquie. Si trova nei pressi dell’accesso all’unico campanile dei quattro previsti dal progetto originario.
  • Sedicesima Cappella: dell’Immacolata. Presenta delle decorazioni tipiche dello stile liberty, realizzate da Achille Casanova, allievo del Rubbiani, nonostante la statua della Madonna, qui collocata, sia della fine del 1700.
  • Diciottesima Cappella: di San Lorenzo. Qui è possibile ammirare la Pietà di Aspertini. Per anni questa tela fu coperta perché ritenuta malriuscita. I colori cupi, le tonalità tristi e disperate dei protagonisti dell’opera, non furono immediatamente compresi e interpretati come la trasposizione di uno stato d’animo fortemente rattristato dalla morte di Cristo.

L’altare maggiore

Sull’altare spicca un Crocifisso ligneo, mentre sullo sfondo dell’abside vi è un affresco della Madonna con San Petronio.

L’elemento che mi ha più colpito nel racconto di Sara, è la presenza di due grandi organi a canne, ai due lati dell’altare, ritenuti tra i più antichi d’Italia.

Il primato dell’organo più datato però spetta a quello di destra, che è anche il primo in assoluto a registri indipendenti (collocato tra il 1471 e il 1475), realizzato da Giacomo da Prato.

L’organo di sinistra invece, fu realizzato nel 1596 da Baldassarre Malamini.

Nei pressi dell’Altare Maggiore, quasi seminascosto dalle grandi cappelle della Basilica, vi è un compianto ancora poco noto.

Rispetto al più celebre Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca, nella Chiesa di Santa Maria della Vita, questo compianto in terracotta, realizzato da Domenico Orlandi nel 1470, è colorato.

Davvero molto suggestivo.

gli interni della Basilica di San Petronio rendono bene l'idea dell'incompiutezza della Chiesa

Le Quattro Croci

La Basilica di San Petronio accoglie le famose Quattro Croci, anticamente poste al di fuori della città, tra la prima e la seconda cinta muraria.

Per anni le Croci furono tenute coperte all’interno di piccole cappelle e soltanto nel 1798, vennero trasferite nella Basilica di San Petronio:

  • la croce dei Santi Apostoli ed Evangelisti (anticamente posta a Piazza di Porta Ravegnana);
  • la croce dei Santi Martiri (collocata nell’odierna via Montegrappa);
  • la croce delle Sante Vergini (originariamente tra via Farini e via Castiglione);
  • la croce di Tutti i Santi (tra le odierne via dei Carbonesi e via Barberia).

Basilica di San Petronio a Bologna: il sottotetto

Durante lunghi lavori di restauro (della durata di circa otto anni), è stato possibile esplorare il sottotetto della Basilica di San Petronio.

Qui si riuscivano a scorgere alcune iscrizioni sui muri.

Erano annotazioni fatte dagli operai che, nei secoli, si erano avvicendati nei lavori di ristrutturazione.

Larea che veniva calpestata camminando, ovvero quella che sovrasta l’altare maggiore, è stata l’ultima ad essere costruita.

Questo è un altro elemento che differenza la Basilica di San Petronio dagli altri edifici di culto cattolico, che solitamente vengono edificati a partire dal pulpito.

il sottotetto della Basilica di San Petronio è d'albero suggestivo e merita una visita

La meridiana di Cassini

Uno degli angoli più interessanti del sottotetto è quello che cela il foro gnomico della meridiana realizzata da Giovanni Domenico Cassini.

Terminata nel 1657, è ancora oggi la meridiana più grande del mondo, lunga ben 66,8 metri.

In realtà, nel 1575 Egnazio Danti aveva già installato nella Basilica di San Petronio un grande gnomone, che però in seguito cessò di funzionare.

Cassini riuscì a fissare la lastra con il foro gnomico a ben 27 metri di altezza.

Il foro, dal canto suo, doveva riuscire a proiettare sul pavimento della Basilica l’immagine del Sole rovesciata, proprio come accade in una camera oscura.

Grazie a questa meridiana, Cassini potè effettuare alcune importanti misurazioni scientifiche quali: l’obliquità dell’ellittica, l’anno tropico, gli equinozi e i solstizi.

Trattandosi più propriamente di un eliometro, lo adoperò per misurare il diametro del Sole e verificare che:

Il segmento (raggio vettore) che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta descrive aree uguali in tempi uguali.

Seconda legge di Keplero

All’interno della chiesa è possibile osservare la linea che secondo Cassini corrispondeva alla seicentomillesima parte del meridiano terrestre.

Ancora oggi, molti si recano nella Basilica di San Petronio per vedere l’immagine del Sole riflessa sul marmo, durante il solstizio d’estate.

Come raggiungere la Basilica di San Petronio

Se pensate di raggiungere Bologna in automobile, vi conviene lasciare l’auto nel parcheggio di piazza Otto Agosto.

Da qui, proseguite a piedi oppure prendete l’autobus numero 11 (fermata Indipendenza) o 20 (fermata San Pietro).

Dalla stazione centrale di Bologna invece, potete prendere l’autobus numero 25 (fermata Rizzoli) oppure optare per una passeggiata di 15 minuti.

La Basilica di San Petronio è uno degli edifici più iconici di Bologna.

Imponente e maestosa, osserva immobile la vita che si rinnova e la città che lentamente si trasforma, senza mai perdere la sua unicità.

in compagnia di Sara, la mia guida nella visita alla Basilica di San Petronio e nel sottotetto

Se volete visitarla, non esitate a prenotare una visita guidata con Sara Flammini, qui trovate i suoi contatti.

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31 risposte

  1. Sono stata molte volte a Bologna, e ho visto la chiesa, ma ho perso questa bellissima esperienza del suo sottotetto , molto interessante tutta la sua storia

  2. Sono stata mille volte a Bologna e sai che non sono mai entrata nella chiesa di San Petronio? L’ho spesso trovata chiusa e alla fine non ci sono mai entrata! Devo proprio rimediare!

  3. La camera oscura più grande del mondo… ci avevi già convinte qui. Ora dobbiamo assolutamente ritagliarmi del tempo per poter visitare questa basilica e il suo buio sottotetto.. insomma quando mi ricapita? Bologna arriviamo!

  4. E pensare che sono stata diverse volte a Bologna, anche a Piazza Maggiore, ma non sono mai entrata nella Basilica. Non so se riuscirò a fare in tempo per il sottotetto, ma quando ci tornerò, andrò a visitarla come si deve.

  5. Ho visitato un paio di volte l’incompiuta e mi è piaciuta moltissimo. Mi piacerebbe molto vivere l’esperienza del sottotetto: ogni nuovo punto di vista è per me sempre di grande richiamo. Devo andare a Bologna tra poche settimane…

  6. Grazie a te Libera per esserti unita al mio tour e averne scritto così bene! San Petronio è un simbolo unico di Bologna, ha visto la luce grazie all’impegno e alla dedizione dei cittadini e degli artisti che si sono succeduti nella sua decorazione. Visitarla approfonditamente è sempre un piacere anche per me!
    Per i tuoi affezionati lettori: il sottotetto, essendo adesso molto caldo riproporró il tour da settembre in poi. Seguitemi pure sui miei social o scrivetemi senza problemi per essere inseriti in newsletter.

    A presto per nuove avventure!

  7. Ammetto che mi hai convinta alla camera oscura! Nelle mie visite a Bologna mi sono sempre limitata a vedere San Petronio dall’esterno, sarà perchè mi trovavo in città per lavoro. Per il mio compleanno vorrei regalarmi un weekend a Bologna, ho deciso!

    1. Ottima idea ! Mi raccomando, contattami così ti faccio fare un tour della città e poi con Sara si va tutti a visitare il sottotetto

  8. Avrei davvero tanto voluto salire nel sottotetto ma… posseggo un maschio che sta male in piedi su una seggiola e così sono rimasta anche io con i piedi ben saldi a terra… uffa…
    Mi segno però di tornare per il solstizio d’estate per vedere l’immagine del sole !

  9. San Petronio è l’unica cosa che conosco bene di Bologna e mi piace tantissimo; la rivedrei molto volentieri e, soprattutto, mi piacerebbe farla vedere a mio marito!

  10. Non conoscevo assolutamente la storia dell’incompiuta perciò grazie per avermelo fatto scoprire. Inserirò anche questo posto nella lunga lista bolognese.

  11. Ho visitato questa basilica ormai tanti anni fa, magari aver avuto all’epoca una guida così esaustiva! Non resta che tornare un po’ a Bologna per rimediare. In effetti ci tornerei volentieri, sul tuo sito sto scoprendo tante cuirosità che non conoscevo!

  12. La prima cosa che feci quando visitai Bologna la prima volta fu andare a vedere la meravigliosa Basilica, peccato non essere salita fino al sottotetto perchè deve essere un’esperienza davvero interessante.

    1. Effettivamente il sottotetto era visitabile straordinariamente solo durante i lavori di restauro (terminati a gennaio 2023 e durati 8 anni) che hanno interessato la Basilica. È stata davvero un’occasione rara e allo stesso tempo eccezionale.

  13. San Petronio è bellissima dentro e fuori: mi piace molto proprio la sua facciata incompiuta. Non sapevo che al suo interno vi fosse una meridiana. Tra l’altro se non vado errata Cassini, che la realizzò, è un mio conterraneo, originario del Ponente Ligure!

  14. Ne parlavo con il mio compagno giusto lunedì dato che stavamo ricordando le tante giornate passate a Bologna insieme: non sono ancora riuscita a visitarla all’interno e vorrei approfittare delle prossime giornate primaverili per tornare proprio in questa città da me molto amata!

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