Se avete intenzione di visitare la Basilica di San Petronio a Bologna, sappiate che ancora per poco tempo sarà possibile accedere anche al suo sottotetto.
Ma cosa avrà di speciale questo luogo buio, stretto e angusto? Vi chiederete voi.
Dovete sapere che non si tratta semplicemente di camminare su travi e passerelle, col capo opportunamente protetto da un caschetto e gli occhi fissi in avanti per evitare di fare passi falsi, ma piuttosto di vivere l’emozione di passeggiare al di sopra dell’altare maggiore della Chiesa incompiuta più famosa non solo di Bologna, ma di tutta Italia.
E vi dirò di più. Quassù si trova il foro gnomico della meridiana Cassini, ovvero la camera oscura più grande del mondo.
Vi ho già convinti? Continuate a leggere per scoprirne di più.
La Basilica di San Petronio
Alcune date storiche
La Basilica di San Petronio, contrariamente a quello che erroneamente si pensa, non è la Cattedrale di Bologna.
Fu il consiglio dei Seicento, in rappresentanza dell’intero popolo bolognese, a stabilire che a Petronio (l’ottavo vescovo della città, negli anni compresi tra il 431 e il 450) fosse dedicato un intero edificio, nel cuore pulsante di Bologna, Piazza Maggiore.
La posa della prima pietra è datata 1390 e per questo motivo possiamo considerare la Basilica come l’ultimo esempio di tardogotico nel Nord Italia.
All’epoca, la città aveva già una chiesa di riferimento, ovvero la Cattedrale metropolitana di San Pietro, ma si sentì il bisogno di dare al popolo un luogo che rappresentasse, dal punto di vista monumentale e architettonico, la nuova presa di coscienza politica della borghesia locale.
Il progetto, affidato ad Antonio Di Vincenzo, avrebbe dovuto raggiungere i 183 metri di lunghezza, con un transetto largo ben 137 metri, una base a croce latina, ben 3 navate e addirittura 4 campanili.
I lavori però subirono un forte rallentamento, soprattutto a seguito della morte di Di Vincenzo.
A lui succederà nella direzione dei lavori, Arduino Arriguzzi, nel 1507.
Soltanto un anno dopo, sulla facciata della Basilica venne collocata una grande statua in bronzo raffigurante Papa Giulio II e realizzata da Michelangelo: un modo inequivocabile, da parte della Chiesa di Roma, di affermare la propria presenza in città.
Dal canto suo Arriguzzi, presentò un progetto che avrebbe portato la Basilica ad assumere dimensioni molto più imponenti di quelle della più importante Chiesa di tutta la cristianità, la Basilica di S. Pietro, ovvero una lunghezza di 224 metri e una larghezza di 158.
Ma Papa Pio IV bloccò quasi sul nascere questo progetto e nel 1562 sostenne economicamente la costruzione del palazzo dell’Archiginnasio, situato a soli 12 metri dalla Basilica di San Petronio ovvero nel punto in cui si sarebbe dovuto costruire il transetto sinistro. I lavori si conclusero rapidamente per volere del Papa che così riuscì a impedire che la Basilica assumesse la forma a croce latina, prevista dal disegno iniziale.
Anche la costruzione delle volte subì un forte rallentamento. Pensate che i lavori cominciarono soltanto nel 1646 e terminarono nel 1663 quando anche l’abside e l’altare maggiore furono conclusi, mentre furono ovviamente lasciati incompiuti i lavori previsti per i transetti.

La mia visita alla Basilica di San Petronio
La facciata
Quando Sara, guida turistica e narratrice appassionata della storia di questa grande incompiuta, mi ha guidato verso la scalinata antistante la Basilica di San Petronio, ho quasi rivisto, attraverso le sue parole, gli operai trascinare le travi, il maestro scuotere il capo davanti al progetto originale ed il popolo, ansioso di vedere la fine.
Già perché la facciata della Basilica di San Petronio, divisa orizzontalmente in due parti ben distinte, riproduce immediatamente il senso di incompiutezza che caratterizza l’intera opera architettonica che il visitatore si accinge ad esplorare.
Nello specifico, è la sola parte inferiore quella originale, voluta da Di Vincenzo e rivestita in pietra d’Istria e marmo rosso di Verona.
Tre sono i portali qui collocati:
- la porta centrale, costruita da Jacopo della Quercia. Sui pilastri riproduce alcune scene bibliche, così come sugli architravi, mentre la lunetta è decorata con la rappresentazione scultorea della Madonna con Bambino affiancata lateralmente da San Petronio e Sant’Ambrogio;
- la porta di sinistra, la cui lunetta raffigura la Resurrezione di Lombardi;
- la porta di destra, dove campeggia invece la Deposizione di Aspertini.
Una curiosità: Sara ha rivelato che ci fu un momento in cui si rischiò che la facciata della Basilica di San Petronio perdesse la sua originale incompiutezza. Dovete sapere che nella seconda metà del 1800 già il Duomo di Firenze era stato interessato da imponenti lavori di rifacimento della sua facciata, anch’essa protagonista di una storia piuttosto travagliata. I bolognesi però, si opposero con tutte le loro forze ad un ipotetico rifacimento a posteriori della facciata della Basilica, che avrebbe comunque stonato con l’incompiutezza dell’edificio.
Incompiuta la Basilica, incompiuta la facciata!
Potremmo sintetizzare così quella forte presa di coscienza che portò, fino ai giorni nostri, al mantenimento della facciata originale, seppur mai terminata.
Le cappelle della Basilica di San Petronio
La mia visita agli interni della Basilica di San Petronio comincia dalle splendide cappelle, ben ventidue, che si aprono nelle navate laterali.
Vi accorgerete ben presto che, a differenza della navata centrale, che culmina con l’abside, le navate laterali si interrompono in maniera alquanto brusca con una parete in muratura, segno evidente dell’interruzione dei lavori previsti dal progetto originale.
Vediamo nell’insieme le caratteristiche di alcune delle cappelle della Basilica di San Petronio.
Le cappelle della navata di sinistra della Basilica di San Petronio
- Prima Cappella: detta di don Abbondio. Pare sia questa la cappella in cui è stata officiata la prima messa. Qui spiccano due affreschi di Giovanni da Modena, rispettivamente l’Allegoria della Redenzione e il Trionfo della Chiesa sulla Sinagoga (immagine allegorica molto rara nel Nord Italia, pare ve ne sia un’altra raffigurazione simile solo nel Duomo di Mondovì).
- Seconda Cappella: detta di San Petronio, poiché destinata ad accogliere le sue reliquie. A differenza della prima, di stile neogotico molto sobrio e lineare, questa cappella contiene molti dettagli cari allo stile barocco. Il motivo va individuato nella volontà, da parte della Chiesa romana, di decorare riccamente la cappella in vista del 4 ottobre 1743, data in cui il capo del Vescovo Petronio, giunse finalmente qui, nell’edificio a lui dedicato.
Una curiosità: pensate che si dovrà aspettare fino al 3 ottobre del 2000 per completare la traslazione del corpo di San Petronio, fino a quel momento rimasto nella Chiesa bolognese di Santo Stefano, separato dalla testa, già spostata presso la Basilica di San Petronio nel 1743.
- Terza Cappella: di Sant’Ivo, protettore degli avvocati.
- Quarta Cappella: dei Re Magi. Si tratta di uno degli angoli più rinomati dell’intera Basilica poiché, sulla parete sinistra, è raffigurato Il Giudizio Universale, con l’Incoronazione della Vergine all’interno della mandorla, il Paradiso nella parte alta, e in basso la riproduzione degli Inferi (di chiara ispirazione dantesca) che, tra i condannati annovera anche il profeta Maometto.
- Quinta Cappella: del Vaselli. Molto interessanti sono le decorazioni di questa cappella, ovvero pregiate ceramiche faentine. Pensate che se ne contano più di mille.
- Settima Cappella: di San Giacomo. Qui sono custodite le spoglie di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, e di tre dei suoi quattro figli.
- Ottava Cappella: di San Rocco. Si conserva qui uno splendido dipinto del Parmigianino, San Rocco e il donatore del 1527, dalle tinte scure e i toni patetici.
Le cappelle della navata di destra della Basilica di San Petronio
- Dodicesima Cappella: delle Reliquie. Si trova nei pressi dell’accesso all’unico campanile dei quattro previsti dal progetto originario.
- Sedicesima Cappella: dell’Immacolata. Presenta delle decorazioni tipiche dello stile liberty e realizzate da Achille Casanova, allievo del Rubbiani, nonostante la statua della Madonna, qui collocata, sia della fine del 1700.
- Diciottesima Cappella: di San Lorenzo. Qui è possibile ammirare la Pietà di Aspertini. Pensate che per anni questa tela fu coperta perchè ritenuta malriuscita. I colori cupi, le tonalità tristi e disperate dei protagonisti dell’opera, non furono immediatamente compresi e interpretati come la trasposizione di uno stato d’animo fortemente rattristato dalla morte di Cristo.
L’altare maggiore
Sull’altare spicca un Crocifisso ligneo, mentre sullo sfondo dell’abside vi è un affresco della Madonna con San Petronio.
L’elemento che mi ha più colpito nel racconto di Sara, è la presenza di due grandi organi a canne, ai due lati dell’altare, ritenuti tra i più antichi d’Italia.
Il primato dell’organo più datato però spetta a quello di destra, che è anche il primo in assoluto a registri indipendenti (collocato tra il 1471 e il 1475), realizzato da Giacomo da Prato.
L’organo di sinistra invece, fu realizzato nel 1596 da Baldassarre Malamini.
Una curiosità: nei pressi dell’Altare Maggiore, quasi seminascosto dalle grandi cappelle della Basilica, vi è un compianto ancora poco noto.
Rispetto infatti al più celebre Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca, collocato nella Chiesa di Santa Maria della Vita, questo compianto in terracotta, realizzato da Domenico Orlandi nel 1470, è colorato.
Davvero molto suggestivo.

Le Quattro Croci
La Basilica di San Petronio ospita le famose Quattro Croci, anticamente poste al di fuori della città, tra la prima e la seconda cinta muraria.
Pensate che per anni, le Croci furono tenute coperte all’interno di piccole cappelle e soltanto nel 1798, si decise di trasferirle nella Basilica di San Petronio, rispettando la collocazione che avevano originariamente nell’ambito del tessuto urbano bolognese:
- la croce dei Santi Apostoli ed Evangelisti (anticamente posta a Piazza di Porta Ravegnana);
- la croce dei Santi Martiri (collocata nell’odierna via Montegrappa);
- la croce delle Sante Vergini (originariamente posta tra via Farini e via Castiglione);
- la croce di Tutti i Santi (posta invece tra le odierne via dei Carbonesi e via Barberia).
La mia visita al sottotetto della Basilica di San Petronio
Per accedere al sottotetto della Basilica di San Petronio, bisogna raggiungere Piazza Galvani e prendere come riferimento le imponenti impalcature, qui installate già da molti anni.
È solo grazie ad esse che è possibile effettuare, dopo averla prenotata, la visita alla splendida terrazza di San Petronio, di cui parlo ampiamente nel mio articolo dedicato ai Quattro punti panoramici che vi faranno innamorare di Bologna.
Vi capiterà, una volta entrati nel sottotetto, di scorgere alcune iscrizioni sui muri. Si tratta di semplici annotazioni fatte dagli operai che, nei secoli, si sono avvicendati nei lavori di restauro e ristrutturazione dell’edificio.
Pensate che l’area che state calpestando, ovvero quella che sovrasta l’altare maggiore, è stata l’ultima ad essere costruita. Si tratta di un altro elemento che differenza la Basilica di San Petronio dagli altri edifici di culto cattolico, che solitamente vengono costruiti a partire dal pulpito.
Un consiglio: so che, per tutta la durata della visita, sarete pervasi da un’emozione tale per cui vorreste avere almeno sei occhi per riuscire ad ammirare quell’antichissima opera di ingegneria da tutte le angolazioni possibili.
Tuttavia, vi consiglio di prestare molta attenzione mentre procedete lentamente lungo le passerelle di legno e vi appoggiate in cerca di sostegno alle spesse corde che qui sono disposte. Fate molta attenzione perchè le travi, poste più o meno all’altezza della vostra testa, non sono tutte della stesa grandezza. Bisogna quindi che prestiate molta attenzione e siate pronti ad abbassare il capo per tempo, per non rischiare di sbattere la testa.
Ricordo infine, che al momento di entrare nel sottotetto, vi verranno consegnati gratuitamente un caschetto ed una retina monouso (da porre attorno al capo).
Vi consiglio di indossare abiti e scarpe comode per evitare di rimanere impigliati tra le travi di legno. Al di là di qualche accortezza, non dovete assolutamente temere il peggio: godetevi la visita e prestate solo attenzione a dove mettete i piedi.
Lasciatevi trasportare dal racconto di Sara e provate a immaginare come doveva essere la giornata degli operai che, quassù, erano dediti a portare avanti i lavori della Basilica senza mai riuscire a vederne la fine.

La meridiana di Cassini
Uno degli angoli più interessanti del sottotetto è quello che ospita il foro gnomico della meridiana realizzata da Giovanni Domenico Cassini.
Premetto che attualmente, in virtù delle normative vigenti in materia di Covid19, non è possibile visitare la meridiana, che io ho potuto però vedere da vicino in una precedente visita risalente al 2019.
La meridiana di Cassini, terminata nel 1657, è ancora oggi la meridiana più grande del mondo, lunga ben 66,8 metri.
Questa non è stata però la prima meridiana collocata all’interno della Basilica, ma la seconda.
Nel 1575 infatti, Egnazio Danti collocò nella Basilica di San Petronio il cosiddetto grande gnomone, che però in seguito cessò di funzionare.
Cassini riuscì a fissare la lastra con il foro gnomico a ben 27 metri di altezza.
Il foro, dal canto suo, doveva riuscire a proiettare sul pavimento della Basilica l’immagine del Sole rovesciata, proprio come accade in una camera oscura.
Pensate che grazie a questa meridiana, Cassini riuscì ad effettuare alcune importanti misurazioni scientifiche quali: l’obliquità dell’ellittica, l’anno tropico, gli equinozi e i solstizi.
Trattandosi più propriamente di un eliometro, Cassini lo adoperò per misurare il diametro del Sole e verificare così quanto espresso dalla seconda legge di Keplero, secondo cui: Il segmento (raggio vettore) che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta descrive aree uguali in tempi uguali.
Una curiosità: all’interno della Basilica è possibile osservare la Linea che secondo Cassini corrispondeva alla seicentomillesima parte del meridiano terrestre.
Ancora oggi, alcuni curiosi e appassionati di scienza, si recano nella Basilica di San Petronio per osservare l’immagine del Sole riflessa sul marmo scolpito e inciso con i segni zodiacali, durante il solstizio d’estate.
Impresa più ardua è quella invece di riuscire a vedere l’ellissi allungata del Sole durante il solstizio d’inverno, quando a Bologna il cielo è spesso coperto da nuvole o da nebbia.
Se decidete di visitare la città durante il giorno più lungo dell’anno, mi raccomando: ricordatevi di raggiungere la Basilica di San Petronio.
Come raggiungere la Basilica di San Petronio
In automobile: lasciate la vostra auto nel parcheggio di piazza Otto Agosto e da lì proseguite a piedi oppure prendete l’autobus numero 11 (e scendete alla fermata Indipendenza) o l’autobus numero 20 (e scendete alla fermata San Pietro). Da qui vi basterà camminare solo per pochi minuti per raggiungere la facciata della Basilica di San Petronio.
In treno: dalla stazione centrale di Bologna potete prendere l’autobus numero 25 e scendere alla fermata Rizzoli, che dista solo alcuni minuti a piedi da Piazza Maggiore. In alternativa potete optare per una passeggiata lungo la centralissima via Indipendenza di poco più di 15 minuti.
Un consiglio: Piazza Maggiore è anche la sede di un altro importantissimo edificio della città, Palazzo d’Accursio, che custodisce alcuni tra i più interessanti tesori artistici di Bologna. Consultate il mio articolo dedicato alla Torre dell’Orologio e alle Collezioni Comunali d’arte di Palazzo d’Accursio e prenotate la vostra visita. Ne sarete conquistati!

Ringrazio Sara per avermi accompagnato, con dedizione e competenza, attraverso questo viaggio indietro nel tempo.
La Basilica di San Petronio è, senza alcun dubbio, uno degli edifici più iconici di Bologna e tra i più cari, non solo ai cittadini, ma anche ai visitatori.
Imponente e maestosa, la grande incompiuta si colloca nel bel mezzo del salotto cittadino e da qui, osserva immobile la vita che si rinnova e la città che lentamente si trasforma, senza mai perdere la sua unicità.
Se volete visitare la Basilica di San Petronio e passeggiare attraverso il suo suggestivo sottotetto, non esitate a prenotare una visita guidata con Sara Flammini, qui trovate i suoi contatti.
- Pagina Instagram: https://www.instagram.com/bolonezia/
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- Indirizzo mail: Sara.Flammini@gmail.com
I miei ultimi itinerari di viaggio:
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- Bentivoglio: il Museo della Civiltà Contadina
16 commenti
Ammetto che mi hai convinta alla camera oscura! Nelle mie visite a Bologna mi sono sempre limitata a vedere San Petronio dall’esterno, sarà perchè mi trovavo in città per lavoro. Per il mio compleanno vorrei regalarmi un weekend a Bologna, ho deciso!
Ottima idea ! Mi raccomando, contattami così ti faccio fare un tour della città e poi con Sara si va tutti a visitare il sottotetto
Penso che le opere incompiute siano quelle più ricche di fascino!
Molto bella la visita e davvero interessante e suggestivo il tuo racconto!
Grazie ! Se passi da Bologna , prenota pure una visita con Sara
Grazie a te Libera per esserti unita al mio tour e averne scritto così bene! San Petronio è un simbolo unico di Bologna, ha visto la luce grazie all’impegno e alla dedizione dei cittadini e degli artisti che si sono succeduti nella sua decorazione. Visitarla approfonditamente è sempre un piacere anche per me!
Per i tuoi affezionati lettori: il sottotetto, essendo adesso molto caldo riproporró il tour da settembre in poi. Seguitemi pure sui miei social o scrivetemi senza problemi per essere inseriti in newsletter.
A presto per nuove avventure!
È stato un piacere ! Non vedo l’ora di fare altri tour alla scoperta di Bologna insieme a te.
Ho visitato un paio di volte l’incompiuta e mi è piaciuta moltissimo. Mi piacerebbe molto vivere l’esperienza del sottotetto: ogni nuovo punto di vista è per me sempre di grande richiamo. Devo andare a Bologna tra poche settimane…
Ti consiglio di visitare il sottotetto . È un’esperienza magica!
E pensare che sono stata diverse volte a Bologna, anche a Piazza Maggiore, ma non sono mai entrata nella Basilica. Non so se riuscirò a fare in tempo per il sottotetto, ma quando ci tornerò, andrò a visitarla come si deve.
La prossima volta che vieni a Bologna , contatta Sara per una visita guidata.
La camera oscura più grande del mondo… ci avevi già convinte qui. Ora dobbiamo assolutamente ritagliarmi del tempo per poter visitare questa basilica e il suo buio sottotetto.. insomma quando mi ricapita? Bologna arriviamo!
Vi aspetto ! Mi raccomando, prenotate il tour con Sara, è bravissima.
Sono stata mille volte a Bologna e sai che non sono mai entrata nella chiesa di San Petronio? L’ho spesso trovata chiusa e alla fine non ci sono mai entrata! Devo proprio rimediare!
Un motivo in più per tornare e prenotare la tua visita guidata con la bravissima Sara.
Sono stata molte volte a Bologna, e ho visto la chiesa, ma ho perso questa bellissima esperienza del suo sottotetto , molto interessante tutta la sua storia
Ti consiglio di contattare Sara la prossima volta che verrai a Bologna , così da prenotare il tour del sottotetto.