Cosa e dove mangiare a Bologna nel centro città

i tortellini sono la prima cosa da mangiare a Bologna

Indice dei Contenuti

Se state programmando una gita a Bologna e vi state domandando cosa e dove mangiare, sappiate che il capoluogo emiliano-romagnolo non vi lascerà assolutamente a bocca asciutta.

La città che ospita il porticato coperto più lungo del mondo (il celebre portico di San Luca, che raggiunge i 3.796 metri) vanta infatti un patrimonio enogastronomico di tutto rispetto.

Non a caso, Bologna è soprannominata: la Dotta, la Rossa e la Grassa.

Il primo appellativo, la Dotta, è un chiaro riferimento al prestigioso Ateneo bolognese, nato nel 1088 e per questo motivo ritenuto il più antico dell’intero mondo occidentale.

Il secondo, ovvero la Rossa, è invece un evidente richiamo ai colori che caratterizzano tetti, facciate, palazzi del centro urbano. Il mattone bolognese è, fin dal Medioevo, di colore rosso, declinato in tutte le sue sfumature.

Cosa e dove mangiare a Bologna la Grassa

Ed il terzo?

Quando sentite parlare della cucina bolognese fate una riverenza, che se la merita.

Con queste parole, Pellegrino Artusi nel suo manuale di gastronomia, La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene (1891), osanna la tradizione culinaria di Bologna.

La città infatti, viene detta la Grassa per le sue rinomate prelibatezze, sono conosciute ed apprezzate fin da tempi antichissimi.

Vi basti pensare che nel 1300 Bologna contava già più di 100 osterie!

Cosa e dove mangiare a Bologna: Food Tour tra gli antichi mercati della città

Qual è secondo voi il luogo che esprime, più di tutti, l’essenza della cucina tradizionale di una località?

Secondo Francesco Antonelli di Emilia Romagna Tour Guide, guida turistica d’origine ravennate e (come me) bolognese d’adozione, si tratta del mercato.

È qui che ogni parola diventa superflua, che ogni gesto si fa inutile.

I colori, gli odori e i profumi che caratterizzano i mercati alimentari sono gli unici e veri protagonisti assoluti della tradizione.

Quando Francesco mi ha parlato del suo amore per i viaggi e per l’enogastronomia, mi ha spiegato che la sua passione è tale ad averlo spinto a scrivere ben tre libri sullo stretto legame che intercorre tra alcune città del mondo e la cucina.

Per questo motivo, il suo Food Tour alla scoperta della gastronomia bolognese, mi ha incuriosito fin da subito.

E ora scoprirete perché.

Il Mercato delle Erbe di Bologna

Provate a oltrepassare la soglia del Mercato delle Erbe di Bologna e chiudete per un attimo gli occhi.

Avvertirete quasi subito il vociare dei commercianti intenti a far assaggiare i frutti più succulenti esposti sui loro bancali fondersi con il chiacchiericcio dei clienti, che si scambiano consigli su pietanze, contorni e abbinamenti.

Quello nel quale state per entrare è l’edificio realizzato nel 1910 da Arturo Carpi e Luigi Mellucci, per ospitare il mercato alimentare della città, precedentemente collocato presso Piazza Maggiore.

La costruzione subì ingenti danni a seguito dei bombardamenti che colpirono Bologna durante il secondo conflitto mondiale e fu rimaneggiato profondamente nel dopoguerra.

Ma è dal 2014 che il Mercato delle Erbe ha cambiato realmente volto, fino a diventare una delle zone più frequentate della città.

In seguito alla ristrutturazione di alcuni degli ambienti interni, è stato possibile realizzare: ristoranti, pizzerie, cocktail bar e paninoteche.

Durante la pausa pranzo o all’ora dell’aperitivo, sarà impossibile resistere alla tentazione di fermarsi qui alla ricerca di qualcosa da mangiare: è diventato un vero e proprio must per gli amanti di Bologna!

Le botteghe del Mercato delle Erbe di Bologna

Se l’androne centrale del Mercato delle Erbe è occupato dai coloratissimi espositori di frutta e verdura, una serie di botteghe disposte in fila, l’una dopo l’altra, ne fanno da cornice, tutt’intorno.

Vi consiglio di fare una sosta presso Banco 32.

Qui, oltre a poter acquistare dell’ottimo pescato, è possibile concedersi un lauto pasto (rigorosamente a base di pesce), approfittando del proverbiale senso di ospitalità tipico dell’Emilia Romagna.

E che dire dell’Antica formaggeria Bernardi?

Mentre Francesco mi raccontava di come i turisti stranieri restino quasi ipnotizzati davanti alla vetrina di questa bottega, la proprietaria ci ha raggiunti all’esterno del punto vendita.

Ci ha riferito orgogliosamente che il prosciutto crudo che noi stavamo contemplando è in vendita solo in due esercizi commerciali a Bologna, e che uno dei due è proprio il suo.

ingesso dell'antica formaggeria Bernardi presso il Mercato delle Erbe a Bologna

Quello a cui faceva riferimento non è altro che il celeberrimo crudo Sant’Ilario, un prodotto tipico della città di Parma, immediatamente riconoscibile per la sua dolcezza e delicatezza.

Se volete sapere di più su cosa mangiare a Parma, che come Bologna può essere considerata una vera e propria capitale del gusto, consultate il mio articolo:

Come raggiungere il Mercato delle Erbe

Il Mercato delle Erbe di Bologna possiede due ingressi di cui il primo, l’entrata monumentale, è affacciato su Via Belvedere mentre il secondo, è collocato su Via Ugo Bassi.

Trovandosi in una zona a traffico limitato (ZTL), il modo migliore per raggiungerlo è con i mezzi pubblici (in alternativa: a piedi o in bicicletta).

Dalla Stazione Centrale ad esempio, potete prendere il bus della linea 25 e scendere alla fermata Ugo Bassi, che si trova proprio di fronte all’ingresso del mercato.

Per conoscere nel dettaglio tutte le attività qui presenti, orari e giorni di apertura al pubblico, consultate il sito internet del Mercato delle Erbe.

Il Mercato di Mezzo di Bologna

Se c’è un luogo che esprime, più di tutti, il saldo e antico legame che intercorre tra la città di Bologna e la sua cucina, quello è il Mercato di Mezzo.

Si trova nell’area soprannominata del Quadrilatero, inclusa tra due luoghi iconici del centro cittadino.

Da un lato, la zona è delimitata da Piazza di Porta Ravegnana (dove si trovano le celeberrime Due Torri) e dall’altro, da Piazza del Nettuno (dove troneggia la fontana con l’omonima statua, opera del Giambologna).

In questo stretto reticolo di vie, stradine e vicoletti erano disposte anticamente le botteghe dei pescatori, dei calzolai, degli orefici e dei pellicciai.

Lasciatevi la Torre degli Asinelli alle spalle e dirigetevi verso Piazza della Mercanzia.

Da qui imboccate Via Caprarie e divertitevi a scovare tutti gli antichi mestieri, che si celano dietro i nomi assegnati a queste vie, come: Via Clavature, Via Calzolerie oppure Via degli Orefici.

Il Mercato di Mezzo tra ieri e oggi

Dovete sapere però che il Mercato di Mezzo non è sempre stato così, come lo vediamo oggi.

Nel 1889 infatti venne completamente sventrato a seguito dei lavori di allargamento di Via Rizzoli (la strada che collega la centralissima Via Indipendenza a Piazza di Porta Ravegnana) e di altri interventi all’edilizia urbana, previsti dal piano regolatore dell’epoca.

Le demolizioni, cominciate attorno al 1910, diedero vita a numerose polemiche.

Rischiavano di cancellare per sempre dallo skyline della città, alcune torri medievali, come la Torre dei Riccadonna o quella degli Artenisi.

Nonostante l’intervento di alcuni intellettuali dell’epoca, tra i quali Gabriele D’Annunzio, il Comune continuò per la sua strada (è proprio il caso di dirlo).

Abbatté palazzi, torri ed edifici cambiando per sempre i connotati di questa zona del centro di Bologna.

Oggi, il Mercato di Mezzo sta vivendo una seconda vita, anche grazie ad importanti lavori di riqualificazione.

Accanto alle botteghe storiche, popolate fin dalle prime ore del mattino da chi è alla ricerca dei migliori prodotti da portare in tavola, sono sorti numerosi ristoranti e lounge bar.

tipico tagliere nel Quadrilatero bolognese

Nel 2014 inoltre, dopo ben 6 anni di ingenti lavori di restauro, è stato inaugurato il nuovo Mercato di Mezzo coperto. Occupa un’intera palazzina di 3 piani, su una superficie di ben 700 metri.

Se siete alla ricerca di qualcosa da mangiare in centro a Bologna, qui potrete trovare diverse attività commerciali, che propongono piatti preparati con i prodotti locali.

Cosa e dove mangiare nel Mercato di Mezzo di Bologna

Il modo migliore per visitare il Mercato di Mezzo è lasciandosi guidare dalla curiosità e dalla voglia di stupirsi. Dietro ad ogni angolo si nasconde una sorpresa.

Tuttavia, se avete paura di perdere il senso dell’orientamento, prendete subito nota di quello che dovete assolutamente vedere tra le vie dell’antico Quadrilatero.

Le buche di Via delle Pescherie Vecchie

Raggiungete Via delle Pescherie Vecchie e ammirate le sue caratteristiche buche.

Se osservate bene i bancali che qui espongono frutta e verdura, vi accorgerete che sulle pareti su cui sono poggiati, vi sono delle ampie fessure, delle buchette per l’appunto.

L’edificio su cui si reggono, è l’antico Ospedale che, assieme all’Oratorio e al Santuario, faceva parte del Complesso di Santa Maria della Vita.

È stato istituito nel 1261 dalla Confraternita dei Battuti Bianchi, per fornire assistenza ai viandanti che arrivavano in città.

Ancora oggi infatti, nei pressi delle buche di via delle Pescherie Vecchie, spiccano gli antichi stemmi della Confraternita, proprietaria di quelle mura.

La Salumeria Simoni di Via Pescherie Vecchie e Via Drapperie

A darvi il benvenuto presso la storica salumeria della famiglia Simoni è l’esplicativa mappa che riporta tutti i prodotti tipici della Regione Emilia Romagna.

Per essere pienamente visibile, è stata affissa su una delle pareti dello storico punto vendita che si trova all’angolo tra Via Pescherie Vecchie e Via Drapperie.

Quando fu aperto nel secondo dopoguerra, costituì una grande innovazione nel settore della gastronomia locale.

Per la prima volta, un negozio moderno che proponeva prodotti di pasta fresca, salumi e formaggi attentamente selezionati, andava a sostituirsi ad un’antica bottega.

Nonostante il cambio generazionale, la Salumeria Simoni continua a mantenere in vita le tradizioni familiari del passato.

Pensate che è possibile acquistare i prodotti realizzati e venduti all’interno della salumeria direttamente on line, grazie ad un servizio di spedizioni che arriva in tutta Italia.

Di ciascun prodotto inoltre, vengono fornite nel dettaglio le procedure di preparazione e i consigli per la conservazione.

È proprio come parlare con il proprio salumiere di fiducia!

L’Osteria del Sole di Vicolo Ranocchi

A due passi da Via delle Pescherie Vecchie, nello stretto Vicolo Ranocchi, si trova la più antica osteria bolognese: l’Osteria del Sole, che risale al 1465.

Si narra che fu proprio all’interno di questa locanda che, nel 1879, venne arrestato Giovanni Pascoli, all’epoca studente presso l’Ateneo bolognese e iscritto al movimento internazionalista.

Dal 1945 l’osteria è gestita dalla famiglia Spolaore che, ancora oggi, ne tiene vivo l’antico spirito e il profondo senso di convivialità.

L’elemento di unicità dell’Osteria del Sole rispetto alle altre locande di Bologna, è che è consentito portare qualcosa da mangiare dall’esterno, così da accomodarsi e ordinare da bere.

Trattandosi di uno dei luoghi più iconici del centro città, è meglio prenotare, secondo le modalità previste sul sito internet dell’Osteria del Sole.

La Drogheria Gilberto di Via Drapperie

L’anima di questa attività commerciale storica del Quadrilatero (fondata nel 1905) è la sua enoteca, che propone una vasta scelta di vini italiani e stranieri.

Qui, sotto la guida di Francesco, ho avuto modo di effettuare una degustazione di prodotti realizzati e venduti direttamente dalla drogheria.

Nello specifico, ho assaporato il ragù bolognese servito su una fetta di pane caldo.

Quindi ho assaggiato ben 4 diversi tipi di aceto balsamico tradizionale di Modena, rispettivamente di: 8, 15, 25 e 40 anni.

Un vero tripudio di gusto!

Una curiosità: per riconoscere il vero aceto balsamico di Modena DOP, Giugiaro, noto designer automobilistico, realizzò una bottiglia di vetro sferica con base rettangolare.

Pensate che, ancora oggi, tutti i produttori devono attenersi a questa modalità di imbottigliamento.

Atti di Via Caprarie e Via Drapperie

Tra i luoghi iconici della gastronomia bolognese, non si può non citare il celebre Atti di Via Caprarie.

Paolo Atti conosceva bene il mestiere di fornaio ma dimostrò, fin da subito, di essere anche un bravo imprenditore.

Aprì numerose attività, riuscendo così a farsi una posizione.

Negli anni Sessanta l’attività della famiglia Atti, oltre a mantenere la sua originaria natura di panetteria, conobbe una svolta: diventò anche una gastronomia.

Presso il punto vendita di Via Drapperie è ancora visibile l’insegna originaria, risalente al 1886.

Gli interni di entrambi i negozi inoltre, conservano tuttora l’antico arredamento.

Il tortellino, l’ombelico di Venere

Il sovrano delle vetrine di Atti così come della gran parte delle gastronomie del centro, è il tortellino.

La ricetta del piatto simbolo di Bologna è stata persino depositata alla Camera di Commercio, situata nell’adiacente Piazza della Mercanzia!

Qui è precisato che il ripieno dei tortellini deve contenere: lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella di Bologna, parmigiano reggiano, uova di gallina e noce moscata, che la sfoglia deve essere spessa dai 6 ai 10 millimetri e che vanno cotti e mangiati nel brodo di cappone o manzo.

Una delle dispute più accese tra le città di Bologna e Modena riguarda proprio il luogo di nascita dei tortellini. Pare infatti che questa sia da collocare a Castelfranco Emilia, dove un oste intento a spiare dal buco della serratura una nobildonna spogliarsi, vide il suo ombelico e ne fu talmente ammaliato che decise di prenderne spunto per realizzare un nuovo piatto in cucina.

È questo il motivo per il quale il tortellino è anche detto ombelico di Venere.

Il certosino, dolce tipico della tradizione bolognese

Pur essendo una pietanza tipica del periodo natalizio, il certosino viene prodotto dalla famiglia Atti 365 giorni all’anno.

La sua ricetta è antichissima e risale all’età medievale, quando veniva preparato dai farmacisti o speziali.

In seguito, furono i certosini a occuparsi della sua produzione e molto presumibilmente, a dare il proprio nome a questo dolce fatto con: frutta candita, miele, uvetta, cioccolato fondente, mandorle e pinoli.

Una curiosità: come già accaduto per il tortellino, nel 2003 anche la ricetta del certosino è stata depositata presso la Camera di Commercio di Bologna.

Come raggiungere il Mercato di Mezzo

Il Mercato di Mezzo va attraversato rigorosamente a piedi o al massimo in bicicletta e con assoluta lentezza, così da coglierne ogni peculiarità.

Per raggiungerlo con i mezzi pubblici, potete prendere gli autobus delle linee 11 e 27 dall’Autostazione di Bologna e scendere alla fermata Rizzoli. Da lì, vi basterà imboccare Via Calzolerie per ritrovarvi nel cuore del Quadrilatero.

La storica Cioccolateria Majani a Bologna

Quando Francesco mi ha detto che avremmo concluso il tour alla stregua di un tipico pranzo bolognese, ovvero con qualcosa di dolce, non avrei mai immaginato che mi avrebbe condotto in Via de’ Carbonesi, davanti alla storica Majani Cioccolato Boutique.

Majani è il cognome della più antica cioccolateria italiana, nata nel 1796, l’anno in cui Bologna entrò a far parte della Repubblica Cispadana.

È proprio qui che nel 1832 venne realizzato il primo cioccolato in forma solida e non più liquida. Si tratta delle celebre Scorza, così chiamata per la sua somiglianza, nella forma, alla corteccia di un albero.

la tipica Scorza di Majani

La fama dei Majani scavalcò presto i confini della città di Bologna e raggiunse persino i Savoia, che li scelsero come fornitori ufficiali della Casa Reale nel 1878.

Lo stemma di Casa Savoia venne quindi innalzato sull’insegna del negozio bolognese, diventando parte integrante del marchio Majani.

Un’altra data cruciale è il 1911, quando Majani realizzò il cremino 4 strati in occasione del lancio della nuova Fiat Tipo 4, superando persino le più rinomate cioccolaterie piemontesi.

Anche le vetrine di Majani, proprio come quelle delle gastronomie del Quadrilatero, mettono in bella mostra il tipico tortellino bolognese.

Eppure, quello realizzato in Via de’ Carbonesi ha una particolarità: è fatto esclusivamente di cioccolato. Potete scegliere tra tre differenti versioni: cioccolato al latte, fondente e bianco.

Dovete assolutamente provarlo, è ripieno di crema e si scioglie in bocca!

Una curiosità: passeggiando lungo Via Indipendenza, non potrete non notare uno splendido palazzo in stile Liberty. Si tratta dell’edificio creato da Sezanne per la famiglia Majani che, nel 1908, decise di trasferirsi nel centro di Bologna.

Come raggiungere la Cioccolateria Majani a Bologna

Il modo più semplice per raggiungere la Majani Cioccolateria Boutique è sostandosi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.

Dall’Autostazione di Bologna potete prendere i bus della linea 11 e scendere alla fermata Piazza Minghetti.

Dalla Stazione Centrale invece potete salire sul bus della linea 25, scendere alla fermata Ugo Bassi e proseguire a piedi per circa 600 metri.

in compania di Francesco per il tour su cosa mangiare a Bologna

Ringrazio Francesco perché il suo Food Tour, interamente dedicato a cosa mangiare a Bologna, è riuscito a dimostrare come in questa città la cucina sia da prendere assolutamente sul serio.

Unire alle annotazioni storiche, curiosità e aneddoti legati ai luoghi attraversati durante questo walking tour, è stato inoltre utilissimo per contestualizzare l’evoluzione della gastronomia locale.

E cosa dire dell’insieme delle degustazioni? Sono il vero fiore all’occhiello di questo itinerario.

Personalmente ritengo che solo al momento dell’assaggio, si possa dire di aver compiuto un vero e proprio viaggio nei sapori della tradizione.

Siete d’accordo?

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28 risposte

  1. Ottimo guida enogastronomica completa di Bologna! Fra tutti quelli che hai menzionato, ho visitato e provato le bontà della Cioccolateria Majani… Che dire: un gusto unico!

    Prendo nota delle tue indicazioni e ne farò tesoro per la prossima volta che verrò a Bologna!

  2. Alcuni dei luoghi che citi li conoscevo, come Majani…una tappa se capito in inverno ce la faccio sempre! Altri ne avevo sentito parlare ma ancora li devo sperimentare, altri per me sono nuovi. Ma recuperò: a fine mese sarò a Bologna e farò in modo di provare qualche luogo che hai messo in lista! Invece, quanto all’aceto balsamico, oltre che alla, ormai famosa, forma iconica della bottiglietta, una vera prova che sia DOP è anche la capsula che viene usata, che cambia di colore in base agli anni di vecchiaia dell’aceto!

    1. Aspetto di conoscere il tuo feedback in merito ai luoghi che non conoscevi ma che hai detto che visiterai una volta in città, sono molto curiosa.

  3. Questo articolo è una guida preziosa! Adoro Bologna e la sua cucina e la prossima volta che starò in città non mancherò di provare qualcuno dei luoghi che citi, soprattutto i tortellini di cioccolato !

  4. Libera ma dove mi hai portato oggi ? è quasi crudele scriverlo e ancora peggio per me leggerlo, Bologna è cibo quello grasso, buono e goloso…
    Che faccio prendo un volo e vi raggiungo ?

  5. Siamo stati l’anno scorso per sole quattro ore a Bologna e vorremo tornare presto! Non abbiamo fatto a meno di provare i tortellini anche se sarei voluta andare a provare qualcosa al mercato delle erbe! Mi segno i tuoi consigli per la prossima volta.

    1. Sono contenta che questo tour ti abbia ispirato. 24 ore non bastano per gustare tutte le prelibatezze di Bologna, dovete tornare 😉

    2. Noi abitiamoa Bologna e conosciamo la maggior parte dei posti che citi nell’articolo. In alcuni non siamo mai stati quindi prenderò spunto. Avrei qualche altra chicca da consigliarti, per un futuro food tour!! Se ti interessa scrivimi!

  6. Ho abitato per un breve periodo a Bologna proprio in Via Pescherie Vecchie e già al mattino attraversare le viuzze e vedere i commercianti che preparavano i banchi, era una gioia. Al sabato poi adoravo fare la spesa e andavo da Atti per il pane e i tortellini… che bei ricordi mi hai riportato!

    1. Ma che bello leggerti! Quella zona, celebre per i mercati alimentari , da alcuni anni è stata rivitalizzata e ora è il centro della cosiddetta movida serale . Ti aspetto per un aperitivo quando avrai voglia di tornare in città.

  7. Ma dai, non sapevo che Majani fosse di Bologna! Chissà perché non avrei associato Bologna anche al cioccolato! E comunque è vero, a Bologna si mangia divinamente, è la capitale del buon cibo italiano! Grazie per questo tour completissimo! Prendo spunto per la prossima volta che vado a Bologna (spero presto)

  8. Io sono riuscita a mangiare alla Salumerisìa Simoni, tra l’altro io sono celiaca ed erano preparati con dei cracker senza glutine e con salumi completamente privi di glutine! Che bontà!

  9. Mi piacerebbe aver avuto questo tuo post a portata di mano quando ho visitato Bologna qualche anno fa perché devo dire che non ho trovato buoni posti dove mangiare. Vorrà dire che dovrò tornare per scoprire l’animo grasso della città!

  10. Wow!!!!!Sono stata spesso a Bologna per andare a trovare due mie ex coinquiline dell’Erasmus che studiavano proprio a Bologna ma purtroppo non mi hanno mai portato in questi posti meravigliosi! Me li segno per la prossima volta! Devo rimediare!

  11. Pur amando Bologna ed essendoci stata diverse volte non mi è mai venuto in mente di farci un food tour, che in effetti ha senso vista la fama della città. Di solito però quando sono in città, non mi perdo mai un buon piatto di tortellini 🙂

  12. Vuoi farmi morire di fame sulla scrivania, vero? Sono stata a Bologna secoli fa, ai tempi delle medie, per cui direi è giunta l’ora di tornarci. Ottima l’idea del food tour, per scoprire tante cose buone da provare e i posti dove comprarle. Ho già guardato il sito della Salumeria Simoni e messo nel carrello un po’ di prodotti!

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