Fin dalla pianificazione di questo viaggio, avevo pensato bene a cosa vedere a Granada, l’ultima delle città del mio tour andaluso.
Sentivo in cuor mio che tra le sue vie avrei respirato un’aria quasi magica, che speravo mi avrebbe accompagnato fino al mio ormai prossimo rientro in Italia.
Eppure, mentre ripensavo a quanta meraviglia avessero già visto i miei occhi nei giorni precedenti prima a Malaga e poi a Cordoba, non potevo fare a meno di chiedermi se potesse esistere ancora qualcosa in grado di farmi emozionare e commuovere allo stesso modo, se non di più.
Quando proviamo, dopo tanto tempo, una gioia che ci riempie il cuore al punto da farlo scoppiare, vorremmo custodire quel ricordo per sempre, imbottigliare quelle emozioni e sistemarle sulle mensole delle nostre case, assieme ai ricordi più cari.
E cerchiamo di convincere noi stessi che non esista qualcosa di più forte di quello che abbiamo appena provato sulla nostra pelle.
Niente di più sbagliato.
E me ne sarei accorta solo un paio d’ore dopo, quando dopo essere arrivata alla Stazione degli autobus di Granada, mentre cercavo la fermata della linea 33 che mi avrebbe condotta alla centralissima Plaza Nueva, cominciai a sentire nell’aria l’inconfondibile suono della chitarra gitana, che dava inizio alla mia nuova avventura.
Cosa vedere a Granada:
la storia della città dalla dominazione araba alla Reconquista
L’antica Ilberis, questo il nome dato dai Romani alla città di Granada, iniziò ad acquisire una certa importanza strategica soltanto con la dominazione dei Visigoti, che durò per ben 200 anni.
Nel 711 arrivano gli Arabi che conquistarono la città dandole il nome di Ilbira.
Durante l’anno Mille cominciò la sua espansione territoriale, che assunse la forma che ha ancora oggi.
Nel 1238, con l’arrivo dei Nasridi, la potenza di Granada era ormai sotto gli occhi di tutti.
A quell’epoca infatti arrivò ad estendere il suo dominio su alcune della altre città andaluse quali: Malaga, Siviglia e Cadice.
Il 2 gennaio 1492 anche l’Emirato islamico di Granada dovette però arrendersi all’avanzata dei Re cattolici di Spagna.
Nonostante fosse stato stabilito che, anche dopo la resa, i cittadini di fede islamica avrebbero potuto continuare a praticare il loro credo religioso, nel 1499 il cardinale Francisco Jimenéz de Cisneros ordinò che tutti i non cattolici fossero battezzati, anche contro la loro volontà.
Questa decisione accese in tutta la città numerosi moti di ribellione che portarono la Corona spagnola ad un nuovo decreto: chiunque non si fosse battezzato sarebbe stato espulso dalla Spagna.
Così, non solo la maggior parte dei cittadini dovette convertirsi ma, nel tempo, le chiese cattoliche vennero trasformate in moschee.
Da qui e per i tre secoli successivi, Granada conobbe un periodo di forte stabilità. Con l’arrivo delle truppe napoleoniche nel 1810 la situazione cambiò, dando inizio ad un periodo di crisi.
Nel 1900, soprattutto grazie alla nascita del suo più celebre cittadino, il poeta e drammaturgo Federico Garcia Lorca, Granada conobbe un periodo florido nelle arti e nella cultura in generale.
Dopo ben 36 anni di dittatura franchista (1939 – 1975), possiamo affermare che oggi la città di Granada si è ritagliata un ruolo chiave nella regione andalusa diventando un vivace polo universitario che richiama ai piedi della Sierra Nevada, milioni di visitatori ogni anno.
Cosa visitare a Granada:
i principali luoghi di interesse della città
Alhambra
Sono certa che, al di là di cosa ci sia da vedere a Granada, molti di voi raggiungeranno la città ammaliati dal fascino irresistibile dell’Alhambra.
Le mura della fortezza Rossa (questo il significato dell’arabo al-Ḥamrā, da cui ha origine la parola Alhambra ) sono riconoscibili da vari punti del centro abitato.
Il palazzo fatto costruire nel 1238 dal sovrano dei Nasridi, Muhammad I si trova a ben 685 metri d’altezza, protetto dalle cime della Sierra Nevada, imbiancate per gran parte dell’anno.
Non lasciatevi tradire dalla sua facciata austera, una volta superate quelle alte mura, vi sembrerà di vivere in un racconto da Le Mille e una Notte.
Non a caso, si tratta dei uno dei monumenti più visitati di tutta la Spagna, proclamato patrimonio UNESCO nel 1984.
È una costruzione dalle dimensioni davvero notevoli: ben 104.000 metri quadrati, distribuiti su tre edifici principali:
- Alcazaba e Palacio de Carlos V
- Palacio Nazaries
- Generalife
Alcazaba
L’Alcazaba è l’antica roccaforte dell’Alhambra.
Della struttura originaria (antecedente al periodo arabo) resta ben poco, ma vi consiglio di raggiungere la Torre de la Vela, uno di punti più panoramici di quest’area della fortezza.
Da qui, potrete ammirare dall’alto sia l’antico quartiere dell’Albaicin che la Sierra Nevada.
Pur non essendo la torre più alta dell’edificio, è quella che ha il miglior punto d’osservazione.
Non potrete non notare le quattro grandi bandiere (che simboleggiano: Granada, Andalusia, Spagna ed Unione Europea), poste così in alto da riuscire a farsi notare da diversi punti della città.
Palacio de Carlos V
Lo stile architettonico del Palazzo di Carlo V ad uno primo sguardo, sembrerebbe avere poco a che fare con lo stile arabeggiante tipico di questa fortezza.
Si narra che quando l’imperatore Carlo V giunse a Granada durante il suo viaggio di nozze, fu colpito a tal punto dall’imponenza dell’Alhambra, da decidere di far costruire tra quelle mura, un palazzo che potesse essere all’altezza di un imperatore romano.
Nacque così un edificio dalla rigida pianta quadrata ma che nasconde al suo interno un patio circolare lungo il quale sono disposte colonne di stile dorico (al piano terra) e di stile ionico (al piano superiore).
L’assenza di una cupola che funga da tetto, rende la costruzione ancora più suggestiva.
Avrete la possibilità di passeggiare al centro del colonnato sotto il cielo limpido e luminoso della città, una emozione unica!
Non a caso questa è la cornice scelta dal Festival Internazionale di Musica e Danza che si svolge annualmente a Granada. Qui, inoltre, è ubicato inoltre anche il Museo delle Belle Arti di Granada.
Palacio Nazaries
Il Palacio Nazaries è il cuore dell’Alhambra. Si suddivide in tre ambienti principali:
- Mexuar, la sala in cui il sultano amministrava la giustizia, accoglieva le istanze e emanava le sue sentenze. Per contro, la vicina stanza dorata (letteralmente Cuarto Dorado) era il luogo il cui il sultano esercitava il potere esecutivo ed il tramite tra il complesso del Mexuar e il Palacio de Comares.
- Palacio de Comares, ovvero le stanze private del sultano. Sicuramente tra gli ambienti più belli del palazzo, già dalle loro decorazioni luminose e ricche di dettagli.
- Palacio de Los Leones, costituito da due ambienti privati e due sale di rappresentanza. Il Patio de los Leones ne è l’ambiente più rappresentativo. La fontana con i 12 leoni spicca al centro del cortile delimitato da ben 124 colonne. Una curiosità: proprio a questo cortile si ispirò il conte Mattei per la costruzione di uno degli ambienti del suo castello, l’eccentrica Rocchetta Mattei, in provincia di Bologna.
Generalife
Molti pensano che si tratti dei giardini dell’Alhambra ma in realtà non è propriamente così.
Anche Generalife è un palazzo, propriamente la sede estiva dei sultani, ma la presenza di un parco così ampio, ha fatto sì che venisse considerato erroneamente come il giardino della Fortezza Rossa.
Numerose fontane, folta vegetazione e diversi cortili vi permetteranno finalmente di riposare dopo la vostra visita all’Alhambra.
Sono proprio i patios i luoghi più suggestivi di Generalife (che letteralmente vuol dire: i palazzi del sovrintendente), come il Patio de los ciprés de la Sultana, con le sue fontane zampillanti.
Vi consiglio di visitare il parco una volta conclusa la visita degli altri ambienti dell’Alhambra perché non sarà difficile perdersi nei grandi Jardines.
La tentazione di una sosta all’ombra della fitta vegetazione sarà così forte che vi farà perdere il senso del tempo.
Come raggiungere l’Alhambra e prenotare la visita
Per raggiungere l’Alhambra da Plaza Nueva bisogna camminare per circa 20 minuti lungo una strada in salita, Cuesta de Gomerez. Vi consiglio di inserirla nel vostro programma di viaggio come la prima cosa da vedere in città, poiché la visita dura alcune ore.
L’ingresso è inoltre consentito a 7000 persone al giorno, quindi è necessario prenotare il biglietto con un certo anticipo sul sito internet ufficiale dell’Alhambra.
In alternativa potete decidere di visitare solo l’Alcazaba e Generalife, per i quali è possibile acquistare un biglietto in loco ad un prezzo ridotto.
La visita ai Palacios Nazaries è invece vincolata all’orario che avete scelto al momento della prenotazione anticipata.
È consentito l’ingresso ad un massimo di 300 persone per ciascuna delle fasce orarie disponibili e, per entrare, è necessario presentarsi all’orario prestabilito.
Albaicin
Nel momento in cui vidi quelle bianche casette arrampicarsi lungo la collina che guarda verso l’Alhambra decisi che, una volta terminata la mia visita all’Alhambra, il quartiere dell’Albaicin sarebbe stato la seconda cosa da vedere durate quella giornata a Granada.
Pensate che anche questa zona è stata proclamata patrimonio UNESCO nel 1984 e durante il vostro itinerario non faticherete a capirne il motivo.
Sono indubbiamente i due punti della città in cui si è conservato meglio, ed è quindi più visibile, il suo passato arabo.
A differenza dell’area pianeggiante, attraversata dal fiume Darro, rasa al suolo dai Re Cattolici perché facilmente raggiungibile, i quartieri posti in alto vennero lasciati così com’erano.
Non vi nego che tra gli stretti vicoli, che salgono ripidi verso la cima della collina, mi sono piacevolmente persa più di una volta.
Mi muovevo a zig zag tra quelle vie, voltando indietro la testa di tanto in tanto per ammirare la Torre de la Vela alle mie spalle (come se mi proteggesse in quell’incedere verso l’ignoto) con l’obiettivo di raggiungere il punto più alto, da cui sentivo arrivare quello stesso suono di chitarra che avevo udito al mio arrivo in città.
Ecco, finalmente avrei capito di che si trattava!
Mirador de San Nicolas
Mirador de San Nicolas, questo è il nome della terrazza che si apre nel punto più alto dell’Albaicin e che offre una vista senza precedenti sull’Alhambra e la Sierra Nevada, oltre che sul centro città.
Una volta arrivati qui fate come me, mettetevi comodi e ammirate il panorama.
Potrete avere la fortuna di assistere ad uno spettacolo di flamenco improvvisato e vi sembrerà di fare un viaggio indietro nel tempo e di entrare in profonda connessione con le antiche popolazioni che abitavano questi luoghi.
Durante la discesa, divertitevi a non seguire il percorso dell’andata.
Fate una sosta presso la Placeta de San Miguel Bajo, continuate fino a Calle Elvira e poi Calle Caldererìa Nueva.
La presenza di botteghe, numerosi bar e ristoranti dal sapore esotico, vi porteranno immediatamente in Marocco.
Come raggiungere il quartiere Sacromonte
Se non avete ancora voglia di scendere a valle, spostatevi sulla vicina collina di Valparaìso.
Qui troverete una delle cose da vedere assolutamente nel vostro tour di Granada: le antiche grotte (cuevas) del quartiere Sacromonte.
È il luogo dove i cittadini cercarono rifugio durante la Reconquista.
Catedral Metropolitana de la Encarnación
La Cattedrale di Granada è uno dei più grandi esempi della conversione architettonica che avviarono i sovrani cattolici.
Originariamente infatti era una moschea, poi convertita nel 1492.
L’edificio è davvero imponente, alto ben 115 metri e largo 65, con una facciata in stile barocco che emerge nettamente sulle case che la circondano.
Nel progetto originale erano previste due torri, ma soltanto una fu costruita e mai completata (sarebbe dovuta arrivare agli 81 metri di altezza, ma non ne supera i 57).
Gli interni sono decorati con alcuni tra i più bei dipinti dell’arte andalusa, tra cui spicca la Virgen del Popolo, regalo di Papa Innocenzo VIII alla regina cattolica Isabella.
Capilla Real
La cappella maggiore avrebbe dovuto ospitare le spoglie dei sovrani che invece sono custodite presso la Capilla Real (cappella reale).
Nel 1506, re Ferdinando e sua moglie Isabella ordinarono che accanto alla Cattedrale sarebbe dovuto sorgere il luogo in cui avrebbero riposato dopo la morte e che oggi ospita anche le spoglie della loro figlia Giovanna (detta la Pazza) e di suo marito Filippo (detto il Bello).
Come accedere alla Cattedrale e alla Cappella Reale
L’ingresso alla Cappella Reale è autonomo rispetto a quello della Cattedrale, ma si può dire che i due edifici facciano parte dello stesso progetto architettonico.
Se avete deciso di inserire entrambi gli edifici sacri tra le cose da vedere a Granada, vi consiglio di prenotare anticipatamente l’ingresso acquistando il biglietto sul sito internet della Cattedrale e della Cappella Reale, così da ridurre i tempi di attesa.
Visitare i luoghi di Federico Garcia Lorca
Considerato il più importante poeta e drammaturgo di tutta la Spagna del XX secolo, Federico Garcia Lorca (1898 – 1936) raccontò spesso dell’ Andalusia nelle sue opere.
Nonostante gli studi universitari a Madrid, dagli accorati versi rivolti ai luoghi della terra natia, è evidente che l’autore non dimenticò mai le sue origini.
Se siete appassionati di poesia e letteratura, non potete non inserire, tra le cose da vedere a Granada, almeno uno dei musei dedicati a Garcia Lorca.
- Huerta de San Vincente. È il luogo in cui visitare la casa del poeta, che qui visse fino alla morte, avvenuta nel 1936 ad opera delle truppe franchiste.
- Fuente Vanqueros. È il suo paese d’origine (a 18 km da Granada). Qui è stato allestito un museo a scopo commemorativo, attualmente aperto al pubblico.
- Granada. Qui è stato creato il Centro Federico Garcia Lorca, un grande archivio con tutte le fotografie, i dipinti e i manoscritti dell’autore che richiama curiosi da ogni parte d’Europa.
Lo ammetto: questa città ha rappresentato per me molto di più di un luogo fisico.
È stata un luogo dell’anima e dello spirito. Pur non essendo stato facile per me scegliere cosa vedere a Granada, c’è stato un filo conduttore che ha caratterizzato ognuna delle bellezze architettoniche che ho ammirato.
Non mi sono mai sentita sola. Il calore di quel popolo, il suo senso di accoglienza e la sua ospitalità, mi hanno profondamente commosso.
Se anche voi volete provare l’esperienza di un viaggio in solitaria alla scoperta dell’Andalusia, consultate il mio articolo dedicato a:
Sono certa che la mia esperienza potrà essere utile a chi, temendo di non farcela, potrebbe privarsi di una delle emozioni più sorprendenti della sua vita.
E voi, vi lancereste in un itinerario on the road totalmente soli?
11 risposte
Non vedo l’ora di poter ricominciare a viaggiare per visitare questi posti meravigliosi che mi sono persa!
Sono contenta che questo itinerario ti sia piaciuto . L’Andalusia merita davvero e Granada ne è sicuramente una delle città più belle.
Sono anni che vorrei visitare l’Andalusia, speriamo che il prossimo sia l’anno giusto per questo viaggio!
Lo spero anche io per te.
Granada mi è entrata nel cuore e nell’anima come nessun altra città andalusa. Mi regala una calma interiore unica e passeggiare tra le sue viuzze è un vero toccasana. Spero di tornarci in primavera..
Anche per me è stato particolarmente emozionante visitarla . Un crescendo di emozioni . Le mezze stagioni sono il periodo giusto per visitarla così non fa troppo caldo .
Tra l’altro anche i dintorni sono altamente interessanti. Questa zona dell’Andalusia ha molto da offrire ma Si, va visitata nelle stagioni intermedie. Inn estate diventa un supplizio.
In estate sconsiglio caldamente l’Andalusia, meglio le mezze stagioni.
Uno dei miei sogni più grandi… avevamo organizzato il tour dell’Andalusia proprio per metà marzo 2020 ed è saltato tutto purtroppo. Le nostre tappe erano Siviglia e Granada!!! Ci rifaremo
Marzo è il mese perfetto. Riprova nel 2022, magari ti va bene .
Ho passato tre giorni a Granada e mi ha colpito davvero moltissimo questa città così storica e viva culturalmente! Il complesso dell’Alhambra è qualcosa di unico al mondo, non si può non dedicargli almeno una giornata!