Sul finire dell’Ottocento, lo stile liberty trovò ampia diffusione nell’architettura a Milano, che nel frattempo si era consacrata come il polo industriale italiano per eccellenza.
La nascente classe imprenditoriale cittadina si appropriò di questo stile sinuoso e floreale, facendone quasi un manifesto per rivendicare il suo status sociale di nuovo ceto dominante.
Per comprendere la profonda voglia di rottura con il passato, rappresentato dall’aristocrazia conservatrice, basta osservare le facciate di alcune delle case che vennero costruite a Milano in questo periodo.
Quelli che ad un occhio distratto possono sembrare soltanto degli elementi decorativi, sono in realtà un vero e proprio manifesto di propaganda.
Itinerario tra le più belle case in stile liberty a Milano
Ho avuto la possibilità di scoprire, grazie a Sara Nuzzi, guida turistica milanese, alcune delle più belle costruzioni civili realizzate in stile liberty a Milano.
Quello che vi proporrò pertanto, è un percorso a piedi che comincia a pochi metri da Porta Venezia, dove spiccano l’Ex Cinema Dumont, Casa Guazzoni e Casa Galimberti.
Quindi, proseguendo lungo Corso Venezia, prevede una sosta davanti a Palazzo Castiglioni, considerata il primo esempio di architettura liberty a Milano.
La terza tappa di questa passeggiata nell’arte ci conduce fino a Via Vivaio e Via Mozart, dove si trovano ben tre edifici, fatti erigere dalle famiglie Berri – Meregalli.
Per concludere, non si può non fare un salto a Casa Campanini, a mio avviso una delle più belle case liberty viste a Milano, situata in Via Bellini.
È arrivato il momento di metterci in cammino!
Ex Cinema Dumont: da sala cinematografica a biblioteca liberty a Milano
Quando Sara mi ha dato appuntamento in Via Frisi, era domenica mattina e Milano sonnecchiava ancora.
Sarà forse questo il motivo per il quale, immersa in un silenzio quasi fuori dal normale, non ho potuto non notare l’edificio ad angolo con Via Melzo.
Tutt’intorno, la moderna porta a vetri, chiusa per la festività, era decorata da sculture floreali che ritornavano, arricchite da foglie e nastrini, anche sulle pareti laterali.
Quella che oggi è una biblioteca comunale, un tempo era la sede del Cinema Dumont, costruito tra il 1908 e il 1910.
Furono i fratelli Giuseppe e Alfredo Galli a volerne fortemente l’edificazione, al fine di ospitarvi una delle prime sale cinematografiche della città.
Ne affidarono così i lavori agli architetti Ferdinando Tettamanzi e Giovanni Mainetti e lo chiamarono Dumont, per conferirgli un nome quasi esotico, d’influenza d’oltralpe.
Oltre ad una sala che conteneva 500 posti, l’edificio ospitava un bar ed una sala d’attesa. Purtroppo, in seguito alla scomparsa dei proprietari e alla decadenza dello stile liberty a Milano, il cinema venne chiuso, in via definitiva.
La costruzione però sopravvisse ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e negli anni a venire conobbe diversi utilizzi, tra cui quello di autosalone.
Dal 2001 infine, i 250 metri dell’edificio costituiscono la nuova sede della Biblioteca Venezia.
Come raggiungere l’Ex Cinema Dumont dal centro di Milano
L’Ex Cinema Dumont si trova in Via Frisi, 2/4 e può essere raggiunto comodamente con i mezzi pubblici, oppure a piedi con una passeggiata di un quarto d’ora abbondante dalla Stazione Centrale di Milano.
La stazione della metropolitana più vicina è quella di Porta Venezia, ben collegata con Piazza Duomo (dovete prendere la metro della linea 1, di colore rosso) e nelle sue immediate vicinanze trovate anche la fermata del tram numero 5.
Casa Guazzoni
All’angolo tra Via Malpighi e Via Melzo, spicca Casa Guazzoni, realizzata nel biennio 1904 – 1906 secondo il progetto dell’architetto Giovanni Battista Bossi, su incarico di Giacomo Guazzoni.
Guardando la facciata di Via Melzo dal basso, è impossibile non accorgersi di mascheroni scultorei, posti subito sopra alle botteghe che occupano il piano terra dell’edificio.
Osservandoli attentamente infatti, questi volti hanno tutti espressioni diverse e sembrano quasi partecipare, con la loro mimica facciale, a quanto avviene sotto di loro.
Ma è solo alzando lo sguardo verso l’alto che si scorge, a mio avviso, il vero capolavoro di questo palazzo.
Gli esterni di Casa Guazzoni
Non sembra anche a voi di intuire, guardando la postura che assumono i putti nel sostenere i balconi, lo sforzo fisico che devono affrontare?
Al contrario, i putti che incorniciano le finestre, disposti l’uno frontalmente e l’altro con le spalle rivolte verso i passanti, sembra che siano appoggiati alla facciata e che cerchino , allungando un braccio, di sfiorarsi.
I balconi, dal canto loro, sono arricchiti da applicazioni in ferro battuto, che li collegano in verticale a quelli del piano superiore.
Questo dimostra la profonda commistione di stili che caratterizza il liberty a Milano.
A differenza dell’Art Nouveau francese, è l’architettura belga di inizio Novecento ad adoperare il ferro battuto come elemento decorativo delle facciate.
Mentre ero completamente assorta e dedita all’osservazione dei decori che mi si stagliavano davanti, sono stata richiamata alla realtà dalla voce di quello che all’inizio mi sembrava un anonimo passante incuriosito.
In realtà, colui che stavo per incontrare era il proprietario di uno degli appartamenti di Casa Guazzoni che, con estrema gentilezza, ha invitato me e Sara a varcare la soglia di Via Malpighi, 12 ed entrare nell’androne del palazzo.
Gli interni di Casa Guazzoni
Intrecci di fiori e foglie decorano il primo ingresso, dove un cancello in ferro battuto caratterizza per intero il passo carraio.
Quindi, nei pressi della portineria, tornano decorazioni a tema floreale sui soffitti e in alcuni angoli delle pareti.
È ancora visibile l’antico vano ascensore, che ci è stato mostrato con grande disponibilità.
Il corpo delle scale, tutte in marmo a sbalzo, è esagonale e decorato da una ringhiera in ferro battuto che dal piano terra, si allunga fino all’attico, dove il soffitto presenta motivi floreali.
Quello che abbiamo potuto ammirare, è il frutto dell’opera di restauro che ha interessato l’edificio tra il finire degli anni Novanta e gli inizi del Duemila.
Pensate che, con un certo orgoglio, il nostro cicerone ci ha spiegato che, a differenza di gran parte degli inquilini, che hanno modernizzato l’arredamento dei loro appartamenti, la sua casa conserva ancora alcuni pezzi originali, tra cui i sanitari e la vasca da bagno.
Casa Galimberti e le decorazioni in ceramica a fuoco
Dall’estro dell’architetto Giovanni Battista Bossi nacque anche il progetto di Casa Galimberti, situata a pochi metri da Casa Guazzoni.
L’edificio, risalente al biennio 1903 – 1905, fu realizzato per volere dei fratelli Galimberti all’angolo tra Via Malpighi e Via Sirtori.
Vi sono diverse similitudini con il palazzo di Via Malpighi, 12, come la destinazione del piano terra ad attività commerciali e la presenza di decorazioni in ferro battuto, che caratterizzano i balconi.
Eppure, c’è un elemento di assoluta originalità, che vi sarà assolutamente impossibile non notare.
Entrambe le facciate sono occupate da decorazioni in ceramica dipinta a fuoco, che si estendono in totale su una superficie di ben 170 metri quadrati.
Sono perfettamente inserite tra gli elementi architettonici del palazzo e, grazie ad un recente restauro, presentano colori vivi e accesi, che sembrano conferire movimento e dinamicità alle figure.
Sono raffigurati enormi soggetti femminili e maschili, elaborati da Umberto Brambilla a cui si affiancano motivi legati al mondo vegetale, opera di Pinzauti.
Come arrivare a Casa Guazzoni e Casa Galimberti dal centro città
Come per l’Ex Cinema Dumont, anche per raggiungere Casa Guazzoni e Casa Galimberti vi consiglio di prendere la metro della linea 1 fino alla stazione di Porta Venezia oppure il tram numero 5, che prevede una fermata nelle vicinanze.
Per chi ha voglia di camminare, dalla principale stazione ferroviaria cittadina, si impiega circa una ventina di minuti per arrivare fin qui.
Palazzo Castiglioni: la prima casa liberty a Milano
In Corso Venezia, 47 è possibile ammirare la prima casa in stile liberty realizzata a Milano, Palazzo Castiglioni.
Questo edificio, risalente agli anni 1901 – 1904, è stato costruito dai fratelli Galimberti, secondo il progetto dell’architetto Sommaruga e su commissione di Ermenegildo Castiglione.
Oggi ospita l’Unione Confcommercio di Milano ma il giorno della sua inaugurazione, fu persino oggetto di uno scandalo.
Perché Palazzo Castiglioni è detto Ca’ di Ciapp ovvero casa delle chiappe
Dovete sapere che la storia di questo palazzo è legata ad un aneddoto molto curioso e rivelatore del contesto di rottura e novità che, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, cercava faticosamente di farsi largo nella città di Milano.
Volendo differenziare la sua costruzione dal resto degli edifici che caratterizzavano la zona, Ermenegildo Castiglioni pensò bene di porre, sul portone d’ingresso, due enormi statue femminili, nude e con le spalle rivolte verso i passanti.
Dopo solo 15 giorni dalla fine dei lavori, le due opere, create per l’occasione da Ernesto Bazzaro, in rappresentanza l’una della pace e l’altra dell’industria, furono rimosse.
Il palazzo infatti, era stato soprannominato Ca’ di Ciapp ovvero, casa delle chiappe, dinanzi allo sdegno di gran parte dell’opinione pubblica del tempo.
Rispetto a Casa Guerzoni e Casa Galimberti, qui il piano terra non è occupato da botteghe (segno evidente che si tratta di un edificio che esprime il primo stile liberty milanese, ancora legato alla struttura dei palazzi nobiliari).
Il basamento, caratterizzato dalla presenza di bugnato grezzo, presenta degli oblò con decorazioni metalliche.
Le finestre sono tutte finemente decorate con motivi floreali mentre si riscontra la presenza di putti ad arricchire le sole aperture del penultimo piano.
Una curiosità: gli arredi interni sono andati in gran parte perduti perché, durante la Seconda Guerra Mondiale vennero usati dalle truppe alleate, per scaldarsi nelle fredde notti milanesi.
Come raggiungere Palazzo Castiglioni a Milano dal centro città
Se vi trovate nei pressi di Piazza Duomo, potete arrivare a Palazzo Castiglioni prendendo la metro della linea 1 (rossa) fino alla fermata Palestro o in alternativa procedere a piedi, con una passeggiata di una decina di minuti.
Chi arriva dalla Stazione Centrale di Milano, potrà prendere la metro 3 (gialla) fino al Duomo o la metro 2 (verde) fino a Loreto e poi cambiare, salendo sulla metro 1 (rossa) fino alla già citata fermata Palestro.
Volete scoprire il volto multicolore della città meneghina? Consultate il mio itinerario dedicato alla street art di Milano. Sono certa che non l’avete mai vista più colorata di così!
Da Palazzo Castiglioni a Palazzo Berri – Meregalli: Villa Invernizzi e i fenicotteri rosa
Tra Palazzo Castiglioni e Palazzo Berri – Meregalli, si trova uno dei luoghi più esotici e allo stesso tempo fotografati di Milano: Villa Invernizzi.
Provate a raggiungere Via Cappuccini e fermatevi davanti ai cancelli dell’elegante edificio che si staglia davanti a voi.
Quelli che vedete oltre la vegetazione che ricopre parzialmente la visuale, sono veri e propri fenicotteri rosa.
Dovete sapere che il proprietario della villa li ha fatti arrivare qui dall’Africa e dal Cile (prima che il commercio internazionale ne fosse vietato).
È possibile fermarsi all’esterno dell’abitazione ad osservarli mentre si riposano al sole o si rinfrescano nelle piscine esterne ma, trattandosi di una proprietà privata, è assolutamente vietato entrare.
Palazzo Berri – Meregalli
Contrariamente agli edifici precedenti, Palazzo Berri – Meregalli si colloca nel periodo quasi conclusivo del liberty a Milano, a cavallo tra il 1911 e il 1913.
L’architetto che lo ha progettato, Giulio Ulisse Arata, ha realizzato un palazzo dalla facciata monumentale, che presenta una commistione di stili mai visti prima.
Purtroppo non ho potuto ammirarne i dettagli, poiché la facciata era ricoperta da ponteggi per lavori di restauro.
Tuttavia, sono riuscita a vedere gli interni.
La struttura dell’androne di Via Cappuccini, 8 ricorda, per certi versi, quella di una chiesa romanica.
Presenta due nicchie laterali arricchite da coloratissime decorazioni musive, opera di Angiolo d’Andrea e Adamo Rimoldi.
Sul fondo, si intravede la Vittoria Alata, una statua con la testa di una donna posta su un paio di ali, realizzata da Adolfo Wildt nel 1919, per celebrare la fine della Prima Guerra Mondiale.
Devo ammettere che si tratta della struttura più eclettica che ho avuto modo di vedere nel mio tour con Sara.
Case Berri – Meregalli
Gli edifici progettati da Arata, su commissione di Berri e Meregalli, sono ben tre e tutti vicini tra di loro.
Se il primo è collocato tra Via Cappuccini e Via Vivaio, il secondo ed il terzo si trovano rispettivamente in Via Mozart, 21 e in Via Barozzi, 7.
Casa Berri – Meregalli in Via Mozart
Il palazzo di Via Mozart risale al 1911 e, come quello di Via Cappuccini, mette in evidenza una forte commistione di stili.
Il piano terra presenta pietre irregolari, mentre la parte centrale della facciata è ricoperta da mattoni di laterizio ed arricchita dalla presenza di un balcone.
L’aspetto più stravagante però, è sicuramente la presenza di teste di ariete, inserite sia sulla sommità della finestra centrale che sul balcone.
Qui infine, spicca la raffigurazione di un uomo e una donna, le cui figure, frontali rispetto ai passanti, si stagliano dal primo piano verso il livello superiore.
Casa Berri – Meregalli in Via Barozzi
Anche la costruzione di Via Barozzi risale al 1911. Le decorazioni che adornano la facciata consistono essenzialmente in mascheroni e teste di animali mitologici, collocati su tutte le finestre del primo piano.
Come arrivare alle Case Berri – Menegalli dal centro di Milano
Come per Casa Castiglioni, il modo più comodo per raggiungere le tre palazzine Berri – Meregalli dal Duomo di Milano, è prendere la metropolitana della linea 1 (rossa) fino alla fermata Palestro. L’alternativa resta una passeggiata a piedi, che vi permetterà di arrivare qui in una quindicina di minuti.
Casa Campanini: il più bell’esempio di liberty a Milano
Non so se sia stato fatto intenzionalmente ma, quello che Sara nel suo tour ha lasciato per ultimo, è l’edificio che, in assoluto, mi è piaciuto di più.
Sto parlando di Casa Campanini, situata in Via Bellini, 11.
L’edificio non ha nulla a che vedere con i palazzoni imponenti con cui è cominciato l’itinerario, eppure le decorazioni che lo caratterizzano sono assolutamente d’impatto.
Vi assicuro che, chiunque passasse da quelle parti, non riusciva a non fermarsi per contemplarne la bellezza.
Il merito è dell’architetto Alfredo Campanini, che qui ha realizzato prima il suo studio di progettazione e poi la sua abitazione.
L’acceso all’edificio è delimitato da un cancello in ferro battuto, che presenta decorazioni floreali ed è stato riportato al colore originale, il verde.
È sormontato da due enormi sculture, opera di Michele Vedani. Si tratta di figure femminili, raffigurate entrambe di profilo.
Ai piani superiori le finestre sono decorate con motivi e disegni floreali ma la scena, per quanto mi riguarda, è tutta di quelle gigantesche cariatidi.
Hanno quasi un potere ipnotico, non ho resistito dal farmi fotografare accanto a loro!
Come raggiungere Casa Campanini dal centro città
La fermata della metropolitana più vicina a Casa Campanini è quella di San Babila (metro 1, rossa), da cui bisogna proseguire a piedi lungo Via Borgogna e poi Via Bellini per circa 600 metri.
In alternativa, è possibile prendere l’autobus 54 e scendere alla fermata Mascagni, a 200 metri dal palazzo oppure i tram: 19, M2 ed M3 fino a Viale Premuda.
Alla scoperta dello stile liberty di Milano con Sara Nuzzi
Dovete sapere che Sara Nuzzi è praticamente cresciuta a pane e musei.
Dopo una laurea in Archeologia e un diploma di Scuola di Specializzazione in Archeologia Classica, ha iniziato ad affacciarsi al mondo della divulgazione legata al patrimonio storico e artistico di Milano e della Lombardia.
Oggi svolge con passione e dedizione la sua professione ed è sempre alla ricerca di nuovi itinerari da proporre a visitatori appassionati e curiosi.
Il suo impegno, in qualità di guida turistica, è volto a far emergere aspetti ancora poco noti della sua città, cercando di andare oltre i soliti cliché.
Tra i suoi tour più originali ad esempio, spiccano:
- la visita al Santuario di San Bernardino alle Ossa, un itinerario dedicato agli amanti dei racconti noir;
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Che aspettate?! Lasciatevi sorprendere dai mille volti della città di Milano!
24 risposte
Quando si tratta di stile liberty devo dire che mi immagino città come Parigi e ancor di più Barcellona ma non l’avrei mai associato a Milano. Mi sono dovuta ricredere grazie a te, alcuni di questi palazzi sono davvero bellissimi e delle vere e proprie opere d’arte architettoniche.
Sono molto contenta che il mio racconto ti abbia appassionato, ti consiglio vivamente il tour con Sara.
Vado spesso a Milano e diversi edifici elencati li ho visti, l’itinerario è decisamente bello e ricco per cui mi rendo conto che c’è molto altro da approfondire, mi incuriosisce Casa Campanini le due gigantesche cariatide sono davvero grandiose
Casa Campanini è quella che mi è piaciuta di più anche se non nascondo che l’intero itinerario lo trovo perfetto per conoscere parte del liberty a Milano nella zona di Porta Venezia.
Quanti magnifici angoli nasconde Milano!
Mi sono ispirata a te per la visita al quartiere di Ortica, direi che mi ispirerò a questo articolo per la prossima volta che torno su!
Ne sono felice, buon viaggio alla scoperta del liberty milanese! Contatta pure Sara per scoprire le bellezze di questa città.
Che meraviglia!
Adoro lo stile liberty, questo è decisamente un post da salvare per quando ricapiterò a Milano!
Ne sono felice. Contatta pure Sara per il tuo tour, mi raccomando.
Mi piace tantissimo lo stile liberty, mi segno queste case che se riesco la prossima volta che mi troverò a Milano le andrò a vedere volentieri
Ne sono felice. Contatta pure Sara, è una guida appassionata e competente.
Adoro il Liberty, come anche l’Art Nouveaux, ho fatto un itinerario simile per Bruxelles. La prossima volta che andrò a Milano seguirò senza dubbio questo percorso per ammirare questi gioielli.
Mi raccomando, contatta Sara per il tuo tour.
Lavoravo proprio vicino a Casa Galimberti quindi molti degli edifici che hai citato li conosco e affascinano moltissimo anche me come te! Devo ammettere però, non senza un certo imbarazzo, di non conoscere Casa Campanini!!!! Assolutamente segnato per quando torno a Milano devo proprio rimediare!
Casa Campanini è la mia preferita in assoluto. Ti consiglio il tour con Sara, così da non perdere altre chicche nei dintorni.
Come si prenota il tour?
Buongiorno Alberto, può contattare la guida Sara Nuzzi tramite i suoi profili social che ho opportunamente indicato nell’articolo (deve solo cliccarci sopra).
Vivo in provincia di Varese e anche qui ci sono tantissime ville liberty con giardini all’italiana molto belli. tante sono visitabili anche gratuitamente!
Non lo metto in dubbio. Ci puoi dare qualche indicazione in più così da poter approfondire con una visita?
Essendo di Milano conosco bene le zone da te visitate e sono passata molte volta da queste case ma ammetto di non essermi mai soffermata ad ammirarle da vicino, anche se sono indubbiamente molto belle e ci faccio sempre caso ogni volta che ci passo davanti!
Ti consiglio questo tour, è davvero sorprendente.
Che meraviglia!! Io adoro questo stile architettonico! Mi piacerebbe molto partecipare ad un tour di questo tipo… peccato la lontananza!! Però non si sa mai…
Puoi contattare Sara e concordare un bel tour milanese alla scoperta del liberty.
Stavo cercando un modo per andare a Milano e non odiarla come mi succede sempre… ecco, il giro dei palazzi liberty potrebbe essere una grande idea!
Ammetto che non ho mai visto nessuno di questi palazzi ma sembrano davvero bellissimi e qualcosa che vorrei davvero vedere perchè i lampi di storia che metti in questo articolo mi hanno incuriosita parecchio!
Un modo originale ed insolito per andare alla scoperta di Milano.