Se c’è un simbolo capace di unire l’Emilia alla Romagna, quello è indubbiamente il cavallino rampante: decollato dalla carlinga degli aerei di Francesco Baracca, sembra sia atterrato direttamente sulla carrozzeria delle auto di Enzo Ferrari.
È un emblema di coraggio, potenza e velocità celebrato in ogni angolo del mondo. Eppure, forse non tutti sanno esattamente dove e come questo mito senza tempo ha preso forma.
Credo sia arrivato il momento di scoprirlo.
Francesco Baracca: breve storia del cavaliere dell’aria e del cavallino rampante
Francesco Baracca nacque a Lugo, in provincia di Ravenna, il 9 Maggio 1888.
Dopo aver trascorso due anni presso l’Accademia Militare di Modena, frequentò la Scuola di Cavalleria di Pinerolo, per poi unirsi al Reggimento Piemonte Reale a Roma.
Nel 1912 ottenne a Reims il brevetto di pilota civile a cui, ben presto seguì quello di pilota militare.
Durante la Prima Guerra Mondiale abbatté trentaquattro aerei nemici, dando prova di straordinarie capacità aviatorie.
Ancora oggi, in tutta la storia dell’aeronautica del nostro Paese, il suo rimane un record imbattuto.
A partire dal 1917, quando ormai era all’apice della popolarità, guidò la 91^ Squadriglia, anche nota come la Squadriglia degli Assi, poiché era costituita dai migliori aviatori italiani dell’epoca.
È questo il periodo in cui Baracca, incoronato come il cavaliere dell’aria, adoperò per la prima volta sul suo Nieuport 17 2614, l’emblema del cavallino rampante.
Oltre ad un amore smisurato per i cavalli, coltivato fin dalla tenera età, lo stemma si richiama direttamente al prestigioso reparto dell’esercito italiano in cui Francesco militò a Roma, anche se con qualche differenza.
Da argenteo su sfondo rosso, il cavallino che campeggiava sulla carlinga degli aerei dell’Asso degli Assi, divenne nero su sfondo giallo.
Da Francesco Baracca a Enzo Ferrari: il cavallino rampante verso l’eternità
Mentre era impegnato con il suo SPAD VII sul Montello il 19 Giugno 1918, appena trentenne, Baracca fu colpito a morte.
Il corpo, ritrovato cinque giorni dopo accanto al velivolo, venne condotto a Quinto di Treviso per le esequie, durante le quali Gabriele D’Annunzio tenne un’accorata orazione funebre.
Fece quindi ritorno a Lugo, la sua città natale, che il 30 Giugno si riunì attorno al feretro per l’ultimo saluto.
Esattamente cinque anni dopo quel tragico giorno, il 16 Giugno 1923, Enzo Ferrari trionfò con una Alfa Romeo nel primo Circuito del Savio di Ravenna.
Fu lo stesso Drake a raccontare che in quella circostanza conobbe Enrico e Paolina Baracca.
La contessa, donandogli un ritratto del figlio, lo esortò ad esporre sulle sue automobili l’emblema del cavallino rampante, certa che gli avrebbe portato fortuna.
Così, a partire dal 9 Luglio 1932, le automobili della scuderia Ferrari gareggiarono con lo stemma dell’aviatore.
Una curiosità: tra il simbolo della Rossa di Maranello e il cavallino di Francesco Baracca vi è una piccola differenza.
Sugli aerei la coda dell’animale è rivolta verso il basso, sulle macchine da corsa invece verso l’alto.
È probabile che Enzo Ferrari si sia ispirato alla variante dell’insegna dell’aviazione proposta dal pittore Gino Croari e pubblicata sulla copertina dell’opuscolo Per Francesco Baracca sul Montello nel 1930.
Questa nuova versione del cavallino oggi è esposta in una delle sale del museo allestito nella casa natale dell’Asso lughese.
L’emblema corrisponde perfettamente allo stemma che Ferrari nel 1945 fece incidere da Eligio Gerosa e che tuttora è il logo ufficiale della casa automobilistica modenese.
Desiderate rivivere il mito di Enzo Ferrari? Scoprite di più sulla sua figura nei racconti dedicati rispettivamente al Museo Ferrari di Modena e al Museo di Maranello.
Museo Francesco Baracca di Lugo in provincia di Ravenna: il percorso di visita
Nel 1926 la città di Lugo allestì in una delle sale della Rocca Estense, un’esposizione permanente dedicata a Francesco Baracca.
A questa prima collezione, nel 1951 si aggiunse il generoso lascito testamentario del conte Enrico, che decise di donare al Comune la casa di famiglia, affinché la aprisse al pubblico.
Il 20 Giugno 1993 l’elegante palazzina tardo-ottocentesca, che nel frattempo era stata già convertita in un istituto scolastico, divenne la nuova ed unica sede del Museo Francesco Baracca di Lugo.
Gli spazi espositivi, ampliati nel 2014, si snodano tra il piano terra e due livelli superiori, impreziositi da elementi e dettagli decorativi tipici dello stile Liberty del Primo Novecento.
Tra questi, spiccano sicuramente le porte realizzate dallo scultore Antonio Turri e posizionate alla base della scalinata che conduce al piano nobile: è davvero impossibile non notarle.
Il biplano Spad VII in mostra al Museo Francesco Baracca di Lugo
Non abbiate fretta di proseguire e fermatevi per qualche minuto dinanzi ad uno dei pezzi più preziosi dell’allestimento.
Si tratta di un biplano SPAD VII matricola S 2489 prodotto in Francia e adoperato dalla 91^ Squadriglia, tra il 1917 ed il 1918.
È a bordo di questo aereo che l’Asso ottenne la sua trentesima vittoria sul monte Kaberlaba, nei pressi di Asiago (Vicenza).
Al termine della cerimonia con cui il 21 Aprile 1919 gli venne intitolato il Campo di Aviazione di Centocelle a Roma, il velivolo fu donato alla città di Lugo.
Oggi, dopo gli opportuni lavori di restauro, occupa solitario ed imponente un’intera sala del Museo Francesco Baracca, proprio come se fosse pronto ad un nuovo decollo.
Dalla camera da letto di Francesco Baracca al simulatore di volo
Il percorso di visita continua all’interno di sale tematiche distinte, individuate ai piani superiori.
Sull’ampia stanza che raccoglie alcune delle uniformi, l’elmo ed altri preziosi oggetti appartenuti all’aviatore lughese, si affacciano gli ambienti dedicati a:
- Collezione Baldini, costituita da quasi tremila cartoline, che apre una finestra sul contesto storico, sociale e politico dell’Italia ai tempi di Francesco Baracca.
- 91^ Squadriglia, che espone le medaglie ed alcuni cimeli di guerra, tra cui un frammento della fusoliera del Brandeburg C.I. 61.57 abbattuto dall’aviatore il 7 Aprile 1916, nell’ambito della sua prima vittoria in combattimento.
Una dolce musica di sottofondo vi condurrà fino alla camera da letto di Francesco.
Grazie al progetto Sentire le voci, è possibile ascoltare alcune delle dolcissime parole tratte dalla fitta corrispondenza epistolare (raccolta nel volume di 800 pagine Carteggio 1900-1918) tra il giovane, spesso lontano da casa, e sua madre.
In questo modo, il visitatore viene messo nella condizione di cogliere il lato più intimo e privato di Baracca e riscoprire così alcune delle sue passioni (come quella per il violoncello), decisamente meno note delle sue vittorie in battaglia.
All’ultimo piano infine, alcuni pannelli informativi approfondiscono la vicenda dell’abbattimento che gli fu fatale, fanno luce sul ritrovamento del corpo e ripercorrono i momenti cruciali delle due cerimonie funebri (la prima, nella chiesa di San Giorgio a Quinto di Treviso e la seconda a Lugo).
Ma non è tutto.
Non si può lasciare il Museo Francesco Baracca senza testare in prima persona il simulatore di volo, collocato nella Sala ALISTO – sulle ali della storia.
Sfruttando le tecnologie più avanzate, si riesce a sorvolare virtualmente nei cieli dell’Italia di oggi e di ieri, cercando di schivare alberi e case (non è facile, ma molto divertente).
Visitare il Museo Francesco Baracca di Lugo: dove si trova, come arrivare, dove mangiare
Il Museo dedicato all’Asso degli Assi si trova in Via Francesco Baracca, 65 a Lugo (Ravenna) ed è visitabile dal martedì alla domenica, secondo i seguenti orari:
- dal 15 Maggio al 14 Settembre, dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 17:00 alle ore 19:00;
- dal 15 Settembre al 14 Maggio, dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 16:00 alle ore 18:00.
Oltre al lunedì, resta chiuso al pubblico il 1 Gennaio, il 1 Maggio, il giorno di Pasqua, il 25 ed il 26 Dicembre.
Lugo, distante circa 30 minuti dal capoluogo di Provincia e 40 minuti da quello di Regione, è raggiungibile facilmente in automobile o in treno.
La stazione ferroviaria del resto, dista solo 600 metri dalla casa natale della famiglia Baracca, attuale sede del museo.
Se questo viaggio indietro nel tempo e nella storia vi ha messo appetito, concedetevi una sosta golosa presso la trattoria Miròla in via Tellarini, 50 (a dieci minuti a piedi da via Baracca).
Vi consiglio di prenotare con un certo anticipo: gli abbondanti piatti della tradizione romagnola proposti, tutti rigorosamente fatti a mano, sono assolutamente irresistibili.
Non solo il museo: gli altri luoghi dove riscoprire il mito di Francesco Baracca a Lugo
A Lugo tutto parla di Francesco Baracca.
Il museo allestito nella sua casa natale pertanto, si presta facilmente a diventare il punto di partenza di un itinerario urbano che tocca almeno altre tre tappe.
- Monumento realizzato da Domenico Rambelli (presso piazza Francesco Baracca) in travertino di Tivoli, alto più di 5 metri e inaugurato il 21 Giugno 1936. L’aviatore, ritratto dinanzi ad un’ala imponente e slanciata verso l’alto, è collocato su un basamento che ricorda tutte le sue vittorie.
- Sala Baracca nella Rocca Estense (visitabile su richiesta o in occasione di eventi), affrescata secondo il gusto quattrocentesco da Elio Benini. Lo SPAD VII S2489, prima di trovare posto nella nuova sede museale, era appeso al soffitto di questo salone.
- Cappella sepolcrale (nel cimitero di Lugo), fatta erigere per volontà del conte Enrico. Al suo interno si colloca il sarcofago bronzeo, opera di Alfredo Sollazzo, con le spoglie dell’aviatore.
Ora che siamo giunti al termine di questo viaggio nella storia di Francesco Baracca e del cavallino rampante, non posso che chiedervi: conoscevate già le origini di uno dei simboli più iconici del pianeta?
7 risposte
Articolo davvero coinvolgente e ricco di dettagli storici affascinanti. Mi ha colpito soprattutto il modo in cui hai intrecciato le vicende di Francesco Baracca con la leggenda di Enzo Ferrari, rendendo omaggio a due grandi figure italiane, simbolo di coraggio e velocità
Ti ringrazio molto 🙂
Non avrei mai detto che il mitologico Cavallino Rampante non derivi direttamente dalla Ferrari ma dell’aviazione! Non conoscevo la storia di Francesco Baracca!
Una storia incredibile quella di Baracca, proprio come l’emblema del cavallino rampante.
Sono sicuramente di parte perchè sono romagnola, ma che bello leggere di come il cavallino rampante sia un simbolo così profondo e legato alla storia dell’Emilia e della Romagna. La connessione tra Francesco Baracca ed Enzo Ferrari è affascinante, un vero emblema di coraggio e innovazione. Grazie per aver raccontato queste origini , non vedo l’ora di scoprire ancora di più su questo mito intramontabile.
Grazie a te, davvero.
Davvero molto interessante questo post. Adesso ho capito meglio l’origine di questo simbolo. Amo conoscere la storia dei personaggi celebri del passato!!