A circa 30 minuti da Bologna, nella frazione Tazzola del comune di Pianoro, un vecchio fienile ospita l’incredibile Museo dei Botroidi, una raccolta di centinaia di pupazzi di pietra dalle forme simpatiche e bizzarre.
Tutto ebbe inizio nel 2006 quando Lamberto Monti rinvenne nei sotterranei del Castello di Zena, una ventina di vecchi fustini di una nota marca di detersivo per il bucato.
Al loro interno vi erano circa quattrocento botroidi, oltre ad una serie di appunti dello speleologo Luigi Fantini (a cui il museo è intitolato).
Grazie a questo preziosissimo ritrovamento, è stato dunque possibile predisporre un’esposizione permanente, risalendo ai luoghi e alle date dei reperti, rinvenuti nella Val di Zena circa quarant’anni fa.
Museo dei Botroidi vicino a Bologna: la collezione di pupazzi di pietra più grande del mondo
Ma cos’è esattamente un botroide? Vi starete chiedendo.
Questo termine viene fatto derivare dal greco antico botrus, ovvero grappolo, un chiaro riferimento al suo aspetto, dalle curiose sembianze antropomorfe.
Dal punto di vista scientifico, si tratta propriamente di:
concrezioni, quei corpi più cementati e induriti che si trovano nelle rocce clastiche pelitiche e finemente sabbiose, e si formano per circolazione subacquea e capillare di acque arricchite in carbonato di calcio o altro sale precipitabile all’interno degli interstizi del sedimento in corso di compattazione.
Prof. Gian Battista Vai, Università di Bologna
Quello che è stato ricreato da Lamberto Monti all’interno di una stalla di proprietà della sua famiglia in realtà, è molto più che una semplice rassegna.
Oltre a ripercorrere le età geologiche del territorio bolognese, nel Museo dei Botroidi è concesso toccare con mano (nel senso letterale dell’espressione), frammenti di rocce risalenti anche a ottanta milioni di anni fa.
Le pietre infatti, non essendo state collocate all’interno di teche, possono essere maneggiate liberamente.
In questo modo, quella che è considerata la collezione di botroidi più grande al mondo, diventa realmente accessibile a tutti e si fa promotrice di una nuova concezione di museo, più esplicitamente inclusivo e privo di barriere.
Il Museo dei Botroidi e il Miracolo delle Formiche
Accanto a numerosissimi esemplari di botroidi, l’esposizione dedica ampio spazio anche ai gessi, alle arenarie e alle argille scagliose.
Ciascun frammento è accompagnato da brevi didascalie, fondamentali per comprenderne le caratteristiche, approfondirne il contesto, analizzarne l’evoluzione.
La parete di fondo invece, è curiosamente occupata dalla ricostruzione di un formicaio.
L’obiettivo è quello di presentare al visitatore una sorta di miracolo, che si verifica annualmente a poca distanza da qui, sulla cima più alta della Val di Zena.
In prossimità della Chiesa di Santa Maria, sul Monte delle Formiche, agli inizi di Settembre ha luogo un evento che ha dello straordinario.
Milioni di formiche alate migrano fin quassù, si accoppiano e muoiono, stramazzando al suolo.
Questo prodigio ha ispirato persino il cinema: nel 2017 è infatti uscito il film documentario Il Monte delle Formiche, diretto da Riccardo Palladino.
I fustini ed i botroidi di Luigi Fantini
Tutti i pezzi esposti sono assolutamente originali, proprio come i fustini di Luigi Fantini, accatastati in uno degli angoli più instagrammabili dell’edificio.
Dopo aver scattato una foto ricordo dai toni decisamente vintage, non potrete non soffermarvi dinanzi alle centinaia di pupazzetti, raccolti dallo studioso negli anni Sessanta e Sessanta del Novecento.
Alcuni ricordano nei contorni dei buffi animaletti, altri dei succulenti frutti, altri ancora degli oggetti di uso quotidiano tra i più disparati.
È inoltre piuttosto frequente che ciascun visitatore scorga qualcosa di diverso, dietro le linee sinuose dei botroidi raccolti nel museo.
Più che una semplice visita, la vostra permanenza qui vi offrirà l’occasione perfetta per scatenare la fantasia!
Botroidi pugliesi in mostra presso il museo intitolato a Luigi Fantini
Uno scaffale collocato alla destra della porta d’ingresso ospita diversi esemplari di botroidi provenienti da altre regioni d’Italia, nonché da Paesi esteri.
Ho notato subito due enormi pupazzi di pietra giunti qui dalla Puglia.
Mi hanno riportato alla mente un piacevole ricordo d’infanzia, che avevo completamente rimosso dalla memoria.
Quando ero bambina e trascorrevo del tempo in campagna con i nonni, era molto frequente imbattersi in strani sassi pesanti e tondeggianti.
All’epoca mi divertivo a fantasticare sulla loro rotondità quasi perfetta e oggi, dopo più di 30 anni, scopro che in realtà erano botroidi.
Sono in assoluto i giocattoli più vecchi che io abbia mai avuto tra le mani.
Visitare il Museo dei Botroidi vicino a Bologna: cosa sapere
Il Museo dei Botroidi di Luigi Fantini si trova in Via Tazzola (presso l’omonima frazione) ed è raggiungibile da Bologna in poco più di mezz’ora.
Dovete procedere in direzione di San Lazzaro di Savena, quindi seguire Via Idice e poi Via Cà di Gennaro in un percorso che da pianeggiante, diventa man mano più tortuoso.
Una volta a destinazione, potrete lasciare l’auto nei pressi del piccolo spiazzo ricavato davanti al museo (l’ex fienile è riconoscibile grazie ad una scritta su una delle pareti).
L’esposizione, a offerta libera, è aperta tutti i giorni per grandi e piccini, che possono entrare in compagnia dei loro animali domestici.
Per una visita più consapevole, valutate l’idea di adoperare il vademecum posizionato su una sorta di leggio, ben visibile all’entrata.
È comunque possibile effettuare tour guidati, da concordare preventivamente contattando il museo tramite la Pagina Facebook.
Volete conoscere più da vicino l’offerta museale del territorio bolognese? Nel mio approfondimento dal titolo: Cosa fare gratis a Bologna in estate, troverete un ampio elenco di esposizioni, raccolte e collezioni, accessibili a tutti.
Adesso però raccontatemi la vostra: avevate mai sentito parlare dei botroidi prima d’ora?
17 risposte
Adesso che ho visto le foto posso dire che nella vetrinetta dei ritrovamenti di mio padre (instancabile fungaiolo e amante dei boschi) si trovano diversi Botroidi, ma ne ignoravo il nome e la storia. Bellissima l’idea di esporne una ricca collezione, anche se mi sembra coraggioso il progetto del senza barriere, ma forse sono io ad avere poca fiducia nel prossimo!
Potresti portarli al museo.
Non sapevo che queste piccole formazioni rocciose Si chiamassero Boitroidi. Un museo davvero molto particolare questo, una chicca per chi ama cimentarsi in esperienze partcolari. Indubbiamente visitabile con i bambini poichè, come dici anche tu, ognuno può interpretare la forma del botroide lasciando spazio alla fantasia.
I bambini qui si divertiranno moltissimo.
Non avevo mai sentito parlare di botroidi; ma devo dire che mi incuriosiscono davvero molto. Mi piacerebbe organizzare una visita in questo museo!
Qui sarai la benvenuta.
Li ho studiati in università ma non avevo idea che esistesse addirittura un museo per questi! Adoro le piccole chicche come il museo dei botroidi, poco conosciute ma davvero suggestive e molto autentiche!
Ti aspettiamo a Pianoro, Eliana.
Adoro i musei stravaganti, in America ce ne sono tantissimi e sono contenta che anche in Italia stiano nascendo. Le curiosità sono adorabili, poi se sono parte della natura sono davvero affascinanti.
Magari anche tu nei tuoi viaggi hai trovato qualche botroide
Sono stata a Bologna alcuni anni fa e ricordo di aver visitato dei musei davvero particolari, ma di questo dei botroidi non ne avevo mai sentito parlare.
Bellissimo il fatto di permettere ai visitatori il contatto diretto con gli oggetti esposti, non sono molti i musei che lo permettono ma secondo me è un’idea vincente per creare un’esperienza ancora più coinvolgente e che rimane sicuramente impressa
Concordo, in questo tipo di musei il contatto diretto con i reperti rende davvero unica la visita.
Questo tipo di musei è semplicemente fichissimo! Sono chicche super particolari di cui è bello si parli sui blog a tema viaggio, perchè finalmente non si leggono le solite cose mainstream! Complimenti!
Ti ringrazio molto.
Sempre un sacco di attività interessanti da fare a Bologna e dintorni, mi stai davvero aprendo un mondo!
Per me che sono appassionata di geologia (nonché collezionista di pietre e minerali) questo museo è davvero una chicca! Fantastico poi che i pezzi si possano prendere in mano ed esaminare più da vicino. Davvero una grande fiducia verso i visitatori!
Se sei un’appassionata, allora questo è il posto giusto per te.