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Passare la notte in yurta sull’Appennino Parmense: cosa sapere

dormire in una yurta sull'Appennino Parmense

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Per passare la notte in una vera yurta mongola non bisogna per forza lasciare l’Italia, ma basta rifugiarsi nel cuore dell’Appennino Parmense.

Se siete alla ricerca di un’esperienza insolita e a stretto contatto con la natura o avete semplicemente bisogno di staccare la spina, allontanandovi dalla quotidianità, questa potrebbe essere davvero la soluzione che fa per voi.

Ero appena tornata da un lungo viaggio nel Sud-Est Asiatico e non avevo alcuna voglia di riprendere il solito tran tran, consapevole che avrebbe compromesso per sempre quello stato di profonda beautitudine in cui mi trovavo, da almeno due settimane.

Per prima cosa ho riacceso il computer, dando una rapida occhiata al calendario e passando velocemente in rassegna i prossimi impegni e le scadenze di lavoro.

Mettendo in fila le urgenze e le priorità, mi sono accorta che se mi fossi distaccata per due giorni dal resto del mondo, non ci sarebbero state conseguenze poi così tragiche.

Quello di cui avevo bisogno era un luogo isolato ma non troppo lontano dalla mia città, silenzioso ma non noioso (sono decisamente una persona che non riesce a stare ferma), lento ma non convenzionale.

Sentivo la necessità di provare qualcosa di nuovo e passare la notte in un alloggio insolito, come una tenda mongola tra i monti emiliani, appariva ai miei occhi come la cosa migliore da fare.

Cos’è la tenda mongola e dove trascorrere la notte in una yurta sull’Appennino Parmense

Prima di approfondire i risvolti pratici della mia personale esperienza, credo sia opportuno spiegare molto brevemente cos’è una yurta.

Si tratta propriamente della casa mobile adoperata per secoli dai popoli nomadi dell’Asia Centrale, mongoli, kazaki e kirghisi.

La struttura portante dell’abitazione è circolare e costituita da assi di legno, mentre per la copertura si predilige il feltro di lana di pecora, che protegge l’ambiente interno dagli sbalzi termici.

Vi è una sola porta, solitamente rivolta a sud e non occorrono funi o altri ancoraggi al terreno perché la yurta una volta assemblata, resta in piedi da sola.

Ci tengo a ribadire che l’intera narrazione che sto per fare è il frutto del mio pernottamento in una vera tenda proveniente dalla Mongolia ma assemblata in Italia, per la precisione a Ca’ Cigolara, in provincia di Parma.

L’agricampeggio è stato inaugurato nel 2014 all’interno di un’area di ben sette ettari che comprende anche un’azienda agricola con un orto, un frutteto ed un piccolo allevamento di animali.

Dormire in una yurta senza lasciare l’Italia: la mia esperienza a Ca’ Cigolara vicino Parma

Ciascuna delle nove yurta messe a disposizione degli ospiti può accogliere fino ad un massimo di quattro o sei persone e porta il nome di una delle piante coltivate nelle vicinanze: menta, lavanda, susina, lampone, mora, ribes, ciliegia, malva, erica.

Le tende, adagiate sul versante montuoso, sono poste su piattaforme di legno e distano qualche metro l’una dall’altra.

Come l’intero scheletro che regge l’inusuale alloggio, anche la piccola porta d’ingresso è interamente dipinta di arancione e presenta decorazioni vivaci.

gli interni della tenda dove ho alloggiato vicino Parma

In posizione centrale, perfettamente incorniciato da due travi, c’è il letto matrimoniale.

Ai suoi lati due letti singoli, alcuni punti d’appoggio per gli abiti e le prese di corrente.

Coperte, lenzuola e asciugamani vengono forniti direttamente dalla struttura.

Durante la stagione invernale si può beneficiare di una stufa a pellet mentre in estate il ventilatore a soffitto garantisce il giusto refrigerio.

Lo spazio interno della tenda mongola occupa circa 30 metri quadrati e, come avrete intuito, non include il bagno, che è esterno ma completamente privato (doccia inclusa).

Pur avendo trascorso una notte serena, quello che ricordo più volentieri della mia esperienza nella yurta sull’Appennino Parmense, resta il risveglio.

Sono stata delicatamente ricondotta alla realtà dal leggerissimo ma costante rumore delle goccioline di pioggia sulla tenda.

Mi sono poi soffermata qualche istante all’esterno della yurta ad osservare la natura che, come me, stava lentamente riprendendo i suoi ritmi.

I fastidiosi rumori della città erano solo un ricordo.

Avrei voluto fermare il tempo o per lo meno ritardare di qualche ora la partenza.

Cosa fare a Ca’ Cigolara oltre a dormire nella tenda mongola

A Ca’ Cigolara il pernottamento nella yurta include sempre l’uso di amache e della piccola piscina esterna, nonché la colazione, che consente di assaggiare marmellate e altri prodotti realizzati con materie prime a chilometro zero.

Sono inoltre numerose le attività a pagamento promosse dall’agricampeggio.

Potrete scegliere ad esempio di esplorare la vicina Oasi WWF dei Ghirardi in compagnia di una guida, fare una lezione di yoga o imparare ad andare a cavallo.

A soli 15 chilometri da Ca’ Cigolara si erge una delle fortezze più imponenti della provincia di Parma. Venite a scoprire come prenotare una visita nell’articolo dedicato al Castello di Compiano.

Io ho testato uno solo dei servizi extra concessi dalla struttura, la cena.

Ca’ Cigolara effettivamente è abbastanza distante da trattorie o ristoranti ed è meglio non mettersi alla guida se non si conosce la zona, per non rischiare di perdersi tra le strette strade di campagna.

Il menu del ristorante ha un costo fisso (25 Euro per gli adulti e 15 Euro per i bambini sopra i 3 anni).

Prevede per un pasto completo di quattro portate, che consta di pietanze semplici e gustose (le bevande sono escluse).

La cucina, sempre su richiesta, per il pranzo prepara solo piatti freddi (come insalatone o taglieri di salumi e formaggi).

Chi preferisce portarsi la spesa da casa ha infine la possibilità di adoperare (sempre dietro pagamento) il barbecue, trascorrendo così la serata sotto le stelle.

Dove si trova Ca’ Cigolara e come arrivare

L’agriturismo agricampeggio Ca’ Cigolara si trova nella località omonima, sull’Appennino Parmense.

la mia tenda mongola sull'Appennino Parmense

È indubbio che il modo più comodo per arrivare fin qui è in automobile, seguendo l’autostrada della Cisa A15.

Imboccate l’uscita per Borgo Val di Taro e proseguite in direzione di Breia o Roccadicompiano.

A questo punto s’iniziano ad intravedere i primi cartelli che indicano la strada verso la struttura.

Prestate molta attenzione alla guida soprattutto nell’ultimo chilometro, che è interamente sterrato ed in salita.

Una volta a destinazione, lasciate l’auto nello spiazzale adibito a parcheggio davanti all’agricampeggio e preparatevi a dare inizio al vostro soggiorno in una vera tenda mongola.

Non solo yurta: trascorrere la notte in luoghi originali e fuori dal comune

Quella nella yurta non è l’unica volta in cui ho pernottato in una sistemazione originale e fuori dal comune.

Nel mio viaggio in Giordania ho avuto l’opportunità di passare la notte in un Accampamento Luxury nel deserto del Wadi Rum.

Durante la mia permanenza nel Parco Nazionale del Pollino invece, sono finita addirittura in una tenda sospesa nel vuoto.

Del resto, il glamping (termine che nasce dall’unione delle parole glamour e camping) è ormai una prassi alquanto diffusa in Italia e nel mondo.

Raggruppa un lungo elenco di tipologie abitative (non solo tende intese in senso stretto), che consentono di trascorrere la notte a contatto con la natura, senza rinunciare al comfort.

E di tanto in tanto, concedendosi anche qualche piccolo lusso.

Avete già sperimentato esperienze di questo tipo? Raccontatemi com’è andata nei commenti.

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18 risposte

  1. Scusa, ma sto ridendo tantissimo per la frase “è meglio non mettersi alla guida se non si conosce la zona”. Sono parole sagge! Hai centrato in pieno il punto cruciale dell’odio indefesso dei local (tipo me) per i ‘foresti’ che non sanno guidare sulle stradine e fanno i 20km orari!

    1. Tu sei nata da queste parti e magari conosci ogni tornante però non è detto che tutti si sentano sicuri a mettersi alla guida in un luogo isolato, soprattutto di notte. Meglio avere prudenza.

  2. Purtroppo non ho mai dormito in una yurta (il posto più insolito dove ho trascorso la notte è stata una loghouse in una riserva di nativi in Minnesota) e non sai quanto vorrei provare questa esperienza. Sono appena rientrata da un viaggio e avrei di nuovo voglia di staccare, soprattutto in un posto isolato, lontano dalla gente che oggi mi sembra di sopportare ancora meno del solito!

    1. Con l’arrivo della primavera questa potrebbe essere la soluzione giusta per te, se vuoi staccare un po’ la spina.

  3. Ma sai che non sapevo propio che si potesse dormire in una vera yurta mongola sull’appennino parmense?? Questo me lo segno, perchè ame piacerebbe tantissimo provare questa esperienza!

  4. Ma pena te, una yurta mongola autentica proprio sull’Appennino Parmense! Che idea stramba ma al contempo geniale! Non ho mai fatto un’esperienza simile ma ora voglio proprio provare!

  5. Ma sai che è un’idea bellissima?! Mi sono segnata il sito per passarci due giorni in primavera, deve essere un’esperienza stupenda. La struttura circolare mi ha ricordato tanto le abitazioni degli indigeni cileni, pare che con questa forma il riciclo dell’aria sia migliore.

  6. Un’idea davvero stupenda secondo me, perdersi tra la natura per staccare la spina da questa vita frenetica. Non sarebbe male e sicuramente proverei il loro menù, in modo da vivere al meglio l’esperienza!

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