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Singapore e Bali: itinerario di 9 giorni tra antico e moderno

presso il tempio Gunung Kawi di Bali

Indice dei Contenuti

Tolti i voli aerei, vi restano solo 9 giorni da dividere tra Singapore e Bali e vi state ancora chiedendo se valga la pena confermare il viaggio?

Considerando che la maggior parte delle guide di settore consiglia di trascorrere almeno due settimane nella sola Bali, la risposta al vostro dubbio (del tutto lecito) dovrebbe essere negativa.

In realtà però, non è esattamente così ed il motivo è molto semplice.

Dal momento che io ci sono riuscita infatti, potete starne certi: con un’attenta pianificazione, ce la farete anche voi.

E adesso allacciate le cinture, perché finalmente si parte!

Itinerario di 9 giorni: perché visitare Singapore e Bali

Bali e Singapore sono due luoghi che meritano assolutamente di essere visti, anche più di una volta nel corso della vita.

L’Isola degli Dei, un lembo di terra consacrato alle divinità balinesi, vive sospesa tra due estremi: da un lato il turismo di massa, che spinge fin qui milioni di persone da ogni angolo del mondo e dall’altro le incrollabili tradizioni locali, che rivivono nei riti religiosi, nelle danze e nelle offerte alle divinità.

La Città del Leone dal canto suo, è una vera e propria metropoli all’avanguardia, nonostante sia relativamente giovane, poiché è nata solo nel 1965. Ecosostenibile e modernissima, è anche soprannominata Città Giardino, poiché quasi la metà della sua superficie oggi è occupata da parchi e spazi verdi.

Se la prima è in grado di regalare suggestioni che sembrano provenire da un lontano passato, la seconda invece sa stupire e meravigliare con uno skyline che di fatto, sembra quello di una città del futuro.

Come se non bastasse, queste due destinazioni sono tra loro molto vicine da un punto di vista geografico e ben collegate.

Mentre non esiste al momento un collegamento aereo tra l’Italia e Bali, è invece possibile atterrare a Singapore con voli diretti in partenza sia da Roma che da Milano.

La città stato dunque, si presta benissimo a diventare la prima tappa di un viaggio che tocchi anche Bali, facilmente raggiungibile dal Changi Airport in circa due ore e trenta minuti.

Vediamo insieme come.

Itinerario di 9 giorni tra Singapore e Bali: giorno 1
Arrivo al Changi Airport e visita a Marina Bay

Dopo un lungo volo intercontinentale, finalmente siete arrivati a Singapore e non vedete l’ora di andare in hotel?

Se fossi in voi, non avrei così tanta fretta di lasciare l’aeroporto.

Qui infatti, si cela una delle attrazioni più fotografate della città.

Si tratta di Vortex ed è la cascata artificiale al coperto più grande del mondo! È stata inserita all’interno di un’enorme serra tropicale, costituita da migliaia di piante diverse.

Se volete saperne di più, conoscere gli orari di apertura e soprattutto, capire come arrivare al cospetto di questa meraviglia, consultate il racconto dedicato alla mia esperienza presso la cascata nell’aeroporto di Singapore.

Dopo un pò di riposo, fondamentale per riprendersi dal jet leg, avrete voglia di tuffarvi nel turbinio delle luci e dei colori di questa incredibile città.

Raggiungete il suo cuore pulsante, ovvero Marina Bay al tramonto e attendete che sopraggiunga la notte.

Fate un giro sulla Singapore Flyer, la ruota panoramica più grande di tutto il Sud-est asiatico, collocata all’interno di un circuito automobilistico di Formula Uno.

Poi attraversate Helix Bridge e ammirate il Marina Bay Sands, l’hotel extra lusso che vanta l’infinity pool più alta del mondo!

Quindi, aspettate il momento dell’accensione dei Supertree e accomodatevi in attesa dello spettacolo (gratuito) di Garden Rhapsody.

i Supertree sono gli alberi giganti di Gardens by the Bay a Singapore

Maggiori dettagli su queste piante giganti che sembrano uscite dalla saga di Avatar, sono disponibili nell’articolo dedicato a: Gardens by the Bay.

Giorno 2: arrivo a Bali da Singapore con sistemazione a Ubud e visita alla foresta delle scimmie

L’aeroporto di Bali si trova nel sud dell’isola, poco lontano dalla città di Denpasar. Tuttavia, se cercate una base operativa che vi agevoli nel raggiungimento dei principali punti d’interesse isolani e al contempo, sia dotata di tutti i servizi necessari alla buona riuscita della vacanza, allora vi suggerisco di alloggiare a Ubud.

Questo villaggio, ovviamente molto ma molto turistico, è anche la sede della celeberrima foresta delle scimmie.

Il primo giorno a Bali secondo me, è perfetto per esplorarla, perché vi consentirà di cominciare a familiarizzare con l’atmosfera isolana attraverso una piacevole passeggiata, rallegrata dalla presenza di questi animali.

I macachi vagano per tutta la foresta e non vanno assolutamente disturbati, anche perché sono davvero molto scaltri.

Svuotate le tasche, chiudete bene lo zaino e non guardateli mai negli occhi, potrebbero indispettirsi.

con le scimmie della Monkey Forest di Ubud a Bali

Un consiglio: se ne avete la possibilità, assistete ad uno dei tanti spettacoli di danza tradizionale balinese. A Ubud se ne svolgono diversi, in varie fasce orarie. Non perdete l’opportunità di ammirare attori e ballerini dai costumi variopinti. Con le loro movenze sapranno ipnotizzarvi.

Giorno 3: dalle risaie di Tegallalang di Bali alla piantagione del caffè più costoso al mondo

Può un’altalena spingere centinaia di persone a prendere un aereo e volare dall’altra parte del mondo soltanto per qualche scatto o un breve video?

Se si trova all’interno di Tegallalang, una delle più popolari risaie a terrazza di Bali, la risposta è decisamente sì.

Questo luogo, tra i più visitati dell’isola, oggi (ahimé) appare come una sorta di parco divertimenti. Muoversi tra altalene, sedute sospese per i selfie e addirittura la zip line qui risulta alquanto difficoltoso, eppure non sarò io a dirvi di non entrare.

Quella di Tegallalang infatti, resta sicuramente una distesa di terrazzamenti in grado di regalare un colpo d’occhio notevole, ma forse è meglio visitarla quando l’affluenza di curiosi e influencer è meno invasiva.

Se siete già saliti in auto con l’intenzione di scappare lontano, chiedete al driver di portarvi a scoprire ben due templi, che distano circa 15 minuti da qui.

Il primo è Gunung Kawi Sebatu, un tempio acquatico dove assistere anche ai tradizionali riti di purificazione, mentre il secondo è Gunung Kawi, il luogo sacro che custodisce i dieci monumenti funerari (alti circa 8 metri) degli antichi sovrani balinesi.

Prima di rientrare, concedetevi una sosta presso una delle piantagioni del caffè più costoso al mondo, prodotto dalle feci dello zibetto, che si nutre di particolari bacche rossastre.

Pensate: il Kopi Luwak (questo il nome del caffè) può arrivare a costare anche fino a 800-900 Euro al chilogrammo!

Giorno 4: dal tempio madre di Bali fino alla porta del paradiso

Se avete l’opportunità di visitare Bali durante il Galungan e Kuningan, la sua festività più importante, partite senza pensarci due volte.

L’intera isola per una decina di giorni è sempre in fermento. Le famiglie si riuniscono, indossano gli abiti tradizionali, preparano le offerte e si dirigono al tempio, per raccogliersi in preghiera.

I visitatori hanno così la possibilità di assistere a quello che comunemente viene definito il Natale balinese (nel senso che si tratta di una ricorrenza così importante da essere paragonata al nostro 25 Dicembre).

Ricordo ancora nitidamente il giorno in cui mi sono ritrovata al cospetto del Besakih, il tempio madre di Bali.

Una processione disordinata di balinesi provenienti da ogni parte dell’isola si dirigeva verso l’area sacra del tempio, addobbato a festa per l’occasione.

Il Besakih si trova alle pendici del vulcano Agung ed è così grande da richiedere l’utilizzo di navette (adoperate solo dai turisti) per raggiungerne la vetta.

famiglia balinese nella festività di Galungan e Kuningan

Altrettanto iconico del resto, è il tempio Lempuyang, meglio conosciuto come porta del paradiso.

È uno dei più antichi templi balinesi ed il suo appellativo deriva dal fatto che il portale consenta di ammirare da una posizione assolutamente privilegiata, la silhouette del vulcano Agung.

Una curiosità: la maggior parte delle fotografie condivise sui social, inquadrano la porta del paradiso riflessa in uno specchio d’acqua. In realtà, è un mero inganno. Lo specchio c’è, ma non si tratta di una fonte o di un lago, piuttosto di un artificio per lo smartphone.

Giorno 5: dalle risaie a terrazza di Jatiluwih di Bali al tempio sul lago

Se chiudo gli occhi e penso al momento più piacevole del mio viaggio a Bali, la mente mi riporta immediatamente alle risaie a terrazza di Jatiluwih.

Oltre a essere lontane anni luce dal caos di Tegallalang, queste distese di terra umida e coltivata secondo la vecchia tecnica tradizionale, sono attraversate da diversi sentieri di trekking, da percorrere a piedi o in bicicletta.

A proposito, lo sapevate che il sistema Subak, basato sull’idea di cooperazione tra i contadini, che sfruttano in maniera equa l’acqua per le loro colture, nel 2012 è stato proclamato patrimonio UNESCO?

le verdi risaie di Jatiluwih a Bali

Se non siete ancora stanchi e avete voglia di lasciarvi stupire, raggiungete il tempio balinese sull’acqua, situato a circa mezz’ora a nord di Jatiluwih.

Si chiama Ulun Danu Bratan ed è sicuramente tra i più originali dell’isola. La sua torre galleggiante, altissima, saprà incantarvi, soprattutto quando è avvolta dalla nebbia, che spesso avanza sulla superficie del lago.

Giorno 6: arrivo a Nusa Lembongan e visita a Devil’s Tear in attesa del tramonto

Che ne dite di una bella di gita di uno o due giorni, alla scoperta di una delle isolette situate nelle immediate vicinanze di Bali?

Io ad esempio, ho decisono di spostarmi a Nusa Lembongan, distante solo circa 30 minuti dal porto balinese di Sanur.

Dopo la sistemazione in hotel, all’interno di una romantica capanna con un curioso bagno senza tetto, mi sono concessa un pò di relax sulle spiagge dell’isola, lambite dalle acque dell’oceano.

Questa località è famosissima (a livello mondiale) tra i surfisti e vanta anche molti centri diving e scuole d’immersione.

Se scegliete di fare il bagno a Dream Beach, non esitate a visitare la vicina Devil’s Tear, un’attrazione naturale che ha davvero dell’incredibile.

In questo tratto di costa, quando le onde si infrangono all’interno delle cavità rocciose, creano degli enormi sbuffi di acqua mista ad aria.

In moltissimi si intrattengono presso i diversi punti panoramici presenti nelle vicinanze per attendere il tramonto.

Mi raccomando, non dimenticate la macchina fotografica!

Giorno 7: Escursione nella foresta delle mangrovie di Nusa Lembongan e rientro a Bali

Avete mai visto una foresta di mangrovie? Ce ne sono diverse, sparse in vari luoghi del mondo, inclusa l’isola di Nusa Lembongan.

Si tratta di aree boscose costituite da piante aggrovigliate tra loro, che crescono in prossimità di coste o bacini d’acqua e riescono persino ad attutire le conseguenze di burrasche e uragani.

È possibile esplorarle in autonomia, noleggiando una canoa oppure salendo su una delle piccole imbarcazioni gestite dai local.

L’atmosfera è surreale ed il silenzio sovrasta davvero ogni rumore.

la foresta di mangrovie a Nusa Lembongan

Concedetevi questa esperienza, prima di salutare l’isola e fare ritorno a Bali.

Giorno 8: visita ai due templi sulla roccia di Bali

Se, una volta sbarcati a Sanur, state cercando qualcosa da aggiungere alla lista di meraviglie che avete ammirato in questi 9 giorni tra Singapore e Bali, allora vi consiglio di dirigervi ai due templi della roccia.

Sono situati a sud dell’isola e distano tra loro un paio d’ore in automobile.

Il primo è il tempio di Pura Tanah Lot, accessibile solo durante la bassa marea, quando il sentiero che lo collega alla terraferma è percorribile.

Quando c’è l’alta marea infatti, lo scoglio appare come un isolotto, completamente circondato dall’acqua.

Il secondo è invece il tempio di Uluwatu, realizzato su una scogliera di 70 metri a strapiombo sul mare.

Ogni sera, al tramonto, gruppi di danzatori si esibiscono al suo cospetto in uno spettacolo che unisce voci e movenze, regalando a tutti i presenti un momento davvero imperdibile.

Giorno 9: ritorno a Singapore da Bali e tour dei suoi quartieri simbolo

Dopo 9 giorni siete tornati a Singapore da Bali e vi state chiedendo come trascorrere le ore che vi separano dall’imbarco sull’aereo che vi riporterà in Italia?

Lasciate i bagagli al deposito dell’aeroporto, prendete il primo treno della MRT e lanciatevi alla scoperta dei quartieri più caratteristici della città.

Cominciate da Little India, che a mio avviso rimane uno degli angoli più autentici, quindi addentratevi nei colorati vicoli di Arab Street e poi esplorate Chinatown.

Visitate i Botanic Gardens, l’unico sito patrimonio UNESCO di Singapore e concedetevi un pò di relax, prima del volo aereo.

Per organizzarvi al meglio, consultate il racconto della mia personale esperienza, incentrato su: cosa vedere gratis in un giorno a Singapore.

Sri Veeramakaliamman Temple nel quartiere di Little India a Singapore

Ci tengo a precisare che questo itinerario di 9 giorni tra Singapore e Bali è puramente indicativo.

Ciascuno di voi può modificare, integrare o sostituire le tappe suggerite in base alle proprie esigenze o preferenze.

Se siete alla vostra prima esperienza e volete confrontarvi con me per sciogliere dubbi o esprimere qualche perplessità, non esitate a contattarmi.

Buon viaggio a tutti!

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18 risposte

  1. In effetti, 9 giorni per visitare due destinazioni così interessanti sono davvero il minimo indispensabile. Non posso parlare per Singapore perchè non ci sono mai stata, ma a Bali bisognerebbe dedicare almeno una settimana, e neanche basterebbe!

  2. Non ci crederai ma sta notte ho proprio sognato di visitare Bali e Ubud: ero con mio padre e insieme partivamo alla scoperta di questi luoghi così pregni di significato e con spiagge da sogno. É un segno, devo vedere Bali!

  3. Molto bello il tuo itinerario per conoscere l’isola di Bali che non mi ha mai attirato del tutto proprio per questo suo essere anche meta di un turismo di massa che non è troppo nelle mie corde. Ma ho letto gli atri tuoi post e mi sto ricredendo

      1. Bell’itinerario, perfetto per farsi un’idea di cosa può offrire Bali. Se ci tornerai ti consiglio di visitare le risaie e le cascate di Munduk e i dintorni del villaggio di Sidemen. Sono i miei luoghi del cuore a Bali!

  4. Itinerario davvero interessante per un viaggio che mi piacerebbe moltissimo fare (quando potrò tornare a viaggiare). Sono stata a Singapore anni fa ed è una città che mi è piaciuta moltissimo (a parte il clima un po’ troppo caldo-umido per i miei gusti), ma Bali ahimé mi manca e vorrei taaaaaaanto colmare questa lacuna! Post salvato!

  5. Due destinazioni che si accoppiano molto bene, in realtà a Bali anche standovi di più non si ci annoia, io l’ultima volta ho dormito a Ubud, Seminyak e Sanur e mi sono goduta i vari punti dell’isola

  6. Due mete davvero splendide e tu sei riuscita a vedere moltissime cose in così breve tempo.
    Sono stata sia a Singapore che a Bali diverse volte con tempi a disposizione sempre diversi. Ma ne è valsa sempre la pena . Hai fatto bene ad andarci

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