Se avete fatto un giro nel centro di Bologna almeno una volta, vi siete certamente imbattuti nell’angolo di Padre Marella (forse senza neanche rendervene davvero conto).
Si trova esattamente tra Via Caprarie e Via Drapperie, nel cosiddetto Quadrilatero, un vortice di voci e profumi, colori e suoni, affollato di turisti e avventori dalla mattina presto fino a tarda sera.
Qui, tra gli antichi vicoli e le botteghe storiche, ogni giorno centinaia di persone passano distratte davanti al volto di un uomo buono, con la folta barba ed un ampio cappello.
Padre Olinto Marella a Bologna: una vita spesa per i poveri
Padre Olinto Marella nacque il 14 Giugno 1882 a Pellestrina, una lingua di sabbia sospesa tra il mare e la laguna veneta.
Dopo gli studi teologici a Roma, dove ebbe come compagno di corso Angelo Roncalli (futuro Papa Giovanni XXIII), nel 1904 venne ordinato sacerdote.
Cinque anni più tardi fu visto in compagnia di Romolo Murri, un sacerdote che era stato scomunicato per aver aderito al Modernismo.
Venne dunque sospeso a divinis, cioè sollevato da tutte le funzioni ministeriali (confessioni, celebrazione della messa, ecc…).
Lasciò la sua città natale e viaggiò a lungo, dedicandosi all’insegnamento.
Nel 1924 giunse a Bologna, come docente di italiano e filosofia presso alcuni degli istituti più facoltosi della città, prima il Liceo Galvani e poi il Liceo Minghetti.
L’anno successivo il cardinale Nasalli Rocca revocò la sospensione e Padre Marella potè finalmente riprendere a celebrare la messa.
Quando Bologna si trovò ad affrontare gli anni duri del secondo conflitto mondiale e la difficile ricostruzione postbellica, il sacerdote divenne un simbolo di altruismo e solidarietà.
Accolse a sé poveri e bisognosi, bambini rimasti soli e orfani di guerra.
Lasciò l’insegnamento nel 1948, dopo aver inaugurato la Città dei Ragazzi, un luogo in cui quanti sentivano di non avere più nulla, potevano trovare una casa e l’opportunità di guardare al futuro con fiducia.
Qui Padre Marella trascorse gli ultimi anni della sua vita e morì il 6 Settembre 1969.
L’angolo di Padre Marella: inizia il viaggio sulle tracce della coscienza di Bologna
Il bassorilievo in bronzo, da cui Padre Olinto Marella sembra osservare silenzioso la vita che scorre veloce davanti ai suoi occhi, è stato realizzato da Nicola Zamboni nel 1994 in onore di una delle figure più embematiche della storia bolognese del Novecento.

Tra le vetrine della gastronomia Tamburini il padre dei poveri, con la mano tesa e lo sguardo mite, sfidava le intemperie e i pregiudizi pur di raccogliere offerte per gli orfani.
Quello noto come l’angolo di Padre Marella tuttavia, non è l’unico luogo in città che parla di lui.
A Bologna il nome e l’opera caritatevole di Olinto Marella riecheggia tra i corridoi di scuole, i banchi di chiese, gli angoli delle piazze.
È stato istituito persino un museo, che omaggia la memoria del barbone di Dio (come era soprannominato, per la vicinanza a poveri e indigenti), proclamato beato il 4 Ottobre 2020.
Seguendo le sue tracce, percorreremo un itinerario a tappe, che parte dal cuore pulsante del centro storico e si estende ben oltre la prima periferia.
Questo viaggio vi darà modo di conoscere Bologna da una prospettiva inedita, attraverso le azioni di un uomo che ha saputo farsi voce degli ultimi e che ancora oggi viene ricordato come la coscienza della città.
Dal centro storico di Bologna a Via San Mamolo: l’accoglienza è di casa per Padre Marella
Lasciato il brulicare del Quadrilatero, è ora di dirigersi verso i primi colli bolognesi, dove il rumore del trafficato viale di circonvallazione lascia spazio al silenzio di parchi, chiostri e porticati.
Al civico numero 23 di Via San Mamolo, in un edificio dallo stile semplice e sobrio, Padre Marella visse a lungo, dal suo arrivo a Bologna nel 1924 fino alla fine degli anni Cinquanta, quando fondò la Città dei Ragazzi a San Lazzaro di Savena.
È da qui che cominciò di fatto la sua opera di solidarietà.
Nell’appartamento che Olinto condivise con sua madre, Carolina De’ Bei, trovarono accoglienza orfani e bisognosi.
La sua casa divenne un rifugio per chi cercava aiuto e conforto.
Padre Marella al Liceo Galvani: il professore che invitava a pensare
Tornando verso il centro attraverso l’elegante Porta Castiglione, arriverete al cospetto di uno dei palazzi storici più eleganti di Bologna, sede del Liceo Galvani.

È stato fondato nel 1860 e tra i suoi docenti vanta personalità del calibro di Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli.
Padre Olinto Marella vi insegnò dal 1924 al 1930.
Introdusse gli studenti all’apprendimento della letteratura e della filosofia con un approccio insolito per l’epoca.
Non saliva in cattedra, ma si muoveva tra i banchi cercando il confronto aperto con i ragazzi, che si sentivano costantemente esortati a pensare con la propria testa.
Dal Liceo Minghetti all’attenzione verso i più poveri di Bologna
Poco distante da Via Castiglione sorge un’altra illustre istituzione scolastica bolognese: il Liceo Minghetti.
Tra le aule dell’edificio di Via Nazario Sauro che, dal 1898 porta il nome del celebre statista nativo di Bologna, Padre Marella tenne le sue lezioni dal 1930 al 1948.
È in questi anni duri, segnati dalla distruzione della guerra, che lasciò definitivamente l’insegnamento per dedicare il resto della sua vita ai poveri.
Chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna: Padre Marella dopo 16 anni torna a dire messa
Nella Chiesa di San Giovanni in Monte, a poca distanza da Piazza Santo Stefano, il 2 febbraio 1925, dopo ben sedici anni di sospensione, Padre Marella poté finalmente celebrare di nuovo la Messa.
Sulla facciata dell’edificio sacro che, secondo la tradizione sarebbe stato fondato dal vescovo Petronio nel V secolo, è stata recentemente apposta una formella commemorativa.
Ricorda quell’emblematico evento, reso possibile solo grazie all’intercessione del cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca.
Porta Lame: la solidarietà di Padre Marella arriva alla periferia di Bologna
Se dovessi chiedere ad un bolognese quale terribile evento storico si è consumato a Porta Lame (anche detta delle acque, per la sua vicinanza all’antico porto), scommetto che non esiterebbe un attimo a menzionare la battaglia del 7 Novembre 1944, un durissimo scontro armato tra gruppi partigiani e truppe nazifasciste.
A quei tempi era come se qui vivesse un’altra Bologna, lontanissima dal lusso e dall’eleganza del centro e quasi invisibile, avvolta da una nebbia di solitudine e di miseria.
Padre Marella non riuscì a rimanere indifferente dinanzi a quanti vivevano all’interno di baracche fatiscenti, privati di ogni cosa.
Saliva in sella alla sua bicicletta e si avventurava senza paura tra ruderi e case diroccate, portando con sé comprensione, ascolto e supporto a chi aveva perso tutto e non vedeva alcuna via d’uscita.
Il cappello teso di Padre Marella davanti al Teatro Comunale di Bologna
Al fine di attirare l’attenzione dei più ricchi sulle necessità dei più bisognosi, Padre Marella scelse una strada apparentemente semplice ma, di fatto, sconvolgente per la società dell’epoca.
Iniziò a chiedere l’elemosina in alcuni dei luoghi simbolo della Bologna bene: dai più sontuosi caffè ai facoltosi palazzi del centro storico, passando per il Teatro Comunale.
Un gesto che gli valse molte critiche, anche da parte di colleghi e benpensanti, incapaci di accettare che un docente stimato potesse compiere un tale gesto.
Museo Olinto Marella: un percorso immersivo per riscoprire la sua opera di carità
Credetemi: quando sarete al cospetto del Museo Olinto Marella in Via della Fiera, 7, stenterete a credere che al suo posto sorgeva un vecchio magazzino della nettezza urbana.
Negli anni Quaranta quest’area periferica della città sembrava condannata alla miseria.
Padre Marella riuscì a trasformare una palazzina fatiscente in una chiesa: la Cattedrale dei Poveri.
Recuperò una bifora (tutt’oggi visibile sulla parete esterna del museo) e cominciò a celebrare la messa tutti i giorni, raccogliendo offerte per la bisognosa comunità locale.

Attualmente il percorso di visita si compone di quattro sale, distribuite su due livelli.
Attraverso installazioni e postazioni interattive, è assolutamente impossibile non sentirsi coinvolti e toccati nel profondo.
Mentre il cappello nero del sacerdote prende vita sulla Parete degli oggetti, un’installazione di videomapping ripropone quanto avvenne in Piazza Maggiore il 4 Ottobre 2020.

Nel giorno in cui Padre Marella fu proclamato beato, i cittadini accorsi per l’occasione nella Basilica di San Petronio, furono invitati da Matteo Lucca a prendere parte ad un’opera d’arte collettiva.
Eccezionalmente, per una volta fu la città a tendere una mano a Padre Marella e a lasciare un’impronta su una tavola di argilla (oggi esposta nel museo).
Particolarmente emozionanti sono la Sala dei Testimoni dove, attraverso brevi filmati, potrete ascoltare le voci di chi conobbe personalmente il sacerdote e la Sala della Sospensione, che raccoglie gli scritti dei lunghi anni in cui gli fu vietato celebrare.
Le visite vengono effettuate in compagnia di una guida, ma vanno prenotate anticipatamente.
Contattate il Museo Olinto Marella per avere maggiori informazioni su date, aperture ed eventi.
La nascita del Pronto Soccorso Sociale e il mercato solidale
In via del Lavoro 13 sorge la sede di uno dei progetti più innovativi e concreti voluti da Padre Marella: il Pronto Soccorso Sociale.
L’edificio, che un tempo ospitava una scuola per l’infanzia, fu donato al sacerdote di Pellestrina da Carla Cicognari e trasformato in un ricovero per chi non aveva un tetto sulla testa o un pasto caldo.
A pochi metri dalla palazzina a tre piani, che dispone di 70 posti letto ed è destinata all’accoglienza di soli uomini, noterete un insolito viavai di di persone con scatoloni o pacchi ingombranti.
Il motivo è semplice: vi trovate dinanzi all’ingresso del Mercato solidale, gestito dall’Opera di Padre Marella.
Mobili, libri, abiti, giocattoli e oggetti per la casa: tutto ciò che non serve più qui può trovare una seconda vita e la possibilità concreta di sostenere chi vive un momento di fragilità.
Chiunque può contribuire: trovate tutte le informazioni sui giorni, gli orari e le indicazioni per la consegna o il ritiro sul sito internet Opera di Padre Marella.
La Città dei Ragazzi: una casa per chi vuole un futuro migliore
Tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta Padre Marella capì che le strutture di accoglienza esistenti fino a quel momento non bastavano più.
Grazie all’intercessione del sindaco Giuseppe Dozza e agli imprenditori Gandolfi e Gavina, che gli donarono una porzione dei loro terreni a San Lazzaro di Savena, nel 1954 nacque la Città dei Ragazzi.
Questo piccolo villaggio autogovernato avrebbe permesso a bambini e adulti in difficoltà di vivere e lavorare insieme.
Accanto ai dormitori, ai laboratori, alla mensa comune, venne eretta la Chiesa della Sacra Famiglia, ultimata solo dopo la morte del padre dei poveri.

L’edificio, immediatamente riconoscibile per la sua pianta ottagonale (un omaggio al Santuario della Madonna dell’Apparizione di Pellestrina), custodisce le spoglie del sacerdote, originariamente collocate nel cimitero della Certosa di Bologna.
In un luogo di quiete, alle porte della città, si chiude simbolicamente il nostro itinerario sulle orme di Padre Marella, un uomo che non si è mai voltato dall’altra parte.
E voi, conoscevate già la sua storia?