10 curiosità sulla Scozia e gli Scozzesi

una via di Edimburgo che ricorda il set di Harry Potter

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Nel mio ultimo viaggio alla volta del Regno Unito, ho scoperto moltissime curiosità e stranezze sulla Scozia e gli Scozzesi, legate agli ambiti più disparati.

Ho deciso di selezionarne almeno dieci e di confidarvi perché secondo me, sono le più insolite ed originali peculiarità del Paese delle cornamuse e del popolo che lo abita.

Cominciamo!

Curiosità sulla Scozia: dall’antico nome alla mancata conquista dei Romani

Alba è l’antico nome gaelico scozzese della Scozia, fatto derivare da molti dal latino albus, bianco. L’intero territorio, ribattezzato Caledonia dai Romani, fu a lungo croce e delizia per i dominatori dell’Urbe.

Pensate: è l’unica regione della Britannia che non si piegò mai dinanzi a quello che era considerato l’esercito più potente del mondo di allora.

D’altronde, se i Romani eressero ben due fortificazioni, note come: Vallo di Adriano e Vallo di Antonino Pio, è evidente che queste popolazioni quasi indomabili, costituivano per loro, motivo di grande timore ed incertezza.

Per questo motivo, dopo anni di tentativi, le truppe finirono per abbandonare tristemente l’isola, mettendo definitivamente da parte i sogni di gloria oltre la Manica.

È indubbio che questo dietrofront costituisce ancora oggi per gli Scozzesi (che vogliano ammetterlo o no), un enorme motivo di vanto.

E non è l’unico.

Curiosità sulla Scozia: i rapporti con l’Inghilterra

La Scozia e l’Inghilterra non hanno sempre avuto rapporti di buon vicinato (e forse per molti, questa non è affatto una curiosità).

Sanguinose rivolte e violenti combattimenti hanno contraddistinto le zone di confine (e non solo), per secoli.

Eppure, a partire dal 16 Gennaio 1707 (Union Act), i due regni, fino a quel momento separati e apparentemente poco affini, si sono ritrovati sotto un nuovo vessillo, quello del nascente Regno Unito di Gran Bretagna, a cui si aggiunse nel 1800 anche l’Irlanda.

La nuova unione resse, nonostante le continue lotte per il potere, ben 300 anni, fino a quando nel 1998 Edimburgo inaugurò, con lo Scotland Act, un nuovo Parlamento Scozzese, compiendo così un passo deciso verso la ritrovata autonomia.

O almeno, questo è quello che molti hanno pensato.

Il 55,30% degli Scozzesi chiamati a votare al Referendum del 2014 per l’Indipendenza del Paese dal Regno Unito infatti, fece prevalere un secco NO, confermando in sostanza l’attuale assetto politico e mettendo così da parte il sogno indipendentista.

Tra tanta incertezza ed esitazione, una sola cosa a mio avviso, sembra certa: la questione è tutt’altro che vicina ad una soluzione finale.

Gli Scozzesi e la Pietra del Destino

Uno degli oggetti più preziosi della storia scozzese è la Pietra del Destino, un cimelio a metà strada tra storia e leggenda.

Si narra che fu il cuscino di Giacobbe, figlio di Isacco e che, dopo un lungo migrare, giunse in Scozia nel 500 d.C.

Era su questa pietra in arenaria rossa che venivano incoronati i sovrani scozzesi, per lo meno finché re Edoardo d’Inghilterra (detto il martello degli Scoti), nel 1296 pensò di sottrarla e portarla con sé, a Londra.

La fece incorporare in una sedia di legno e collocare nell’Abbazia di Westminster, dove rimase fino al 1996, anno in cui il pesante masso fece ritorno ad Edimburgo (dove è attualmente custodito, all’interno del castello cittadino).

Castello di Edimburgo

La regina Elisabetta II nel 1953 fu incoronata sulla Pietra del Destino e anche a Carlo III, suo successore al trono, è toccata la stessa sorte.

La Scozia ha infatti acconsentito a consegnare, alla stregua di un prestito temporaneo, l’antichissima pietra, per la sola incoronazione del nuovo re.

Il popolo scozzese non è sembrato dunque preoccupato dell’eventualità che gli inglesi potessero violare la promessa di restituire l’antichissimo oggetto.

Del resto in passato, è già successo che siano andati personalmente a riprenderselo.

Nel 1950 un gruppo di nazionalisti, dopo essersi intrufolato a Westminster, riuscì a rubare la pietra, tagliandola in due parti per agevolarne il trasporto.

Se ne persero completamente le tracce finché, dopo un anno dal furto, venne ritrovata sull’altare dell’Abbazia di Arbroath, in terra scozzese.

La pietra fu quindi riportata immediatamente a Londra, dove rimase per altri 45 anni, fino al nuovo, ed al momento definitivo, ritorno ad Edimburgo.

William Wallace e i falsi storici del film che lo ha reso celebre nel mondo

Quello che sto per svelarvi sul film campione d’incassi Braveheart, interpretato e diretto da Mel Gibson nel 1995, potrà scioccarvi.

Pertanto, se conoscete ogni battuta a memoria e avete scelto la colonna sonora della pellicola come suoneria del cellulare, non mi offendo se preferite saltare queste righe e andare avanti nella lettura.

Braveheart infatti, è pieno di falsi storici, ovvero di eventi che poco o nulla hanno a che vedere con la storia scozzese.

Una prima considerazione riguarda il look di William Wallace e di coloro che si unirono a lui nella rivolta contro i dominatori inglesi.

L’abito sfoggiato da Mel Gibson per l’intero film, era l’indumento tipico dei clan delle Highlands, ma Wallace era originario delle Lowlands, ovvero delle terre del sud della Scozia.

E se invece si trattasse di un kilt? Penserete voi. Anche in questo caso, sarebbe un capo d’abbigliamento totalmente fuori luogo.

Il celeberrimo gonnellino scozzese fu inventato solo a metà del Settecento ed è quindi impossibile che venisse indossato alla fine del Duecento.

Persino l’usanza di dipingersi il volto prima di una battaglia, non trova alcun fondamento storico all’epoca in cui i fatti ebbero luogo.

una scena di Braveheart di Mel Gibson ispirato all'eroe scozzese William Wallace

Pare che questa fosse una prerogativa dell’antica popolazione dei Pitti, che abitava la Scozia prima dell’arrivo dei Romani. Questa tesi infatti, fa derivare l’etimologia del loro nome da picti (plurale di pictus, dipinto).

È inoltre assolutamente impossibile che Wallace incontrò la regina Isabella, interpretata da Sophie Marceau, poiché la sovrana all’epoca dei fatti, aveva solo 3 anni.

E che dire dello ius primae noctis? Non ha alcun fondamento storico e gli studiosi sono certi nell’affermare che non sia mai esistito.

William Wallace, Robert the Bruce e la battaglia di Stirling dal cinema alla realtà

Forse uno dei pochi eventi narrati nel film, a trovare ampio riscontro nella realtà, riguarda la sorte toccata a Wallace.

Il suo corpo fu tagliato in 4 parti, condotte in altrettanti angoli del regno e la sua testa fu posta su un palo e collocata sul ponte di Londra, affinché fungesse da monito.

La battaglia che occupa uno spazio indubbiamente centrale nel film, si verificò realmente nel 1297 a Stirling, località che dista circa un’ora da Edimburgo.

Gli Scozzesi riuscirono a trionfare durante gli scontri grazie alla presenza di un piccolo ponte che, crollando sotto il peso dell’esercito inglese, ne impedì l’assalto.

Nel film però, di questo ponte, che ebbe un ruolo fondamentale per l’andamento dello scontro, non v’è alcuna traccia.

Al di là di qualsiasi licenza cinematografica (pur discutibile che sia), tuttavia c’è una cosa che, forse più delle altre, ha fatto davvero indignare gli Scozzesi.

Robert the Bruce in Braveheart viene presentato come un codardo, che arriva persino a tradire Wallace.

Invece, non solo fu il fautore di quella che ancora oggi è ricordata come la più pesante sconfitta scozzese ai danni degli inglesi (battaglia di Bannockburn, 1314) ma stabilì anche che, alla sua morte, il cuore avrebbe dovuto riposare in un luogo separato dal resto corpo (tuttora è sepolto nell’Abbazia di Melrose).

Nella realtà dunque, è proprio Robert, il vero Braveheart, cuore impavido della Scozia.

Un consiglio: la storia di Robert the Bruce viene raccontata in maniera decisamente più vicina alla verità storica nel film Outlaw King- il re fuorilegge (2018, di David Mackenzie), dove il ruolo del protagonista, spetta ad un bravissimo Chris Pine.

Ve ne consiglio la visione, soprattutto se volete saperne di più sulla figura di questo grande eroe scozzese.

Curiosità e stranezze sulla Scozia: non esiste un inno ufficiale

Forse la più inaspettata curiosità sulla Scozia è che non possiede un inno ufficiale.

Al contrario però, oggi nel Paese del kilt e del whisky, si contano ben 3 inni diversi, ma tutti non ufficiali.

  • Scotland the Brave, la celeberrima marcia del Royal Regiment of Scotland, la fanteria scozzese.
  • Flower of Scotland, incisa nel 1966 da Roy Williamson, del gruppo folk scozzese, The Corries.
  • Scots Wa Hae, che secondo alcuni risalirebbe al tempo di Robert the Bruce.

Nel 2009 gli Scozzesi furono chiamati a decidere quale, tra queste tre composizioni musicali, fosse la più adatta a diventare il nuovo inno del Paese.

Il 41% di coloro che si espressero a riguardo, preferì Flower of Scotland, il cui nome è un chiaro riferimento al cardo, fiore simbolo della Scozia.

Una curiosità: fino al 1980, durante gli eventi sportivi, l’inno che risuonava negli stadi quando la squadra scozzese scendeva in campo era: God Save The Queen, solitamente coperto dai fischi.

Sarà forse questo il motivo per il quale la corona ha acconsentito di sostituirlo con Flower of Scotland, nonostante il testo, che ripercorre la gloriosa battaglia di Bannockburn, sia vicino agli ideali dell’indipendenza della Scozia.

L’animale simbolo della Scozia è l’unicorno

Accanto alla tipica bandiera scozzese, che raffigura la croce di Sant’Andrea su uno sfondo blu, non potrete non notare sui palazzi istituzionali, moltissime raffigurazioni che celebrano l’animale simbolo della Nazione: l’unicorno.

Ho appreso con molta curiosità che un essere fantastico, seppur adorabile, sia stato scelto come emblema della Scozia.

In realtà l’unicorno fin dal Medioevo è protagonista di storie e leggende popolari, finendo così per assumere il ruolo di simbolo del profondo senso di purezza, nobiltà ma anche del desiderio di libertà, proprio del popolo scozzese.

Lo stemma reale di Scozia era costituito infatti da due unicorni posti ai lati, ciascuno con la corona ed uno stemma (a sinistra lo stendardo nazionale scozzese e a destra la bandiera scozzese).

Al centro vi era il leone rampante rosso su sfondo giallo, inserito in uno scudo e sovrastato da insegne scozzesi (corona, spada e scettro), circondato dai simboli dell’Ordine del Cardo.

Quindi il motto dell’Ordine:

Nemo me impune lacessit

Nessuno mi ferisce impunemente

Nonostante oggi sia stato sostituito dallo stemma del Regno Unito, quando il sovrano si trova in Scozia, ne utilizza uno diverso rispetto a quello di Londra.

stemma del Regno Unito in Scozia

L’unicorno, posto a sinistra, indossa una corona e si affianca al leone inglese, collocato invece a destra.

Parallelamente, il motto dell’Ordine inglese della Giarrettiera, viene sostituito da quello dell’Ordine del Cardo.

Una curiosità: sullo stemma, l’unicorno della Scozia è rappresentato con una catena attorno al collo.

Molti ritengono che la motivazione sia da ritrovare nella natura selvaggia e dunque indomabile, di questo animale, altri invece pensano che indichi piuttosto il carattere indomito degli antichi sovrani scozzesi, rispetto ai dominatori inglesi.

In Scozia è possibile giocare a quidditch come Harry Potter

Nato dalla penna di J.K.Rowling, autrice della saga di Harry Potter, il quidditch è presto divenuto uno sport molto praticato in Scozia.

Sia chiaro: i giocatori non si sfidano volando, ma sono comunque tenuti a seguire fedelmente le regole previste da IQA (International Quidditch Association).

Anche qui, come nelle pellicole cinematografiche ambientate a Hogwarts, le squadre sono costituite da: cacciatori, battitori, un portiere ed un cercatore.

L’intera partita si svolge a dorso di scope, obbligando quindi i partecipanti ad utilizzare una sola mano per passare ai compagni la pluffa o lanciarla oltre l’anello avversario, per segnare il punto.

Non mancano i bolidi, utilizzati per mettere fuori gioco gli avversari ed il boccino, affidato ad un boccinatore che è neutrale, rispetto alle due squadre in campo.

il quidditch da sport fantastico in Harry Potter a sport reale

Il notevole interesse che questa disciplina sportiva ha suscitato negli anni, ha portato alla definizione di tornei nazionali ed internazionali, che ancora oggi vedono contrapporsi squadre provenienti da ogni parte del mondo.

Anche il nostro Paese vanta diverse formazioni di quidditch, sparse un pò ovunque, lungo lo stivale.

Ne state già cercando una vicino a casa vostra, non è vero?

Curiosità sulla Scozia: i musei sono gratuiti

Se in Italia si parla sempre più spesso di rendere i musei gratuiti per tutti, il merito è sicuramente di Paesi come la Scozia (ma non solo), dove questa prassi è già ampiamente consolidata e di sicuro, non è messa in discussione.

Gli Scozzesi infatti, accettano di buon grado che chiunque, turisti compresi, possa accedere liberamente ai musei e apprezzare collezioni e manufatti.

Senza entrare in questioni troppo tecniche (cosa che non mi compete e di cui non ho minimamente le competenze), quello che voglio sottolineare è più che altro il valore sociale, di pratiche come questa.

Le esposizioni museali diventano infatti accessibili a chiunque, anche a coloro che magari, per questioni economiche, non potrebbero acquistare il biglietto per sé e per la propria famiglia.

Alcune ricerche di settore hanno inoltre illustrato come, quando si varca la soglia di un museo senza dover mettere mano al portafoglio, la visita si svolge in maniera più rilassata e meno frenetica.

Questo agevolerebbe anche le relazioni interpersonali, poiché il visitatore, sentendosi a suo agio, risulta più propenso al confronto ed al dialogo.

Infine, non bisogna dimenticare come il più grande incentivo a visitare i musei scozzesi, oltre alla loro gratuità, sia decisamente il meteo.

La Scozia può infatti regalarvi in un solo giorno tutte e quattro le stagioni (un pò come l’Irlanda) e pertanto vi capiterà che, durante le vostre passeggiate ad Edimburgo, dobbiate rifugiarvi più di una volta in luoghi chiusi e asciutti.

Museum of Edimburgh gratuito presso Royal Mile ad Edimburgo

E cosa c’è di meglio di un museo, gratuito per giunta, per aspettare che spunti l’arcobaleno dopo un temporale?

Gli Scozzesi e la loro ossessione per la sinistra

Una delle prime curiosità e stranezze che ho notato al mio arrivo ad Edimburgo è che gli Scozzesi sono assolutamente ossessionati dalla sinistra.

E non sto parlando solo della guida di veicoli a motore che, come saprete, si attiene al Codice della strada in uso in tutta la Gran Bretagna.

Che voi percorriate un percorso pedonale, una scala mobile oppure una gradinata, ricordatevi: anche quando siete a piedi, dovete sempre e comunque posizionarvi a sinistra.

Nella capitale per esempio, le scalinate che collegano le principali strade della Old Town sono dotate di apposito corrimano, posto al centro delle due corsie pedonali.

State ben attenti ad imboccare sempre il lato sinistro, altrimenti potreste finire nella traiettoria dello sguardo ammonitore dei locals che, dinanzi alla vostra disattenzione, finirà per trafiggervi come un raggio laser.

Ma non è l’unico.

C’è anche chi, mosso dalla fretta di raggiungere il bus o il treno per andare a scuola o a lavoro, prima vi si affiancherà e poi, mentre siete di spalle, intimerà direttamente alle vostre orecchie, con incomprensibili improperi in scozzese, di fargli largo.

insomma, gli Scozzesi sono indubbiamente gentili, disponibili e friendly verso gli stranieri ma, se non volete metterli in crisi, ricordate di tenere sempre la sinistra, anche quando vi spostate a piedi.

Curiosità sulla Scozia: si passeggia nei cimiteri

Nonostante non si possa certo dire che in Scozia manchino parchi e aree verdi, dove concedersi qualche ora di relax a contatto con la natura, sappiate che è buona abitudine degli Scozzesi passeggiare nei cimiteri.

I luoghi di sepoltura si trovano infatti nei centri delle città, incastonati tra abitazioni private, scuole e ristoranti.

Solitamente sono sempre aperti, quindi visitabili anche nelle ore notturne e sorgono su alture, così da offrire anche ottimi punti di osservazione dei principali luoghi d’interesse.

Del resto, si narra che la stessa J.K.Rowling, dopo essersi trasferita ad Edimburgo in seguito alla separazione dal marito e alla nascita di sua figlia, fosse solita concedersi delle lunghe passeggiate nei cimiteri.

Effettivamente, non ci sono luoghi più silenziosi di questi!

Pertanto, se avete bisogno di schiarirvi le idee e isolarvi da tutto il resto, una sana passeggiata in un cimitero scozzese è proprio quello che ci vuole.

E non lo dico con ironia.

I sentieri di ciottoli, che costeggiano file e file di lapidi monumentali, ormai quasi completamente annerite e ricoperte da muschio, mi hanno indubbiamente regalato alcuni dei momenti più piacevoli del mio soggiorno in Scozia.

Alla maggior parte di voi questi potranno sembrare luoghi di morte ed invece fidatevi, riuscendo ad ascoltare me stessa in totale silenzio e tranquillità, non mi sono mai sentita così viva.

cimitero Greyfrairs Kirkiard nella capitale della Scozia

Ora che conoscete queste dieci curiosità sulla Scozia e sugli Scozzesi, non posso che chiedervi: avete notato altre stranezze, che vorreste aggiungere al mio elenco?

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34 risposte

  1. Devo ammettere di non aver notato altre stranezze, e sai che non avevo fatto caso all’ossessione per la sinistra? E non avevo nemmeno notato il dettaglio dell’unicorno, che in realtà è evidente ma io non ho mai guardato con attenzione.
    Quello che hai scritto su Braveheart sarà un colpo al cuore per molti ma quando ci vuole, ci vuole 😉

    1. L’ossessione per la sinistra è la prima cosa che mi ha colpito. Ci ho messo un pò ad abituarmi a tenere la sinistra, persino a piedi.

  2. Non conoscevo queste curiosità e mi ha molto colpito il fatto che non ci sia l’inno e che l’unicorno sia il simbolo. Ma sai che anche qui in Australia i cimiteri sono molto più vissuti che da noi? Pensa che c’è chi ci festeggia anche il compleanno!

  3. Parlando di animali simbolo tra l’unicorno scozzese ed il drago gallese, direi che in Gran Bretagna hanno molta fantasia! Non avevo notato l’ossessione per la sinistra, ma forse vivendo in uno degli stati del Regno Unito non ci faccio più caso, così come per me è uno shock tornare in Italia e dover pagare per i musei. Interessanti invece scoprire i falsi storici di Braveheart così come non sapevo che la pietra verrà usata durante l’incoronazione di Re Carlo!

  4. Il tuo articolo è molto particolare e divertente. Amo la Scozia e una delle cose che mi aveva colpita era la quantità di cartelli appiccicati dappertutto per le vie di Edimburgo con la scritta “We are British, not English”. Conoscevo alcune delle curiosità che hai descritto, ma non tutte, la faccenda dei cimiteri, per esempio, mi mancava!

    1. Grazie per questa curiosità, durante il mio viaggio non ho trovato cartelli ma ho decisamente percepito il forte senso di orgoglio scozzese.

  5. Chissà perchè la curiosità sul Quidditch la conoscevo…
    Alle stranezze degli scozzesi invece mi sono dovuta abituare perchè mia zia era dell’isola di Lewis ed era un vero personaggio! Tanto per dire: non conosceva nemmeno una parola di inglese, sosteneva che gli uomini con i pantaloni avessero qualcosa da nascondere e pensava che i lowlander fossero la peggior piaga sulla terra, superati solo dagli inglesi… aggiungi poi alla lista almeno altre mille fissazioni sul whisky!

  6. In Scozia ho sempre respirato un’aria di mistero misto a favola, proprio quello che trasuda nei film di Harry Potter. Infatti durante un weekend ho ripercorso i punti della famosa saga ripresi in città. Le simpatiche curiosità sono in tema con il carattere scozzese! La sinistra? Una terribile ossessione, soprattutto se guidi! (infatti sono finita contro un albero… senza danni, per fortuna!)

  7. Conoscevo alcune di queste curiosità sulla Scozia, ma tante altre lo ho scoperte grazie al tuo interessantissimo articolo. Devo ammettere che mi aveva molto affascinato il fatto che avessero come simbolo un unicorno, che fotografavo ogni volta che lo vedevo! 🙂

    1. L’unicorno è stata una piacevole scoperta. Ce ne sono davvero diversi esemplari in Scozia e da lì, mi sono incuriosita e ho fatto delle ricerche.

  8. Ma quanto mi manca la Scozia! Stupendo questo post, mi sono sentita un’altra volta nelle Highlands, una terra di una bellezza travolgente, mistica e irreale….e poi io adoro gli unicorni!

  9. In Scozia sono stata solo un week ad Edimburgo ma non conoscevo tutte queste curiosità. Posso solo dire che sono stata lì per una partita di rugby, ed è uno sport davvero sentito, chiusa praticamente la città per questo evento, è stato bellissimo.

    1. Credo che una partita di rugby in Scozia abbia la stessa valenza di una partita della nazionale di calcio in Italia. Appassiona davvero tutti!

  10. Adoro la Scozia, tantissime curiosità non le conoscevo.. Braveheart è il mio film preferito in assoluto e sapevo già che parte la maggior parte del film è finzione, ho visitato Stirling, Lochness, Glasgow, Edinburgo, la Scozia mi è rimasta nel cuore..

  11. Questo post è interessantissimo: ho imparato un sacco di cose che non sapevo. Mi ha colpito molto il fatto che l’unicorno sia l’animale simbolo della Scozia e che i musei siano gratuiti (una bellissima cosa!). Grazie

  12. Una più curiosa dell’altra. Ho seguito tutta la saga di Harry Potter e, a questo punto, vorrei davvero giocare una partita di quidditch. Tra l’altro mi sembra di aver sentito parlare di qualche torneo in Italia ma non ricordo esattamente dove…

    1. Ormai il quidditch è abbastanza diffuso anche in Italia, puoi fare una ricerca on line per vedere se trovi una squadra vicino alla tua città. Fammi sapere così vengo ad assistere ad una partita 🙂

  13. Quante curiosità! E pensare che ci sono stata in Scozia ma tante non le conoscevo o non ci ho fatto caso., come al fatto che tutti mantengono la sinistra. Ci sono stata troppi anni fa, è ora di tornare!

  14. Un bel condensato di curiosità su uno dei luoghi più magici al mondo: la Scozia riesce a conquistarti al primo sguardo, al primo viaggio, non appena scendi dall’aereo. Amo davvero questa terra!

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