Ho varcato la soglia del maestoso Castello di Compiano, una fortezza che si erge a 500 metri di altezza sull’Appennino Parmense, in una domenica mattina di fine estate.
Mancava ancora qualche minuto all’inizio del tour e così mi sono intrattenuta nella corte, in attesa dell’arrivo della guida.
Uno stuolo di camerieri in divisa stava allestendo frettolosamente lo spazio esterno con tavolini e bouquet di fiori, in vista dell’evento che avrebbe preso il via di lì a poco.
Grazie al suo fascino indiscutibile infatti, questo antico maniero viene spesso scelto per feste e ricevimenti.
Le sue stanze inoltre, ospitano una casa museo che omaggia l’ultima nobile proprietaria ed un esclusivo albergo a quattro stelle.
Scopriamone di più!
Castello di Compiano in provincia di Parma: breve storia dell’antico maniero
La storia del Castello di Compiano comincia attorno all’anno Mille, quando è pressapoco una torre di guardia.
I Malaspina ne furono proprietari fino al 1141, per poi cedere la fortezza prima al Comune di Piacenza e poi alla famiglia dei Landi, che governò su queste terre per almeno quattro secoli.
Agostino Landi sposò sua cugina Giulia nel 1532 , unendo così i due possedimenti di Bardi e di Compiano.
Diciannove anni dopo, nel 1551, l’imperatore Carlo V lo nominò principe e trasformò dunque il feudo in uno stato autonomo ed indipendente.
Castello di Compiano vicino Parma: dal legame con il Principato di Monaco all’arrivo della Marchesa Gambarotta
Pensate: ai Landi viene riconosciuto il merito di aver cresciuto il primo dei Grimaldi di Monaco.
Nel 1595 Maria Landi, la sorella del principe Federico, sposò Ercole Grimaldi. Dalla loro unione nacquero tre figli: Giovanna Maria, Maria Claudia e Onorato II Grimaldi.
Quest’ultimo, destinato a diventare il primo principe di Monaco, in seguito alla morte dei genitori venne allevato dallo zio Federico Landi, che gli fece da tutore fino al raggiungimento della maggiore età.
Il ricordo dello stretto legame tra gli antichi signori di Compiano ed il Principato monegasco rivive ancora oggi grazie ad una targa collocata su uno dei muri della costruzione, nei pressi del viale d’accesso.
L’iscrizione celebra la visita del principe Alberto di Monaco, risalente al 15 Maggio 2018.
Nel 1682 ai Landi subentrarono dapprima i duchi di Farnese e poi Napoleone Bonaparte, che trasformò il castello in una prigione.
Durante i primi sessant’anni del Novecento la fortezza, che all’epoca era di proprietà comunale, fu la sede di un collegio femminile.
Una svolta nella sua storia arrivò nel 1966 quando la Marchesa Lina Angela Luisa Raimondi Gambarotta decise di acquistare il Castello di Compiano per farne la sua nuova residenza.
La donna, che aveva seguito il marito in Sud America attorno agli anni Venti, dopo essere rimasta vedova aveva preso la decisione di fare ritorno in Italia, sua terra natia.
Tra queste spesse mura trascorse i suoi ultimi due decenni di vita.
Morì nel 1987 e non avendo eredi diretti, lasciò tutto al Comune di Compiano, a condizione che le sue ricche stanze fossero trasformate in una casa museo e che il suo corpo, collocato in una cappella, non venisse mai spostato.
Castello di Compiano: visita alla casa museo della Marchesa Gambarotta
Il percorso di visita dura circa un’ora e si svolge in compagnia di una guida.
L’itinerario si snoda esclusivamente tra gli ambienti, sontuosamente arredati, che accolsero l’ultima nobile proprietaria del maniero, negli anni compresi tra il 1966 ed il 1987.
Il tour comincia nella biblioteca al piano terra, che custodisce decine di volumi, tra cui un’opera autografata da Evita Peron, di cui la Marchesa fu molto amica, e diversi ritratti.
Dopo una sosta nella cappella e nella sala da pranzo, si sale al piano nobile dove si accede allo studio della nobildonna nativa di Tortona.
Non potrete non notare l’enorme tela che occupa quasi interamente una parete.
Da quello che ha raccontato la guida sembra che il ritratto della Marchesa, volutamente ringiovanita, sia stato realizzato dal suo benzinaio.
La vicina camera da letto è quasi interamente ricoperta di specchi, che camuffano sia la cabina armadio che la porta del bagno (il lavandino in origine era un’acquasantiera).
Seguono una saletta per la lettura, un piccolo studio, una sala da the, un originalissimo salone in stile orientale ed una camera per la musica, dotata di un fortepiano.
La visita termina al cospetto delle tre sale che compongono il primo ed unico museo massonico italiano, inaugurato da Flaminio Musa nel 2002, col nome di Orizzonti Massonici.
Espone più di 500 pezzi tra cui cimeli, paramenti, documenti e quadri legati al mondo della massoneria, risalenti al periodo a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Pur non essendo incluso nel tour guidato, può essere comunque esplorato liberamente, prima di guadagnare l’uscita.
Castello di Compiano: informazioni utili per la visita, il pernotto ed il pranzo
Grazie alla sua duplice veste di casa museo e albergo a quattro stelle, il Castello di Compiano sembra avere tutte le carte in regola per accontentare diverse tipologie di visitatori.
Negli ambienti che ospitavano la dimora del maggiordomo della Marchesa è stato persino ricavato un ristorante di cucina tipica locale, Al Panigaccio.
Il suo nome omaggia uno dei piatti tipici della zona, il panigaccio.
Si tratta di un pane non lievitato, sottile, croccante e dalla forma arrotondata. Viene preparato con acqua, sale e farina, quindi cotto sul fuoco vivo in un recipiente di terracotta (detto testo) o di ghisa.
Potrete gustarlo ancora caldo scegliendo tra diversi tipi di farcitura o accompagnandolo agli ottimi salumi del territorio.
Se volete sentirvi principi o principesse per una notte, valutate l’idea di pernottare in una delle camere della fortezza.
Le stanze sono dotate di ogni comfort ad eccezione dell’aria condizionata, un plus attualmente non concesso alle dimore storiche.
La piscina esterna è accessibile a pagamento anche per quanti non sono ospiti dell’albergo (a meno che non sia stata riservata agli invitati di una festa privata o di un ricevimento).
Tutti i servizi, inclusa la visita guidata alla residenza della Marchesa, vanno prenotati per tempo tramite email.
Tariffe, riduzioni e orari di apertura sono disponibili sul sito internet della fortezza.
Compiano: dove si trova, come arrivare e cosa vedere nel borgo
Il Castello di Compiano domina dall’alto la vallata su cui scorre placido il fiume Taro, nell’estrema propaggine occidentale della provincia di Parma.
Incastonato tra tre Regioni italiane, dista poco più di 60 chilometri dalla Riviera Ligure, 80 chilometri dalla città del Teatro Regio e solo un centinaio dalla Versilia.
Dal capoluogo di provincia emiliano sono previsti dei collegamenti giornalieri tramite autobus, gestiti dall’azienda locale dei traporti TEP.
Vi piacciono le fortezze e siete degli inguaribili romantici? Vi consiglio di esplorare anche un altro splendido maniero del parmense, il Castello di Torrechiara. Sono sicura che ve ne innamorerete.
La stazione ferroviaria più vicina è invece quella di Borgo Val di Taro, una località che dista 11 chilometri da Compiano.
Indubbiamente, il modo più comodo per raggiungere questo piccolo paradiso avvolto nel silenzio, è in automobile.
Una volta arrivati a destinazione, potrete parcheggiare gratuitamente in Piazzale Ilaria Alpi.
Questo slargo è intitolato alla giornalista, nata a Roma da genitori originari di Compiano, uccisa a Mogadiscio nel 1994.
Proseguite per 200 metri a piedi fino all’ingresso del castello, situato in Via Marco Rossi Sidoli, 15.
Il borgo, annoverato tra i più belli d’Italia, è completamente pedonale (tranne che per i residenti) e si estende alle pendici della fortezza.
Consiste in un piccolo grappolo di case, cinto da mura e letteralmente aggrappato al versante collinare.
Concedetevi una passeggiata lungo Via Rossi Sidoli (procedete adagio perché la strada è in discesa) o Via Duca degli Abruzzi e raggiungete la terrazza panoramica che si apre dinanzi all’elegante ristorante La Vecchia Compiano.
La vista da quassù è assolutamente magnifica e la valle, con i suoi ritmi lenti ed i rumori pressoché assenti, sembra essere rimasta ferma nel tempo.
Sbaglio o non vedete già l’ora di lasciarvi affascinare dal Castello di Compiano?
18 risposte
Ebbene si, la tua descrizione mi ha affascinato molto. L’Emilia ha tantissimi castelli e residenze nobiliari da poter visitare, questa non ho ancora avuto il piacere di vederla, mi hai dato un ottimo consiglio per una prossima gita domenicale.
I castelli della provincia di Parma sono davvero affascinanti e celano delle storie sempre incredibili.
Non sapevo che i Landio fossero gli antenati dei regnanti di Monaco. Che piacere scoprire questa struttura in lungo e in largo con il tuo dettagliato racconto. E non ti nego che forse anch’io, se avessi abitato nelle vicinanze, l’avrei scelta come location per il nostro matrimonio.
Sono stata a Parma, ma non ho visitato
ancora il vicino Castello di Compiano. Da ciò che qui mlne scrivi mi sa che non dovrò assolutamente perderlo.
I castelli in provincia di Parma sono uno più bello dell’altro e quello di Compiano non fa eccezione.
Sposarsi in un castello deve essere alquanto suggestivo.
Ma sai che mi hai dato un sacco di consigli per un week end fuori porta questa primavera? Dormirei volentieri in una delle camere della fortezza, visitandola con calma e poi alla fine una bella cena di panigacci, che sono la mia passione!
Mi fa piacere, sono certa che la tua sarà un’esperienza da principessa.
Ci sono stata l’anno scorso in una piovosissima giornata di fine aprile, una giornata davvero uggiosa resa però straordinaria dalla visita di questo maniero meraviglioso!
I castelli sotto la pioggia sono ancora più suggestivi.
Curioso scoprire che i principi di Monaco hanno un pò di sangue italiano nelle vene!! Bellissimo castello, mi sono sempre chiesta come si vive in luoghi del genere, così ricchi di storia. Chissà se c’è anche un fantasma?!
Nessuno mi ha mai parlato di un fantasma, anche se l’anima della Marchesa Gambarotta rivive sicuramente nelle stanze della casa museo ed il suo corpo riposa nella cappella del castello.
Non ti sbagli per niente: non vedo l’ora di lasciarmi affascinare dal Castello di Compiano! Da tempo sogno di dormire in un castello o in una dimora storica, e questa mi permetterebbe di organizzare facilmente un weekend. Ho dato un’occhiata alle camere dell’albergo e sono davvero bellissime: non sarebbe per niente male un soggiorno con visita guidata e cena.
Non vedo l’ora di leggere la tua recensione 🙂
Bello il castello, bello l’albergo, ma vogliamo parlare dei panigacci? 😉 Non sapevo li facessero fin quasi a Parma, li ho sempre mangiati dall’altra parte degli Appennini, buonissimi!
Davvero buoni, consentono di terminare la visita nel migliore dei modi.
Ma che bello, mi piacerebbe visitarlo ma andarci anche a dormire, deve essere fantastico!
Dormire in un castello deve essere un’esperienza incredibile.