Cosa fare a Vieste: il Museo Archeologico

tomba dell'élite presso Museo Civico Archeologico di Vieste

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Se vi state chiedendo cosa fare a Vieste quando piove oppure al termine di una giornata al mare, vi suggerisco di visitare il Museo Civico Archeologico intitolato a Michele Petrone.

Inaugurato il 27 Giugno 2019, espone numerosi reperti archeologici rinvenuti sul territorio viestano.

Si tratta di importanti testimonianze degli usi e dei costumi dei popoli che, nel corso dei secoli, si sono avvicendati lungo la costa garganica.

Cosa fare a Vieste quando piove: visitare il Museo Civico Archeologico Michele Petrone

Vieste, nota ai più per le bianche falesie lambite da acque turchesi, aggiunge così un tassello fondamentale alla sua già ampia offerta turistica.

Grazie all’apertura del Museo Archeologico infatti, non solo i cittadini di Vieste ma anche i tanti visitatori che scelgono la città dei trabucchi come meta delle loro vacanze estive, possono conoscere in maniera approfondita e con il supporto di una guida, l’antichissima storia locale.

Tuttavia, vi è anche un aspetto più strettamente pratico, che ci tengo a sottolineare.

Può succedere, quando si trascorre anche solo una settimana in una città di mare, che nuvoloni scuri e carichi di pioggia tentino di ostacolare la tanto attesa ricerca dell’abbronzatura perfetta, costringendo il malcapitato turista ad annoiarsi in albergo o peggio, ad anticipare il rientro a casa.

Solitamente, in circostanze come queste, vicoli, negozi e botteghe del centro storico di Vieste si popolano di curiosi, avvolti in comode felpe per proteggersi dai temporali o dal vento.

Visitare il Museo Archeologico dunque, può essere una valida alternativa agli spiacevoli ingorghi e alle file interminabili, che attendono coloro che si riversano nella cosiddetta Vieste Vecchia, quando il sole si nasconde anche solo per qualche ora.

Mettetevi comodi dunque, perché è arrivato il momento di cominciare la nostra visita!

Museo Civico Archeologico Michele Petrone: la sede

Il Museo Civico Archeologico Michele Petrone occupa parte dell’antico complesso conventuale dei Cappuccini, costituito originariamente da una chiesa (tutt’ora esistente) e da un convento.

Si trova al di fuori del centro storico di Vieste, in prossimità del porto cittadino.

Una lapide all’interno della chiesa, oggi intitolata al SS. Sacramento, ma anticamente detta della Beata Vergine degli Angeli, riporta la data di edificazione della struttura, collocata nel 1630.

Il convento rimase chiuso per lungo tempo, finché il Comune di Vieste non decise di riqualificarlo, scegliendolo come nuova sede del Museo Civico Archeologico (in sostituzione del precedente Museo Civico situato in Via Celestino V, a pochi passi dalla Cattedrale di Vieste).

Museo Civico Archeologico di Vieste: le sale espositive

La guida accoglie il visitatore nel piccolo e grazioso chiostro che caratterizza l’ex convento, per accompagnarlo nelle sale espositive, disposte su due piani, secondo l’ordine cronologico dei reperti.

Le miniere della Defensola: le più antiche d’Europa

Il territorio di Vieste era ricco di selce, roccia molto utilizzata dall’uomo preistorico per produrre utensili di uso quotidiano, poiché facile da scheggiare.

Nel 1981 è stata scoperta in maniera del tutto fortuita, in località Defensola, la prima di una serie di miniere sotterranee, che fungevano da luogo di approvigionamento della selce.

Pensate: si tratta della miniera più antica dell’intera Europa!

Una volta cominciati gli scavi nel 1986, è stato possibile individuare ambienti sovrapposti, caratterizzati da diverse camere, da pilastri, che avevano il compito di sostenere il soffitto e persino da muretti a secco, utili a rinforzare le pareti e garantire che le operazioni estrattive si svolgessero in sicurezza.

I minatori procedevano orizzontalmente, illuminando le cavità con le lucerne. Si stima che da queste miniere sia stato possibile ricavare circa 400 tonnellate di selce, un lavoro notevole se si pensa che è stato svolto circa 7.000 anni fa.

Dal momento che sono stati rinvenuti numerosi vasi in ceramica completamente integri (oltre a picconi, presumibilmente adoperati per l’attività estrattiva), gli studiosi ritengono che le miniere siano state abbandonate frettolosamente, forse dopo un evento sismico.

alcuni dei picconi rinvenuti nelle miniere della Defensola a Vieste

Una curiosità: le pareti delle miniere presentano in alcuni punti, delle iscrizioni che non è stato ancora possibile decifrare. Si suppone che tali simboli possano riferirsi all’attività dei minatori oppure che questi, in un momento di pausa, abbiano deciso semplicemente di lasciare dei segni, per occupare il tempo libero a loro disposizione.

Oggi il Parco archeologico della Defensola, oggetto di scavi, non è visitabile.

Tuttavia, nelle sale del piano terra del Museo Civico Archeologico Petrone di Vieste, è possibile ammirare alcuni tra gli oggetti qui rinvenuti, così da conoscere più da vicino, l’attività estrattiva svolta con tale perizia dai nostri antenati.

L’affresco di San Francesco che riceve le stimmate

Solo pochi giorni prima della mia visita al Museo Civico Archeologico, è stata resa nota la scoperta di un affresco.

Risale al 1600 o più probabilmente al 1700 e raffigura San Francesco d’Assisi nel momento in cui riceve le stimmate.

lunetta dell'ex convento dei Cappuccini con affresco di San Francesco a Vieste

Non è stato ancora possibile risalire all’identità dell’autore dell’opera, realizzata sulla lunetta dell’antico refettorio del convento, oggi occupata da una delle sale del museo.

La figura a sinistra del Santo di Assisi dovrebbe essere San Leone mentre il piccolo edificio sacro alla sua destra, riprodurrebbe la Chiesa di San Francesco di Vieste.

Non vi nego che questo recente ritrovamento ha incuriosito moltissimo gli stessi viestani, che nei giorni immediatamente successivi alla diffusione della notizia, hanno affollato il chiostro del museo, chiedendo di poter ammirare da vicino l’affresco.

Le iscrizioni messapiche

Le modalità con cui le iscrizioni messapiche riapparvero sul territorio viestano, sono alquanto curiose.

Nel 1800 il signor Biase Abatantuono, nell’ambito di alcuni lavori all’interno del suo terreno, situato in prossimità della chiesa intitolata alla Madonna del Carmine, trovò alcune lapidi.

Pensò bene di utilizzarle per la costruzione di un edificio rurale, senza comprendere la reale portata della sua inconsapevole scoperta.

Si trattava infatti di lapidi contenenti alcune iscrizioni di lingua messapica, idioma molto diffuso in Puglia tra il VI e il II secolo a.C., seppur con varianti diverse.

Michele Petrone, più di un secolo dopo la scoperta del signor Abatantuono, venne a conoscenza di quell’antico ritrovamento, a cui ne seguirono altri attorno al 1920.

Decise immediatamente di renderlo noto, catturando l’attenzione della Sovrintendenza pugliese che, circa trent’anni dopo, non solo ne confermò l’autenticità, collocandole tra il III e il II secolo a.C., ma ne scoprì delle altre.

Nel complesso, l’intero territorio di Vieste rivelò ben sette iscrizioni messapiche, molto probabilmente dedicate alla dea Demetra.

Ne è una prova l’invocazione Diva Damatira, ben visibile sul frammento esposto all’interno del Museo Civico Archeologico di Vieste.

Museo Civico Archeologico di Vieste: perché è intitolato a Michele Petrone

Michele Petrone (1867-1935), a cui è intitolato il complesso museale di Vieste, fu un medico e un grande appassionato di storia e di archeologia.

È grazie alla sua passione per l’antichità oltre che ad un forte attaccamento al territorio viestano, che il Comune potè istituire il primo Museo Civico cittadino, nel 1988.

Qui, oltre alle già citate iscrizioni messapiche, vennero esposte anche monete e altri oggetti rinvenuti dal dottor Petrone durante gli scavi successivi.

La tomba dell’élite

Una delle sale più ampie del primo piano del Museo Civico Archeologico è dedicata alla tomba dell’élite, rinvenuta nel 2005 nell’ambito di alcuni lavori nel cortile del Palazzo del Comune di Vieste.

Pensate: gli scavi hanno consentito di recuperare una cassa (risalente al III o al II secolo a.C.) contenente i resti di ben 26 defunti e un notevole corredo funerario.

Grazie ai tanti oggetti portati alla luce, è possibile supporre che questo sepolcro appartenesse a famiglie nobili e agiate.

Oltre a lucerne e vasi infatti, possiamo annoverare: specchi, pendenti, splendide colombe (simbolo della dea Venere), sontuosi bicchieri e persino alcuni strigili.

parte del corredo della tomba dell'élite a Vieste

Questi ultimi erano adoperati nell’antichità per detergere la pelle del corpo dopo aver fatto attività fisica (una sorta di scrub ante litteram, per intenderci).

L’elemento di maggior spicco però, è un minuscolo sigillo in cristallo di rocca, al cui interno è stato sapientemente riprodotta la figura di un cane.

Non potrà non attirare la vostra attenzione!

Stele della Daunia

La produzione di stele è uno dei tratti distintivi della civiltà dei Dauni, che abitava anticamente queste terre.

Si trattava essenzialmente di lapidi rettangolari, poste in prossimità dei luoghi di sepoltura, arricchite di iscrizioni, su cui erano collocati dei volti, stilizzati.

È possibile distinguere le stele maschili da quelle femminili grazie alle tipologie di raffigurazione.

Nel primo caso si prediligevano simboli legati al mondo della caccia mentre nel secondo, si dava spazio a scene di vita quotidiana.

Pensate: la prima stele fu rinvenuta all’interno di una farmacia di Manfredonia, in maniera del tutto casuale, da Silvio Ferri.

Costui, che da quel momento cominciò a setacciare il territorio garganico alla ricerca di altre testimonianze della civiltà dauna, ne trovò in tutto circa 1.200.

La stele esposta nelle immediate vicinanze del corredo funerario della tomba dell’élite, proviene da un’asta e raffigura scene di caccia. È stata acquistata a Londra nel 2017 e, molto presumibilmente, è da ricondurre ad uno scavo clandestino.

Nella stessa sala, sono inoltre esposte le lucerne e gli altri utensili emersi durante gli scavi che hanno interessato l’area archeologica Santa Maria di Merino e la vicina Necropoli La Salata (che vi consiglio di visitare).

La Necropoli di Ripe Castello

Durante alcuni lavori nelle vicinanze dell’hotel Svevo, situato nella parte alta del centro storico di Vieste, nel 1982 venne alla luce una necropoli.

Sono state rintracciate ben otto tombe, verosimilmente risalenti all’età ellenistica (tra la fine del IV secolo a.C. e l’inizio del II secolo a.C.).

I corredi funerari contenevano, tra gli altri: strigili, specchi, anfore e una colomba, oggi esposti nelle sale del Museo Civico Archeologico di Vieste.

Il culto di Venere Sosandra

Negli ultimi anni l’interesse degli archeologi si è rivolto spesso verso l’isolotto di Sant’Eufemia, sede del faro di Vieste.

Qui infatti si erge la grotta che, molto presumibilmente, accoglieva nell’antichità il culto della dea Venere chiamata Sosandra (ovvero, Salvatrice).

Uno degli aspetti più interessanti legati a questa cavità è che sulle sue pareti sono riportate 200 incisioni appartenenti ad epoche diverse.

Ciò vuol dire che la grotta costituì un luogo di passaggio fino all’età moderna, ovvero ben oltre la scomparsa del culto di Venere Sosandra.

Il Museo Civico Archeologico espone alcuni degli oggetti votivi dedicati alla dea.

Il complesso termale e la villa di età imperiale

Nel 1987 fu rinvenuto, nel pieno centro di Vieste (tra Viale XXIV Maggio e Corso Fazzini), un complesso termale, risalente all’età tardo repubblicana.

Tra gli oggetti qui individuati, spicca un’enorme mano di bronzo, appartenuta quasi sicuramente ad una statua.

mano del complesso termale rinvenuto a Vieste

Le mostre temporanee del Museo Civico Archeologico di Vieste

Gli ambienti dell’ex convento, oltre a reperti antichissimi e di notevole pregio, nel 2022 hanno ospitato una mostra dedicata all’Unione Europea, chiamata per l’appunto: Europe Experience.

Si tratta di un omaggio a due anniversari che l’Europa unita ha celebrato quell’anno:

  • la firma del Trattato di Maastricht (7 Febbraio 1992);
  • l’introduzione dell’Euro come moneta unica per tutti Paesi membri (1 Gennaio 2002).

L’ingresso alla mostra ha consentito ai visitatori di vivere un’esperienza altamente immersiva.

È stato possibile ripercorrere in circa trenta minuti, la storia dell’Unione Europea e della sua evoluzione, nel corso degli anni.

Una voce narrante ha supportato le immagini, che hanno invaso per intero le pareti della stanza.

Affrontavano dodici argomentazioni diverse, tante quante sono le stelle sullo sfondo blu sulla bandiera dell’Unione.

mostra immersiva Europe Experience a Vieste

Dal 2 Agosto al 30 Settembre 2022 invece, la mostra Andy Warhol e tracce sul Novecento, una raccolta di trenta capolavori di altrettanti artisti che hanno caratterizzato il secolo breve, ha invaso pacificamente le sale del museo.

Da Giorgio Morandi a De Chirico, da Pablo Picasso ad Andy Wharol, passando per alcuni rappresentanti della Pop Art italiana e del Futurismo.

E il 2023? Il Museo Civico Archeologico ha accolto l’attesissima mostra Banksy a Vieste, visitabile fino al 13 Settembre.

L’esposizione vanta numerose serigrafie note e meno note, tra le più provocatorie dello street artist di Bristol.

Sale ends today (2007) ad esempio, mostra un gruppo di donne piangenti dinanzi alla Passione di Cristo, sostituita da un avviso di chiusura dei saldi, reale fonte di disperazione di massa nell’età contemporanea.

Dello stesso tono, Jesus Christ with shopping bags (2005), nota anche come Consumer Jesus, che critica la commercializzazione del Santo Natale.

Una parte della mostra, dal titolo Banksy4Ukraine, è dedicata alle sei opere che il britannico realizzò sui muri di Kiev, dopo l’inizio delle ostilità con la Russia.

Non potevano certo mancare infine, alcuni dei capolavori che hanno consacrato Banksy a livello mondiale.

Oltre alla famosissima Girl with balloon (2004-2005), non posso non citare Love is in the air (2013).

Quest’ultima, anche detta Flower Thrower (ovvero, il lanciatore di fiori), si presenta suddivisa in tre composizioni distinte.

Ciascuna di esse è collocata all’interno della cornice originale, realizzata da Banksy per un negozio temporaneo londinese nel 2019.

Love is in the air di Banksy a Vieste

Apparsa per la prima volta a Gerusaleme, sul muro che separava palestinesi ed israeliani, è il simbolo dell’esposizione di Vieste.

Visita al Museo Civico Archeologico di Vieste: cosa sapere

Dal momento che il Museo Civico Archeologico di Vieste si trova nelle immediate vicinanze della Parrocchia del SS. Sacramento, il mio consiglio è di evitare di programmare la visita durante gli orari delle messe.

I rintocchi delle campane ed i canti dei fedeli, potrebbero ostacolare la comprensione delle parole della guida, che condividerà con voi ogni momento della visita.

Molto meglio attendere il termine delle celebrazioni, considerando inoltre che il museo resta aperto fino a tarda sera.

Nel complesso, la visita alle sale espositive dura circa 40 minuti, ai quali dovete aggiungerne altri 30 da dedicare alla mostra Europe Experience.

Vi suggerisco pertanto, di consultare il personale del museo prima di pianificare il tour, soprattutto se dovete inserirlo in un programma più ampio, che prevede altre tappe sul territorio garganico.

Potete contattare il Museo Civico Archeologico Michele Petrone di Vieste secondo tre differenti modalità:

La prenotazione non è obbligatoria ma poiché gli orari di apertura potrebbero subire delle variazioni, vi invito a informarvi preventivamente.

Museo Civico Archeologico di Vieste: come raggiungerlo e dove parcheggiare

Il Museo Civico Archeologico Michele Petrone si trova in Piazzetta Cappuccini, non lontano dal porto di Vieste. Nelle sue immediate vicinanze è collocato un parcheggio a pagamento.

In alternativa, potete raggiungerlo a piedi, così da concedervi una splendida passeggiata lungo il molo, davvero suggestivo sia all’alba che al tramonto.

io e Floriana la guida del Museo Civico Archeologico di Vieste

Ringrazio il Polo Culturale di Vieste e ArcheoLogica srl per avermi concesso di visitare il Museo Civico Archeologico in compagnia di Floriana Baldi, guida viestana appassionata e competente.

Se vivete a Vieste o pensate di visitare la città garganica durante le prossime vacanze, non dimenticate di inserire questo museo nel vostro itinerario.

Sono certa che anche voi, come me, ne sarete piacevolmente e sorprendentemente colpiti.

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Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

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24 risposte

  1. Siamo stati a Vieste tantissime volte e il sole ci ha sempre accompagnato, forse per questo non abbiamo mai visitato questo museo che contiene reperti archeologici molto interessanti. La mostra temporanea che apre proprio oggi è molto interessante, sarebbe un’ottima occasione per tornare a visitare questa bellissima città.

  2. Adoro questo genere di articolo, consigliare al viaggiatore anche quel qualcosa di diverso da poter fare in piena estate e non solo le solite cose: mare, spiagge, cosa mangiare ecc ecc! E poi credo che con i bambini sarebbe ancor più divertente passare una giornata diversa ed imparare qualcosa!

    1. Concordo. I bambini sono sempre molto affascinati dalla storia più antica e poi le guide qui sono giovani, sorridente e competenti , sapranno sicuramente come coinvolgerli.

    1. Le miniere non sono visitabili perché sono ancora oggetto di scavi ma quello che viene trovato qui, lo si può vedere al museo . Se rileggi l’articolo scoprirai che il museo è in centro città mentre le miniere a diversi chilometri di distanza quindi, non sarebbero comunque inclusi in un solo tour. Penso tuttavia che le mostre temporanee potranno comunque regalarti una splendida conclusione della visita.

  3. Non ricordavo questo museo pur essendo stata a Vieste, infatti leggendo ho visto che è davvero recente. Visitai invece quello delle conchiglie, c’è ancora?

  4. Vieste è cambiata proprio tanto rispetto a quando ci andavo da piccola. Mi fa molto molto molto piacere vedere che si è ravvivata così tanto dal punto di vista culturale, non ricordo tale impegno vent’anni fa. Spero tanto di tornarci un giorno, sarà bello confrontare i miei ricordi con la Vieste di oggi.

    1. Io penso che il discorso sia molto più generale. Il turismo nell’ultimo ventennio è cambiato enormemente e come ogni cambiamento richiede di evolversi per sopravvivere. Vieste è una località storicamente nota per le sue spiagge che ha saputo ampliare la sua offerta a settori quali l’arte, la cultura e la natura valorizzando risorse che già avevano un enorme valore (o potenziale tale) intrinseco ma che hanno acquisito un ulteriore valore nella percezione del turista.

  5. Questo museo sembra davvero ricchissimo di cose interessanti! Mi affascinano soprattutto le tracce lasciate da civiltà forse meno conosciute, come quella dei Dauni o quella dei Messapi, al di là dei soliti antichi romani. Grazie davvero per la dritta!

  6. La storia di Abatantuono è bellissima! Varrebbe la pena una visita anche solo per quella anche se in effetti quello che vorrei davvero poter vedere è la miniera di selce perchè, girovagando, anni fa trovai un’ascia che mi fu detto fosse fatta con materiale probabilmente proveniente da lì, nonostante il ritrovamento fosse avvenuto molto distante. Era stata definita un segno dei commerci preistorici e sono sempre stata incuriosita da questo fatto e da quanta strada anche in tempi così remoti potevano attraversare le merci.
    Ovviamente per avere un’idea precisa di questi antichi scambi dovrei farmi tutta la strada a piedi… ma dubito che quello succederà mai!

    1. Grazie per aver condiviso la tua personale esperienza. Spero che diventi visitabile presto anche l’isolotto di Sant’Eufemia, anch’esso oggetto di scavi a Vieste.

  7. Adoro i musei archeologici e questo sarebbe sicuramente una tappa se visitassi Vieste. È sempre molto interessante scoprire le origini e il passato dei luoghi che si visitano!

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