Cosa vedere al Museo Egizio di Torino

la Tomba di Kha al Museo Egizio di Torino

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Il Museo Egizio di Torino è uno dei più importanti al mondo, secondo solo a quello del Cairo: ma cosa vedere assolutamente tra le sue sale espositive, durante una visita?

Grazie a Barbara di Somewhere Tours & Events, che mi ha fatto da guida in questo viaggio alla riscoperta della civiltà degli Antichi Egizi, per me è stato come fare un tuffo nel passato.

Il suo racconto, così appassionato e ricco di dettagli, mi ha accompagnato da una sala all’altra, dandomi l’impressione di spostarmi da una sponda all’altra del fiume Nilo.

Ripercorriamolo insieme!

Cosa vedere al Museo Egizio di Torino: i primi reperti tra storia e curiosità

Pensate che il primo reperto pervenuto a Torino risale al 1626.

Si tratta della Mensa isiaca, acquistata da Carlo Emanuele I di Savoia, affascinato dall’antica civiltà delle piramidi.

Consiste in una tavoletta bronzea (75 cm x 130 cm) raffigurante al centro Iside, la dea del pantheon egizio, realizzata a Roma tra I secolo a.C. e il I secolo d.C.

Tale fu l’interesse suscitato da questo prezioso oggetto, che si decise di inviare una spedizione in Egitto, per approfondire le conoscenze storiche in merito.

Nella seconda metà del 1700 il professor Vitaliano Donati si recò nella terra dei Faraoni, per effettuare scavi che riportarono alla luce anche grandi statue .

Alla fine del secolo successivo Ernesto Schiaparelli, sovrintendente del Museo, guidò personalmente alcune spedizioni.

È anche grazie a queste illustri personalità, se la collezione del Museo crebbe fino a superare i 30.000 pezzi.

Importanti ristrutturazioni furono svolte anche nel secolo scorso.

Venne ricomposto il tempietto rupestre di Ellesija, donato dal Governo Egiziano come segno di riconoscimento verso l’Italia.

Pensate che per permettere che fosse trasferito al Museo, fu tagliato in 66 blocchi e poi ricostituito.

Ulteriori modifiche furono apportate allo Statuario in occasione dei Giochi Olimpici svoltisi a Torino nel 2006, ad opera del grande scenografo Dante Ferretti.

io e Barbara davanti al Museo Egizio di Torino al termine della visita

Nel 2015 infine, il Museo è stato oggetto di una grande opera di ristrutturazione, che ha raddoppiato la superficie espositiva, collocata nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze di Torino.

Cosa vedere al Museo Egizio di Torino durante la visita

La mummia predinastica

Risalente al 3.500 a.C., la mummia predinastica è esposta con il suo corredo funebre, in posizione fetale.

Prima dei famosissimi sarcofagi infatti, i defunti venivano posti all’interno di buche scavate nel terreno.

mummia predinstica al Museo Egizio di Torino

La Tela di Gebelein

La Tela di Gebelein (4500 – 3100 a.C.), è la più antica pittura su lino mai rinvenuta.

Su questi pannelli dipinti di rosso, nero e bianco, sono raffigurate scene di caccia e navigazione.

La Statua della Principessa Redji

La Statua della Principessa Redji (2592 – 2543 a.C)., è una delle statue più antiche del Museo. Dal momento che presenta una postura rigida ed il collo abbastanza corto, si suppone sia stata realizzata come una sorta di sostituta della defunta Redji.

Il Sarcofago di Duaenra

Il Sarcofago di Duaenra, risalente al periodo compreso tra il 2543 e il 2435 a.C., è così chiamato perché appartenente al principe Duaenra.

Risulta più piccolo dei sarcofagi a cui siamo abituati perché la posizione del defunto è ancora fetale e non sdraiata.

Sarcofag di Duaenra al Museo Egizio di Torino

La Tomba degli Ignoti

La Tomba degli Ignoti (2400 a.C.), fu rinvenuta a Gebelein ed era costituita da un corridoio e tre camere. Qui erano disposti dei sarcofagi contenenti le rispettive mummie e corredi funerari.

La mummia esposta è la più antica del Museo. Presenta un bendaggio separato: le gambe cioè, non sono fasciate insieme, ma separate.

Un altro elemento distintivo è che la maschera funeraria è posta sul volto.

Può darsi che, durante la fase di preparazione, quando il cervello veniva estratto dalle narici, per preparare il defunto ad elevarsi verso l’Aldilà, la scatola cranica si fosse rotta.

Per questo motivo, la maschera funeraria venne posta direttamente sul volto, poiché nessuno poteva essere mandato all’Aldilà con il collo piegato in avanti.

La Tomba di Ifi e Neferu

La Tomba di Ifi e Neferu venne scoperta a Gebelein e risale al periodo compreso tra il 2118 e il 1980 a.C.

Apparteneva a Iti e sua moglie Neferu. Notevoli sono le pitture delle pareti di questo monumento funerario, che occupano un intero corridoio del secondo piano del Museo.

La Tomba di Ini

Databile tra il 2160 e il 2040 a.C., la Tomba di Ini apparteneva a un governatore locale, Ini per l’appunto, che fu sepolto con un ricco corredo funerario.

Nel complesso, spicca la statua in legno raffigurante il defunto con il piede sinistro in avanti ad indicare la vita.

Il lato sinistro è quello del cuore, l’unico organo che veniva lasciato all’interno del defunto prima della mummificazione, perché si riteneva fondamentale per il passaggio all’Aldilà, in quanto costituiva per gli Egizi la sede dell’anima.

Interessanti i due occhi rappresentati su un lato del sarcofago.

Il corpo infatti, disposto in posizione fetale, doveva avere il viso rivolto verso questi due occhi, che simboleggiavano una speranza di vita ultraterrena.

Il Papiro di Deir el-Medina

Tra il 1525 e il 1504 a.C. re Amenhotep istituì un gruppo di artigiani specializzati che il suo successore, Thutmosi I, distribuì in un villaggio, i cui ruderi vennero riportati alla luce da Schiaparelli, ai primi del 1900.

Una curiosità: dai resti del Papiro di Deir el-Medina, si evince che gli operai scioperarono perché non veniva dato loro abbastanza cibo.

La Tomba di Kha e Merit

La Tomba di Kha e Merit è datata 1400 a. C. e costituisce una delle scoperte più importanti di Schiaparelli.

Fu proprio lui ad aprire per la prima volta dopo più di 3.000 anni, la porta d’ingresso di questa tomba, dietro la quale sono stati ritrovati più di 500 oggetti intatti.

I sarcofagi di questa coppia di sposi, Kha, architetto al servizio di Amenhotep III e sua moglie Merit, sono splendidi nei colori e maestosi nelle dimensioni.

Sono stati riportati alla luce moltissimi oggetti di vita quotidiana, oltre alle vesti e a svariati accessori appartenenti ai due sposi.

Schiaparelli, che fotografava tutti i suoi reperti nell’istante in cui venivano rinvenuti, al momento di immortalare la maschera funeraria di Merit affermò che, quando se la ritrovò di fronte, gli pareva avesse un’espressione quasi malinconica.

Merit e il suo sarcofago al Museo Egizio di Torino

Dalle dimensioni del sarcofago in cui giaceva la defunta sposa, si è pensato che morì improvvisamente da giovane.

Presumibilmente non si riuscì a realizzare un sarcofago adatto alla sua esile corporatura e venne usato per lei, quello destinato al marito Kha, molto più alto della sua sposa.

Il Sarcofago di Butehamon

Il Sarcofago di Butehamon risale al Terzo Periodo Intermedio (tra il 1100 e il 600 a.C.).

Apparteneva ad uno scriba reale. L’interno del coperchio del sarcofago e quello del falso coperchio (che si poneva sul defunto, quasi per fermarlo nel suo ultimo viaggio), sono interamente ricoperti da iscrizioni.

Le Tre Sorelle

Di Epoca Tarda (tra il 664 e il 332 a C.), le mummie di tre sorelle, custodite nei rispettivi sarcofagi, furono tra i primi reperti ad arrivare al Museo, nella seconda metà del 1800.

Pare che fossero morte improvvisamente, a causa di intossicazione alimentare, a poca distanza l’una dall’altra.

Il Tempio di Ellesija

Il Tempio di Ellesija fu fatto edificare nel 1430 a.C. da Thumosi III, vicino ad Abu Simbel.

Nel 1960 si cominciò la costruzione della diga di Assuan e dal momento che il lago Nasser avrebbe potuto danneggiare Abu Simbel e tutti i templi lì situati, si decise di dare avvio ad un’azione di salvataggio di tali monumenti.

L’Egitto fu talmente colpito dal contributo fornito dall’Italia in questa operazione, che decise di donare al nostro Paese proprio il tempio di Ellesija.

È possibile visitare le pareti interne di questo tempietto e devo dire che è strabiliante poter ammirare le tante iscrizioni che le decorano.

Pensate che sono ben visibili anche delle croci, segno del passaggio dei cristiani.

La Galleria dei Re

Altissime pareti ricoperte di specchi e luci basse, mi hanno accolto nella sala più spettacolare del Museo, la Galleria dei Re.

Galleria dei Re del Museo Egizio di Torino

Oltre alle splendide sfingi in arenaria, col corpo di leone e il volto del faraone, spicca la maestosa statua di Ramses II (dal 1303 al 1212 a.C.).

Fu scoperta nel 1800 dal francese Champollion e raffigura uno dei più noti faraoni egizi con il bastone pastorale in una mano e il tipico casco in cuoio sul capo. A uno dei due lati sua moglie, Nefertari.

Ora che sapete cosa vedere nelle splendide sale espositive del Museo Egizio di Torino, cosa aspettate a prenotare una visita?

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Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

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14 risposte

  1. Il museo Egizio di Torino credo sia in assoluto uno dei musei più belli che abbia mai visto. Ci sono stata non molti anni fa, dopo il restauro, e ci avrei potuto passare anche tutta la giornata da quanto era interessante. Davvero un must per ogni visita a Torino.

  2. Sono stata al Museo Egizio a dicembre dell’anno scorso, durante la mia prima volta a Torino. Era un sogno per me ed è stato il primo luogo che ho visitato. Prima o poi ne parlerò anche io sul blog.

  3. Il Museo Egizio di Torino era la tappa fissa di tutte le gite delle elementari e delle medie, e ogni volta trovavo bellissimo poter vedere di persona quello che ci avevano fatto studiare sui libri. Ci sono tornata credo un paio di anni fa e ho trovato tante novità rispetto alle prime visite ai tempi della scuola. Un posto davvero affascinante che consiglio a tutti quelli che hanno intenzione di visitare Torino.

  4. Ero un po’ scettica prima di visitare il museo Egizio, pensavo fosse il classico museo con teche di vetro un po’ noiosetto. Invece devo dire che quello che conserva è di rara bellezza. Già all’ingresso sono rimasta affascinata dal lunghissimo papiro e alla fine….ci abbiamo messo 3 ore a girarlo tutto!

  5. La storia degli egizi mi ha sempre affascinato e ho visitato molti siti e musei che conservano antichi reperti di questa civiltà, come il museo del Cairo e il Luovre a Parigi, mi prometto sempre di visitare anche il museo di Torino.

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