Se siete alla ricerca di un itinerario che vi permetta di approfondire le bellezze dell’Appennino modenese, seguite le mie orme e quelle altre blogger emiliane, in un percorso alla scoperta del Castello di Montecuccolo e del Ponte di Olina.
È proprio qui, nel territorio di Pavullo nel Frignano, che abbiamo deciso di ambientare la nostra prima grande reunion.
Dal Castello di Montecuccolo al Ponte di Olina: itinerario alla scoperta dell’Appennino modenese
Con il nostro progetto, denominato Viaggi.Cibo.Emilia infatti, ci proponiamo di raccontare luoghi più e meno noti delle province emiliane.
Il profondo attaccamento al territorio dunque, ci ha spinte ad inoltrarci in un viaggio indietro nel tempo, alla corte della famiglia Montecuccoli.
Pronti a scoprirne di più? Andiamo.
Castello di Montecuccolo
Il Castello di Montecuccolo è una fortezza dalla struttura imponente e complessa. Risulta infatti costituito da un primo nucleo (detto borgo superiore), che include la rocca e una serie di fabbricati limitrofi e da un secondo nucleo (detto borgo inferiore), che comprende il gruppo di edifici posti a ridosso della piazza.
La rocca è distinta a sua volta in due ambienti. il signore e la sua famiglia risiedevano nella rocca feudale, mentre la podesteria era riservata ai funzionari del feudo, alle prigioni e agli appartamenti del podestà.
È il mastio, un’alta torre a pianta quadrata, la costruzione più antica del maniero, a cui si affiancò successivamente una seconda torre.
Al XVI secolo risale invece la torretta rotonda, che si inserisce nel nuovo assetto generale del Castello di Montecuccolo, quando da fortezza medievale diventa una dimora signorile.
Il borgo superiore è cinto da mura, fondamentali a proteggere il castello da nemici ed invasori. Oggi, questa linea di confine tra terra e cielo, consente di perdersi con lo sguardo oltre le colline circostanti, riconnettendosi con se stessi e la natura.
Nel 1799, non si riuscì a contrastare l’avanzata delle truppe francesi, che devastarono quasi totalmente la rocca.
Uno degli oggetti d’arredamento che sfuggì alle loro razzie fu il camino del piano nobile, su cui campeggiano queste iscrizioni: la data 1488, le iniziali RA, il diamante simbolo degli estensi, lo stemma della famiglia Montecuccoli e una misteriosa spirale.
Stemma della famiglia Montecuccoli
Lo stemma della famiglia Montecuccoli raffigura un leone con sei colli da cui si intravedono rami di olivo. Secondo una leggenda infatti, il capostipite dei Montecuccoli, Matteo, ricevette queste terre in dono. Pare che avesse pescato da un’urna, una coccola di olivo e che da questo aneddoto sia nato il nome della famiglia e quindi, del castello, detto di Montecuccolo.
Siete appassionati di castelli e volete sapere quali sono le fortezze più belle dell’Emilia?
Consultate i miei articoli dedicati al Castello di Rossena e ai Castelli di Bianello e Carpineti. Sono certa che ve ne innamorerete!
Raimondo Montecuccoli
Si racconta che Raimondo Montecuccoli nacque nella stanza del Generale, all’interno del Castello di Montecuccolo, nel 1609.
Questo ambiente, sopravvissuto ai saccheggi degli invasori, oltre a essere stato abbellito da un camino con lo stemma della famiglia, è arricchito dalla presenza di decorazioni, stemmi di alcune casate con cui i Montecuccoli erano imparentati e motti latini.
Per scorgerli tutti, vi basterà rimanere con il naso all’insù per alcuni minuti: sono stati realizzati sulla parte superiore delle pareti della stanza, a ridosso del soffitto.
Raimondo nacque dall’unione tra Galeotto Montecuccoli e Anna Bigi, nobildonna di Ferrara. Privato della figura paterna a causa della prematura scomparsa di Galeotto, dovette mettersi a servizio del cardinale d’Este.
Ben presto tuttavia, si accorse che la sua vera passione era più legata alla vita militare che a quella ecclesiastica e così si arruolò nella Guerra dei Trent’anni.
Qui diede subito dimostrazione del suo grande valore sul campo di battaglia, non solo come valoroso combattente ma anche come arguto stratega.
Una curiosità: Raimondo fu anche uno scrittore. Compose anagrammi e aforismi, ma non solo.
Il suo Trattato sulla guerra fu d’ispirazione persino a Napoleone Bonaparte!
Morì nel 1680 a Linz, dove si era ritirato al termine di un’ultima vittoriosa battaglia ad Hagenau.
L’incrociatore Raimondo Montecuccoli
Il 2 Agosto 1934 fu varato l’incrociatore Raimondo Montecuccoli, impiegato, durante la Seconda Guerra Mondiale, sia come scorta che come mezzo di evacuazione. Prese parte a numerosi scontri negli anni del conflitto finché, il 31 Maggio del 1964 la sua bandiera fu ammainata per l’ultima volta.
Il motto dell’incrociatore, demolito nel 1972, non poteva che essere un celebre aforisma di Raimondo:
Festinando non procrastinando
Tuttavia, pare che ne avesse anche un secondo, ovvero:
Centum oculi
Questa espressione infatti, è l’anagramma di Montecuccoli, oltre che che un chiaro riferimento alle grandi abilità strategiche del Generale.
Durante la battaglia di Pantelleria del 15 Giugno 1942, a seguito di un colpo di cannone, la lettera o della parola oculi scomparve.
Poiché da quel momento, l’imbarcazione militare fu segnata da una serie di episodi alquanto fortunati, si decise di non riparare la scritta ma al contrario, di adoperare quel nuovo motto, ovvero: Centum culi.
I Musei del Castello di Montecuccolo
Le sale espositive allestite all’interno del Castello di Monrecuccolo costituiscono, a mio parere, uno dei motivi principali per i quali vi consiglio di effettuare una visita a questi luoghi.
Oltre ad un nuovissimo museo dedicato alla figura di Raimondo infatti, spiccano:
- una collezione di 35 Presepi, realizzati da Giuseppe Ricci;
- la Galleria, che espone 45 opere tra terrecotte, incisioni e disegni di Raffaele Biolchini, artista nativo di Niviano, frazione di Pavullo nel Fignano;
- il Museo Naturalistico del Frignano, istituito nel 1982 per documentare la fauna del territorio del Frignano;
- l’esposizione permanente Il paese ritrovato di Gino Covili, costituita da 10 quadri e 48 disegni dell’artista di Pavullo.
Museo Raimondo Montecuccoli
Nel 2021 l’associazione Il Frignano dei Montecuccoli, ha inaugurato il Museo Raimondo Montecuccoli, costituito da tre ambienti.
Il primo è una sezione dedicata alla storia del territorio, dove spicca una miniatura del Castello di Montecuccolo, sapientemente eseguita dall’artista Giuseppe Ricci.
Una curiosità: il plastico ripropone l’organizzazione della fortezza risalente ai secoli XVI – XVII, periodo nel quale era abitudine servirsi di una toilette esterna, come si evince da alcuni segni scuri, riprodotti dal signor Ricci sulla parete della torre, in corrispondenza del bagno.
Il secondo ambiente è invece incentrato sulla figura di Raimondo Montecuccoli e della sua famiglia. Tra i cimeli esposti, ce n’è uno che ha immediatamente risvegliato il mio interesse.
Pare che ad un’asta nello stato americano del Massachusets sia stato ritrovato un documento originale contenete una firma autografa di Raimondo Montecuccoli, datato 2 Maggio 1647.
All’epoca il Generale era in viaggio alla volta di Vienna, per presentare la sua relazione sui conflitti del fronte orientale nell’ambito della Guerra dei Trent’anni.
Quella che è esposta in questa sala del museo è la lettera, scritta in tedesco e fatta pervenire a Raimondo che, evidentemente dopo averla letta e approvata, ha riportato la scritta Vidi, seguita dalla sua firma.
La terza e ultima stanza, denominata non a caso: sala della guerra, è una vera e propria celebrazione delle grandi campagne belliche di Raimondo Montecuccoli.
Oltre alla già citata Guerra dei Trent’anni, spiccano informazioni e aneddoti legati alle imprese militari condotte nell’ambito della Guerra sul fiume Raab negli anni compresi tra il 1663 e il 1664 (dove guidò le truppe imperiali contro gli ottomani) e lo scontro con il maresciallo Turenne tra il 1672 e il 1675 (nel conflitto che vide contrapposti l’Impero asburgico e la Francia di Luigi XIV).
Presepi
Vi sono ben due ambienti dedicati ai presepi realizzati dal signor Giuseppe Ricci, nativo di Pavullo del Frignano.
Oltre a raffigurazioni della Natività, intese nel senso più classico della tradizione, non mancano miniature dedicate ai borghi del territorio dove, accanto a scene tipiche della vita quotidiana, vi è la riproposizione di alcuni dei monumenti più significativi, come il Castello di Montecuccolo.
Mi sono lasciata letteralmente incantare da ciascuna di queste installazioni, che mi hanno riportato con la mente ad uno dei momenti più felici della mia infanzia: la preparazione del presepe.
Ricordo che aspettavo con ansia l’8 Dicembre, giorno in cui avrei potuto acquistare le nuove statuine da affiancare alla Sacra Famiglia. Ogni anno, insieme ai miei fratelli, ci adoperavamo per riuscire ad accaparrarci i pupazzetti più belli e colorati.
Un momento di grande condivisione, che ricordo con molto affetto, anche a distanza di ormai quasi trent’anni.
Il Paese Ritrovato di Gino Covili
Gino Covili (1918 – 2005) ha realizzato il ciclo Il paese ritrovato tra gli anni 1996 e 1997, cercando di far rivivere, attraverso la sua opera, alcune scene di vita quotidiana della sua città natia, Pavullo nel Frignano, risalenti ai suoi ricordi più cari, ormai lontani nel tempo.
Con le sue opere infatti, l’artista ci riporta agli anni tra le due guerre mondiali, regalandoci dei momenti sospesi tra sogno e realtà, nei quali l’anima ritrova un piacevolissimo senso di pace.
Per comprendere le mie parole, vi basterà fermarvi per qualche minuto ad ammirare Il Paese dorme e sogna, uno dei capolavori di questo ciclo di Covili.
Il borgo, quasi del tutto coperto da una coltre di neve e illuminato dalla luna e dalla luce dei lampioni, trasmette un tale senso di calma da sembrare abbandonato.
Se non fosse stato per qualche finestra illuminata dall’interno, mi sarei immediatamente sentita catapultata all’interno di un paese fantasma.
Un consiglio: Il ciclo esposto all’interno del Castello di Montecuccolo è stato acquistato dal Comune di Pavullo nel Frignano, che ha deciso di renderlo così accessibile a tutti i visitatori della rocca.
Tuttavia, se volete approfondire la figura dell’artista, a soli 6 chilometri da qui, potete visitare la Casa Museo Covili, prenotando anticipatamente.
Visita al Castello di Montecuccolo: cosa sapere
È possibile esplorare gli ambienti della fortezza e le sale museali in compagnia di una guida. Per conoscere gli orari, i costi dei biglietti ed eventuali riduzioni e scontistiche, vi suggerisco di consultare il sito internet del Castello di Montecuccolo.
Tenete ben presente che ciascun tour può durare un’ora e mezza o anche due ore.
Avrete modo di utilizzare, in caso di bisogno, le toilette presenti nelle aree adibite a museo e di acquistare, nei pressi della biglietteria, qualche souvenir dedicato alla rocca e ai Montecuccoli.
Non lasciate la fortezza prima di aver fatto un giro tra le viuzze del suo caratteristico borgo, mi raccomando!
Oltre a lasciarvi ammaliare da scorci altamente instagrammabili, potrete godere di una splendida vista panoramica sulle valli e le colline circostanti.
Come arrivare al Castello di Montecuccolo e dove parcheggiare
Il Castello si trova in Via Montecuccolo, a pochi chilometri dal centro abitato di Pavullo nel Frignano. Al momento, l’unica modalità per raggiungerlo è servendosi di mezzi propri, così da usufruire del parcheggio gratuito, predisposto nelle immediate vicinanze della fortezza.
Se provenite da Bologna, impiegherete circa un’ora e quindici minuti ad arrivare mentre, chi giunge da Modena, ci metterà poco meno di un’ora.
L’ultimo tratto si snoda tra curve e tornanti, per questo motivo vi invito a guidare con prudenza ed attenzione.
Dove mangiare nelle vicinanze del Castello di Montecuccolo
Se la visita sulle orme di Raimondo di Montecuccoli vi ha messo appetito, potrete accomodarvi presso la Vetusta Locanda del Castello, un locale che propone cucina tipicamente emiliana, nella cornice della corte della fortezza.
Tuttavia, per immergerci nei colori e nei profumi del paesaggio, io e le altre blogger abbiamo preferito l’Agriturismo Serra Parenti.
Si trova a soli 2,5 chilometri dal castello e per raggiungerlo, vi basterà seguire Via Pratolino.
La struttura, dotata di parcheggio gratuito, è adagiata sulla sommità di un colle e arricchita da una splendida piscina, affacciata sulla valle.
Da qui si vede persino il Castello di Montecuccolo, che sembra stagliarsi imponente verso il cielo!
È possibile gustare le pietanze tipiche della gastronomia locale, grazie alla proposta di menù fissi. L’Agriturismo inoltre, è dotato di alcune camere, presso le quali avrete la possibilità di soggiornare, così da sperimentare la proverbiale ospitalità di queste zone.
In generale la nostra esperienza è stata alquanto positiva, nonostante una certa lentezza durante il servizio in sala che ci ha costretto a ritardare gli impegni presi per il primo pomeriggio.
Tuttavia, dal momento che vi ho pranzato una sola volta, non posso affermare se questo ritardo sia un caso isolato oppure si tratti di una consuetudine.
Ponte di Olina
In una delle sale del Museo dedicato a Raimondo Montecuccoli avrete modo di notare una miniatura del Ponte di Olina e magari vi chiederete dove sia l’originale e quali siano le sue reali dimensioni.
Breve storia del Ponte di Olina
Detto anche della Carpineta, il Ponte di Olina risale al 1522, ovvero a ben 500 anni fa.
Fu realizzato dai maestri della famiglia Parochetti, al fine di soppiantare una costruzione lignea precedente.
Si trattava di un collegamento fondamentale tra la Toscana e l’Emilia Romagna, tant’è che la sua edificazione fu finanziata sia dai Montecuccoli, che dagli Stati di Firenze e Lucca.
Tra i momenti più difficili della sua storia, vi è la piena dello Scoltenna del 1734, che cancellò una delle sponde ma lasciò in piedi il ponte cinquecentesco.
Com’è fatto il Ponte di Olina
Il Ponte di Olina si presenta come una costruzione ad una sola arcata, sulla cui sommità spicca un’edicola votiva, risalente al 1581.
Le due immagini mariane impreziosite, in un caso, dalla presenza del Bambino, pare siano legate alla consuetudine popolare di chiedere un’adeguata protezione per coloro che fossero in procinto di attraversare il ponte.
Il fantasma del Ponte di Olina
Secondo una leggenda, durante le notti buie e tempestose, pare sia possibile udire nei pressi del Ponte di Olina la voce in lontananza di qualcuno in cerca d’aiuto.
Cosa sapere prima di visitare il Ponte di Olina
Al di là di storie e superstizioni popolari, vi consiglio di stare molto attenti durante la vostra visita. Dovete sapere che è abitudine, tra gli abitanti della zona, rinfrescarsi nelle acque del torrente, a ridosso del ponte. I più impavidi inoltre, si intrattengono con dei tuffi che, per quanto divertenti, possono nascondere delle insidie. Siate cauti!
Vi state già chiedendo cosa indossare, non è vero? Scegliete quanto di più comodo e colorato si trovi nel vostro armadio.
Inoltre, se avete intenzione di raggiungere l’argine del torrente ai piedi del ponte, così da realizzare degli scatti panoramici che includano l’intera arcata, portate con voi scarpe da ginnastica o sandali da trekking, poiché dovrete procedere tra i sassi.
Come raggiungere il Ponte di Olina e dove parcheggiare
Per evitare di imbattervi nella mia stessa disavventura (vagare a lungo per i sentieri appenninici), vi suggerisco di indicare al vostro navigatore come destinazione finale, il ristorante Lago Ponte Vecchio.
Questa struttura, che si trova a pochi metri dal Ponte di Olina, dispone di un parcheggio gratuito.
Purtroppo, non vi sono indicazioni stradali sufficienti a fornire il giusto supporto a chi si muove tra queste strade per la prima volta.
In conclusione, il mio consiglio è di raggiungere prima il Castello di Montecuccolo e poi il ponte.
In questo modo, almeno non rischierete di arrivare in ritardo alla visita guidata della rocca e dei suoi musei, per colpa di un navigatore.
11 risposte
Che bell’itinerario! Non è una zona che conosco bene, perciò mi segno tutto sperando di riuscire a vedere questo angolo di Emilia. Molto bello il castello, sicuramente un luogo ideale da dove partire.
Te lo consiglio.
😉
Un posticino davvero delizioso dove passare una splendida giornata all’insegna della storia locale. Segno subito Montecuccolo e spero di fermarmi durante il nostro road trip verso il nord Italia.
🙂
Che bel posto per passare un tranquillo week end fuori casa, adoro visitare i castelli e questo è degno di nota, me lo segno!
😉
Non sono mai stata a Modena né nel modenese e per me questa zona è assolutamente sconosciuta. Il tuo articolo mi servirà per scoprirla al meglio quando si presenterà l’occasione.
Dato che sei un’amante dei castelli, secondo me Montecuccolo lo devi assolutamente visitare.
Un itinerario davvero interessante! Sono un’appassionata di castelli, ma non avevo mai sentito parlare di quello di Montecuccolo. Complimenti per il progetto Viaggi.Cibo.Emilia. La riscoperta e la valorizzazione del proprio territorio è sempre un’iniziativa lodevole!
Ti ringrazio molto a nome mio e delle altre blogger del progetto.