Erice: cosa vedere nel borgo medievale siciliano

il castello di Venere è uno dei simboli del borgo medievale siciliano di Erice

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Durante il mio viaggio alle isole Egadi, non mi sono lasciata sfuggire la possibilità di fare un’escursione di un giorno nella bella Erice: cosa vedere nel borgo medievale siciliano sarà quello che cercherò di suggerirvi, affinché il vostro soggiorno sia assolutamente memorabile.

Non so voi ma io, quando visito una località di mare sento spesso il bisogno di concedermi, dopo due o tre giorni trascorsi su baie e calette, quello che nel gergo sportivo si direbbe: time out.

Questo non perchè io non ami trascorrere le giornate a nuotare, prendere il sole o passeggiare sulla spiaggia, ma perchè la mia irrimediabile fame di scoperta torna puntualmente a bussare alla porta stuzzicandomi a varcare i confini di quella che, già dopo alcuni giorni, è diventata la mia comfort zone.

Così, durante il mio tour delle Egadi, ho cercato tra le località più belle della provincia di Trapani, quale potesse essere concretamente, la più raggiungibile in giornata (oltre che meritevole di una visita).

Di Erice, splendida cittadina situata a ben 750 metri sul livello del mare, avevo ricordi poco nitidi; vuoi perchè l’avevo visitata in una gita scolastica circa vent’anni fa, vuoi perchè all’epoca, di quella visita mi era rimasta impressa soprattutto una cosa: la fitta nebbia che ne avvolgeva la rocca, visibile già dalla metà del percorso in salita intrapreso per arrivare fin sulla cima del borgo.

Cosa vedere a Erice
alcuni spunti per un itinerario di un giorno

Qualche curiosità su Erice

Innanzitutto bisogna fare una precisazione: il borgo di Erice, nel quale vivono attualmente poco più di 1.000 persone, si trova sulla cima del Monte omonimo, anticamente chiamato Monte San Giuliano. La maggior parte della popolazione, che ammonta a circa 26.000 persone, vive a valle, nella cosiddetta Erice Valle, ovvero nella frazione di Casa Santa, che dista dal centro di Trapani poco meno di 3 km.

La città, che prende il nome da uno degli argonauti ovvero Erix, figlio di Afrodite e Buto, sembra collocata in una dimensione parallela, dove il tempo si è fermato e i miti e le leggende si fondono con la storia e la realtà.

D’altronde, la fondazione di questo borgo annoverato tra i più belli d’Italia, viene ricondotta alla fuga dei guerrieri troiani i quali, giunti su queste terre, decisero di fermarsi unendosi con la popolazione autoctona e dando così vita agli Elimi.

Nell’Eneide inoltre, Erice viene nominata ben due volte: nel primo caso quando Enea vi arrivò prima della morte dell’amato padre Anchise, mentre nel secondo in occasione dei giochi in onore della scomparsa di quest’ultimo.

Ma non è solo la mitologia a trovare spazio presso le mura del borgo di Erice, anche la scienza qui è di casa.

Dal 1963 infatti, il noto fisico Antonino Zichichi ha stabilito proprio qui il Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, che richiama studiosi da tutto il mondo a confrontarsi sulle tematiche più svariate, dalla fisica all’astronomia, dalla medicina al diritto.

Come arrivare ad Erice

Trovandomi a Favignana (itinerario del quale potete trovare tutte le informazioni nel mio articolo: Visitare Favignana: guida dell’isola), ho dovuto necessariamente prendere un traghetto per Trapani.

Da qui, una volta al porto, ho preso l’autobus n. 2 messo a disposizione dal trasporto pubblico cittadino, che mi ha condotto fino all’autostazione e poi, l’autobus n. 23, che invece mi ha portato fino alla fermata situata nei pressi della stazione Valle di Erice.

Qui è collocata la funivia che vi condurrà sulla sommità del Monte Erice, su cui si erge l’antico borgo. L’intero tragitto, della durata di circa 10 minuti, vi permetterà di godere di una magnifica vista non solo sulla città di Trapani, ma anche sulle isole Egadi che, se il cielo sarà limpido, riuscirete a vedere nitidamente.

Oltre a Favignana infatti, l’arcipelago delle isole Egadi annovera Levanzo e Marettimo, meravigliose isolette incontaminate che meritano assolutamente di essere visitate. Consultate il mio itinerario di viaggio dedicato alle escursioni in barca a Levanzo e Marettimo, per scoprire maggiori informazioni.

L’impianto della funivia è dotato di cabine a 8 posti che prevedono la possibilità di imbarcare sia le carrozzine che le biciclette ed è operativo anche nelle ore serali, opportunamente illuminato.

Per quanto mi riguarda, ho acquistato i biglietti degli autobus cittadini presso l’Infopoint situato in via Garibaldi, 120 (a soli pochi minuti a piedi dal porto di Trapani) mentre il biglietto della funivia, direttamente in loco, poco prima di salire.

In alternativa, potete arrivare ad Erice in automobile. Il tempo di percorrenza, dal centro di Trapani, è di circa 25 minuti per un totale di 13 km.

Nei pressi del borgo medievale vi sono diversi parcheggi dove poter lasciare il vostro mezzo di traporto prima di lasciarvi andare alla visita della città.

Se vi ho incuriosito e volete visitare le isole Egadi, potete consultare il mio itinerario:

Cosa vedere a Erice


Duomo e Torre Campanaria

Dopo aver superato la solida e imponente Porta Trapani, da cui si accede al borgo medievale, non potrete non notare la splendida Real Chiesa Madrice Insigne Collegiata, ovvero il Duomo di Erice.

Se ne colloca la realizzazione nel 1314 quando Federico III d’Aragona ne commissionò i lavori su di una cappella preesistente, collocata accanto alla torre d’avvistamento, poi trasformata in torre campanaria.

Si tratta di uno splendido esempio di arte neogotica. La facciata esterna, abbellita da un rosone e da numerose merlature, si staglia su un’architettura abbastanza semplice e lineare.

La Madonna dell’Assunta a cui oggi è dedicata la Chiesa, si trova sull’altare centrale, circondata dai quattro Evangelisti.

Da non perdere durante la vostra visita sono: una statua in marmo raffigurante una Madonna con Bambino, che riproduce la Madonna di Trapani ed il cosiddetto Tesoro della Madrice, un insieme di oggetti di pregio, sculture e dipinti, custoditi in ben tre cappelle collocate a nella navata di sinistra.

Il campanile è alto ben 28 metri ed è di base quadrata, si articola su tre piani ed è aperto alle visite che, tramite circa un centinaio di scalini, permettono di raggiungere la sommità a piedi.

Il Duomo di Erice è uno splendido esempio di arte neogotica ed è una delle chiese più belle della città siciliana

Castello di Venere

Anche se dista solo dieci minuti di cammino dal Duomo, sono sicura che ne impegnerete molti di più per raggiungere il Castello di Venere, tappa imprescindibile del vostro breve itinerario a Erice.

Questo perchè le strette vie del borgo sono caratterizzate dalla presenza di scorci che profumano di buono e di antico, dove i negozi di souvenir si alternano a quelli di ceramica e tessuti, dove i ristoranti tipici cedono il posto alle pasticcerie.

Anche se non esplicitamente annoverato tra le cose da vedere ad Erice, il borgo di per sé, costituisce una fonte inesauribile di meraviglie: attraversatelo con calma e fermandovi ogni qualvolta abbiate voglia di scattare una foto ricordo o acquistare un regalo per i vostri amici.

Erice è un borgo che non conosce la fretta.

Come suggerisce il nome, il Castello di Venere fu costruito sui resti di un antico tempio dedicato alla divinità dell’amore, poi distrutto da Federico II, per eliminare ogni traccia di culti pagani nell’area.

Il Castello, di epoca normanna, è staccato dal centro abitato, elemento che ne rende immediatamente evidente l’antico ruolo di vedetta militare.

Da qui infatti, si ha una vista privilegiata su tutta la valle, sulla costa trapanese e sulle splendide Egadi.

Prima di passare nelle mani del Comune, sappiamo che con i Borbone la fortezza fu utilizzata come carcere.

Una curiosità: originariamente per accedere al castello bisognava attraversare un ponte levatoio, oggi sostituito da una scalinata.

Torretta Pepoli

Nei pressi del Castello di Venere, si trova quello che a mio parere è uno degli angoli più caratteristici del borgo di Erice.

Non potrete non notare, nelle vicinanze del Giardino del Balio, le Torri medievali e la Torretta Pepoli.

Quest’ultima, costruita tra il 1872 e il 1880, veniva utilizzata dal noto mecenate Agostino Pepoli per ricevere ospiti illustri del suo tempo tra i quali numerosi letterati con i quali amava intrattenersi.

Dal punto di vista architettonico, la Torretta Pepoli è davvero un unicum nello skyline del borgo di Erice.

Realizzata in stile liberty, è costituita da elementi di diverse forme geometriche: un parallelepipedo sormontato da due torri quadrangolari ed una cilindrica, caratterizzata dalla presenza di piastrelle decorative in ceramica bianche e nere (che ricordano i colori dello stemma dei Pepoli).

Questa torretta inoltre, è completamente rivestita da vetrate che si affacciano quindi sia sul resto della costruzione, alla quale è collegata tramite un sentiero, sia sullo splendido paesaggio circostante.

Nel 2014 è stata intitolata Osservatorio di Pace e Faro del mediterraneo.

A me personalmente, questa costruzione così eclettica in un contesto d’età prettamente medievale, ha ricordato la rocca edificata dal conte Mattei, non lontano da Bologna , della quale trovate una descrizione approfondita nel mio racconto sul castello incantato della Rocchetta Mattei.

Un consiglio: prima di proseguire il vostro tour alla ricerca della cose più belle da vedere a Erice, concedetevi una sosta presso il Parco del Balio, costruito dal conte Pepoli in perfetto stile inglese. Da qui inoltre, si gode di una splendida vista sulla valle sottostante e potrete scattare delle ottime fotografie.

la torretta Pepoli è uno splendido esempio di arte eclettica, davvero un unicum nel panorama di Erice

Quartiere Spagnolo di Erice

Tra i luoghi più panoramici da scovare ad Erice, il Quartiere Spagnolo merita sicuramente un posto d’onore.

Fu costruito nella metà del 1600 su un’ampia spianata rocciosa affacciata sul monte Cofano. È così chiamato perchè anticamente (1424 – 1630) in queste zone vigeva l’obbligo di posata, ovvero di offrire vitto e alloggio ai soldati spagnoli stanziati ad Erice.

Ma la popolazione non vedeva di buon occhio uno stanziamento spagnolo così vicino al centro abitato e preferì pagare di tasca propria la costruzione di una caserma che fosse più distante dalle case.

Attualmente l’edificio ospita il Polo museale Antonio Cordici suddiviso in diverse aree dedicate a reperti archeologici, oggetti di arte sacra, opere di scultura, dipinti e armi.

Un consiglio: se siete arrivati qui dal Giardino del Balio vuol dire che avete camminato per più di 10 minuti a piedi e avrete sicuramente voglia di rilassarvi.

Tutta l’area che circonda il Quartiere Spagnolo è perfetta non solo per concedersi un momento di relax ma anche per scattare delle suggestive foto panoramiche. Non abbiate fretta di riprendere il vostro tour cittadino.

Mura Ciclopiche di Erice

Le cinta murarie limo – puniche risalgono al VII secolo a.C. e sono chiamate ciclopiche perchè secondo la leggenda, furono proprio i Ciclopi a realizzare queste imponenti mura che circondavano la città e di cui oggi, nei pressi delle tre porte cittadine: la già citata Porta Trapani (così chiamata perchè rivolta verso Trapani), Porta Spada (che prende il nome dall’eccidio degli Angioini durante la Guerra del Vespro) e Porta Carmine (che si trova nei pressi della Chiesa del Carmine), se ne trovano alcuni suggestivi resti.

Notevoli sono inoltre, le piccole posterle ancora ben visibili lungo questa imponente costruzione di pietra calcarea. Si tratta di porticine utilizzate per far passare i rifornimenti, presso alcune delle quali sono ancora ben visibili alcune lettere dell’alfabeto punico.

In base alle ricostruzioni effettuate dagli studiosi, si pensa che il significato di queste iscrizioni potrebbe essere: Le mura hanno occhi per vedere il nemico, bocca per mangiarselo in caso di aggressione e sono la casa sicura per gli abitanti.


Erice in miniatura

Forse non sarà una di quelle attrazioni solitamente inserite tra le principali cose da vedere a Erice eppure questo antico presepio che riproduce la vita del borgo ericino in un tempo lontano e quasi dimenticato, è davvero notevole.

Si tratta di una vera e propria opera d’arte realizzata da Jaemy Callari, maestro orafo e cesellatore.

Pensate che si estende per ben 60 metri e ospita 135 statuette dipinte a mani e più di 1500 miniature raffiguranti i mestieri di un tempo, collocandoli nelle vie e nelle piazze della città, riprodotte fedelmente.

L’ambientazione è molto similare a quella della Erice settecentesca e molte delle figure sono in movimento, rendendo l’opera davvero unica e donandole quasi la vita.

è davvero molto suggestiva la Erice in miniatura, opera dell'artista Jaemy Callari

Cosa e dove mangiare a Erice

Vi dirò la verità, la prima tra le cose che ho visto ad Erice, dopo aver superato Porta Trapani, non è il Duomo ma la Tonda Fritta.

Complice il viaggio affrontato da Favignana per arrivare fin quassù, il caldo e l’orario ormai prossimo al pranzo, mi sono lasciata tentare dai profumi che da questo ristorante da asporto inebriano totalmente i passanti.

La specialità della casa è lo street food siciliano più famoso al mondo: sua maestà l’arancino (o arancina, che dir si voglia).

Per nulla unto o eccessivamente condito, l’arancino della Tonda Fritta è, almeno per i miei gusti, assolutamente perfetto.

Il menù prevede numerosi variazioni alla ricetta classica dell’arancino di riso ripieno solitamente di ragù, piselli e caciocavallo. Sono sicura che anche voi ne resterete piacevolmente colpiti e vi lascerei tentare dalla possibilità di provare numerose tipologie di questa prelibatezza siciliana.

Ma le tentazioni culinarie di Erice non finiscono di certo qui!

Non si può lasciare il borgo senza aver assaggiato le sue celeberrime genovesi.

Non farete fatica infatti a notare che le vie centrali della cittadina pullulano di pasticcerie e che nella maggior parte dei casi, le loro vetrine espongono prevalentemente vassoi ricolmi di questi biscotti morbidi di pastafrolla e ripieni di crema gialla o ricotta e ricoperti di zucchero a velo, da gustare caldi non appena sono stati sfornati.

Uno dei laboratori più celebri nella preparazione delle genovesi è la Pasticceria di Maria Grammatico.

Pensate che la signora Maria, ericina di nascita ma orfana di entrambi i genitori, imparò l’arte della pasticceria presso il convento di suore che la ospitò fin da piccola.

Una volta rubati tutti i segreti della cucina, la signora Maria decise di aprire la sua pasticceria che oggi ad Erice è una vera e propria istituzione.

Sull’origine del nome di questi iconici biscotti, numerose sono le leggende che circolano tra le vie del borgo di Erice ma l’ipotesi più accreditata è quella che vede nella forma di questi dolcetti un chiaro riferimento ai cappelli indossati dai marinai genovesi, i cui commerci con il porto di Trapani erano molto diffusi in passato.

uno splendido scorcio sul monte Cofone dalla bella Erice, in Sicilia

Mito o realtà?

Sicuramente una certezza c’è: a Erice storia e leggenda si fondono e si confondono non solo nell’arte e nell’architettura ma anche nella pasticceria!

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14 risposte

  1. Wow, che meraviglia! Non conoscevo tutte queste storie, ma qualsiasi cosa legata al passato e alla mitologia mi affascina. Strano anche come ci sia un piatto tipico chiamato ‘genovese’ in quasi ogni regione italiana!

  2. Hai proprio ragione, Erice sembra situata in una dimensione parallela! Il tuo articolo mi ha riportato a quelle belle atmosfere e mi ha fatto ritornare in bocca il sapore magico dei dolci di Maria Grammatica!

  3. Sono stata ad Erice un paio di volte e ogni volta si scopre sempre qualcosa di nuovo nonostante le piccole dimensioni! L’ultima volta ho fatto il percorso a piedi dal paese a Trapani e devo dire che è molto suggestivo!

  4. Dovevo visitare Erice e l’entroterra trapanese durante il 2020, puoi immaginare come sia andata ahimè… Da quel momento ho sempre sperato di poter tornare in Sicilia e ammirare questo borgo e il castello: devo proprio organizzare un tour al più presto!

  5. Visiterò la provincia di Trapani tra un mese circa e non vedo l’ora di visitare Erice.. Il tuo articolo è molto utile e completo e seguirò senz’altro i tuoi consigli, soprattutto per quanto riguarda il cibo! Complimenti per la parte storica, io da Siciliana non ne ero a conoscenza ..ciò rende la visita ancora più interessante. Grazie mille

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