Considerare Imola una meta in grado di appassionare esclusivamente gli amanti delle corse automobilistiche sarebbe un vero peccato: scopriamo insieme cosa vedere a piedi in un giorno nel cuore del centro abitato più esteso della provincia di Bologna.
Cosa c’è di bello da vedere a Imola: un giorno a piedi nel centro della città
Vivo sotto le Due Torri da più di vent’anni eppure anche io, come tanti, ho a lungo associato la cittadina attraversata dal fiume Santerno, sostanzialmente a due cose: l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, scenario di eventi sportivi e musicali assolutamente memorabili e l’alfabeto fonetico italiano, lo stratagemma a cui di solito si ricorre nel pronunciare parole poco comprensibili, come i codici fiscali.
Del resto, chi di noi nello scandire ogni singola lettera del proprio nome o cognome, non ha detto: I di Imola, almeno una volta?
Tuttavia, approfondendo la mia conoscenza dei borghi, i castelli, i parchi ed i principali monumenti storici di Bologna e dintorni, mi sono accorta che, per uno strano scherzo del destino, quella località al confine tra Emilia e Romagna, costituiva per me poco meno che un mistero.
Ma cosa si nasconde davvero dietro l’etichetta di città dei motori?
È ciò che tenteremo di scoprire insieme, percorrendo un itinerario a piedi che ci condurrà oltre le curve ed i tornanti della pista di Formula 1, alla ricerca del volto autentico di Imola.
Cosa vedere a Imola in un giorno a piedi: Museo di San Domenico
Il punto di partenza del nostro viaggio alla scoperta di cosa vedere nel centro di Imola in una giornata, non può che essere il Museo di San Domenico.
Questo edifico, fondato nel 1250, per secoli è stato parte integrante di un più ampio complesso monumentale, che inglobava anche la vicina chiesa.
Il Convento dei Santi Nicolò e Domenico ha ospitato l’Ordine dei Domenicani fino all’arrivo delle truppe napoleoniche (1797), che lo adattarono ad un nuovo utilizzo, di ambito spiccatamente militare.
A partire dal 2011, dopo una profonda opera di riqualificazione, accoglie due percorsi espositivi tra loro diversificati, le Collezioni d’arte della città ed il Museo Giuseppe Scarabelli.
Museo San Domenico e Collezioni d’arte della città
Sono circa seicento, i pezzi che compongono l’allestimento permanente delle Collezioni d’arte della città.
Il percorso di visita ripercorre la storia dell’arte figurativa locale, dal Trecento ai giorni nostri, attraverso sette sezioni, perfettamente disposte in ordine tematico e cronologico, negli ambienti dell’ex convento, opportunamente restaurati.
La prima parte dell’esposizione, che coincide sostanzialmente con le prime tre sezioni, accanto a preziose ceramiche, antichi stemmi e magnifici affreschi, svela un’interessantissima collezione numismatica.
Pensate: all’interno del Museo di San Domenico sono custodite ben 14.000, tra monete e medaglie, realizzate tra il V secolo a.C. ad oggi.
Di queste, al momento ne sono esposte 293, tutte rigorosamente numerate.
Digitando su una delle postazioni interattive presenti nei pressi delle vetrine, il numero assegnato a ciascuna moneta, il visitatore può avere accesso ad un’approfondita didascalia informativa.
Il pezzo forte della collezione museale per quanto mi riguarda, è la Madonna Assunta di Ponte Santo ed i Santi Cassiano e Pier Crisologo, realizzata da Lavinia Fontana nel 1584.
L’opera, commissionata dal Consiglio cittadino come ex voto, costituisce in assoluto la prima pala pubblica realizzata da una donna.
Oltre alla magnifica resa dei dettagli, definiti e curati con estrema precisione, colpisce indubbiamente la riproduzione in miniatura della città di Imola, che appare decisamente realistica.
Il passaggio segreto all’interno del Museo di San Domenico a Imola
La seconda parte del percorso di visita si snoda attraverso le ultime quattro sezioni, dedicate rispettivamente: alle targhe devozionali, ai quadri e alle ceramiche del Settecento, all’arte ottocentesca e alla pittura e alle avanguardie del Novecento (dove spiccano una Natura morta e due dei numerosi Paesaggi che Giorgio Morandi dipinse dalla sua casa di Via Fondazza a Bologna).
Vi consiglio seriamente di aguzzare la vista perché, nel corridoio che conduce dalla terza alla quarta sezione, si cela un insospettabile passaggio segreto, tuttora accessibile ai visitatori.
Questo varco conduce al pulpito ligneo dell’adiacente Chiesa dei Santi Nicolò e Domenico.
Veniva attraversato dal predicatore, a cui spettava il compito di recitare l’omelia durante le celebrazioni.
Costui, prima di mostrarsi all’assemblea, si accomodava all’interno di una nicchia ricavata nella parete (anch’essa restaurata e tornata pertanto visibile), in attesa del suo turno.
L’edificio sacro, ancora oggi perfettamente funzionante, conserva Il Martirio di Sant’Orsola, una preziosa tela di Ludovico Carracci, posta a destra dell’abside.
Museo Giuseppe Scarabelli: la prima collezione pubblica di Imola
Il Museo Giuseppe Scarabelli, a cui si può accedere al termine della visita alle Collezioni d’arte della città, è la prima collezione pubblica di Imola.
Lo inaugurarono nel 1857 quattro imolesi: Giuseppe Scarabelli, Odoardo Pirazzoli, Giuseppe Liverani e Giacomo Tassinari, che donarono spontaneamente al Comune le collezioni di loro proprietà, affinché fossero preservate e condivise con tutta la collettività.
Il cuore dell’allestimento, intitolato a Scarabelli, primo direttore del museo, è il suo nucleo ottocentesco, noto come Gabinetto di Storia Naturale.
Vi si arriva attraversando un corridoio che ripercorre, attraverso pannelli, immagini e reperti, l’attività di studio e di ricerca di Scarabelli, illustre scienziato innamorato di Imola.
Nella prima sezione, dedicata a rocce e fossili, le vetrine e i cartellini che accompagnano i reperti, tutti rigorosamente compilati a mano, sono ancora quelli originali e risalgono dunque all’Ottocento.
La seconda, incentrata sugli oggetti recuperati durante gli scavi archeologici effettuati da Scarabelli, è stata allestita attorno agli anni Trenta del Novecento.
L’ultima parte del percorso infine, approfondisce le Scienze Naturali ed ospita cinque allestimenti ottocenteschi, dedicati alle diverse specie di insetti, volatili, rettili e un’estesa collezione di conchiglie marine.
Myth Generation: il mito e la società contemporanea in mostra al Museo San Domenico di Imola
Dal 26 Ottobre 2024 al 19 Gennaio 2025 il Museo San Domenico di Imola ospita la mostra Myth Generation di Nicola Verlato.
L’allestimento, curato dal direttore di Imola Musei Diego Galizzi, occupa il piano terra dell’ex convento domenicano.
Le più di cinquanta opere esposte sono organizzate all’interno di sei sezioni tematiche, che esplorano l’universo creativo del poliedrico artista nativo di Verona.
Mitologie: partendo dal presupposto che il mito non ha tempo e che ogni epoca storica crea la sua personalissima narrazione mitologica, Verlato restituisce un’immagine della società contemporanea che è spiazzante e completamente innovativa.
Al primo sguardo infatti, il richiamo alle opere dei grandi maestri italiani d’età rinascimentale e seicentesca appare alquanto evidente.
Lo stesso artista del resto, durante la conferenza stampa ha confidato di essersi avvicinato alla pittura all’età di 5 anni, dopo aver scoperto un volume dedicato a Caravaggio all’interno della biblioteca di famiglia.
Eppure ad un’osservazione più attenta e ravvicinata, non sfuggirà come i protagonisti delle tele di Verlato siano in realtà uomini e donne del nostro tempo.
Apocalissi: una serie di cadute (tra cui la morte di James Dean, a bordo della sua Porsche 550 Spyder) che, sulla scia del mito di Fetonte, evidenziano le conseguenze tragiche a cui l’arroganza può spingere l’essere umano.
Emblematiche in tal senso, sono le tele Beauty of Failure e Beauty of Failure 2, nelle quali Verlato ripropone la stessa scena (un uomo disarcionato da un toro mentre una colonna di fuoco si alza da una torre petrolifera), da due punti di vista contrapposti.
In questo modo, ha spiegato l’artista, lo spettatore è davvero libero di definire la propria personalissima chiave di lettura, senza alcuna forzatura.
Pier Paolo Pasolini nella mostra di Nicola Verlato a Imola
Pasolini: è indubbiamente una delle sezioni più emblematiche della mostra imolese.
La tragica morte di Pier Paolo Pasolini viene reinterpreta alla stregua dell’uccisione di Gaio Sempronio Gracco, avvenuta per mano del suo schiavo Filocrate e dell’assassinio di Christopher Marlowe durante una rissa.
Non potrete rimanere indifferenti dinanzi ad Hostia, l’opera che mostra Pasolini mentre sprofonda nel sottosuolo, dove ritrova sua madre e il suo se stesso bambino, accanto a Petrarca ed Ezra Pound, fondamentali per la formazione poetica.
E che dire del Ritrovamento del corpo di Pier Paolo Pasolini?
Questa tela, che rimanda al Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio, è ricca di suggestioni cinematografiche.
Il personaggio con il cappello sulla destra è Orson Welles (che interpretò proprio Pasolini nel film La ricotta).
Accanto a lui, si riconoscono Anna Magnani, Totò, Maria Callas e lo stesso Verlato.
Icone pop: cantanti, musicisti e personaggi dello spettacolo sono i veri eroi del mondo contemporaneo.
Tra questi nuovi miti, è impossibile non menzionare Michael Jackson.
Il leggendario re del pop è ritratto nella sua personalissima metamorfosi (Whiter shade of pale), legata all’ossessione per la pelle bianca.
Antropomachie: le battaglie scolpite sulle metope che decorano il fregio del Partenone di Atene (Amazzonomachie, Centauromachie, Titanomachie) rivivono negli scontri tra Hooligans.
Le scene di guerriglia urbana sono così vivide da suggestionare il visitatore al punto tale da indurlo a credere di trovarsi in mezzo alla rissa, avvolto dai fumogeni.
Anatomie: nell’ultima sezione Verlato svela le tappe essenziali del suo percorso creativo.
Lo studio delle figure parte dai disegni e confluisce in piccole sculture in terracotta, che gli consentono di analizzare molpeplici punti di vista prima di realizzare l’opera definitiva.
L’enorme tela The Merging, che chiude simbolicamente la mostra, nasconde in realtà un segreto. Durante le visite guidate, attraverso una particolare app per smartphone, sarà possibile muoversi virtualmente nel quadro di Verlato.
Visitare il Museo di San Domenico a Imola: biglietti e orari
Il Museo di San Domenico di Imola si trova in Via Sacchi, 4 ed è aperto al pubblico dal venerdì alla domenica, secondo i seguenti orari:
- venerdì, dalle ore 15:00 alle ore 19:00;
- sabato e domenica, dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 19:00.
Il biglietto ha un costo di 4 Euro ed include l’accesso alla mostra temporanea.
È inoltre prevista la possibilità di acquistare soluzioni cumulative, come quella che include anche Palazzo Tozzoni.
Per prendere visione di riduzioni, gratuità ed eventuali giornate di apertura straordinaria, vi suggerisco di consultare il sito internet di Imola Musei.
Farmacia dell’Ospedale Santa Maria de la Scaletta di Imola
L’edificio che corrisponde al civico 95 della Via Emilia è la Farmacia dell’Ospedale Santa Maria de la Scaletta.
Fino alla seconda metà del Settecento il palazzo, di cui se ne attesta la costruzione già nella prima metà del Quattrocento, rimase inalterato.
Nel 1766 tuttavia, l’Ospedale della Scaletta decise di collocare qui una propria spezieria, rendendo dunque necessarie azioni di adeguamento.
L’inaugurazione dei nuovi locali si svolse nel 1792, anche se l’opera nella sua completezza può dirsi terminata solo a partire dal 1794, anno in cui la volta fu dipinta da Angelo Gottarelli e Antonio Villa, con con un elegante motivo vegetale ed amorini.
Nel 1847 il portico subì lavori di consolidamento mentre ulteriori interventi di manutenzione interessarono l’edificio negli anni Venti del Novecento.
In questo periodo inoltre, la gestione della farmacia passò al Magazzino Cooperativo di Imola che, tra il 1927 ed il 1932, operò una vera e propria trasformazione della facciata, secondo il progetto dell’eclettico Gualtiero Pontoni.
Attualmente la Farmacia dell’Ospedale Santa Maria de la Scaletta, regolarmente funzionante, è visitabile durante l’orario di apertura.
Palazzo Comunale e Torre dell’Orologio di Imola
Il Palazzo Comunale di Imola sorge esattamente nel punto in cui si incrociano la Via Emilia e la Via Appia, cardo e decumano del tracciato urbano della romana Forum Cornelii.
È immediatamente riconoscibile grazie alla presenza della suggestiva Torre dell’Orologio ottocentesca, che sostituisce la costruzione originaria, d’età medievale.
Fino ai primi del XIII secolo, quando cominciò la realizzazione del palazzo di città, il consiglio si riuniva nell’antica pieve di San Lorenzo.
Tuttavia nel 1230, il Comune acquistò le dimore di un nobile locale, Cacciaguerra Marescotti, situate all’angolo tra Via Emilia e Via Appia.
Le case Marescotti disponevano di una torre, che venne inglobata all’interno del palazzo comunale e collegata attraverso un pontile coperto.
Questo passaggio consentiva di unire il nucleo più antico, un edificio di inizio Duecento, denominato Palazzo Vecchio, con quello di recente acquisizione, a sua volta detto Palazzo Nuovo.
Sul finire del Trecento venne innalzato di un piano, con la creazione di una sala grande e l’apertura con volta sull’attuale via Mazzini.
Il rinnovamento interessò anche il ponte coperto di collegamento che, da semplice camminamento diventò un’architettura a volta.
In qualità di nuovo signore di Imola, nel 1448 Taddeo Manfredi riorganizzò i locali del Palazzo Nuovo.
Girolamo Riario, durante la prima parte della sua signoria (1477-1480) adeguò le fortificazioni e trasformò lo slargo medievale in una piazza signorile.
Nel 1553, il Palazzo Comunale versava in un profondo stato di degrado, che culminò nel crollo della torre comunale, riedificata l’anno seguente.
A partire dal 1745 Alfonso Torregiani diresse i lavori di ampliamento e riqualificazione, che s’interruppero per mancanza di mezzi e furono portati a termine da Cosimo Morelli, tra il 1768 e il 1771.
Cosa vedere a Imola in un giorno a piedi: Palazzo Riario poi Sersanti
Palazzo Riario poi Sersanti è stato innalzato negli anni Ottanta del Quattrocento, durante la signoria di Girolamo Riario e Caterina Sforza.
Girolamo Riario, nipote di papa Sisto IV, insediatosi nelle terre di Romagna, ideò un programma di rinnovamento urbanistico che coinvolse l’intera città, ed in particolare la piazza, punto nevralgico della vita pubblica.
Per la realizzazione dell’attuale palazzo Sersanti fu necessario acquistare le botteghe situate su quella porzione d’isolato, così da procedere alla loro demolizione (1481-1483).
L’idea era quella di creare una piazza dal perimetro rettangolare, su cui si affacciassero gli edifici principali del potere.
Gli ambienti interni ai piani superiori tuttavia, non vennero mai completati e la struttura fu utilizzata quasi esclusivamente come sede commerciale e manifatturiera.
Nonostante questo la facciata, con le sue quattordici arcate a tutto sesto sostenute da colonne libere, ancora oggi appare davvero sbalorditiva.
Chiesa e Campanile di Santa Maria in Regola
La Chiesa di Santa Maria in Regola fu edificata attorno al 998 su un edificio di culto preesistente.
Ha svolto un ruolo di primo piano nella vita della comunità imolese ed è stata un’abbazia prima benedettina e poi olivetana, fino all’arrivo di Napoleone nel 1796.
Nelle sue immediate vicinanze si apre un magnifico chiostro monumentale, in seguito adibito a caserma, che cela un verdissimo giardino, oasi di pace e tranquillità.
Una curiosità: mentre gli interni della chiesa, dopo l’ammodernamento affidato a Cosimo Morelli nel 1780, presentano uno stile prettamente barocco, il campanile ottagonale è rimasto completamente intatto dal 1180, anno in cui venne innalzato.
Per ammirare da vicino questa torre longa, che oggi appare perfettamente inserita nel contesto abitativo imolese, dovete dirigervi verso la Via Emilia e cercare il civico 201.
Una volta arrivati, proseguite all’interno di un vicolo senza uscita: vi condurrà direttamente al cospetto dell’antica torre campanaria.
Cosa vedere a Imola in un giorno a piedi: Palazzo Tozzoni
Un elegante palazzo del Settecento è l’ambientazione delle vicende personali e politiche della famiglia Tozzoni, che ne fu a lungo proprietaria.
Oggi la nobile dimora, aperta al pubblico in qualità di casa museo, attraverso un allestimento minuziosamente curato, restituisce un interessante spaccato di quella che doveva essere la vita, all’interno di queste spesse mura.
In uno degli appartamenti di Palazzo Tozzoni si consumò la triste storia d’amore tra Giorgio Barbato Tozzoni e Orsola Bandini.
Dopo la morte della giovane sposa, Giorgio dispose la realizzazione di un manichino che ricordasse, sia nelle sembianze che nell’abbigliamento, la moglie scomparsa.
Se siete curiosi di saperne di più, consultate l’approfondimento che ho dedicato a Palazzo Tozzoni.
Oltre a scoprire dove si trova oggi il manichino di Orsola, avrete modo di prendere visione degli orari di apertura al pubblico e di tutte le altre informazioni utili per effettuare la visita.
Rocca Sforzesca di Imola
La Rocca Sforzesca di Imola è la costruzione fortificata simbolo della città.
L’assetto originario, risalente al XIII secolo, fu oggetto di notevoli lavori di ampliamento già a partire dagli anni compresi tra il 1472 ed il 1474.
Gli Sforza affidarono il progetto a Dainesio Maineri che, a causa delle mutate condizioni politiche, lasciò l’opera incompiuta.
Dal canto suo, il nuovo signore di Imola, Girolamo Riario, irrobustì le torri angolari esterne e trasformò gli interni del maniero in un’elegante residenza rinascimentale.
Rocca Sforzesca: dalla mappa di Leonardo da Vinci all’apertura al pubblico
Nel 1502 Cesare Borgia convocò Leonardo da Vinci a Imola, al fine di verificare la solidità della Rocca Sforzesca, in seguito ai danni strutturali riportati in occasione delle lotte per il suo insediamento.
Nonostante il progetto del geniale architetto e inventore non venne mai realizzato, esiste tuttora una traccia del suo passaggio in città.
Si tratta di una mappa di Imola, estremamente accurata, che attualmente è esposta presso la Royal Library del Castello di Windsor.
Il passaggio della città al dominio pontificio assegnò alla Rocca un uso prevalentemente carcerario, ruolo assolto fino al XX secolo.
Con l’apertura al pubblico nel 1973, la fortezza divenne infine un museo.
Da questo momento infatti, i visitatori ebbero finalmente accesso ad una vasta Collezione di ceramiche, rinvenuta durante gli scavi che si sono susseguiti all’interno del castello tra il 1965 ed il 1980, e ai circa seicento pezzi della Collezione d’armi, in gran parte acquistati da un privato.
Per i prossimi due anni tuttavia, la Rocca Sforzesca risulta chiusa per importanti lavori di ristrutturazione.
Cosa vedere a Imola in un giorno: Parco delle Acque Minerali e Monumento ad Ayrton Senna
Se ne avete la possibilità, prima di lasciare Imola concedetevi una passeggiata oltre il Santerno, all’interno del Parco delle Acque Minerali.
Quest’area verde venne inaugurata nel 1871, in seguito alla scoperta di alcune sorgenti di acque sulfuree e all’apertura di uno stabilimento idroterapico.
Nel 1950 quattro imolesi amanti delle corse automobilistiche costruirono nei pressi del parco il tracciato che, di lì a quale decennio, sarebbe diventato l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari e avrebbe ospitato il Gran Premio dell’Emilia-Romagna.
È qui che, nel punto esatto in cui Ayrton Senna ebbe il gravissimo incidente che gli costò la vita, si trova il Monumento realizzato da Stefano Pierotti nel 1997.
La scultura in bronzo del pilota, con il viso rivolto alla curva che gli fu fatale, è divenuta ben presto una meta di pellegrinaggio, presso cui tifosi e sportivi lasciano bandiere, fiori e commoventi messaggi d’affetto verso il loro idolo.
Il 27 Aprile 2024 inoltre, Pierotti ha inaugurato un nuovo omaggio ad Ayrton, sulla facciata dell’abitazione di Via Quinto Cenni, 10.
Si chiama Saudade: il volto di Senna ed è un pannello costituito da lastre di ferro, saldate e poi dipinte.
Quest’opera di street art si aggiunge dunque al capolavoro di Eduardo Kobra.
Nel 2019 l’artista brasiliano aveva raffigurato il volto del suo celebre connazionale sulla facciata del MAICC (Museo Multimediale Autodromo di Imola Checco Costa), attualmente chiuso.
Come arrivare a Imola e cosa vedere nei dintorni in un giorno
L’automobile rappresenta indubbiamente il mezzo più comodo per arrivare a Imola. Vi basterà percorrere l’autostrada Adriatica A14 ed imboccare l’omonima uscita.
Non sottovaluterei però il treno, poiché la stazione ferroviaria cittadina è ben collegata sia a Bologna che a Ravenna.
Si trova nel centro abitato ed è il punto di partenza perfetto per un itinerario alla scoperta di cosa vedere a Imola a piedi in un giorno.
Questa opzione può essere valutata anche da chi pensa di spostarsi in aereo.
La stazione centrale di Bologna risulta facilmente raggiungibile dall’aeroporto Guglielmo Marconi con l’autobus della linea BLQ.
Avete terminato la vostra escursione a Imola e desiderate scoprire cosa c’è di interessante da vedere nei dintorni?
Non ci pensate due volte e spostatevi a Dozza, il borgo dei murales per antonomasia della provincia di Bologna.
Dista poco più di dieci minuti da qui ed è una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto!
Ora però siate sinceri: immaginavate che Imola nascondesse una tale quantità di cose da vedere, anche in un solo giorno, con una passeggiata a piedi?
credits immagine in evidenza: Cristina Ferri, Archivio fotografico Imola Musei
20 risposte
-Davvero non immaginavo tutte queste cose da vedere a Imola, perché in effetti quando penso a questa città mi viene subito in mente il museo Ferrari. Devo assolutamente dire a mio padre della mostra dedicata a Senna: i tempi sono un po’ stretti ma direi che può anche farcela organizzato una gita in giornata. Grazie per la segnalazione!
Ciao Silvia, grazie a te, spero che tuo padre riesca a vedere la mostra perché merita davvero. Faccio solo una precisazione rispetto a quello che hai scritto nel tuo commento: i Musei Ferrari sono a Modena e a Maranello, a Imola c’è l’Autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari. Emilia, terra di motori 🙂
Davvero intrigante questa città. Non pensavo minimamente che avesse così tante attrazioni da visitare. L’ho sempre abbinata, ingiustamente, al Gran premio, e non mi sono mai chiesta se valesse la pena visitarla. Ora invece ho le idee ben chiare.
Mi fa piacere.
Da Imola ci passo sempre solo per andare al mare, sicuramente ci sarà l’occasione di visitarla almeno una volta, peccato che quando lo farò non potrò ammirare la mostra su Senna, che è morto proprio mentre facevo la comunione
Quanti ricordi sbloccati!
Oltre a i di Imola il nome mi evoca momenti di giovinezza spensierata verso l’Heineken Jammin’ Festival dove ho visto concerti bellissimi.
Mi sono ricordata anche del 1 maggio 1994, avevo solo 13 anni ma ricordo perfettamente il momento dell’incidente davanti alla TV.
Ma Imola è molto di più, descrivi tantissimi musei e luoghi interessanti da visitare.
Grazie per aver condiviso i tuoi ricordi di Imola 🙂
La mostra è stata prorogata fino al 9 Giugno, spero tu riesca a vederla.
Complice la grande passione del marito per i motori e per la musica, Imola per noi è da sempre stata la città dell’autodromo e di molti indimenticabili concerti, ma grazie a te abbiamo scoperto che c’è molto di più. Stavo progettando un weekend per portarlo alla mostra su Ayrton, e questo itinerario mi semplificherà molto la vita. Grazie
A voi, sono certa che la mostra piacerà ad entrambi.
Una splendida scoperta Imola! Si pensa a lei quasi esclusivamente per il gran premio ma in realtà è molto di più: una città ricca di luoghi storici e culturali intriganti e poco conosciuti. Vale la pena visitarla!
Assolutamente!
Mi credi che finché non ho letto questo articolo mi era tutto sconosciuto?! Effettivamente la città di Imola la si associa solo e semplicemente alle corse automobilistiche ed invece custodisce tanta storia
Imola, una vera scoperta.
Imola non era ancora nel mio radar ma sembra meriti una visita tra la Torre dell’Orologio, i vari musei e la farmacia storica. Ottimi consigli, grazie Libera!
A te, sono certa che ti piacerà.
Anch’io, come molti, ho sempre associato Imola agli eventi legati all’Autodromo, ma questa città ha molto di più da offrire. Adoro i castelli e le fortificazioni, quindi la Rocca Sforzesca è sicuramente nella mia lista dei luoghi da visitare, insieme ai vari palazzi ed edifici storici. Il Museo di San Domenico, con le sue collezioni d’arte e la mostra su Ayrton Senna, è imperdibile per una fotografa sportiva come me. Grazie per i preziosi suggerimenti! 😁
Ciao Elena, purtroppo per visitare la Rocca dovrai aspettare qualche anno a causa dei lavori di ristrutturazione in corso ma questo non ti impedisce di vedere tutto il resto, che merita assolutamente. P.S. La mostra su Senna termina il 9 Giugno prossimo.
Come tutti o quasi, ho sempre associato Imola all’automobilismo e ai concerti e non ho mai avuto occasione di visitarla. Peccato che la Rocca sia in ristrutturazione, dato che amo castelli e fortezze. Bellissimo pensare che Leonardo sia passato di lì e abbia tracciato la mappa del luogo!
Se ti piacciono i castelli, a soli dieci minuti da Imola puoi raggiungere Bagnara di Romagna. Con la sua Rocca Sforzesca, aperta alle visite, saprà farti innamorare.