Con le sue candide vasche colme di tiepida acqua termale, Pamukkale si è guadagnata negli ultimi anni il titolo di località più fotografata (e instagrammata) della Turchia, forse seconda soltanto alla Cappadocia, la terra dei camini delle fate e dei voli in mongolfiera all’alba.
Cosa sono le terme di Pamukkale: alla scoperta del castello di cotone della Turchia
Pamukkale (letteralmente, castello di cotone) è una collina di travertino, solida e bianchissima, che si staglia per quasi 200 metri nell’entroterra della Turchia sud-occidentale.
La storia di questo luogo che sembra uscito dalla sceneggiatura di un film fantasy, comincia moltissimi anni fa e s’intreccia con la presenza di sorgenti termali presso l’antica Hierapolis.
Si narra che le proprietà benefiche di questi bacini di acqua calda in realtà fossero note anche prima della fondazione della città ad opera di Eumene II re di Pergamo (II secolo d.C.) e che, dopo l’annessione all’Impero Romano (129 a.C.), molti imperatori avessero l’abitudine di immergervisi.
Quando l’acqua termale fuoriesce dalla sorgente e si raffredda, il calcare si accumula creando stratificazioni, che finiscono per assumere le sembianze di vasche e terrazze.
Quello che oggi milioni di visitatori attraversano a piedi nudi dunque, non è altro che il risultato di un fenomeno naturale che da millenni, si ripete senza sosta e non smette di stupire.
Terme di Pamukkale in Turchia: quanto costa l’ingresso
Il sito di Pamukkale-Hierapolis, iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO nel 1988, è accessibile esclusivamente a pagamento.
Poiché si tratta di una delle attrazioni più visitate della Turchia ed è molto frequentato anche dai residenti, vi consiglio di acquistare il biglietto on line anticipatamente (soprattutto in alta stagione), così da evitare le lunghe file all’entrata.
Potrete scegliere tra due opzioni: accesso singolo, che include la visita alla collina di Pamukkale e alle rovine di Hierapolis, ed il MuseumPass.
Questa soluzione combinata consente di raggiungere un folto gruppo di musei e siti di interesse storico, gestiti dal Ministero del Turismo e della Cultura della Turchia. Ne esistono cinque versioni, che si distinguono per costo, territorio di competenza e periodo di validità.
Nello specifico, il sito di Pamukkale-Hierapolis è incluso in due di queste e-card:
- MuseumPass The Mediterranean, comprende 40 luoghi storici ed ha una validità di 7 giorni dal primo utilizzo (90 Euro nel 2024);
- MuseumPass Turkiye, consente di accedere a 350 punti di interesse disseminati lungo tutto il territorio nazionale e dura fino a 15 giorni dal primo utilizzo (165 Euro nel 2024).
Personalmente, avendo intenzione di esplorare il Paese per due settimane, non ho avuto alcun dubbio sulla scelta della seconda opzione cumulativa e, col senno del poi, posso confermare che si è rivelata un’ottima idea per risparmiare tempo e denaro.
Pamukkale in Turchia: a che ora e come accedere alle piscine termali
Esistono sostanzialmente due ingressi per accedere alle piscine termali di Pamukkale.
Il primo, a nord del sito (aperto dalle 08:00 alle 21:00), si trova nei pressi del parcheggio destinato ai pullman ed è preso d’assalto da gruppi di turisti provenienti da ogni angolo del mondo, che non vedono l’ora di immergersi in queste acque miracolose.
Il secondo invece è collocato a sud (aperto dalle 06:30 alle 22:30) e viene raggiunto soprattutto dai viaggiatori indipendenti e dalle famiglie turche.
Se volete vivere un’esperienza che possa definirsi realmente autentica, dovete necessariamente puntare la sveglia presto.
Io ad esempio, ho programmato l’escursione a Pamukkale e Hierapolis alcuni giorni dopo Ferragosto ed ho fatto in modo di trovarmi sul posto tra le 09:00 e le 09:30, lasciando l’auto in prossimità dell’ingresso sud.
Potrà sembrarvi incredibile eppure per circa 30 minuti ho avuto le vasche d’acqua tiepida praticamente a mia completa disposizione.
Gli autobus sono arrivati solo dopo le 10:00 e i turisti, tra un selfie e l’altro, hanno impiegato quasi un’ora a raggiungere dall’ingresso nord, le piscine.
Fare il bagno nelle piscine termali di Pamukkale in Turchia: come si svolge il percorso di visita
Prima di proseguire nel racconto, ritengo opportuno fare una precisazione.
Molte delle fotografie che circolano su Internet e mostrano la collina di Pamukkale come una sorta di enorme centro termale all’aria aperta, sono false.
Ciò tuttavia, non toglie assolutamente nulla all’esclusività del luogo, quantomeno se quest’ultimo viene considerato per ciò che è realmente.
Attraversare quell’enorme nuvola bianca e soffice, che sembra caduta dal cielo per la disattenzione di una qualche divinità mitologica, è un’esperienza unica e sorprendente.
Per essere più chiara, cercherò di spiegare come si svolge la visita, prendendo spunto dalla mia personale esperienza.
Dopo aver superato la biglietteria, alcuni cartelli intimano di togliersi le scarpe e proseguire a piedi nudi.
Il motivo che si cela dietro questa norma è alquanto intuibile: le calzature indossate dai turisti contribuirebbero inevitabilmente al deterioramento di quel candido rivestimento in travertino.
Durante il percorso, che si svolge totalmente in salita in 15-20 minuti al massimo, si avanza sulla roccia pressoché asciutta.
Le piscine termali, situate a pochi metri dalle pendici del colle, sono tre o quattro.
L’acqua è tiepida e arriva più o meno alle ginocchia. Dopo aver scattato qualche foto e ammirato il panorama dal bordo della vasca, mi sono asciugata, rivestita e ho ripreso il cammino.
Qualche cascatella e alcuni ruscelli mi hanno accompagnato fino alla sommità dell’altura (corrispondente all’ingresso nord).
Turchia: dalle piscine di Pamukkale alle rovine di Hierapolis
Una volta rimesse le scarpe, ho proseguito il tour nel piccolo Museo Archeologico di Hierapolis, che espone opere scultoree e alcuni sarcofagi d’età romana, rinvenuti sul territorio.
Ho quindi superato le scenografiche Antiche Piscine di Cleopatra (pare che la regina d’Egitto facesse il bagno in queste sorgenti).
I pesanti blocchi di marmo adagiati sul fondale, sono caduti nelle vasche dal vicino Tempio di Apollo in seguito al primo violento terremoto che distrusse la città nel 60 d.C.
Non essendone particolarmente incuriosita (forse a causa dell’eccessivo affollamento), mi sono diretta verso le rovine di Hierapolis.
Una mappa mostra come doveva apparire la città nel III secolo a.C. ed individua l’esatta collocazione dei resti, emersi durante gli scavi.
Tra gli elementi architettonici meglio conservati vi è sicuramente il Teatro Romano.
Lo raggiungerete facilmente, dopo aver superato i ruderi del Tempio di Apollo, il vicino Plutonium (un edificio dedicato al dio degli Inferi) e la fontana monumentale del ninfeo.
La sua completa riqualificazione fu affidata nel 1957 alla Missione Archeologica Italiana.
Pensate: fino a questo momento la città, disabitata dal XIV secolo dopo un secondo e disastroso sisma, versava in uno stato di totale abbandono.
In seguito a recenti lavori di restauro (2009-2013), eseguiti nuovamente da una spedizione italiana, il teatro dell’antica Hierapolis è tornato a vivere.
Arriva a contenere fino a 7.000 posti ed ospita periodicamente spettacoli ed eventi.
Proseguendo in direzione nord, oltrepasserete l’antica agorà. Con i suoi 170 metri di lunghezza e 280 metri di larghezza, l’area che prima del terremoto era occupata da una necropoli, costituiva la piazza commerciale più estesa dell’Asia Minore.
La strada principale della città era larga 14 metri (oggi invece non supera gli otto metri) ed ospitava una serie di edifici di epoca tarda (V-VI secolo d.C.) tra cui negozi e abitazioni private.
Conduce alla Porta di Frontino, l’ingresso monumentale dell’insediamento fortificato, di cui si conservano le tre aperture in travertino, fiancheggiate da due torri rotonde.
Un’iscrizione dell’84 d.C. rivela la dedica del proconsole dell’Asia Minore, Sesto Giulio Frontino (autore di un trattato sugli acquedotti) all’imperatore Domiziano.
Pamukkale: come vestirsi e altri consigli pratici
La visita del sito di Pamukkale-Hierapolis vi impegnerà nel complesso 2 o 3 ore, inclusa la pausa pranzo. Ricordate di indossare il costume e di portare con voi un telo, abiti di ricambio ed un sacchetto dove riporre le scarpe.
Se viaggiate in estate, non dimenticate il cappellino, la crema solare ed un’abbondante scorta d’acqua.
Tra il percorso sul travertino e le rovine della città romana, è stata ricavata un’area ristoro.
Qui avrete finalmente modo di refrigerarvi e riposarvi su alcuni panchine all’ombra, con vista sulla collina bianchissima.
Vi potrà capitare di scorgere alcune piccole auto elettriche, che portano i turisti da un punto all’altro del parco archeologico.
Sono spesso affollatissimi, se non volete attendere invano a lungo, vi conviene tornare a piedi, ripercorrendo lo stesso itinerario a ritroso.
Come arrivare a Pamukkale e dove alloggiare
La scelta del mezzo di trasporto più adatto per arrivare a Pamukkale è stata forse la decisione più ardua da prendere, nell’ambito dell’organizzazione del mio viaggio in Turchia.
Innanzitutto, va detto che non vi sono voli diretti per raggiungere questa parte della nazione, dall’Italia.
Inoltre l’aeroporto più vicino, situato nelle vicinanze di Denizli a 70 chilometri da qui, prevede pochissimi collegamenti giornalieri con lo scalo internazionale di Istanbul.
Ripiegare su un viaggio con l’auto a noleggio oppure in autobus, potrebbe non essere un’ottima idea per chi sogna di calpestare la collina di travertino più famosa del globo, partendo dalla città sul Bosforo o dalla Cappadocia.
In entrambi i casi non si impiegheranno meno di 7 ore.
Ma allora, come fare?
Per non essere costretta a guidare così a lungo, ho deciso di prenotare un volo interno in partenza da Istanbul con destinazione Smirne (Izmir).
La terza città più grande della Turchia, affacciata sul Mar Egeo, dista solo 2 ore e 30 minuti da Pamukkale.
Basta mantenere la calma e i nervi saldi al volante finché non si superano le vie del centro, che durante la settimana sono spesso caotiche e trafficate.
La strada verso Pamukkale infatti è ampia, scorrevole ed in buono stato.
Ho alloggiato al Mira Otel, un albergo a tre stelle nel cuore del vivace quartiere Alsancak, a due passi dal lungomare cittadino.
Le camere sono moderne e dispongono di ogni comfort (condizionatore, connessione WI-FI, frigobar, set di cortesia). L’unica nota dolente, per quanto mi riguarda, è la colazione. La sala era arredata in modo trascurato ed il buffet non era per nulla di mio gusto.
Ho lasciato l’auto presso il 1474 Sk. 7 Parking, distante solo 5-6 minuti a piedi dall’hotel.
Nonostante il custode (come gran parte dei turchi che ho incontrato) non capisse l’inglese e accettasse solo pagamenti in lire turche, grazie all’intercessione di un passante (che ha fatto da tramite e interprete), alla fine siamo riusciti a trovare un accordo.
Se desiderate cenare in un ristorante appartato e non troppo lontano dall’albergo, prenotate un tavolo da Favino Alsancak. Questo piccolo locale, situato lungo un viale elegante e silenzioso, offre un menu ricercato e gustoso, a base di carne, pesce e verdure.
Il navigatore probabilmente vi dirà che da qui occorrono 30 minuti per raggiungere l’aeroporto cittadino di Adnan Menderes.
In realtà potreste impiegarne un po’ di più, a causa del traffico. Partite con largo anticipo, in modo da non avere intoppi.
Un consiglio: se non vi piace l’idea di atterrare all’aeroporto di Smirne, date un’occhiata alla disponibilità di voli diretti Istanbul-Antalya.
Questa città, situata sulla turistica ed elegante costa turchese, dista poco più di 3 ore dal celebre sito in travertino.
Una valida alternativa all’escursione fai da te infine, potrebbe essere un tour organizzato, comprensivo di servizio transfer.
Anche voi subite il fascino irresistibile di Pamukkale? Fatemelo sapere nei commenti e, mi raccomando, se avete altre domande o curiosità, non esitate a contattarmi.
13 risposte
Nonostante sia probabilmente la località più fotografata della Turchia, sai che non ne avevo mai sentito parlare? Non so come ma mi era sfuggita!
Ottimo il consiglio di arrivare presto al mattino, in modo da poter avere le vasche a disposizione prima dell’arrivo in massa dei turisti, che forse toglierebbe qualcosa all’esperienza.
Ho i programma un viaggio in Turchia a marzo, ma non credo di riuscire a raggiungere questo complesso termale e archeologico, visto i pochi giorni a disposizione. Ciò non toglie che potrei optare per una nuova incursione nella nazione a fine estate per godere di questa famosa acqua terapeutica.
Mi sembra un ottimo motivo per tornare.
Le tue foto sono bellissime e sei stata brava ad arrivare presto schivando gli autobus carichi di turisti. Quando sono stata io a Pamukkale non esistevano i social e ho trovato relativamente poche persone che insieme a me scalavano quella accecante distesa bianca. Decisamente un luogo inusuale e indimenticabile
Indimenticabile, dici bene.
Pamukkale è sicuramente uno dei luoghi più famosi della Turchia e un viaggio in questo Stato deve davvero prevedere almeno un giorno in questo luogo magico! Ottima idea il volo interno per Smirne, così ti sei avvicinata molto!
Programmare i viaggi in autonomia può richiedere anche molta attenzione ai luoghi strategici dove atterrare per far combaciare gli spostamenti. Questa mi sembrava la soluzione migliore.
Ho girato buona parte della Turchia anatolica, fino al confine orientale con Armenia, Georgia e Iran, ma purtroppo Pamukkale l’abbiamo saltata, perché troppo fuori mano per il giro che avevamo in programma. Ovviamente è famosissima ed è una località unica, spero di poterla vedere dal vivo un giorno, ovviamente al mattino presto presto, prima dei barbari! 😀
Te lo auguro.
Pammukale è uno dei luoghi più famosi della Turchia giustamente perché è molto bello, io purtroppo l’ho legato a un brutto ricordo e pertanto non so se mai ci tornerò, mi fa comunque piacerlo rivederlo nel tuo post e apprendo che è sicuramente molto più affollato di quando l’avevo visto io vent’anni fa
Mi spiace per il tuo brutto ricordo. Resta un luogo unico e di grande fascino.
Sono rimasta un pò male leggendo che l’acqua delle piscine è un pò bassa, comunque penso che andarci di sera sia veramente magico.
Pamukkale non è un centro termale. Purtroppo molti degli scatti condivisi sui social mostrano una realtà che di fatto non esiste e che induce poi i viaggiatori a crearsi delle aspettative che si basano su falsità, come nel tuo caso. È comunque un luogo unico al mondo, merita indubbiamente una visita.