Ho chiesto ad alcuni lettori del blog, di raccontare i loro ricordi di Natale, sottolinenando le emozioni e gli aneddoti che hanno contribuito a renderli indimenticabili.
Si dice infatti che un viaggio lo si viva tre volte: quando lo si sogna, quando lo si vive e quando lo si ricorda.
A questo noto aforisma anonimo però, io aggiungerei la quarta fondamentale occasione di vivere un viaggio: quando lo si condivide.
Ricordi di Natale: i lettori si raccontano
Vi siete mai chiesti cos’è una bella notizia se non la si comunica subito a qualcuno? Cos’è un trenta e lode preso all’esame più difficile del corso di studi, se non lo si dice immediatamente ad amici e parenti?
E cos’è la nascita di un figlio, o la firma di un contratto di lavoro tanto atteso, se non la si festeggia adeguatamente con gli affetti più cari?
Ecco, il Natale ed i viaggi hanno in comune proprio questo aspetto: sono importanti occasioni di condivisione.
Momenti di felicità irripetibili che meritano e necessitano di essere sognati, vissuti, ricordati e condivisi.
Il giorno di Natale nel ricordo di Rosy: in famiglia sulle Alpi piemontesi
Cesana Torinese è una località turistica sulle Alpi piemontesi, in Alta Val di Susa.
Una piccola curiosità, la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, alta sul borgo, ha ancora tre absidi e il campanile della costruzione romanica.
Sono ancora nitidi i ricordi del Natale trascorso a Cesana, a casa della mia mamma, nel residence Le Morette, costituito da tante casette situate tra i pini, con una vista mozzafiato sulla vallata sottostante.
La nostra è stata una cena in allegria con tante prelibatezze da gustare, a partire dagli agnolotti di carne, rigorosamente fatti a mano, le lenticchie, il cotechino.
Non lo scorderò mai, sono molto legata a quel Natale perché molte di quelle persone non ci sono più, ma resteranno per sempre nel mio cuore.
Il racconto di Natale di Morena: da Savona alla Costa Azzurra
Ho la fortuna di trascorrere le feste natalizie sempre in luoghi diversi.
Solitamente andiamo sulla neve, ma se devo pensare ai miei più bei ricordi di Natale, non posso che andare con la mente a Savona, a casa di mia madre, in piazza Mameli.
Per me è importante perchè lì si riunisce tutta la famiglia e si respira un’aria magica.
Solitamente, da lì ci dirigiamo in Costa Azzurra, prima a Nizza, poi a Montecarlo, Saint-Tropez e Cannes.
Passiamo i pomeriggi tra shopping natalizio e aperitivi negli eleganti caffè del centro, e le serate tra cene meravigliose in famiglia guardando i film di Natale, tra chiacchiere e giochi di società.
Sono momenti indimenticabili che scaldano il cuore.
Le festività natalizie con i nonni nei ricordi di Laura
Ero piccolina, sono sempre vissuta con i miei nonni, ora non ci sono più.
Mia nonna è morta 2 anni fa a causa del Covid-19, non l’ho potuta vedere, era rischioso.
Mio nonno preparava un falò nel nostro terrazzo. Era una tradizione e lo rifaceva a Capodanno, mentre la nonna preparava da mangiare per tutti, sempre contenti quando si festeggiava insieme.
La casa era decorata con tantissime luci perché ai nonni piaceva il Natale.
Ora che non ci sono più sento molto la loro mancanza e nonostante non sia più lo stesso festeggiare il Natale senza di loro, continuo ad amare l’atmosfera natalizia.
Godetevi ogni istante con la vostra famiglia perché il tempo trascorso insieme, poi non ritorna.
Il Natale a Napoli nel racconto di Rosanna
Il Natale a Napoli non si può spiegare.
Ovunque è un tripudio di presepi, zampognari nei rioni e mercatini natalizi.
Il luogo simbolico per eccellenza dei miei ricordi di Natale, è sicuramente la famosissima: San Gregorio Armeno, la via dei presepi napoletani con le loro caratteristiche statuine fatte a mano.
Passeggiare per la viarella circondata da decine di negozi e da coloratissime bancarelle dove gli artigiani espongono le loro creazioni, mi fa battere il cuore.
Si possono trovare le statuine tradizionali, ma anche quelle più bizzarre che riproducono i personaggi famosi, cantanti, calciatori, politici, che durante l’anno fanno parlare di sé.
Vi consiglio di visitare questo luogo, non ne rimarrete affatto delusi.
Il ricordo delle tradizioni napoletane nel racconto di Natale di Lucinda
L’atmosfera del Natale è di per sè magica, in ogni città in cui ti trovi.
Tuttavia le tradizioni natalizie napoletane hanno, secondo me, quel qualcosa in più, da far assumere al capoluogo partenopeo, un fascino particolare.
La città si riempie di suoni, luci, profumi e melodie che invadono le strade, i vicoli, le piazze e le abitazioni.
A Napoli si inizia a respirare aria di Natale quando, da lontano, si sente il suono delle zampogne.
Le tradizioni natalizie napoletane sono inoltre legate indissolubilmente al presepe.
Il presepe rappresenta il simbolo del Natale per eccellenza in tutte le case partenopee.
Ciò che lo rende davvero speciale è il lavoro di costruzione, un momento di aggregazione che coinvolge nonni, padri e nipoti.
Alla struttura originaria è consuetudine aggiungere ogni anno nuovi elementi, che sia una statuina o una casetta, purché rigorosamente acquistate nel vicolo di San Gregorio Armeno, la celebre strada del centro storico di Napoli, famosa per le sue botteghe dedicate ai presepi.
Un altro importante appuntamento della tradizione natalizia napoletana è il cenone della Vigilia.
La preparazione dei piatti è un processo lungo che in alcuni casi parte dal giorno precedente.
I protagonisti assoluti delle ricette natalizie sono il capitone e il baccalà, proposti in versione fritta.
Come contorno l’immancabile insalata di rinforzo, che nasce cioè con l’obiettivo di rinforzare la magra cena a base di pesce.
La ricetta prevede cavolo bollito con acciughe e olive, il tutto condito con aceto.
Da non dimenticare inoltre i tanti dolci tipici della tradizione quali, struffoli, mostacciuoli, raffioli e i rococò.
La famiglia riunita a Natale a casa della nonna: il ricordo di Vittoria
Il Natale per me è un periodo molto nostalgico perché mi ricorda la dolcissima e bravissima nonna Vittorina.
Sin da piccolina grazie al profumo della sua cucina, capivo che stava arrivando il Natale perché, come da tradizione, lei amava preparare i dolci tipici di Vieste come i mostaccioli con le iniziali dei nomi dei suoi nipoti, le cartellate e le castagnette.
Le sue ricette erano segrete e non le ha mai date a nessuno.
È stata una super nonna, forte, che ha cercato di dare a noi nipoti valori quali l’importanza della famiglia e della chiesa.
Anche prima del periodo natalizio ci invitava a mangiare le orecchiette con le melanzane ripiene, preparate a mano con tanto amore ogni domenica.
La sera prima di Natale, ci riunivamo tutti a casa sua e lei era molto felice. Trascorrevamo la serata a giocare a tombola o a carte. Eravamo una famiglia numerosa e facevamo tanto rumore ma c’era sempre spazio per tutti.
Lei impazziva per noi e cercava in tutti i modi di farci contenti.
È proprio vero quando si dice che i nonni sono patrimonio dell’umanità, lasciano una traccia indelebile nel nostro cuore per sempre.
La Fiera di Santa Lucia nei ricordi di Natale di Anna e Francesco a Monopoli
Negli ultimi anni il Natale è stato strepitoso.
Nel 2018 una ruota panoramica che si specchiava nel mare d’inverno ci ha fatto trepidare tra vertigini e brividi di freddo.
E anche il Corso che traboccava di luci, artisti di strada, campanelli e caroselli non scherzava.
Nel 2019, invece, la casa di Babbo Natale più grande di Puglia e l’immancabile villaggio di chioschetti ha trasformato Monopoli in Lapponia.
E non l’avremmo mai detto, a due passi dall’Adriatico e con l’odore di scirocco appiccicato addosso, che il Vin Brulé fosse così buono. Certo, è stato bello.
Non solo per i bambini attratti dalla parata delle principesse Disney e dallo sparabolle sotto l’albero di Natale gigantesco, ma anche per i turisti a spasso in piazza Vittorio Emanuele e in fila per una foto sulla slitta illuminata.
Non c’era che l’imbarazzo della scelta.
La fiera di Santa Lucia in via Cavour a Monopoli
Ma se devo raccontare il Natale, quello vero, nella nostra città di provincia ciò che mi viene in mente è la Fiera di Santa Lucia in via Cavour.
Una strada come tante nel cuore del murattiano, senza troppe vetrine per lo shopping e senza attrattive. Una strada che si sveglia alla vigilia del 13 Dicembre e resta viva tutta la notte e il giorno successivo. Quando si riempie di bancarelle arruffate e venditori ambulanti, pesche di beneficenza e associazioni che espongono mercanzia natalizia.
No, non scintillanti case di elfi dai verdi cappucci, ma tavolacci e teloni che scoppiano di cesti intrecciati a mano, pignatte e brocche di terracotta per i legumi e il vino (i coccheridd) tipiche della fiera, giocattoli, stelle di Natale.
E tutto l’occorrente per addobbare la casa o per fare un presepe all’antica: muschio finto, carta crespa, sfondi innevati e palme, cielo stellato, brecciolina, statuine di ogni dimensione, animali domestici e selvatici, case di compensato con elementi mobili e pecore e pecore a profusione.
E poi palline d’antan, babbi natali da far penzolare alle finestre, spray e tutto l’armamentario per un vero Natale anni Ottanta.
Secondo la tradizione alla Fiera ci si va di notte. E fa freddo.
Ci si incontra nella strada gremita, in penombra, si entra nella chiesetta addobbata.
Uno sguardo veloce alla Santa col vestito buono indosso, la preghierina tra i denti, una piccola offerta e poi giù, a caccia di occasioni. Un piatto da regalare. Qualche giochino. Il torrone.
Una serie di luci intermittenti per il balcone. Okay, ci diciamo, il Natale è arrivato.
Lo ha portato la fiera che profuma di caramelle, anche se i turisti, a caccia di renne e lungo le vie del porto, per ora non lo sanno. Glielo diciamo?
Il Natale a Messina nei ricordi di Roberta
Il punto è che se Nadia pensa al Natale, a quel giorno tanto atteso, pieno di luce e di speranza, quello che, non essendo mai stata religiosa per lei non significa messa di mezzanotte o cose così.
Se le capitava di pensarci ritornava subito ai suoi cinque anni, lasciando vagare la sua mente in quel passato pieno di vita.
Sì, tra l’altro, lei era nata proprio il 25 dicembre, quindi quel giorno di quell’anno per lei segnava proprio i suoi cinque anni di età.
Crescendo aveva cambiato città.
Facendo qualche chilometro in macchina, non riusciva più a vedere quella statua di Nettuno a salutarla, né quella lunga camminata che fronteggiava il mare di Messina, con quella statua rappresentante La madonnina della lettera.
Era la stessa che pareva osservare tutta la città, con quei colori fronteggiati dal tempo e quella bellezza che solo un’opera di devozione possiede.
Non aveva più udito, a mezzogiorno del 25 dicembre nei suoi anni a venire, dai dieci in poi per la precisione, il gallo cantare, lì in cima al Duomo, a quell’altissima colonna arricchita da storia, musica e tradizione.
I ricordi di infanzia: festività natalizie a casa della nonna
I suoi Natali sarebbero comunque stati sereni e lei aveva questa consapevolezza ancor prima che arrivassero, ma il fatto è che Nadia amava rivivere quei suoi cinque anni, quelli in cui indossava un vestitino rosso scampanato, con sotto la calzamaglia nera a presentare quelle scarpine da bambinetta, anch’esse sul rosso.
Ricorda perfettamente quanto si fosse sentita una bambolina quella mattina e, non appena giunta a casa della propria nonna materna, non aveva potuto fare a meno di aggiungere striscioni spelacchiati a quel maestoso albero dai tratti per lo più rossi e verdi, costellato di lucine a intermittenza e quelle musichette prive di parole ma che si possono canticchiare per tutto il giorno, seguendo il ritmo reso udibile da una piccola casa nera nascosta.
Ricordava il calore che invadeva quella piccola e mai sistemata casa, tra il tavolo della cucina pieno di piatti e farina e quello della sala ancora da apparecchiare, osservato silenziosamente dal Presepio che, proprio quella mattina, aveva dato il benvenuto anche alla statuetta del bambin Gesù, disteso sulla sua culla di ceramica e finta paglia, piccolissima.
Il punto è che se Nadia ripensa al giorno di Natale, torna immediatamente a Messina: attualmente vive in Lombardia, dove l’aria di mare è assent.
Il trasferimento in Lombardia
Tuttavia, se scorgi bene lo sguardo, riesci a meravigliarti di fronte allo spettacolo delle montagne, sovrane a circondare quella valle a conca, la stessa in cui Nadia vive, sbaglia, costruisce il proprio futuro e, proprio in quegli istanti, prova a scrivere sul suo diario la lista dei regali che avrebbe fatto quell’anno.
Nadia aveva viaggiato pochissimo in vita sua ma qualche anno prima, proprio nel periodo natalizio, aveva avuto l’onore di osservare il Mar Adriatico, sulla costa dell’Emilia-Romagna in quel periodo di nebbia e freddo, con gli occhi sempre scuri ma luminosi.
Dopo tutto quel tempo trascorso tra il verde e il marrone, il fumo delle fabbriche e il via vai delle macchine, rivedere quella distesa immobile, serena e dalle sfumature che riuscivano a trasmettere calma.
Quel mare di inverno, per Nadia era significato moltissimo.
Sebbene quella non fosse la sua terra natia, la stessa che non rivedeva da troppo tempo, quella sensazione di pace, di potersi farsi cullare, con l’aria che pare ignorare completamente il cappotto e giungerti fino al cuore, per farti respirare, riuscì a pervaderla, ricordandogli chi fosse.
Il giorno di Natale sulla costa adriatica
Era una bambina, un po’ cresciuta sì, ma pur sempre una bambina che voleva preparare con la nonna i calzoni, vedere giungere con i pasticcini e i doni i propri parenti da quella stretta e pesante porta che dava direttamente sulla cucina, con le tende in plastica e super colorate a tentennare non appena venivano spostate.
Quello era il suo posto per Natale, quello che custodiva in segreto nel cuore e che cercava di trasmettere con gli occhi: il mare.
Il suo odore, la sua furia, quel suo essere rapitore e protettivo con quella sua indiscutibile bellezza.
Nadia non saprebbe enunciare correttamente tutte le vie percorse né descrivere quelle ore a passeggiare in silenzio, con le guance rosse e le mani calde.
Nadia adorava quel giorno, anche se per lei significava crescere ed invecchiare, avere una candelina in più su quel dolce privo di lattosio che le avrebbero preparato i suoi famigliari.
Ecco, la sua famiglia.
Il mare e la famiglia, quella che la rendeva così radiosa e la lasciava essere se stessa, sempre.
Con i parenti e quella cameretta dal grande albero lontani, come quell’odore dato dai mobili in legno e quei piatti dai mille colori e sapori e quel pacchettino di fiammiferi altrettanto distanti da lei, Nadia si preparava a festeggiare quel Natale con un abitino nero in velluto, arricchito da del pizzo color vino, ormai adulta.
Il punto era che il Natale per lei significava moltissimo, come tanti attimi della sua vita che era consapevole che non si sarebbero mai ripetuti e che, proprio per questo, teneva sempre per sé, concedendo a pochi di conoscerli, a solo una penna di descriverli.
Il Natale come occasione per rivivere i ricordi dell’infanzia a Messina
Lei, i suoi ricordi, che quei profumi e quelle aspettative, quei capelli non più neri, quei pacchettini che lei stessa avrebbe realizzato e quella gioia, sfumata tra pareti color sabbia e una piccola porta finestra a fianco, o immersa in una piccola macchina per giungere vicino alla riva, tra incensi e traslochi, occasioni ricreate e sensazioni sempre nuove: ecco il luogo e il tempo del suo Natale.
Forse troppo romantica? Scontata? Può darsi, ma Nadia era sempre stata così unita a quel valore, legata a chi amava e, allo stesso modo, amava attribuire ai luoghi ciò che le lasciavano, quanto la loro effettiva estetica.
Ed aveva sempre adorato le lucine di Natale, quelle che arricchiscono le strade mute, che possono rendere ancora più caldo un istante, che vengono sistemate con cura intorno a cornici e porzioni di casa che, immutabili, le accolgono.
Ripensa ancora, ogni tanto le capita, a quella Fontana di Nettuno, a quella struttura a coda di sirena a sostenere la figura dorata della Madonnina.
A quel mare, a quella casa della nonna, piena di voci, storie, abbracci e auguri, a quell’aria che si respirava e a quella che aveva assorbito negli anni a venire, con i suoi cari, tra altre mura, magari nel pomeriggio a passeggiare lungo il Lago di Iseo, giusto per assaporarsi a pieno quel giorno e concluderlo con una pizza al trancio.
Il punto di tutto questo racconto è che per Nadia il Natale non era un giorno da attendere, ma, non appena arrivava, lei tornava indietro nel tempo, senza però criticare o allontanare da sé il presente.
Dalla finestra una montagna, sulla sua cima un po’ di neve, e dentro quelle finestre, tanta luce.
Natale al caldo: Simona e il ricordo del suo viaggio in Florida
Il mio luogo del Natale? La Florida.
Sono ancora indecisa se preferirei trascorrerlo a Miami o alle Florida Keys, ma potrei fare un pensierino anche su Sarasota, o Naples o Panama City Beach.
Devo ammettere che più passano gli anni, più lo spirito natalizio fatica ad impossessarsi di me.
Forse è proprio per questo che mi immagino a festeggiarlo diversamente da come sono abituata.
Non mi piacciono gli stereotipi, tanto meno quello del Natale con la neve, il caminetto acceso, i regali e le abbuffate.
Odio il freddo e i regali mi mettono ansia.
Natale fuori dal comune: un barbecue sulle spiagge della Florida
Quando nel 2019 ho finalmente avuto modo di viverne almeno la magia dei preparativi, in Florida, quello che già sospettavo da tanto ha avuto conferma.
Il mio Natale vorrei che fosse lì.
Interi villaggi di Natale lungo la spiaggia, lucine colorate attorno alle palme, luminarie e decori immensi, pupazzi fatti di sabbia e ovunque accessori a tema con il simbolo ricorrente di Babbo Natale che fa surf.
Ed io mi immaginavo con una camicia hawaiana con gli alberelli, un bel costume, un cappellino rosso, un telo mare e quel bel sole quasi estivo, cantando Jingle Bells di fronte ad un pranzo arrangiato in riva all’oceano.
Non farei niente di troppo diverso da quello che faccio solitamente quando mi trovo da quelle parti. Per prima cosa una bella uscita con la mia compagnia di pesca di fiducia per procurarmi il pesce da grigliare in una delle aree verdi con barbecue vicino alla spiaggia.
Un po’ come quando abbiamo visto festeggiare il Thanksgiving a Key Biscayne.
Tante famiglie con un ricco buffet, all’aria aperta, al sole, in spiaggia o nel prato, un po’ di musica natalizia e nessun altro pensiero. Se non quello di controllare quei ladruncoli dei procioni.
E al posto del panettone una golosa key lime pie accompagnata da una fresca lemonade homemade.
Tutto qua. Ecco dove visualizzo io il mio Natale.
Sicuramente un luogo alternativo, ma che sogno da tanto e che doveva concretizzarsi quest’anno. Invece probabilmente dovrò rimpiangere anche i classici pranzi a casa in Toscana.
Ciao, piacere, io sono il Grinch.
Ringrazio tutti coloro che hanno deciso di condividere, attraverso un personale ricordo, il racconto del loro luogo del Natale.
Ci hanno permesso di viaggiare, attraverso le loro parole, lungo lo stivale e di volare oltreoceano. Con i loro ricordi di Natale, ci è stato possibile rivivere l’emozione delle cene in famiglia e assaporare le tradizioni popolari italiane.
Abbiamo persino sentito il profumo del barbecue sulle lunghe spiagge della Florida.
Un ringraziamento speciale va, infine, alla mia amica food blogger Paola, alias Tacchi e sapori che, lasciandosi ispirare da questi ricordi di Natale, ha creato un dessert davvero speciale.
Si tratta di un tronco di Natale con crema cheesecake e se volete provare a replicarlo, trovate la ricetta sul suo blog!
Ora però tocca a voi: quali sono i vostri ricordi di Natale?
37 risposte
Il Natale in Florida lo conosce molto bene e devo dire che, insieme a quello in Sudafrica, è stato molto interessante. Molto bella anche l’atmosfera di Savona! Ma il vero Natale per me, è nei paesi nordici!
Di certo il Natale con la neve e la cioccolata calda è quello che ricrea maggiormente l’atmosfera a cui siamo più abituati .
Che bello questo viaggio a tema natalizio sparso in diverse parti del mondo! Io il Natale lo associo al freddo, ma è semplicemente una concezione emisferica, poiché qua in Italia tendenzialmente a Natale abbiamo un clima invernale. Non so infatti se riuscirei a festeggiare un Natale in un clima caldo, come quello del racconto in Florida, perché non so se riuscirei a “sentire” la festività nello stesso modo!
Io ho trascorso vacanze invernali al caldo e mi è piaciuto tantissimo . Non mi dispiacerebbe passare il Natale al caldo.
Che bel post!
Io ho sempre trascorso il Natale in famiglia, mia o del mio compagno, per cui non ho particolari tradizioni natalizie da poter raccontare. Però è bello leggere le storie altrui e farne tesoro!
Vero perché sono tutte storie diverse che scaldano il cuore .
Una bella idea quella di condividere i ricordi di Natale dei propri lettori. I miei ricordi sono a Termoli, quando i miei nonni erano ancora in vita e tutti i miei zii, vicini e lontani, tornavano per le feste. Scrissi anche un articolo sul blog l’anno scorso…purtroppo i miei nonni non ci sono più e le famiglie si sono allargate, quindi è difficile riunirsi di nuovo come una volta, ma quei ricordi per me rimarranno i più belli della mia vita.
Ti ringrazio. Io provo il tuo stesso stato d’animo . A Natale le assenze diventano ancora più pesanti e non è affatto facile . Sto cercando di creare nuove tradizioni natalizie con il mio compagno anche se la mente torna sempre ai Natali passati. Li porteremo con noi sempre, inevitabilmente.
Ammetto che anche i miei ricordi più cari delle festività natalizie sono lagati ai miei nonni, da quando non ci sono più e’ tutto diverso.
Mi rivedo molto nel racconto di Simona perché anche io sono molto Grinch, al punto che vorrei addormentarmi il 23 e risvegliarmi il 2 o il 3 di gennaio. Però l’idea del barbeque in spiaggia potrebbe farmi cambiare idea, ma anche il Natale in costa azzurra tra shopping e aperitivi!
In effetti il Natale in Florida stuzzica anche me. Al momento ho trascorso al caldo solo il mese di Gennaio (per festeggiare il mio compleanno) ma mai Dicembre, tuttavia un pensierino ce lo farei.
Natale è uno dei periodi in cui riesco a viaggiare e ho tanti di quei bei ricordi che sarebbe difficile dire quale è stato il Natale più bello della mia vita. E comunque hai ragione: il bello del viaggio è anche condividerlo!
Sono contenta tu abbia trovato la lettura piacevole.
Il Natale più Natale lo abbiamo trascorso ad Alagna in una casa walser, noi 4 e i nonni, mia figlia (4 anni al tempo) non voleva andare via da casa per paura di non essere trovata da Babbo Natale.
Grazie per aver condiviso questo ricordo natalizio .
Credo che i miei Natali più belli fossero i primi, a casa della nonna, con tutta la famiglia riunita. Quell’atmosfera e quel calore, negli anni, si sono persi quando hanno iniziato a venire a mancare alcune persone portanti della famiglia stessa. Adesso, in età adulta, direi che i Natali migliori sono stati negli ultimi unni con la creazione di nuove tradizioni e la festa con gli amici che sono una seconda famiglia per gli expat come me.
Anche per me da quando sono scomparse alcune persone care, il Natale ha perso il valore di una volta . Ultimamente , grazie al mio compagno , stiamo ricreando nuove tradizioni . Penso questo sia molto importante, come facevi notare anche tu Veronica.
Il mio ricordo di Natale va all’infanzia e alle Vigilie passate tutti insieme a casa dei nonni, con una tavolata imbandita di qualsiasi squisitezza. L’attesa del Babbo Natale, cercando quale zio spariva misteriosamente per travestirsi e portarci i regali, serate di festa che non torneranno ma che ricordo con amore.
Grazie mille, Sara per aver condiviso il tuo ricordo.
Mi commuovo a leggere dei nonni perché per me i più bei Natali sono stati proprio in compagnia loro finché li ho avuti al fianco. Quando ci si riuniva tutti in casa loro, c’era un presepe che copriva una parete, una tavola imbandita per un esercito e tantissima aria di festa e gioia.
Anche per me i Natali con i nonni sono stati i più belli. Grazie per aver condiviso il tuo ricordo, Veronica.
Ma che bello questo post, mi avete fatto commuovere! E’ esattamente questo lo spirito del Natale, non sono i doni costosi, le mille luci e chissà cos’altro di effimero. Sono i ricordi la vera ricchezza dell’umanità. Buon Natale!
Grazie Lara! Se ti va, condividi il tuo ricordo di Natale, lo aggiungerò volentieri agli altri.
Devo ammettere che i miei Natale sono abbastanza ordinari e tranquilli: da quando ho conosciuto il mio compagno li passo sempre a casa dei miei suoceri, non che mi dispiaccia perché ci divertiamo sempre molto. Dopo Natale però un viaggio è davvero d’obbligo!
Curiosa di sapere dove andrai dopo Natale 😉
Il Natale passato a casa dei nonni è uno dei miei ricordi più dolci e vividi. Ricordo benissimo ogni singolo momento della preparazione della vigilia, e poi del pranzo del giorno dopo. Ognuno con la sua mansione, ognuno carico di energia positiva. Eppure non facevamo nulla di chè… solo lo stare insieme ci riempiva il cuore. Beato chi ancora può abbracciare i nonni. A me mancano infinitamente
Anche a me mancano molto. Sono stati e sono ancora adesso, parte integrante della mia vita, seppure in modo diverso da quando non ci sono più.
Da tanti anni passo il Natale a Bali e con una temperatura di oltre 30° non è la stessa cosa, il mio ricordo di Natale più bello è quello passato a Parigi
Che sogno Bali a Natale!
Splendida idea mettere insieme questi racconti: un articolo bellissimo, che tocca corde per me molto sensibili, soprattutto in questo periodo. Il Natale è già di per sé uno dei periodi dell’anno che amo di più, mi riempio sempre di aspettative ma anche di nostalgia. Non scelgo spesso (anzi, quasi mai) di fare viaggi a ridosso delle Feste, infatti i miei ricordi più cari sono legati a occasioni casalinghe e in famiglia, quindi mi avete fatta letteralmente viaggiare con la mente trasportandomi anche in destinazioni che uno non collegherebbe immediatamente al “bianco Natale” (come la calda Florida), ma è con i racconti sui nonni (condivido anch’io: Patrimonio dell’Umanità) che mi avete fatto commuovere.
Ciliegina sulla torta la ricetta del dessert natalizio, non credo ci sia nulla da aggiungere per rendere l’insieme ancora più perfetto, mi sono letteralmente sciolta. Tantissimi auguri!!
Anche a me i nonni mancano tanto. In compenso da qualche anno ho una nipotina con cui è davvero impossibile non divertirsi ed imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, il miracolo della vita!
Il pezzo di Roberta Sgrò sul Natale di Nadia è davvero stupendo e commovente!
Per il resto i miei migliori ricordi del Natale è meglio se non li racconto perchè… ehm… diciamo solo che lo spirito natalizio è il grande assente. Ci sono però una chiesetta con la statua del bambin Gesù, una balera, una barista dal sorriso gentile, una notte di vetro ghiaccio, diversi cani… e la nutella.
Metti pure insieme questi elementi e crea la storia che più ti aggrada… è meglio!
Mi hai incuriosito. A questo punto aspetto davvero il tuo racconto, lo inserisco volentieri tra quelli già proposti.
Anche se il Natale con le su atmosfere un pò nostalgiche, è ormai passato, ho letto volentieri questo post. E ho notato che la maggior parte dei ricordi più dolci è legato ai nonni. Chissà perché da piccoli si da per scontato che ci siano: li abbiamo trovati lì, ci saranno sempre e invece quando li abbiamo perduti vorremmo averli ancora accanto.
Anche io ero, o forse dovrei dire sono, legatissima ai miei nonni.
Mi è piaciuto molto questo articolo che parla di calore, famiglia e del Natale. Sarà perché amo profondamente questo particolare periodo dell’anno, ma leggendo dei vari ricordi rievocati, mi è sembrato in un certo senso di riviverli con loro e di entrare a farne parte anch’io
Grazie davvero per il tuo feedback, ne saranno contenti coloro che hanno contribuito a questa narrazione corale in chiave natalizia.