Si può percorrere un itinerario tra le vie di Bologna senza esserci mai stati? Io posso dire di averlo fatto, anche grazie al cinema.
Prima ancora di scendere dal treno con quella valigia troppo grande per essere trascinata da una sola persona, avevo già passeggiato sotto i portici del centro, attraversato Piazza Maggiore, seguito le biciclette verso Via Zamboni e ascoltato i dialoghi sussurrati degli umarell davanti ai cantieri.
Bologna l’avevo scelta già da un paio d’anni, pur non avendoci mai messo piede.
Fin dal primo momento in cui avevo immaginato di viverci, fantasticando sul mio futuro, era apparsa come l’unica opzione, quella definitiva.
E da allora non è mai stata messa in discussione.
Film a Bologna: itinerario tra le location più iconiche dagli anni Novanta ad oggi
Non so se siano stati più i libri, i film o i racconti degli universitari di rientro per le vacanze natalizie, ma quello di cui sono certa è che Bologna per me era diventata casa, molto prima di viverla.
Il cinema, proprio come la letteratura (e qualche leggenda metropolitana messa in circolazione dagli studenti fuorisede), ha il potere di rendere familiari luoghi sconosciuti.
Una pellicola riesce a trasformare anche i più anonimi scorci urbani in scenari carichi di emotività e significato, intrappolando l’anima della città nello schermo, in un racconto senza tempo.
Sono cresciuta con il cinema degli anni Novanta, quello che raccontava amicizie complicate, amori inquieti, sogni di fuga e ritorni inevitabili.
Bologna, con il suo fascino sospeso tra storia e ribellione, sessioni d’esame e vita notturna, cerimonie di laurea e schitarrate sotto la luna, era il set cinematografico perfetto per quelle storie e in fondo, anche per la mia.
Bologna sul grande schermo: le location di 5 film degli ultimi decenni ambientati in città
Guardando quei film dal divano, avevo l’impressione che ogni vicolo nascondesse un incontro decisivo, che le torri custodissero segreti inenarrabili e che le piazze col buio si trasformassero in confidenti silenziose di sogni, illusioni e scelte di vita.
Forse è proprio per questo che il cinema ha amato così tanto questa città.
Del resto, se quelle scene fossero state girate altrove, avrebbero avuto la stessa intensità? Probabilmente non staremmo neanche qui a parlarne.
E allora, ripercorriamo le strade che hanno fatto da sfondo a pellicole memorabili e riscopriamo Bologna attraverso un inedito itinerario cinematografico.
Tra tutti i film girati sotto le Due Torri dagli anni Novanta ad oggi, ne ho scelti simbolicamente cinque.
Si tratta di sceneggiature che, ognuna a modo proprio, non riscrivono solo il destino della città ma anche quello di chi l’ha vissuta e quindi, anche il mio.
Ed ora mettetevi comodi e silenziate i cellulari: la proiezione sta per cominciare!
Jack Frusciante è uscito dal gruppo: diventare adulti nella Bologna degli anni Novanta
Tratto dal romanzo d’esordio di Enrico Brizzi (all’epoca appena ventenne) e diventato ben presto un vero e proprio caso editoriale, Jack Frusciante è uscito dal gruppo (di Enza Negroni, 1996) è uno dei film cult degli anni Novanta.
Il titolo è un chiaro riferimento al chitarrista dei Red Hot Chili Peppers e al suo improvviso abbandono della rock band californiana nel 1992.
In realtà il musicista non viene mai nemmeno menzionato nel film, incentrato sulla vicenda personale di Alex (Stefano Accorsi) e sui suoi tormenti adolescenziali.
Mentre cerca di destreggiarsi tra la scuola, la famiglia, gli amici e l’amore per Aidi (Violante Placido), il giovane protagonista, sempre in sella alla sua bicicletta, sperimenta il dolore e l’abbandono, ritrovandosi catapultato suo malgrado nell’età adulta.
La pellicola è ambientata interamente a Bologna e sono diversi gli scorci iconici che lo spettatore, pedalando insieme ad Alex, può intravedere.
Tra questi, ce ne sono almeno tre che vi sembreranno immediatamente familiari.
Piazza di Porta Ravegnana
Secondo una prassi ancora oggi molto diffusa, i bolognesi si danno appuntamento rigorosamente davanti alla Feltrinelli di Piazza di Porta Ravegnana, all’ombra delle Due Torri.

È qui infatti che Alex incontra per la prima volta Aidi, la ragazza che gli farà battere il cuore.
Lo slargo, che costituiva l’accesso in città per chi arrivava da Ravenna, custodiva una delle quattro croci a protezione di Bologna (smantellate dalle truppe francesi nel 1798 e oggi visibili nella Basilica di San Petronio).
Tra gli edifici che si affacciano sulla piazza, l’elegante Palazzo degli Strazzaroli non passa di certo inosservato.
Al piano terra della costruzione eretta alla fine del Quattrocento per la Corporazione dei Drappieri, nel 1963 è stata aperta la libreria Feltrinelli.
Grazie all’innovativo sistema dello scaffale aperto, per la prima volta ai clienti è stato concesso di sfogliare liberamente i volumi, senza dover chiedere il permesso ai commessi.
Dal 2024 inoltre, due delle terrazze del palazzo vengono periodicamente aperte al pubblico, che può ammirare il centro storico dall’alto e scattare un selfie esclusivo con la Torre Garisenda e la Torre Asinelli sullo sfondo.
Liceo Galvani
L’istituto superiore Caimani frequentato piuttosto controvoglia da Alex, non è altro che il Liceo Ginnasio Luigi Galvani di Bologna.
Istituito il 12 Febbraio 1860 presso l’Ospedale della Morte (attuale sede del Museo Civico Archeologico), fu trasferito in Via Castiglione ventidue anni dopo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando le aule vennero occupate dai pazienti affetti da tubercolosi, le lezioni si tennero in Piazza dei Calderini (gli studenti vi fecero definitivamente ritorno nel 1946).
È impossibile raccontare la storia del Galvani senza nominare alcuni dei suoi insegnanti più illustri, come Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Padre Olinto Marella o degli studenti celebri, tra cui Pier Paolo Pasolini e lo stesso Enrico Brizzi.

Stadio Renato Dall’Ara
Per stupire Aidi, il sempre più coinvolto Alex decide di portarla in un posto davvero speciale: lo Stadio Renato Dall’Ara.
Mussolini inaugurò l’innovativo impianto (con il nome di Littoriale) il 31 Ottobre 1926.
Il campo da calcio era circondato da una pista di atletica, a cui si aggiungevano quattro campi da tennis e due piscine.
I lavori per la Torre di Maratona furono terminati nel 1929, con la collocazione della statua del duce a cavallo, distrutta alla fine della guerra.
Con il bronzo fuso della scultura abbattuta, Luciano Minguzzi realizzò l’opera in ricordo dei partigiani, tutt’ora visibile presso Porta Lame.
Dal 1983 lo stadio è giustamente intitolato a Renato Dall’Ara: durante i trent’anni della sua presidenza, il Bologna FC vinse ben 5 scudetti.

Itinerario cinematografico a Bologna: E allora mambo! una commedia degli equivoci sotto le Due Torri
Il duo comico composto da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu appare per la prima volta sul grande schermo nel film E allora mambo! (di Lucio Pellegrini, 1999).
Stefano (Luca) e Mauro (Paolo) sono i protagonisti di una divertente commedia degli equivoci, che prende il nome da uno dei brani di Vinicio Capossela, autore della colonna sonora.
Stefano è un trentenne sposato, con una figlia, un mutuo ed un lavoro in una fabbrica di ceramiche. Un giorno scopre che, a causa di un disguido, la banca ha accredito sul suo conto corrente 6 miliardi di lire.
Così, dopo essersi confidato con Mauro, avvocato (anch’egli sposato e con prole) e amico di vecchia data, decide di tornare a Bologna, la città dove ha vissuto anni di spensieratezza durante l’università, per concedersi una seconda possibilità lontano dagli obblighi familiari.
Una volta a destinazione però, conosce una ragazza con cui avvia una relazione, che culmina con il matrimonio e la nascita di un figlio.
La situazione, già di per sé alquanto ingarbugliata, si complica quando le due donne, Antonia e Lisa (Luciana Littizzetto), scoprono l’una dell’esistenza dell’altra.
Non svelerò la conclusione del film ma se lo avete visto, forse ricorderete la scena in cui Stefano e Antonia, completamente ubriachi, salgono sulla Torre Asinelli e urlano contro la città che dorme.
Oltre a questo monumento iconico, ci sono almeno tre luoghi che fanno da sfondo ad altrettanti momenti chiave della pellicola, che penso valga la pena ricordare.
Piazza Maggiore
I piani demenziali che Stefano e Mauro escogitano nella piazza di Lugo intitolata a Francesco Baracca (l’uomo che ispirò il cavallino Ferrari), prendono vita in Piazza Maggiore a Bologna, dove i due amici passeggiano cercando di confondersi tra la folla.
Se siete stati in città almeno una volta, vi sarete sicuramente fermati al centro di questa enorme apertura urbana (lunga 115 metri e larga 60 metri) ad osservare la facciata incompiuta della Basilica di San Petronio o la torre con l’orologio di Palazzo d’Accursio.
Non tutti sanno che il cuore pulsante del centro, tappa obbligata della passeggiata domenicale, alla fine del Trecento era la sede del mercato.
Da diversi anni, durante la bella stagione, Piazza Maggiore si trasforma in una grande sala cinematografica (gratuita) all’aperto, che anima le serate bolognesi.

Chiusa di Casalecchio
Quando Antonia confessa a Stefano di essere in dolce attesa, i due si trovano presso la Chiusa di Casalecchio.
L’ingegnosa opera idraulica venne messa appunto tra l’XI e il XII secolo, per far confluire le acque del fiume Reno, attraverso un reticolo di canali, in vari punti della città.
Fortemente danneggiata da guerre e alluvioni, fu rinforzata e ricostruita più volte.
Negli anni Sessanta del secolo scorso, in seguito alla formazione di un arenile sabbioso, i bolognesi avevano preso l’abitudine di trascorrere le giornate presso il Lido di Casalecchio, per poi preferirgli la più vivace Riviera Adriatica.

Piazza Santo Stefano
Stefano, ormai fuori controllo, decide di dare appuntamento a Lisa ed Antonia alla stessa ora e nello stesso posto, per poi non presentarsi all’incontro.
È convinto che, in questo modo, le due donne finiranno per accorgersi dell’inganno e decideranno di lasciarlo in tronco, garantendogli finalmente la libertà che tanto desidera.
La location scelta per una delle scene cruciali del film è Piazza Santo Stefano, un altro slargo molto amato dai bolognesi (e non solo).
Il suo edificio più significativo è la Basilica delle Sette Chiese, sorta sui resti di un tempio pagano dedicato alla dea Iside (di cui oggi si vede soltanto un’iscrizione).
Nel V secolo d.C. il vescovo Petronio costruì una chiesa in onore dei martiri Vitale e Agricola.
A ridosso di questo primo edificio sacro fece erigere la Basilica del Santo Sepolcro, a cui i Longobardi affiancarono la Chiesa del Crocifisso.
Completano il complesso monumentale, aperto gratuitamente alle visite, il Cortile di Pilato, il chiostro medievale e la Chiesa del Martirio, che accoglie il presepe più antico del mondo.

Il papà di Giovanna: itinerario nei luoghi del film ambientato a Bologna nel ventennio fascista
Pupi Avati, regista bolognesissimo, scrive e dirige Il papà di Giovanna (2008), un film drammatico ambientato alla fine degli anni Trenta.
È la storia di Michele (Silvio Orlando), insegnante al Liceo Galvani e di sua figlia Giovanna (Alba Rohrwacher), studentessa presso lo stesso istituto.
Accusata dell’omicidio di una sua compagna di scuola, la giovane si confessa colpevole e viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico, dove rimarrà fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
La vicenda umana dei protagonisti si intreccia con le sorti di Bologna, alle prese con il Ventennio Fascista.
Anche in questo caso, come per gli altri film menzionati, alcune delle scene più significative si collocano in ambientazioni che potrete riconoscere facilmente.
Piazza della Mercanzia
Grazie all’intercessione di Michele, molto legato alla figlia, Giovanna viene invitata alla festa di compleanno di Marcella, la ragazza uccisa.
In compagnia dei genitori (il ruolo della madre è interpretato da Francesca Neri), si reca in centro alla ricerca di un abito.
La famiglia raggiunge lo storico negozio di tessuti Zinelli, all’angolo tra Via Caprarie e Piazza della Mercanzia.
Aperta negli anni Trenta da Giuseppe Zinelli e divenuta un punto di riferimento per i bolognesi, l’attività è stata chiusa il 31 Dicembre 2023 dal figlio del fondatore, per mancata continuità generazionale.
L’imponente edificio che si riflette nelle vetrine del punto vendita è il Palazzo della Mercanzia, sede della Camera di Commercio e custode della ricetta della vera tagliatella bolognese.

Cimitero monumentale della Certosa
Dopo la morte di Marcella, Michele tenta più volte di avvicinarsi ai suoi genitori, che però non sembrano intenzionati ad ascoltarlo.
Ad uno di questi incontri, avvenuto dinanzi alla tomba della giovane, fa da sfondo il cimitero monumentale della Certosa di Bologna.
So che forse vi potrà sembrare insolito (e anche alquanto lugubre), ma dovete credermi se vi dico che questo luogo non ha nulla da invidiare agli altri punti di interesse storico, artistico e culturale della città.
È un vero museo a cielo aperto e non a caso, fino alla fine dell’Ottocento rappresentava una tappa imprescindibile per quanti arrivavano in Italia con il Grand Tour.
Le cappelle, i chiostri ed i cortili celano magnifici monumenti funerari, che portano la firma di alcuni degli artisti più in voga dell’epoca.
Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di esplorarlo da soli o in compagnia di una guida.

Corte d’Appello
Giovanna, dopo essere stata interrogata a lungo, viene processata all’interno del cinquecentesco Palazzo Ranuzzi (anche detto Baciocchi), sede della Corte d’Appello di Bologna.
L’edificio in Piazza dei Tribunali, di proprietà della famiglia Ranuzzi, nel 1822 passò nelle mani di Felice Baciocchi, marito della Granduchessa di Toscana Elisa Bonaparte e poi fu acquistato dal Comune (1873).
Uno degli elementi architettonici di maggior pregio è lo scalone in stile rococò, opera di Giuseppe Antonio Torri e Giovanni Battista Piacentini.
I saloni, abbelliti dalle sculture allegoriche di Giuseppe Maria Mazza e affrescati da artisti del calibro di Pelagio Palagi, i fratelli Rolli e Felice Giani, sono stati oggetto di un lungo restauro, che ne ha riportato alla luce l’antico splendore.

Itinerario nel cinema a Bologna: Paz! e il genio del fumetto Andrea Pazienza
Con Paz! (2002) Renato De Maria porta al cinema alcuni dei personaggi inventati da Andrea Pazienza.
Nato nelle Marche per volontà della madre, il fumettista e disegnatore visse a San Severo, in Puglia, per poi trasferirsi a Bologna nel 1974 ed iscriversi al DAMS (lasciò gli studi a due esami dalla laurea).
I protagonisti della pellicola sono tre studenti fuorisede (Penthotal, Fiabeschi e Zanardi) annoiati e superficiali che, alla fine degli anni Settanta, si ritrovano a condividere un appartamento.
Le loro vicende scorrono parallele, secondo piani di narrazione separati, nel periodo della contestazione studentesca.
È questo del resto, l’ambiente in cui Pazienza comincia a collaborare con le prime riviste a fumetti, per poi dedicarsi all’insegnamento e alla produzione di locandine cinematografiche e pubblicitarie.
C’è una location che incarna perfettamente lo spirito di Paz! ed è la zona universitaria.
L’aula nella quale Fiabeschi sostiene un esame infatti, è in realtà La Scuderia, uno dei locali più frequentati dagli studenti.
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose: la realtà supera la finzione nell’itinerario cinematografico di Bologna
Se siete dei veri cinefili, vi sarete accorti che Piazza Verdi, luogo simbolo nel film di De Maria, torna anche nella pellicola dal titolo L’incredibile storia dell’Isola delle Rose (di Sydney Sibilia, 2020).
Il film ripercorre la storia dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa (Elio Germano), che nel 1968 costruì una piattaforma al largo di Rimini per trasformarla in una micronazione indipendente.
Isola delle Rose, questo il nome della minuscola Repubblica, adottò l’esperanto come lingua ufficiale e rimase in vita per un solo anno.
Il 25 Giugno 1968 la Marina Militare fece evacuare la piattaforma e la distrusse.
Una delle scene memorabili del film di Sibilia vede Giorgio attraversare in auto la già citata Piazza Santo Stefano, con Gabriella (Matilda de Angelis).
Viene fermato dalla polizia perché trovato alla guida di un mezzo non immatricolato (da lui stesso costruito) e senza patente.
Quando la macchina da presa inquadra invece Piazza Verdi, Giorgio si trova a bordo della macchina del padre, a cui chiede di accostare per scendere proprio dinanzi a La Scuderia.
Piazza Verdi
Piazza Verdi è l’anima verace, vivace e rumorosa di Bologna.
Non dorme mai e non conosce mezze misure: o la si ama o la si odia.
Era l’antica Piazza dei Bentivoglio, poiché si stagliava dinanzi al palazzo (andato completamente distrutto) della famiglia che governò la città fino al 1506.
Oggi, il posto occupato dalla Domus Aurea, spetta al Teatro Comunale, inaugurato nel 1763 con Il Trionfo di Clelia.
Considerata a lungo parte integrante di Via Zamboni, porta il nome del compositore di Busseto dal 1951.
La fama di Giuseppe Verdi è inevitabilmente legata al Teatro Regio di Parma, un altro scenario amato dal cinema, come rivela il racconto di Kristina.

L’itinerario alla scoperta dei luoghi apparsi in 5 delle pellicole cinematografiche ambientate a Bologna negli ultimi tre decenni, è giunto ai titoli di coda.
Consultando la mappa, sono sicura che non faticherete ad individuare tutti e dieci i set menzionati.
Se decidete di pubblicare sui social qualche scatto del percorso, taggate Viaggi.Cibo.Emilia: i vostri contenuti verranno condivisi con estremo piacere.
4 risposte
Come non ricordare il giovanissimo Accorsi che sfreccia per le vie di Bologna! Ho amato moltissimo il libro, e poi nel film ho visto materializzarsi quei luoghi che avevo solo potuto immaginare leggendo. Mi hai fatto fare un tuffo indietro, nella mia adolescenza. Certo Bologna Si presta bene come set cinematografico. Nom ho visto gli altri film da te selezionati, ma rimedierò al più presto.
Bologna è davvero iconica, anche per il cinema.
Scoprire i luoghi che fanno da sfondo alle vicende di un Film che amo è sempre stata una mia grande passione, successivamente (se posso) vado fisicamente a visitare quei luoghi, ed è sempre una grande emozione. Inoltre capita spesso che via in una città o un borgo per vedere una piazza e ti innamori anche di tutto il resto!
Bologna è talmente magica che non si può non scegliere come scenografia e location per film e rappresentazioni: tra l’altro qui il cinema si respira davvero ovunque grazie alla presenza di DAMS, CITEM e Cineteca di Bologna!