Dublino: visitare EPIC l’interattivo museo dell’emigrazione irlandese

uno degli ambienti espositivi di EPIC a Dublino

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Volete comprendere più da vicino la storia dell’Irlanda e del suo popolo? Nel vostro prossimo viaggio a Dublino programmate la visita ad EPIC, l’interattivo museo dell’emigrazione irlandese.

È stato inaugurato nel 2016 e si è già aggiudicato per ben tre anni di fila, dal 2019 al 2021, il titolo di miglior attrazione turistica europea.

Ma cos’è che lo rende tanto interessante ed innovativo da differenziarlo dai più classici e tradizionali musei?

EPIC: il museo dell’emigrazione irlandese da non perdere a Dublino

Innanzitutto va detto che l’irlandese Neville Isdell, fondatore di EPIC nonché ex Presidente e CEO di Coca-Cola, è stato egli stesso un emigrante.

Nato in Irlanda del Nord nel 1943, ha lasciato l’isola all’età di 10 anni ed esplorato, in lungo e in largo, ogni angolo del pianeta.

Si è così reso conto di come i 10 milioni di irlandesi complessivamente emigrati nel corso dei secoli, abbiano influito enormemente nella storia mondiale.

Dalla musica alla politica, dalla scienza allo sport, oggi sono circa 70 milioni le persone nel mondo che possono affermare di avere almeno un antenato irlandese.

È un dato davvero stupefacente se si pensa che attualmente sull’isola di Smeraldo dimorano meno di 6 milioni di individui.

Non deve stupire dunque che la sede che ospita l’allestimento sia The CHQ Building, l’edificio dalle ampie vetrate che Isdell acquistò nel 2013.

Fu progettato dallo scozzese John Rennie ed eretto sulle rive del fiume Liffey nel 1820, per accogliere un magazzino destinato alla conservazione di caffè e tabacco.

È da qui che le navi, cariche di emigranti, partivano alla volta di destinazioni lontane e sconosciute.

EPIC museo dell’emigrazione irlandese a Dublino: il percorso di visita

Come ogni viaggio che si rispetti, anche il percorso di visita di EPIC, il museo dell’emigrazione irlandese, comincia con un passaporto.

Il documento, rigorosamente di colore verde, viene consegnato in biglietteria, poco prima di entrare.

Al suo interno troverete l’elenco delle venti sale del museo, opportunamente numerate.

Aguzzate la vista perché sarete proprio voi ad apporre i timbri, utilizzando le postazioni collocate nei pressi dell’uscita di ogni ambiente espositivo.

il passaporto con i timbri del museo dell'emigrazione irlandese a Dublino

Un valido supporto per la visita inoltre, può essere sicuramente l’app gratuita EPIC, contenente un’audioguida in ben dieci lingue diverse (tra cui l’italiano).

Vi darà la possibilità di ascoltare direttamente dallo smartphone una voce che illustrerà, sala per sala, tutte le installazioni presenti, in modo da essere certi di non perdervene nemmeno una.

Ed ora diamo inizio al nostro viaggio nella storia dell’emigrazione irlandese!

La storia dell’emigrazione irlandese

Dopo aver ricevuto un cordiale benvenuto direttamente da Isdell o per meglio dire, dalla sua immagine impressa su un luminosissimo schermo a led, attraversate la galleria An Open Island.

Qui potrete ammirare alcuni dei paesaggi più selvaggi dell’isola, come il Selciato del Gigante o le montagne di Maumturk, luoghi simbolo di una terra indomita e lambita dalla acque dell’oceano.

L’ambiente che segue, Leaving the Island, espone i modellini dei diversi mezzi di trasporto adoperati durante le migrazioni mentre lunghe scie verdi, proiettate su una parete, tracciano le tante rotte seguite.

Con Arriving in a New World è finalmente giunto il momento di fare la conoscenza di alcuni emigranti.

Mettetevi comodi ed ascoltate la storia di Annie Moore.

Pensate: è stata la prima persona ad aver raggiunto, a soli sedici anni, il centro di accoglienza newyorkese di Ellis Island, il 1 Gennaio 1892.

Belief approfondisce le storie di quanti, come missionari, preti, medici o insegnanti, hanno lasciato l’isola per aiutare gli altri.

Tra questi figura San Colombano, il missionario irlandese che ha fondato svariati monasteri in tutta Europa, tra cui l’omonima abbazia di Bobbio, in provincia di Piacenza.

Hunger, Work, Community è forse la sala più interattiva di questa prima parte del percorso. Avvicinatevi a quelle che sembrano colonne di giornali, ordinatamente impilati e che in realtà celano schermi a led.

Vi sveleranno fotografie, biglietti di viaggio, lettere ai familiari e altri cimeli utili a contestualizzare la spesso complessa condizione degli irlandesi lontani dal loro Paese natio.

Soffermatevi dunque nella sezione Conflict, dedicata a coloro che hanno dovuto lasciare l’isola per combattere, spesso nel nome di potenze straniere o per conto dell’Impero Britannico.

Varcate poi la soglia di State and Society, che fa luce sulle pressioni sociali e religiose che hanno spinto molti ad abbandonare (volontariamente o involontariamente) l’Irlanda.

La cultura irlandese nella storia del mondo

La seconda parte dell’itinerario di visita è introdotta dalla coloratissima galleria Influence.

alcuni dei personaggi più famosi al mondo hanno origini irlandesi

Un gigantesco collage sulle pareti raffigura alcuni tra i più celebri personaggi della politica, della musica, dello sport e dello spettacolo internazionale, che hanno origini irlandesi.

Si comincia con Changing the Game, un excursus sulle diverse discipline sportive in cui gli irlandesi hanno saputo distinguersi e si prosegue con Playng the World, che celebra i più diffusi sport gaelici, come l’hurling.

Discovering and Inventing omaggia gli studiosi nati in Irlanda che hanno contribuito alle principali scoperte ed invenzioni della storia.

Da Obama a Rihanna: personaggi celebri che hanno origini irlandesi

Le pareti della galleria Leading the Change appaiono parzialmente ricoperte da alcuni dei principali discorsi pronunciati dai grandi leader mondiali di origini irlandesi, quali John Fitzgerald Kennedy, Ronald Reagan e Barack Obama.

Uno degli ambienti espositivi in assoluto più coinvolgenti è Achieving Infamy, che passa in rassegna una serie di famigerati malviventi.

Avrete modo di sfidare i vostri compagni di viaggio in un vero e proprio quiz interattivo, incentrato sulle nove personalità criminali più pericolose di tutta l’Irlanda, tra cui si annovera persino una donna pirata.

Mi raccomando, prima di proseguire ricordate di scattare una foto segnaletica davanti al simpatico pannello con la scritta The Good, The Bad & The Irish.

installazione fotografica presso il museo EPIC di Dublino

Potreste inviare lo scatto ai vostri familiari ed attendere la loro reazione!

Sentite una piacevole melodia provenire dalla stanza accanto? Se raggiungete la sala Music and Dance scoprirete che le tradizionali danze irlandesi hanno addirittura influenzato il tip tap.

E non è finita qui. Persino la star mondiale della musica Rihanna ha origini irlandesi da parte di padre!

Mentre cercate di riprendervi da questa inaspettata notizia, cimentatevi in alcuni passi di ballo, seguendo le movenze dei filmati dedicati alle più celebri compagnie locali.

Attraversate il pub ricostruito nella galleria Eating and Drinking e proseguite in Creating and Designing, uno spazio che omaggia gli stilisti e gli esperti di design isolani.

Storytelling infine, è la celebrazione dei più famosi poeti e narratori irlandesi, tra cui Oscar Wilde e Robert Bernard Shaw, seguita da Celebration, la galleria che passa in rassegna i festeggiamenti delle principali ricorrenze nazionali in giro per il mondo.

Visitare EPIC il museo dell’emigrazione irlandese a Dublino: durata, biglietti e orari

La mia permanenza all’interno di EPIC, il museo dell’emigrazione irlandese, nel complesso è stata di poco meno di 2 ore.

Alcune sale, lo ammetto, hanno talmente rapito la mia attenzione da farmi perdere la cognizione del tempo.

La verità è che non mi sono davvero mai annoiata.

Trovo inoltre che il percorso espositivo sia capace di mettere d’accordo tipologie di visitatori anche molto diverse tra loro, sia per età che per interessi.

Il museo è aperto tutti i giorni, dalle ore 10:00 alle ore 18:45 (si entra fino alle 17:00).

Potete acquistare i biglietti anticipatamente on line, così da scegliere il giorno e la fascia oraria che preferite e prendere visione delle soluzioni combinate disponibili.

Tra queste, vi segnalo la possibilità di ricevere una consulenza personalizzata presso l’Irish Family History Centre. Ricostruendo il vostro albero genealogico, potreste persino scoprire di avere origini irlandesi!

Dove si trova il museo e come arrivare

EPIC si trova nella zona portuale di Dublino, detta Docklands, all’interno di The CHQ Dublin, presso Custom House Quay.

facciata del museo dell'emigrazione irlandese a Dublino

L’ingresso non è affacciato sul fiume Liffey ma ricavato lateralmente, sullo stesso slargo che ospita l’Arco di Trionfo.

Se vi trovate nella centralissima O’Connell Street, potete arrivare fino a qui con una piacevole passeggiata di quindici minuti.

In alternativa, valutate se prendere la DART (dovete scendere alla stazione Connolly e proseguire a piedi), la LUAS (linea rossa), uno dei tanti Dublin Bus oppure lo Swords Express, comodissimo per quanti provengono dall’aeroporto.

Chi ha noleggiato un’automobile infine, avrà modo di parcheggiare a pochi metri da qui, presso Park Rite IFSC.

Dublino: cosa vedere nei dintorni del museo dell’emigrazione irlandese

Nonostante da quasi vent’anni ormai, io frequenti molto spesso Dublino, non mi ero ancora mai soffermata realmente sui numerosi punti d’interesse dislocati nella zona dei Docklands.

Quest’area in effetti, ha conosciuto un lungo periodo di abbandono, poiché alquanto malfamata e pericolosa.

Di recente però, dopo un’attenta e profonda riqualificazione, si è completamente trasformata fino a diventare il moderno ed elegante distretto finanziario di Dublino.

Oltre al già citato The CHQ Dublin, sono diversi i monumenti e gli edifici che meritano di essere ammirati, procedendo rigorosamente a piedi, lungo l’impetuoso Liffey.

Samuel Beckett Bridge

Un magnifico ponte intitolato al drammaturgo Samuel Beckett è stato realizzato dall’architetto Calatrava ed inaugurato nel 2009 nella capitale irlandese.

il ponte realizzato da Calatrava a Dublino

Le sue forme rimandano molto chiaramente al simbolo dell’Irlanda, ovvero l’arpa gaelica (la stessa che appare nel logo della birra Guinness).

The Custom House

Venne eretto nel 1791 come palazzo della dogana ma, quando il porto cittadino fu spostato, The Custome House divenne la sede del governo.

Dopo essere rimasto fortemente danneggiato a seguito di un incendio nel 1921, fu quasi interamente ricostruito ed oggi è aperto alle visite.

The Famine Memorial

Queste sculture in bronzo, realizzate da Rowan Gillespie, ricordano la cosiddetta Great Famine (1845 ed il 1852), ovvero la Grande Carestia che spinse un milione di persone a lasciare l’Irlanda e che portò almeno un altro milione, alla morte.

Non a caso, sono state collocate esattamente nel punto dal quale le navi salpavano alla volta del Nuovo Mondo.

Tutto ebbe origine dalla distruzione delle coltivazioni di patate, causata da un fungo.

Sulla produzione del tubero si basava sostanzialmente l’intera economia dell’isola.

Pur di salvarsi, intere famiglie provenienti da ogni angolo d’Irlanda, partivano in direzione del porto di Dublino e da qui verso nuove destinazioni.

Parte di questo viaggio disperato verso la salvezza, è diventato un percorso di 165 chilometri destinato a camminatori amatoriali e ciclisti, noto come National Famine Way.

il gruppo scultoreo The Famine Memorial a Dublino
The Jeanie Johnston

Cosa ci fa una nave ormeggiata sulle acque del Liffey, tra il Samuel Beckett Bridge e l’ingresso di EPIC, il museo dell’emigrazione irlandese?

The Jeanie Johnston è la fedele riproduzione di una delle imbarcazioni adoperate per le traversate oltreoceano.

Nei mesi estivi è persino possibile visitarla internamente, ripercorrendo così alcune delle storie dei suoi innumerevoli passeggeri.

Ora però, ditemi la vostra: vi piacerebbe visitare EPIC, il museo dell’emigrazione irlandese di Dublino?

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Sono Libera Salcuni, consulente di comunicazione turistica e travel designer. Insieme possiamo valorizzare musei, destinazioni e itinerari culturali con strategie di comunicazione mirate, pensate su misura per far emergere la tua unicità e attrarre il pubblico giusto. 

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23 risposte

  1. Beh trovo sempre molto interessanti le storie degli immigrati, da cui discendiamo un pò tutti direi. La voglia di trovare fortuna altrove per le famiglie svantaggiate è sempre stata forte in ogni nazione, soprattutto in Italia e in Irlanda. Questo museo è una meta perfetta anche per le famiglie a quanto pare, quindi lo terrò presente per un eventuale visita a Dublino.

    1. Sono emigranti, non immigrati, che hanno lasciato l’Irlanda per i motivi tra i più disparati nel corso dei secoli. È un museo che aiuta a far chiarezza su una tematica che ha davvero caratterizzato la storia degli irlandesi e lo fa senza annoiare, lo consiglio.

  2. Una tappa che mi sono persa durante il mio ultimo viaggio a Dublino, anche perché prima di partire non conoscevo l’EPIC e ne avevo sentito parlare solo dopo il mio rientro. Anche per questo ho letto con curiosità questo articolo, dato che le storie delle persone che lasciano il loro paese sono sempre molto potenti. Certo che non avrei mai detto che anche Obama e Rihanna avessero origini irlandesi!

    1. Il percorso di visita è fatto davvero bene e approfondisce moltissimi aspetti del fenomeno dell’emigrazione irlandese, affrontandone le sfaccettature e i cambiamenti in maniera per nulla noiosa. Nel mondo oggi 70 milioni di persone hanno almeno un antenato irlandese, è davvero incredibile!

  3. Sono stata a Dublino qualche anno fa, e avevo sentito parlare di questo museo, ma purtroppo non sono riuscita a trovare il tempo per visitarlo. Mi dispiace molto, perchè sembra che sia molto interessante.

  4. Proprio di recente durante le feste ho incontrato uno dei miei amici italiani che sono a loro volta emigrati per lavoro a Dublino (e non tornerebbero mai indietro!)… con la promessa di andarlo a trovare.

    Sono stata in città due volte ma mi è sfuggito l’EPIC, interessantissimo per la prospettiva che dà sull’emigrazione (incredibile Obama con gli antenati Irish!). Ricordo quanto mi ero emozionata visitando Ellis Island, per un irlandese deve essere davvero toccante ripercorrere la storia (soprattutto se figlio di migranti fuggiti all’estero per dargli un futuro migliore!)

    1. Il percorso di visita è davvero illuminante anche perché affronta le varie sfaccettature del fenomeno in maniera approfondita e con tantissime istallazioni interattive.

  5. Ne ho sentito parlare moltissimo del museo dell’immigrazione ma… ehm… non è esattamente in cima alla mia lista perchè è uno di quei posti che mi mette un po’ tristezza.
    In compenso andrei subito-subito a farmi un giro sulla Jeanie Johnston!

    1. Museo dell’emigrazione, non immigrazione. Io trovo che l’allestimento sia davvero ben riuscito e che di tristezza, soprattutto nella seconda parte del percorso di visita, ce ne sia ben poca. Di attività da fare a Dublino ce ne sono molte, dai un’occhiata alla sezione del blog dedicata all’Irlanda, forse puoi trovare quello che fa per te.

  6. Durante la nostra visita a Dublino, abbiamo visto da fuori EPIC e abbiamo visitato lo shop ma non siamo entrati per mancanza di tempo, visto che il nostro volo era di lì a poche ore e non sapevamo quanto tempo avremmo perso durante la visita. Mi sarebbe però piaciuto scoprire di più sui grandi moti di emigrazione irlandese, alla volta di una vita migliore. Grazie, quindi, per questo post e avermi fatto vivere tramite le tue parole e le tue foto la visita all’EPIC.

  7. L’Italia e L’Irlanda hanno in comune le grandi emigrazioni verso un futuro migliore: che sia per fame o per la ricerca di lavoro entrambi i popoli hanno viaggiato da nord a sud, da est a ovest e viceversa. É sempre importante visitare questi luoghi che ci raccontano in maniera chiara e senza sconti la storia di un Paese.

    1. Se si vuole conoscere meglio la storia degli irlandesi (e anche dell’Irlanda), questo è il posto giusto. Il percorso di visita è davvero ben organizzato.

  8. Non avevo mai sentito parlare di questo museo, ma sembra davvero interessante e ciò è confermato anche dai riconoscimenti che ha vinto negli anni. In Italia mi è capitato spesso di visitare musei di questo genere come anche in Argentina

    1. Grazie della dritta, mi piacerebbe visitare qualche museo sull’emigrazione tra quelli italiani, mi informerò per sapere dove si trovano.

  9. Non sono mai stata a Dublino, anche se mi piacerebbe moltissimo. Penso che sicuramente visiterei questo museo… mi è sembrato molto interessante e vario… adatto veramente a tutti i tipi di visitatori.

  10. Ho visitato il museo e la Jeanie Johnston e mi sono piaciuti tantissimo! Un museo molto importante per capire il durissimo passato del popolo irlandese.

  11. Dublino è davvero cambiata da quando ci ho vissuto io: il Museo dell’Emigrazione Irlandese non esisteva ancora! Mentre The Famine Memorial me lo ricordo ancora molto chiaramente: rileggendo i tuoi post sull’Irlanda mi stai facendo venire una gran nostalgia e voglia di ritornarci!

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