Non poteva esserci luogo più adatto della Rocca dei Bentivoglio, antico baluardo di Bazzano alle porte di Bologna, per ospitare le collezioni del Museo Civico Archeologico intitolato ad Arsenio Crespellani.
Ma cos’è che rende questa fortezza e i preziosi reperti che custodisce, tanto interessanti e meritevoli di una visita?
È quello che scopriremo insieme, ripercorrendo momenti e fatti salienti di una storia che parte da molto lontano.
Rocca dei Bentivoglio a Bazzano: breve storia della fortezza che ospita il Museo Civico Archeologico Arsenio Crespellani
A metà strada tra Modena e Bologna, il nucleo originario della Rocca dei Bentivoglio doveva svolgere indubbiamente una funzione di difesa e controllo del territorio.
Attorno all’anno Mille del resto, innalzare roccaforti e castelli in posizioni altamente strategiche, era una prassi alquanto comune, a causa delle continue minacce esterne.
La cinta muraria venne aggiunta nel 1218 quando il maniero, sotto il controllo modenese, dovette fronteggiare più volte l’assedio della vicina città contendente, che alla fine riuscì ad espugnarlo e raderlo al suolo.
Nel 1296 fu il marchese di Ferrara, Modena e Reggio, Azzo VIII d’Este a promuoverne la ricostruzione, con alcune aggiunte ed ampliamenti.
La vera svolta però, si ebbe solo sul finire del 1473, con Giovanni II Bentivoglio.
Il signore di Bologna trasformò il castello in una piacevole e accogliente residenza nobiliare.
Avete mai sentito parlare della Domus Jocunditatis, la magnifica residenza rinascimentale bentivolesca costruita sulle sponde del Navile? Consultate l’approfondimento dedicato al Castello di Bentivoglio, sono certa che non vedrete l’ora di andare a visitarlo.
Rocca dei Bentivoglio a Bazzano vicino Bologna: le decorazioni e gli stemmi familiari
È a questo periodo che risalgono le decorazioni sulle pareti di alcuni degli ambienti interni, direttamente riconducibili alle famiglie di Giovanni e di sua moglie Ginevra Sforza.
Nella Sala del Camino gli stemmi dei Bentivoglio (sega rossa con sette denti) inquartati in quelli sforzeschi (onda azzurra) sono quasi ossessivi.
La stanza dei Ghepardi affianca agli omonimi e temibili felini, circondati da melograni simbolo di prosperità, il motto di Giovanni: per amore tuto ben volgo soferire (per il tuo bene, sopporto ogni dispiacere più che volentieri).
Quindi la camera da letto di Ginevra, chiamata Sala delle Ghirlande perché decorata con rami di ginepro, ripropone la compresenza degli stemmi dei due coniugi con alcune particolarità.
In questo caso Ginevra è rappresentata da leoni rampanti che reggono il frutto del melacotogno.
Inoltre, ad uno sguardo attento non sfuggiranno i monogrammi che identificano la coppia e che si alternano ad alcuni degli stemmi.
Scommetto che li avete già individuati, non è vero?
La seconda vita della Sala dei Giganti
Il salone più grande della Rocca dei Bentivoglio a Bazzano è noto come Sala dei Giganti e con molta probabilità doveva essere adoperato dai padroni di casa, per accogliere ed intrattenere gli ospiti.
Ma perché si chiama così? Vi starete domandando.
Dovete sapere che sulle sue pareti, trovano spazio robusti cavalieri armati di tutto punto e pronti ad incutere terrore a chiunque avesse l’ardire di mostrare anche la minima intenzione ostile.
Come potrete notare, l’autore (o gli autori) di queste decorazioni, appare poco preciso e alquanto approssimativo nella resa dei dettagli.
A sua discolpa però, devo confidarvi che il centauro meccanico in bianco e nero realizzato sulla parete più vicina all’attuale ingresso del salone, non è opera sua.
È stato eseguito circa quattro secoli dopo da uno dei soldati che alloggiavano all’interno del castello, a quei tempi adibito a caserma.
Con la fine della signoria dei Bentivoglio, le pareti del Salone dei Giganti vennero interamente ricoperte di candido intonaco ed i colossali guerrieri pertanto, divennero invisibili.
Soltanto grazie ad un recente restauro possono finalmente mostrarsi in tutta la loro imponenza, dinanzi agli occhi incuriositi dei visitatori.
Ugo Foscolo: il celebre prigioniero della Rocca dei Bentivoglio a Bazzano
Prima di diventare la sede del Museo Civico Archeologico Arsenio Crespellani, la Rocca dei Bentivoglio conobbe le più svariate destinazioni d’uso.
Fu la Casa del Capitano della Montagna e dopo la Seconda Guerra Mondiale, ospitò alcune abitazioni private.
Nel 1799, quando era adoperata come carcere, accolse tra le sue fredde mura uno degli autori più celebri della letteratura italiana.
Nell’ambito del conflitto armato tra le truppe napoleoniche e quelle austriache, il poeta Ugo Foscolo si era arruolato volontariamente nella Guardia Nazionale della Repubblica Cisalpina, al fianco dei francesi.
Essendo rimasto ferito ad una gamba nella battaglia per la riconquista di Cento, cercò rifugio all’interno dell’Abbazia di Monteveglio, sotto il falso nome di Lorenzo Alighieri.
Il 30 Maggio però, il suo nascondiglio saltò.
Con l’accusa di essere una spia filoaustriaca, dapprima fu rinchiuso per alcune ore in una cella nella Rocca di Bazzano, quindi venne trasferito a Vignola e infine condotto al carcere di Modena.
Tornò libero il 12 Giugno dello stesso anno, grazie all’intervento del generale francese Macdonald.
Museo Civico Arsenio Crespellani a Bazzano: dalle origini all’attuale percorso di visita
La storia del Museo Civico Archeologico di Bazzano è legata indissolubilmente alla figura dell’archeologo Arsenio Crespellani.
Tutto cominciò nel Settembre del 1873, con l’avvio dello scavo in una tenuta in cui sei anni prima, era stato rinvenuto un pozzo romano (detto Casini, dal nome del proprietario del podere).
Al fine di gestire al meglio l’impresa, un gruppo di possidenti ed alcuni studiosi di Bazzano e delle località limitrofe, fondò la Società per scavi archeologici a scopo scientifico.
Il Pozzo Casini si rivelò un vero e proprio deposito sotterraneo.
La comunità che abitava queste terre tra il VI ed il VII secolo d.C. aveva adagiato in questa cavità di 12 metri, i propri beni (soprattutto oggetti di uso quotidiano e domestico), per preservarli dall’eventualità che diventassero bottino di guerra.
All’epoca le incursioni nemiche erano tanto frequenti quanto improvvise, dunque bisognava darsi alla fuga velocemente e senza troppi indugi.
Contrariamente a quanto avevano sperato però, alle loro case non fecero mai ritorno.
Quel nascondiglio sotterraneo, rimasto chiuso per secoli, ha attraversato la storia senza mai essere neanche notato, quantomeno fino alla seconda metà dell’Ottocento.
Ritrovamenti più o meno fortunati rispetto al Pozzo Casini si susseguirono nel corso degli anni ma la Società per scavi archeologici fu messa a dura prova dalla mancanza di fondi e dalla fuoriuscita dei soci.
Attorno al 1892 il Comune, a cui nel frattempo erano state donate gran parte delle quote, distribuì i preziosi ritrovamenti nel percorso museale allestito in due sale della Rocca dei Bentivoglio.
Museo Civico Arsenio Crespellani a Bazzano: le esposizioni
Oggi le collezioni occupano ben cinque ambienti del castello e sono a loro a volta raggruppate in tre distinte sezioni.
Gli elementi decorativi parietali d’età bentivolesca non fanno che conferire ancora più lustro all’allestimento, rievocando nel visitatore gli antichi fasti della signoria bolognese.
Il punto di partenza del percorso espositivo è la Sezione Antichità, che occupa due stanze adiacenti e direttamente collegate.
Non mancano i reperti di origine preistorica, rinvenuti nel corso dell’Ottocento dalla Società per scavi archeologici, a cui si aggiunge parte del corredo funerario di una necropoli risalente all’Età del Ferro e le tracce di un centro abitato dell’Età del Bronzo, scoperte nel Secondo Dopoguerra.
Dal Pozzo Casini alla Necropoli di Casalecchio di Reno
La terza e la quarta sala, incentrate sull’Età Romana, ci mettono finalmente dinanzi agli oggetti estratti dal Pozzo Casini.
Non potranno lasciarvi indifferenti le due brocche di bronzo (datate II-III secolo d.C.), su cui si intravedono ancora nitidamente le decorazioni.
La prima presenta un’ansa traforata ricchissima negli ornamenti e, nella parte inferiore, rivela la presenza del dio Bacco.
La scena del sacrificio di un maiale prima di un lauto banchetto, è invece l’immagine realizzata sul manico del secondo recipiente, dove non mancano elementi decorativi quali fiori e frutta.
E che dire della testa di divinità femminile in marmo di Corfù, riaffiorata più di 40 anni fa dalle acque del Samoggia?
Mi sono letteralmente incantata davanti a quel volto giovanile, acconciato in modo fine ed elegante, che con molta probabilità raffigura la dea Diana ed è riconducibile ad una villa di campagna (II secolo a.C.).
Il nostro viaggio indietro nel tempo si conclude nell’ultima sezione, distribuita tra la Sala dei Ghepardi e quella delle Ghirlande.
La prima esposizione passa in rassegna cimeli ed oggetti appartenuti ai bazzanesi che hanno presso parte ai principali conflitti bellici di portata nazionale ed internazionale, tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del secondo successivo.
Il secondo ambiente custodisce invece i reperti recuperati tra il 1974 ed il 1975 nella Necropoli di Casalecchio di Reno, vicino Bologna.
Le tombe (VII secolo a.C.) sono cinque ed forse appartenevano ad una sola cerchia familiare, di estrazione aristocratica.
Rocca dei Bentivoglio e Museo Civico Archeologico: come arrivare e organizzare la visita
Il Museo Civico Archeologico Arsenio Crespellani si trova presso la Rocca dei Bentivoglio a Bazzano, Valsamoggia, a circa 30 minuti da Bologna.
Se decidete di arrivarci in automobile, potete parcheggiare nell’area preposta in Via Montebudello, di fronte al cimitero comunale e poi proseguire a piedi per circa 300 metri fino all’ingresso del castello, situato in Via Contessa Matilde, 10.
Una valida alternativa può essere il treno. La stazione di Bazzano è servita quotidianamente da collegamenti diretti provenienti dalla Stazione Centrale di Bologna (il tempo di percorrenza è di circa 60 minuti).
Il Museo Civico Archeologico è aperto alle visite:
- dal martedì al venerdì, dalle ore 15:00 alle ore 19:00;
- sabato, domenica e festivi, dalle ore 10:00 alle ore 19:00 (da Novembre a Marzo chiude alle ore 18:00).
Il biglietto standard prevede un costo di 4 Euro ma sono attive diverse riduzioni e agevolazioni, che potete consultare direttamente on line.
Per programmare la visita vi basterà mandare un’e-mail a: musei@roccadeibentivoglio.it.
La Rocca dei Bentivoglio ed il Museo Civico Archeologico vi aspettano anche su Artplace, la nuova piattaforma digitale che consente di usufruire di nozioni storiche, informazioni pratiche e aneddoti relativi a musei e monumenti.
La storia del Museo Civico Archeologico Arsenio Crespellani protagonista di un web comic
Di recente l’incredibile storia di Arsenio Crespellani e della Società per scavi archeologici è diventata la protagonista di un web comic, un vero e proprio fumetto digitale.
Pensate: era il 1986 quando, per la prima volta, l’artista americano Eric Millikin pubblicò una striscia su un supporto diverso dalla tradizionale carta stampata, ricorrendo al servizio di accesso alla rete internet messo a punto da CompuServe.
Gli anni 2000 e l’avvento della rivoluzione digitale consacrarono definitivamente questa nuova modalità di fruizione del fumetto, ormai ampiamente diffusa in ogni angolo del mondo.
I web comic hanno conquistato anche la bazzanese Maria Speranza Minelli, giovane laureata in Archeologia, con la passione per il disegno e per le storie a fumetti.
Quando io e Beatrice, funzionario del Settore Patrimonio Culturale dell’Emilia-Romagna l’abbiamo incontrata, ci ha raccontato di come la realizzazione del fumetto digitale Arsenio: l’avvocato che sognò un museo, sia sopraggiunta durante la fase finale del suo percorso formativo presso la Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia.
Arsenio Crespellani: quando un archeologo diventa l’eroe di un fumetto
È lei infatti l’autrice della striscia di dieci puntate dedicata ad Arsenio, tuttora disponibile sul profilo Instagram della Fondazione Rocca dei Bentivoglio, che gestisce il Museo Civico Archeologico dal 2007.
Nel tentativo di tracciare un trait d’union tra le sue due passioni, l’archeologia ed il fumetto, Maria Speranza ha innanzitutto modernizzato la figura di Crespellani.
Gli ha allungato baffi e barba, rinfoltito i capelli, ed enfatizzato il naso importante. Nella sua mente, appariva come un personaggio a metà strada tra Indiana Jones e Sherlock Holmes.
Si è appassionata progressivamente alla sua vicenda personale, cercando di portarne alla luce il lato più umano.
Ha così finito per immaginarselo come un avvocato tiratore di scherma, con un buffo senso dell’umorismo, che prima si è fatto archeologo e poi ha fondato un Museo.
Dinanzi ad una mia domanda diretta circa la presenza di una qualche fonte d’ispirazione d’oltralpe nelle illustrazioni che pubblica periodicamente sul profilo Instagram Maryhopeart, ha ammesso di essere molto attratta dai fumettisti dell’area franco-belga.
Effettivamente, mentre seguivo le vicissitudini di Arsenio e degli altri protagonisti del web comic, mi sono sentita nuovamente catapultata lungo la Comic Strip Walk. Se non sapete di cosa si tratta, date un’occhiata al racconto della mia personale esperienza lungo la via dei fumetti di Bruxelles.
E voi che ne pensate dell’utilizzo dei fumetti digitali come strumento di diffusione e promozione di luoghi dall’importanza storica e culturale, come la Rocca dei Bentivoglio ed il Museo Civico Archeologico di Bazzano?
6 risposte
Dovrei creare anche a casa mia una sala dei Giganti! 🙂 Che bello leggere la storia di questa antica dimora, e che bella idea quella di trasformare la storia di Arsenio Crespellani in un fumetto digitale! E’ un modo davvero geniale per avvicinare anche le nuove generazioni alle tematiche trattate e al museo in questione.
Il fumetto dedicato ad Arsenio e al museo a lui è intitolato è on line. Lo trovi sulla pagina Instagram della Fondazione Rocca dei Bentivoglio.
È sempre affascinante leggere delle innumerevoli vite che nel corso dei secoli vive un luogo.
E non solo, interessante osservare le interconnessioni, le trasformazioni, fino ad un fumetto.
Da tenere in considerazione per una gita fuori porta a Bologna.
Consigliatissimo.
Non conoscevo questo castello e non sapevo che avesse “ospitato” anche Foscolo. Bella l’idea del fumetto: è un modo giovanile e un po’ diverso dal solito per far conoscere le bellezze del nostro Paese.
Tra l’altro il fumetto è davvero ben riuscito. Lo trovi sulla pagina Instagram della Fondazione Rocca dei Bentivoglio, prova a darci un’occhiata 😉